L’Europa romanica
L’ XI è il secolo delle grandi fioriture di edifici ecclesiastici. Preromanico e romanico.
Perché? L’ Europa dell’ XI è un’Europa in espansione:
1) Miglioramento delle tecniche agricole dunque dell’alimentazione, dagli arabi si impara l’irrigazione,
appresa dai Romani, grazie agli Arabi che hanno studiato i sistemi di conduttura, si migliorano le
tecnologie e queste vengono portate in Oriente.
2) Frumento : vi è abbondanza di cibo, la qualità migliora, diminuisce la mortalità infantile,
aumentano le città, gli insediamenti rurali, le chiese diventano più grandi.
3) vi è miglior sviluppo anche nel campo intellettuale, chi deve lavorare per guadagnarsi da mangiare
non può dedicarsi allo studio, allora si sviluppa il terziario, con la possibilità di differenziazione delle
professioni, si pongono le basi per la nascita dell’intellettuale, colui che vive non con il lavoro
manuale ma con la propria capacità intellettuale, la grande rivoluzione creerà un sapere laico
parallelo all’edificio ecclesiastico, laico significa non contrario alla religione, ma fuori dall’ambito
religioso. Nasceranno le università, legate ai Comuni, alle corti, non più all’interno dei monasteri.
4) Si prende atto che esiste la lingua parlata, non più il latino, che diventa poi scrittura, il volgare.
5) Tribunali si troveranno al di fuori della Chiesa, un passo enorme, la giustizia esce dall’ambito
religioso e si costruisce in termini civili.
Dal libro.
1)Dopo, Insediamento dei normanni nella Francia settentrionale, questi partirono alla conquista dell’
Inghilterra, 1066, e all’insediamento in Italia Meridionale, Puglia, Calabria, Sicilia, con la fondazione di un
regno che si contrappose alla penetrazione islamica e bizantina in quelle regioni. In Europa assistiamo alla
disgregazione di un potere politico, il mito monarchico, l’idea di potere imperiale, non tramonta nelle
coscienze ma di fatto l’autorità dell’imperatore è circoscritta alle terre germaniche, consolidano la propria
indipendenza altri regni, come quello dei Normanni in Inghilterra, il fattore che più comporta il declino del
potere monarchico è il feudalesimo da un lato, soprattutto in Francia, e le autonomie cittadine, in Italia
specialmente. In Francia il re non gode di un’effettiva autorità oltre la Loira, dove le prerogative della
sovranità- comando militare e diritto di giudicare- sono esercitate da signori locali, che considerano i poteri
ricevuti in delega come patrimonio da trasmettere in eredità. In Borgogna, in Provenza, In Italia, l’autorità
imperiale appare solo nominale, solo in Germania , con la dinastia salica ( 1024-1125- non si può parlare di
un processo vero di feudalizzazione prima del 1040 circa.
2) Ricordiamo anche l tentativi di disporre liberamente della nomina di vescovi e abati da parte dei più
potenti feudatari , neppure “consacrati”come l’imperatore e i sovrani, non potevano essere tollerati dalla
Chiesa e sfociò nei movimenti di riforma tesi a ripristinare il rispetto per la regola nei monasteri. E focolai
di riforma furono i monasteri cluniacensi, sparsi in Europa e filiazioni dell’abbazia Di Cluny in Borgogna,
fondata nel 910, che si era posta sotto il controllo diretto del papa. Dunque né accettava l’intromissione da
parte del potere temporale, ma nemmeno da parte dei vescovi.
3)Ovviamente il declino del potere imperiale, la distinzione tra potere temporale e spirituale si avvertì nel
campo artistico. Con Carlo magno che era stato consacrato sovrano carolingio, non solo capo militare, ma
investito della missione di guidare il popolo verso la salvezza eterna, l’arte era diventata questione regale,
tesa a celebrare l’ Onnipotente di cui il sovrano era mediatore in terra, così sarà per due secoli ma non nell’
XI, proprio con l’offuscarsi del potere imperiale e monarchico anche il patrocinio delle costruzione
ecclesiastiche passa in altre mani. In Francia, non più il re ma il duca di Normandia diviene il grande
costruttore di chiese e abbazie, con il consiglio di grandi ecclesiastici e riformatori, come Guglielmo da
Volpiano.
Proprio nei territori che vedono i sovrani spogliati di risorse aumenta la produzione artistica, dalla
Normandia all’Europa meridionale. I signori della guerra, i signori locali, si spogliano delle ricchezze che
aumentano le proprietà di conventi e abbazie, ansiosi di acquistarsi la benevolenza di una divinità.
I monasteri vengono investiti della missione di predisporre, attraverso la preghiera, le funzioni liturgiche, il
perdono divino, la salvezza dell’umanità. Nella loro magnificenza e splendore devono manifestare la gloria
dell’onnipotente , la ricchezza dei tesori custoditi deve testimoniare la devozione dei potenti con gemme e
oggetti preziosi che impreziosiscono gli oggetti liturgici e le custodie delle reliquie dei santi.
La fortuna della congregazione cluniacense risponde proprio a tali funzioni.
III abbazia di Cluny . fondata nel 1088 e consacrata nel 1130.
LA QUESTIONE DEL ROMANICO
IL RINNOVAMENTO delle forme artistiche tra la metà dell’ XI e inizio XII investe specialmente l’architettura ,
e la scultura monumentale legata ad essa, capitelli, portali, decorazioni dei chiostri. Minore è la svolta nelle
microtecniche che ebbero forte sviluppo nei secoli precedenti come l’oreficeria o la miniatura.
il termine romanico, per distinguere la nuova civiltà figurativa dalla precedente rinascenza di età carolingia
e ottoniana e dal periodo successivo, il gotico, venne introdotto da archeologi medievali francesi che evoca
il processo contemporaneo di sviluppo delle lingue e letterature romanze della comune radice del latino.
Ovviamente nella definizione comporta limiti di imprecisione, il rinnovamento artistico non ebbe nulla a
che fare con lo sviluppo delle lingue romanze, ma il termine ha goduto di una vasta e rapida diffusione.
La caratteristica fondamentale di questa nuova civiltà figurativa è il comune riferimento, sia pure in forme
che variano da regione a regione, a modelli e tecniche costruttive dell’età romana, con un atteggiamento
lontano dalle riprese classicistiche di tono aulico fiorite nelle corti nei secoli precedenti.
Lo studio e la ripresa dell’architettura romana e della scultura, con le loro tecniche costruttive romane
appunto, interessano tutte le province del romanico europeo, con riferimento ai modelli provinciali della
tarda antichità.
Un fenomeno di grande rilievo a partire dall'XI secolo è la pratica dei pellegrinaggi che riprese con vasta
portata e su un ampio spettro di strati sociali, dai più umili ai più potenti. Tra i fattori che permisero i
pellegrinaggi di massa vi furono la maggiore sicurezza delle strade e lo sviluppo dei centri urbani. Le mete
principali di questi viaggi, dalla valenza altamente simbolica di purificazione, di rigenerazione e di
esperienza fondamentale, erano tre: la Terra Santa, Roma e Santiago de Compostela, in Galizia. Sulle vie
principali di questi pellegrinaggi sorgevano una serie di santuari intermedi, di chiese, di monasteri e di altri
centri di richiamo religioso, attraverso i quali si canonizzarono le tappe di vari tragitti principali, che poi
confluivano verso la destinazione finale.
1. In Terrasanta si trovava il sepolcro di Cristo e i luoghi descritti dai vangeli, dove proprio in quegli
anni era stata effettuata una riconquista tramite la cosiddetta prima crociata. Uno dei modi
principali per raggiungere la Palestina era via mare, imbarcandosi a Venezia o nei porti della Puglia.
2. A Roma si visitavano le tombe degli apostoli Pietro e Paolo e la sede del papato. Per raggiungerla
esisteva la via Romea (o Francesca o, solo più tardi, Francigena), che passava da valichi alpini ed
appenninici costellati da piccoli centri che videro una notevole fioritura artistica proprio in quegli
anni.
3. A Santiago di Compostela, forse la meta più visitata, si raggiungeva la tomba dell'apostolo Giacomo
tramite il Cammino di Santiago, che convogliava tramite quattro tragitti principali, confluenti a
Puenta la Reina in Spagna, pellegrini dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dalle Fiandre, dalla
Germania e dall'Italia.
Grande fioritura ebbero i centri toccati dall'affluenza dei pellegrini, sia in termini economici che artistici,
tanto che non mancarono alcuni casi, diremmo oggi, di "concorrenza" tra vie alternative: fu anche il
periodo del commercio delle reliquie, sia come oggetti devozionali, che come richiamo per i pellegrini.
I pellegrinaggi ebbero immediate conseguenze anche in campo artistico. Innanzitutto favorì i contatti e gli
scambi tra centri anche molto distanti, spiegando in un certo senso la diffusione "a macchia" delle novità
stilistiche e tecnologiche. Inoltre si resero necessari alcuni adattamenti alle chiese visitate da grandi masse
di persone, imponendo particolari accorgimenti in pianta, come la maggiore ampiezza, l'allargamento dei
deambulatori, dove si vennero ad aprire cappelle radiali contenenti reliquie e altari secondari per i culto,
l'ampliamento del transetto e delle tribune sulle navate laterali, la creazioni di portali di accesso laterali e
nel transetto, per il deflusso delle folle. Una prima applicazione di tale impianto viene fatta probabilmente
a Sainte Foy (a sei campate nella navata) di Conques, ripreso e ingrandito a Saint-Sernin a Tolosa e a
Compostela (a ben undici campate), poi a Saint-Martin di Tours (distrutta durante la rivoluzione) e SaintMartial a Limoges (distrutta).
Veduta del complesso basilicale
La basilica di Santa Maria Maggiore si trova a Lomello, in provincia di Pavia ed è una delle più
interessanti testimonianze architettoniche del cosiddetto romanico lombardo, segnato
profondamente dall'influenza oltralpina dell'architettura ottoniana. In Italia è la chiesa con le volte a
crociera più antiche (quelle solo sulle navate laterali, segno di un periodo di transizione).
Tra i pochi dati che possono riferirsi con certezza alla fase attualmente ancora esistente della
basilica possiamo annoverare il privilegio di papa Pasquale II datato datato 22 agosto 1107 col
quale si autorizza il parroco di Santa Maria a portare la mitria ed il pastorale, e gli si conferisce il
potere di conferire alcuni ordini minori
La chiesa fa parte di un complesso con battistero che fu costruito tra il 1025 e il 1040 secondo le
tesi del Porter.
La basilica è a tre navate con un transetto più basso del corpo longitudinale. Fu una delle prime
chiese in Italia ad essere coperta con volte a crociera nelle navate laterali, prima che si diffondesse
lo stile romanico. La facciata era originariamente solidale con le antiche mura castellane; dopo un
dissesto o un crollo, che alcuni assegnano al terremoto del 1117, le prime tre campate furono
abbandonate e si costruì una facciata chiudendo uno degli archi diaframma.
La particolare originalità risiede nei grandi archi diaframma che attraversano la navata, alleggeriti a
traforo da coppie di bifore. L'alternanza fra pilastri con arco trasversale e pilastri semplici
sembrerebbe prefigurare l'impiego di una copertura a volta, ma in realtà non mancano esempi di
archi diaframma senza che una copertura in muratura fosse prevista. I pilastri che non sorreggono
gli archi diaframma sono continuati da lesene fino al cleristorio, mentre gli archi longitudinali
(quelli che separano le navate) insistono su semicolonne che insieme allo spessore della lesena,
leggermente aggettante, formano il pilastro.
Le navate minori, seppur ricostruite (sempre secondo il Porter, intorno al 1300, erano comunque già
presenti nella fase più antica. Importante il corredo decorativo, con numerosi frammenti superstiti di
decorazione figurativa a stucco. Scavi eseguiti nel 1944 hanno portato al disseppellimento di una
cripta, del tipo ad oratorio, forse incompiuta, forse relativa ad una fase anteriore della chiesa.
Innescati più circoli virtuosi nella società dell'epoca romanica, ripercossero anche sulla produzione
architettonica, con murature più regolari, pietre dalla forma perfettamente squadrata, uso della
copertura a volte anche su grandi spazi.
Elementi dell'architettura romanica si erano affermati in Germania già all'epoca degli imperatori
ottoniani, raggiungendo la Francia (soprattutto Borgogna e Normandia) e l'Italia settentrionale e
centrale.
Generalmente l'epoca romanica viene suddivisa in tre periodi: un primo romanico (intorno al 1000);
una fase di maturazione (ca 1080-1150) che vede perfettamente sviluppato il repertorio formale
dello stile; infine una terza fase (1150-1250), limitata all'ambito germanico e parallela al neonato
Gotico francese. I principali edifici pervenutici dell'epoca romanica sono sicuramente chiese ed altri
edifici religiosi, essendo quasi del tutto perduti o profondamente stravolti in epoche successive gli
esempi di edilizia civile monumentale, quali rocche e castelli.
Caratteristiche strutturali del romanico
Nel XIX secolo la scuola positivista volle riconoscere come elemento qualificante dell'architettura
romanica l'uso delle coperture a volta, in particolare delle volte a crociera, una semplificazione
forse un po' forzata dal voler vedere un'evoluzione lineare tra arte alto medievale e arte gotica, che
non corrisponde pienamente alla realtà. Se da un lato infatti edifici chiave dell'architettura romanica
quali il Duomo di Modena o San Miniato al Monte di Firenze o la chiesa Abbaziale di Saint-Etienne
a Caen furono inizialmente coperti con capriate, solo in seguito sostitute da volte, dall'altro lato
l'uso delle volte a crociera, sebbene su zone più piccole, era già presente fin dall'inizio dell'XI
secolo in area germanica e lombarda, come nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Lomello. Anche
la caratteristica dell'uso di arcate cieche sulle pareti esterne è un motivo tipico sì del romanico, ma
in uso senza soluzione di continuità in certe zone europee sin dall'epoca paleocristiana.
Piuttosto appare più efficace una classificazione meno rigida, che guardi alla configurazione nello
spazio ed alla modellazione delle masse murarie. Gli edifici in quest'epoca iniziarono a presentare
un'articolazione sempre più ricca e complessa, opposta alla semplice linearità delle basiliche
paleocristiane. Con elementi sporgenti ed elementi affossati si creava un gioco ritmato di luci ed
ombre, di sequenze cadenzate, che non può essere appreso con un singolo sguardo, ma si rivela in
molte più fasi, con una frammentazione dell'unità dell'edificio in innumerevoli sotto-elementi
relativamente autonomi.
L'impianto planimetrico più frequente delle chiese romaniche era la croce latina; la navata veniva
scandita in campate ritmiche: alla campata quadrata della navata centrale in genere corrispondevano
nelle navate laterali due campate pur esse quadrate ma di lato dimezzato. L'estremità terminale
venne configurandosi in modo sempre più ricco, grazie all'utilizzo del coro spesso con
deambulatorio e dotato di una cerchia di cappelle a raggiera. Il presbiterio viene spesso sopraelevato
rispetto alla navata, soprattutto se la chiesa era dotata di cripta, e talvolta coronato da una cupola
impostata all'incrocio delle navate con il transetto.
Una tipologia meno frequente è quella a pianta circolare, come nella Rotonda di San Tomè in
provincia di Bergamo.
La cripta originariamente era limitata alla zona sottostante il coro, poi venne estesa come cripta a
sala, quasi a creare una seconda chiesa inferiore. Nelle coperture delle cripte si trovano i primi
tentativi di volte a crociera, che intorno all'XI secolo vennero impiegati anche nelle navate laterali.
A partire dal 1080 fanno la loro comparsa nuovi tipi di copertura: volta a botte in Spagna e in
Francia spesso a sesto acuto (Borgogna, Poitou); cupole (Aquitania), volta a costoloni in Lombardia
e a Durham; volta reticolare in Germania.
L'interno, caratterizzato in genere dall'impiego alternato di colonne e pilastri con pareti
rigorosamente articolate da semicolonne, lesene, cornici, loggette e fregi ad arco. Talvolta,
soprattutto in Francia, l'incrocio tra le navate e il transetto è sottolineato da una possente torre,
mentre in area germanica continuò l'uso del Westwerk, con le doppie torri scalari poste in facciata,
che vennero in seguito copiate, anche se con funzioni diverse, in varie regioni d'Europa.
Per quanto riguarda le aperture e la luce, in un primo momento le chiese romaniche erano senz'altro
più buie di quelle paleocristiane, per la minore presenza di finestre e la loro dimensione più piccola,
retaggio dell'architettura alto medievale, che non era in grado di costruire vetrate di grandi
dimensioni.
A volte le pareti esterne erano scandite da arcate cieche; mentre come entrata si utilizzavano portali
a strombo, arricchiti con figurazione scultoree ricavate nello strombo stesso.
ELEMENTI COSTRUTTIVI DELLA CATTEDRALE
Gli elementi costruttivi fondamentali della Cattedrale sono:
arco a sesto acuto, cioè a
semicerchio, di derivazione romana;
i pilastri (parallelepipedi molto alti, che sostengono gli archi) e le colonne (meno robuste
e con la stessa funzione, ma cilindriche): i pilastri spesso sostituiscono le esili colonne;
la volta "a crociera" che, tramite due robusti
costoloni diagonali (archi incrociati), poggia su
quattro pilastri, coprendo lo spazio così delimitato, e
che si chiama campata. La volta "a botte" viene
impiegata per il suo forte peso solo nel transetto e
nella parte anteriore dell'abside
Della chiesa romanica colpisce l'aspetto di solidità, la
concatenazione dei vari elementi strutturali (pilastro,
costoloni, volta), l'equilibrio tra masse murarie e spazi
vuoti, la sensazione di un poderoso conflitto tra pesi
(enormi) e materiali (poveri). L'edificio della Cattedrale
era concepito ritmicamente, nel senso che le proporzioni
erano date da semplici rapporti matematici.
Solitamente venivano usati, per la costruzione
dell'edificio, materiali reperibili sul posto (soprattutto il
cotto). Questi materiali sono quasi sempre utilizzati a
vista, cioè non vengono rivestiti da altri materiali, né
intonacati. Spesso vengono anche utilizzati materiali di
recupero, tratti da monumenti romani semidistrutti:
colonne, capitelli, architravi, che vengono inseriti nella
costruzione con libertà e fantasia.
L'evoluzione della liturgia porterà a modifiche sostanziali
all'interno delle chiese romaniche: maggiore ampiezza del
Presbiterio; maggior numero di cappelle; preziosi reliquiari
contenenti le reliquie dei santi, collocati nel coro; absidi incluse nel
coro; un corridoio circolare (detto deambulatorio) intorno
all'abside; sotto il coro cripte molto ampie per le sepolture o per i
servizi religiosi...
La pianta è a croce latina, generalmente
a tre navate. La navata centrale e quelle
laterali, il transetto e il coro erano concepiti
come spazi ben definiti, ognuno separato
dall'altro da pilastri, colonne e lesene.
L'altare e il coro normalmente si elevano sopra un'alta
cripta, al di sopra della quale si poneva la cupola,
generalmente ottagona, che, per mezzo delle trombe, si
appoggia su un tamburo retto da quattro archi.
Le pareti delle navate laterali venivano spesso ricoperte di intonaco e poi dipinte. Gli
interni delle chiese romaniche, coi loro immensi spazi e le piccole finestre, davano la
possibilità di sfruttare una superficie molto ampia.
Le pareti dipinte erano eseguite ad affresco, spesso combinato con la pittura a secco
(su intonaco asciutto) o con la tempera. Quando le pareti si deterioravano, potevano
essere ridipinte
Non dimentichiamo la diffusione della congregazione di Cluny, nel processo di trasmissione di forme e
modelli, né l’attività di alcuni protagonisti del movimento di riforma della vita monastica. Un esempio è
Guglielmo da Volpiano, nativo del lago d’ orta e che, in un periodo precoce per lo sviluppo dell’arte
romanica, incaricato di riformare l’abbazia di Sain Benigne a Digione fece costruire probabilmente la
rotonda a 3 ordini, Guglielmo fu poi chiamato dal duca di Normandia a reggere e riformare l’abbazia di
Fècamp e qui diede impulso all’attività costruttiva ponendo premesse alla architettura romanica normanna.
Il romanico presenta una logica strutturale di cui il motivo fondamentale è la copertura a volte, soprattutto
quella a crociera, formata dall’incrocio di due archi, scarica il peso verso i 4 punti di ricaduta degli archi,
concentrando le controspinte nei contrafforti alleggerendo la parete.
1)Esigenze di carattere liturgico e funzionale sviluppano la planimetria del presbiterio:
-
Moltiplicarsi degli altari per le celebrazioni eucaristiche;
Devozione crescente per le reliquie;
Afflusso delle folle di pellegrini.
2)Si ampliano le cripte, dove sono custodite le reliquie;
3) presbiterio viene sopraelevato rispetto alla navata,
4) si creano deambulatori absidali con cappelle a raggiera;
5) si aprono portali monumentali per il deflusso della folla.
Le soluzioni cambiano anche in base alla natura dell’edificio, se abbazia o cattedrale, pievi o santuari di
pellegrinaggio, ma cresce l’imponenza monumentale della zona presbiteriale, dominata dalla cupola molto
spesso. Anche all’esterno il gioco dello spazio è ritmato, dalle lesene, cornici, capitelli, loggette, arcatelle
cieche, che al valore decorativo sommano funzione architettonica di scansione di parti rilevanti
dell’edificio.



La soluzione delle navate e la divisione delle navate dalle campate non rappresentano un’assoluta
novità, la troviamo nei paesi germanici dall’inizio dell’ Xi o in Lombardia a S maria Maggiore a
Lomello.
Così la scansione delle murature esterne mediante lesene o arcature cieche conosce
un’elaborazione precedente in diverse regioni d’Europa (lombardia-catalogna).
Potente articolazione :
nelle planimetrie sono complesse , vengono introdotti intervalli, cadenze che creano
sequenze non percepibili con un solo sguardo d’insieme ma in fasi successive;
Negli elementi di sostegno( pilastri cruciformi ), nelle pareti (muri longitudinali, absidi,
facciate) che appaiono come concepite a più strati, con nicchie, arcatelle, lesene.
Rotonda della chiesa abbaziale di Saint Benigne a Digione. Rotonda della chiesa.
Ricostruita dopo il 1000, dal cluniacense Guglielmo da Volpiano. Abbiamo la cripta.
Rotonda su tre piani, circolare, si è conservato il livello inferiore, capitelli semplicissimi, motivo delle foglie
d’acqua appena scavate.
Le regioni del romanico europeo
Lo sviluppo dell’arte romanica è un fenomeno europeo, fondato su elementi comuni quali le medesime
funzioni e la suggestione di modelli della tarda antichità, ma esso presenta anche varianti di regione in
regione. Questi elementi di discontinuità , dipendenti dalla carenza o ricchezza di contatti, all’esterno con la
civiltà islamica o bizantina, all’interno in rapporto alle vie di pellegrinaggio o al diffondersi delle
congregazioni monastiche.
Nelle terre germaniche dove l’autorità imperiale conserva le sue prerogative, forte è la continuità con la
tradizione carolingia e ottoniana, dalle altri parti, ad esempio nella penisola italiana, con l’affermarsi dei
comuni e della loro autonomia amministrativa, si pongono le premesse per una varietà più dinamica. Se nei
centri urbani della penisola il monumento per eccellenza è la cattedrale, nelle regioni della Francia
centromeridionale- dall’Aquitania alla Borgogna centro della produzione artistica restano le grandi abbazie.
In Spagna, oltre ad abbazie e santuari di pellegrinaggio troviamo un’attività legata ai sovrani locali in una
situazione che, come in italia meridionale, favorisce scambi con l’Oriente Mediterraneo.
Metà XI
1059
1061 sotto Corrado II
1065 fu iniziata da badessa Hilda. Modello è San
Lorenzo a Milano
1095
1075
1080 Enrico IV
In costruzione la Chiesa di sainte_Foy a Conques
Consacrazione battistero di firenze
Consacrazione 1^ cattedrale di Spira
Consacrazione Chiesa S maria in campidoglio a
Colonia
S marco a Venezia
Consacrazione Sant’abbondio a Como
Ricostruzione chiesa di pellegrinaggio di santiago de
Compostella
Ricostruzione cattedrale di spira
1088
1096
1099
scorcio
Scorcio secolo
Cluny III
Consacrato l’altare chiesa Saint Sernin a tolosa
Duomo di Modena
Fondata san Michele a Pavia
S ambrogio : ricostruito quadriportico e vengono
edificate le volte della navata
GERMANIA
LO SVILUPPO in senso pienamente romanico si coglie nella ricostruzione della cattedrale di Spira (
ricordiamo anchele chiese abbaziali di S michele a Hildesheim, della Trinità ad essen o santa Maria in
Campidoglio a Colonia)
La cattedrale di Spira fu fondata da Corrado II e consacrata nel 1061. Vent’anni dopo Enrico Iv volle
ricostruirla, Spira II.
-
Si conservano arcatelle cieche che scandiscono la parete;
Navata viene coperta da volte a crociera su 6 campate di forma quadrata.
Normandia e Inghilterra
Architettura romanica normanna è legata all’ascesa di Guglielmo il Conquistatore.
1) Chiesa abbaziale di Notre dame a Jumìeges, costruita tra il 1040 1067. Finanzia la costruzione della
chiesa per celebrare la conquista dell’Inghilterra dove l’ultimo re sassone muore senza eredi. Si
manifestano caratteri fondamentali della nuova architettura:
- Altissima facciata inquadrata da due torri;
- Navata alta con 3 ordini; primo livello della navata, secondo matroneo (agibile se pavimento), terzo
finestre, luminosa.
- Transetto con corridoi nello spessore della muratura;
- Coro con deambulatorio;
- Soffitto ligneo sulla navata centrale.
Alla vigilia della spedizione inglese, Guglielmo e sua moglie matilde fondarono a caen 2 grandi abbazie le cui
chiese sono tra le maggiori realizzazioni del Romanico europeo, in particolare a:
2)
-
Saint- Etienne la chiesa riprende elementi di Jumieges. Passaggio ulteriore.
LE TORRI si elevano sulla prima campata delle navate laterali;
Si allineano alla parte centrale facendo corpo con essa e dando uno slancio in altezza;
All’interno il matronei e la galleria superiore acquistano forme più imponenti,
Volte a crociera costolonate esapartite, 6 spicchi,
Parte bassa muro spesso, alta si assottiglia
La conquista normanna diede avvio in Inghilterra alla costruzione di un numero elevatissimo di chiese
abbaziali e cattedrali romaniche.
BORGOGNA
La nuova chiesa abbaziale di Cluny (III) fondata nel 1088.
-
187 m;
Vasto nartece;
5 navate;
Coro con deambulatorio e cappelle a raggiera;
Doppio transetto,
5 torri
Gli scarsi resti , parte del transetto e una torre, ci danno un’idea delle impressionanti dimensioni che fece
da modello ad altri edifici, come :

basilica di Paray le Monial, riprende la parete a 3 piani della navata centrale, volta a botte, arcate a
sesto acuto nell’ordine inferiore, gli archi ciechi del triforio e finestre sovrastanti.

Saint Philibert Tournus : 1008 1020
Deambulatorio attorno all’altare maggiore, dove c’è la reliquia si sviluppa pellegrinaggio e quindi
deambulatorio, attorno al quale 3 cappelle radiali. Inizio messe votive, private, non della comunità
religiosa, per questo aumenta il numero degli altari. Duplice accesso.
Riguardo la scultura monumentale, A Clauny capitelli riprendono le virtù cardinali, la prudenza, i Fiumi del
paradiso e gli 8 toni del canti gregoriano, il ciclo non è chiaro, forse illustrerebbe un’epistola elogiante la
vita dei monaci dell’abbazia.
Alcune figure, la prudenza, si staccando dal fondo e sono incluse in una cornice a forma di mandorla, questa
indipendenza dal campo architettonico ha fatto ipotizzare che potrebbe trattarsi di un secondo momento
della scultura romanica borgognona, quando si allenta la connessione tra architettura e scultura
monumentale, un momento comunque avanzato. Ma si tratta di un’ipotesi evolutiva troppo schematica, in
realtà i capitelli di Cluny risultano legati per molti aspetti (ad esempio nella tecnica di intaglio, per le pieghe
appiattite e sovrapposte) alla tradizione dei laboratori ottoniani di oreficeria e scultura in avorio.
Le figurazioni si sciolgono mano mano dal campo architettonico,:
timpano di Anzy-Le-Duc con il Cristo in maestà tra 2 angeli, 1100 circa, che si piegano mostrando le spalle,
sii genuflettono, alla mandorla centrale con una forte vivacità in una composizione simmetrica e bloccata.
Linguadoca
CHIESA DI SAINT SERNIN. Tolosa.
Chiesa di pellegrinaggio, la sua ricostruzione ebbe inizio prima del 1080. Nel 1096 fu consacrato l’altare
maggiore. Grandiosità dell’impianto planimetrico, in quanto santuario di pellegrinaggio lungo il cammino di
santiago de C, sia per l’imponenza della navata centrale e della zona presbiteriale. È soprattutto la scultura
monumentale a celebrare la sua importanza.
Intorno al 1090 scolpiti i capitelli: Capitello con lussuria, portale sud del transetto.
In occasione del 1096, anno della consacrazione altare maggiore, subentra un secondo atelier di scultori.
BERNARDUS GELDUINUS. Tavola dell’altare maggiore, 1096, in marmo dei Pirenei, caratterizzato da una
ripresa di motivi antichi, anche l’ascensione di Alessandro magno DALLA sua bottega uscirono anche
bassorilievi tra cui uno raffigurante CRISTO IN MAESTA’, IN TRONO, IERATICO, DI TENDENZA CLASSICA.
ALTRO CENTRO della scultura romanica è l’abbazia cluniacense di Moissac, dove intorno al 1110 viene
costruito il chiostro con capitelli scolpiti, 76, quasi assenti accenni di profondità.
Verso 1120 lavori del portico dell’abbazia. Immenso timpano, Visione apocalittica di san giovanni (cristo in
maestà tra i simboli degli evangelisti, angeli e vegliardi dell’apocalisse), cristo frontale, ieratico, si
contrappone la mobilità delle figurazioni vicine, volumi quasi a tutto tondo, con grandi sfumature
espressive.
CHIESA DI SAINT FOY A CONQUES
L’ABBAZIA DI SAINT FOY FU UN SANTUARIO CHE RICHIAMo’ UN NUMERO INGENTE DI FOLLE.
Chiesa costruita nella metà XI secolo
Timpano : Giudizio finale 1125-1130.
SPAGNA SETTENTRIONALE
Tra Spagna e francia stretti sono i rapporti, sanciti dal cammino verso santiago, nell’alto clero poi molti
sono gli ecclesiastici di origine francese, dovunque sorgono priorati di fondazione cluniacense. Edificio
principe è il santuario di santiago De Compostella .
Ricostruito verso 1075 sullo schema planimetrico delle grandi chiese di pellegrinaggio francesi, con lunghe e
alte navate, matronei, ampio transetto a tre navate e deambulatorio con 5 cappelle absidali.
LA PENISOLA ITALIANA
COSTITUISCe nel romanico europeo una varietà di aspetti, sia all’interno della stessa regione che tra centri
vicini, diversi presupposti allo sviluppo della produzione artistica sono determinati da vari fattori, ad
esempio la crescita urbana delle città di sicilia al tempo della dominazione araba, l’affermarsi della potenza
economica e politica delle repubbliche marinare con lo’intensificarsi di scambi, il consolidarsi della
autonomie cittadine nei confronti dell’imperatore fino alla istituzionalizzazione delle magistrature
comunali.
Differenti situazioni politiche e culturali sollecitano risposte diverse ma sempre all’interno di analoghi
orientamenti di fondo e di un comune linguaggio figurativo.
Sant’Ambrogio a Milano e il duomo di Modena presentano punti di contatto con i monumenti delle regione
europee fin ora esaminate e sono le più precoci affermazioni del nuovo linguaggio.
LOMBARDIA
1)SANT’AMBROGIO- BASILICAFondata da sant’ Ambrogio e ristrutturata nella zona presbiteriale tre IX e X, viene ricostruita e coincide con
la piena affermazione dell’autonomia comunale di Milano.
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L’edificio conserva l’impianto a 3 navate e le 3 absidi
privo di transetto.
Dotata di coperture con volte a crociera costolanate,
a ogni campata quadrata nella navata centrale ne corrispondono 2 nelle laterali.
Aggiunta del campanile dei canonici ( campanile dei monaci è dell’ VIII)
Torri hanno semicolonne in facciata, sottilissime
La facciata è scandita da 2 ordini di arcate, le inferiori sono collegate agli altri tre lati del quadriportico, il
secondo ordine domina l’atrio concepito non più per i catecumeni ma piuttosto come riunione per
assemblee religiose o civili.
Capitello = motivi vegetali e zoomorfi.
2)San michele a pavia
Oggetto di molte ricostruzioni e restauri presenta una particolare ubicazione delle finestre nella parte
centrale della facciata, dai contrafforti che tripartiscono il prospetto,, tetto a capanna.
3)Sant’Abbondio a Como.
A differenza della zona di milano e Pavia dove si predilige il laterizio, qui si preferisce la pietraAl termine delle navate intermedie presenta due torri gemelle
4)San fedele a Como
Pianta tricora molto singolare, ricorda Santa maria in Campidoglio a Colonia, (consacrata nel 1065- badessa
hilda).
3)Altro centro di diffusione dell’arte romanica nella pianura padana è il cantiere del Duomo di Modena.
Fondato nel 1099, come attesta un documento il quale ci illumina sulla volontà circa la costruzione della
cattedrale da parte del popolo, non solo degli ecclesiastici, col consenso di Matilde di Canossa, feudataria
della regione. Intitolata a san Gimignano.
Architetto fu LANFRANCO, il cui nome ci appare da un’iscrizione “direttore e maestro della costruzione”,
un’altra epigrafe absidale ci fornisce il nome dello scultore WILIGELMO.
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NO TRANSETTO
3 NAVATE CON ABSIDI NEL PRESBITERIO SOPRAELEVATO
NAVATA CENTRALE SCANDITA DA 4 CAMPATE: A CIASCUNA DELLE QUALI NE CORRISPONDONO 2
NELLE LATERALI,
NAVATE LATERALI SORMONTATE DA UN LOGGIATO CON TRIFORE ENTRO ARCHI.
NAVATA CENTRALE SPARTITA TRASVERSALMENTE DA ARCHI CHE DELIMITANO LE CAMPATE E
POGGIANO SU ALTI PILASTRI.
COPERTURA LIGNEA IN ORIGINE, OGGI VOLTE A CROCIERA A SESTO ACUTO DEL xv
ESTERNO TRIFORE ENTRO ARCHI IN CORRISPONDENZA DEL MATRONEO INTERNO
LE SCULTURE partecipano all’articolazione della facciata, il cui aspetto fu alterato nella metà del XII con
l’apertura di portali laterali e del rosone.
Il portale manca di timpano scolpito, le fasce degli stipiti, dell’architrave e dell’archivolto son decorate da
motivi a tralci di acanto e di vite (intrico della selva abitata da demoni e belve) e scende di vendemmia
(paradiso).
All’interno degli stipiti raffigurati 12 profeti nelle edicole.
A Wiligelmo si attribuiscono in particolare i rilievi del portale con le storie della genesi, , le lastre con i
profeti Enoch ed Elia (immortalità perché non conobbero la morte),con i genietti funerari, con sansone che
vince il leone, e alcuni capitelli.
Rilievi storie della genesi : la narrazione è scandita da arcatelle sul margine superiore dlele lastre, varietà di
gesti ed espressioni, figure emergono dal fondo con volumetria.
Ripresa dei modelli antichi si, ma con resa dei particolari, veste del creatore con pieghe, la comunicazione ai
fedeli è potente e conseguita grazie alla molteplicità di gesti ed espressioni.
Tra 1130 1150 maestro delle metope:oggi al museo lapidario del duomo, evoca memorie classiche, figure
fantastiche, acrobatiche, a questi esseri deve giungere il messaggio di evangelizzazione prima della fine die
tempi.
Nel 1165 Anselmo d a Campione sarà incaricato dei lavori. A lui si riferisce il rosone e la decorazione a
rilievo nel pontile CON STORIE DELLA PASSIONE DI CRISTO.
PARMA
La realizzazione del complesso monumentale – duomo, battistero, torre campanaria- interessa 2 secoli, per
poi, alla fine del ‘200, concludersi con l’erezione del campanile in mattoni e il protiro della cattedrale.
L’attività di BENEDETTO ANTELAMI inizia nel 1178, quando gli viene commissionata anche la cattedra
episcopale, con decorazione a rilievo, è uno scultore di grande rilievo, autore della Deposizione nel duomo.
BATTISTERO: affidato nel 1196 a Benedetto Antelami. Concepisce un’opera originale e straordinaria.
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Ottagonale, il numero 8 è simbolico, il regno dei cieli, ed il lasciapassare per l’aldilà sarebbe il
sacramento del battesimo ricevuto appunto nel battistero;
Sviluppato in altezza, come una torre tronca, in uno spazio di pieni e vuoti.
Piano terreno 3 facce appaiono svuotate dai profondi strombi dei portali
Al di sopra: 4 ordini di logge incassate nell’intelaiatura dei contrafforti angolari;
Archetti ciechi
Precoce goticismo perché verticalità, ritmo complesso sono caratteristiche del gotico
Da ottagono esterno a 16 facce interne,
Ampia cupola suddivisa ad ombrello da nervature che poi si trasformano in colonne arrivando fino
a terra.
Cronologia dibattuta. Nel 1216 altezza arrivava fino al 2° ordine di logge. Contrasti politici, (tra
parma guelfa e papale e un signore di verona, ghibellino e fautore dell’impero,)ritardano l’afflusso
dei marmi rosa provenienti da <verona, la costruzione sarà ripresa nel 1249 e nel 1270 avverrà la
consacrazione solenne del battistero.
TOSCANA
Pisa. La piazza della cattedrale o Campo dei miracoli è il gioiello dell’urbanistica medievale. Conosciamo i
nomi degli artefici di questo cantiere:
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CATTEDRALE Buscheto e Rainaldo; costruzione inizia nel 1064.consacrata nel 1118.
Battistero:
Diotisalvi progetta il battistero la cui costruzione inzia nel 1153, concluso poi nel
XIV.
Torre campanaria: innalzata nel 1173 e compiuta tra XII e XIV
Recinto marmoreo del Camposanto : Giovanni di Simone.
Pisani sconfiggonO pirati alle baleari e col bottino costruiscono una cattedrale.
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Pianta Duomo a croce latina(motivo paleocristiano)
presenta una pianta longitudinale e un lungo transetto con absidi al termine dei bracci
Per la distesa spazialità si collega al modello paleocristiano, 5 navate-
Di Rainaldo è il prolungamento delle navate e il disegno del prospetto che riprende il motivo lombardo
delle loggette pensili disposte in 4 ordini sovrapposti e che conferiscono leggerezza.
Ordine inferiore : arcate cieche che corrono per il perimetro intero.
Facciata presenta rifacimenti dopo l’incendio del 1595, i portali non sono originali, vari i riusi, pezzi
romani ma anche altomedievali, capitelli corinzi forse provenienti dalla spagna islamizzata.
Soffitto a cassettoni dopo incendio 1595.
Grandi colonne da Isola d’elba.
Bicromia cattedrale, di probabile derivazione dal modello islamico.
FIRENZE
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Battistero di San Giovanni.
Consacrato dal papa Niccolò II nel 1059.
Offre un’interpretazione del nuovo linguaggio artistico.
PIANTA OTTAGONALE, coperto da una cupola a 8 spicchi.
Perimetro esterno caratterizzato da marmi bianchi e serpentina verde, una bellissima bicromia
con linee rette e curve.
FINESTRE AD ARCO E A TIMPANO
È questa policromia a caratterizzare il romanico fiorentino, come anche nella chiesa di San
Miniato al Monte.
Campania
L’architettura campana riprende forme paleocristiane, elementi arabo-siculi come a caserta o amalfi, a
ravello troviamo cupole di tipo musulmano, qui l’ambone mostra derivazione islamiche negli ornati
geometrici, così come quelli negli amboni della cattedrale di Salerno, smaglianti nella policromia dei
mosaici e negli intarsi marmorei, arricchiti da suggestioni classiche.
PUGLIE
La chiesa di san Nicola a bari è uno degli edifici più rappresentativi . iniziata nel 1087, all’esterno
assume il carattere di una fortezza, due torri non finite, archetti pensili.
Architettura con caratteri lombardi (loggette), influenze pisane e orientali
VENEZIA E LA BASILICA DI SAN MARCO TRA ORIENTE E OCCIDENTE
S marco diventa cattedrale nel 1800!!!!!!!!!!!!! Prima era cattedrale S Pietro.
La crescita della cultura figurativa lagunare è intrecciata ai rapporti politici e commerciali di venezia
con Impero bizantino, tutto l’Oriente mediterraneo anche se non fu mai provincia bizantina, centro
dominante dell’area adriatica e importante via di comunicazione con L’Oriente appunto.
La traslazione delle reliquie di san marco, che cristianizzò l’Egitto, nel IX, e la sua elezione a patrono
della città in sostituzione del santo bizantino teodoro, coincide con l’affrancamento da ogni soggezione
a Bisanzio. Il possesso delle reliquie degli apostoli era caratterizzante delle grandi città imperiali,
Milano, Costantinopoli dove l ‘ Apostoleion era connesso al mausoleo di Costantino .
La città lagunare allora fu vista come sotto la stretta protezione dell’evangelista marco, concretamente
si collega all’ascesa della città, l’affermarsi della sua potenza marittima.
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La basilica era una cappella palatina, non dipendente dal vescovo ma dal doge, legata
fisicamente al Palazzo Ducale.
Iniziata intorno al 1063 sotto il doge Domenico Contarini, in sostituzione di un edificio
precedente.
Modello : L’apostoleion di Costantinopoli.
Pianta a croce greca;
Nartece si articola su 3 lati
5 cupole;
Altare maggiore non più sotto la cupola centrale come nei martyria orientali, ma nella zona
absidale del braccio est.
L’ampliamento della navata centrale dei bracci est ovest rompe la simmetria della navata
centrale.
Dopo la conquista di Costantinpoli, 1204, a venezia affluisce un’enorme ricchezza che confluisce in
san marco.
Si mescolano pezzi eterogenei, occidentali, orientali, di epoche diverse, xome la quadriga bronzea
con riferimento agli archi trionfali, i tetrarchi di porfido ; rilievi bizantini, come icone della Vergine e
danti, o copiati da questi nelle botteghe locali. Tra i più notevoli le lastre con il Pantocreatore e gli
evangelisti, 5L’interno è ricco di una decorazione musiva, di XII E XIII.
CUPOLA DELLA PENTECOSTE- XII decorata con il Cristo sul monte degli olivi, vede all’opera artisti
greci,