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L’architettura cistercense in Italia
L'ordine monastico dei Cistercensi (o Cisterciensi) nasce in opposizione all'interpretazione
estensiva delle regole di San Benedetto operata dai monaci di Cluny (cluniacensi). Il
fautore di una rigorosa e restrittiva interpretazione del dettato benedettino è l'Abate
Roberto di Molesmes, che vive nella cittadina di Citeaux, in latino Cistercium, da cui
cistercense.
L'ordine si diffonde grazie agli sforzi di Bernard de Clairvaux (Bernardo di Chiaravalle) il
quale teorizza una struttura architettonica sacra meno addobbata e povera, priva di
mostruosità plastico-decorative.
Con questa tendenza si oppone alla cultura dell'Abate Suger di Saint Denis, il quale è
invece tipicamente gotico, sia nella pletoricità degli elementi decorativi architettonici che
nell'uso del bestiario mostruoso.
Non è un caso che l'ordine cistercense, nato in Borgogna, in Francia, trovi un grande
sviluppo bensì in Europa, ma soprattutto in Italia che per tradizione risente della cultura
classica e quindi pronta ad attenuare le forme esagerate. Infatti le abbazie cistercensi,
severe e umili nel loro aspetto, presentano ben poche caratteristiche gotiche.
Si tratta fondamentalmente dell'uso dell'arco a sesto acuto e della volta a crociera
archiacuta, oltre che ai pilastri con colonnine strette e lunghe (pilastri costolonati). I
contrafforti con arco rampante vengono utilizzati ben poco in Italia, così come l'altezza
delle navate che, per quanto maggiore delle opere romaniche, non raggiungono le
esagerate dimensioni delle cattedrali d'oltralpe. Le opere murarie sono composte di pietre
e malta cementizia oppure con mattone e malta. Le abbazie italiane sorgono tra la
seconda metà del XII e l'inizio del XIII secolo soprattutto in prossimità delle reti viarie. La
loro conformazione tipica a "cittadella" comprende vari corpi architettonici che
comprendono la Chiesa, una sacrestia per riporre i paramenti sacri, un chiostro con lavabo
o pozzo con acqua, una sala capitolare per le udienze dell'Abate, il calefactorium che è
una stanza riscaldata per le riunioni invernali, una cucina, una dispensa, un refettorio, le
cellette per i monaci, una infermeria, una cappella per i pellegrini, una foresteria per
alloggiare i viandanti ed i pellegrini, uno o più locali adibiti a gabinetti. La Chiesa tipica di
un monastero cistercense è a tre navate, con campata maggiore rettangolare posta
trasversalmente e campate quadrate minori ai lati. Il transetto spesso comprende cappelle
mentre l’abside è il più delle volte ottagonale. Ovviamente vi sono chiese cistercensi non
unificate a questo tipo, che quindi possono essere a navata unica, ad abside rettangolare,
a navate senza transetto e con absidi circolari.
Fig. 91) L'Abbazia di Fossanova presso Priverno (provincia di Latina)
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L'Abbazia di Fossanova presso Priverno (provincia di Latina) (Fig. 91) presenta
numerosi corpi architettonici tra i quali la chiesa che è una delle più antiche opere
cistercensi in Italia, consacrata nel 1208. A conferma di quanto detto precedentemente a
questa chiesa, che risente notevolmente dell'influsso del romanico italiano, la pianta si
presenta abbastanza semplice e compatta. Inoltre mancano i finestroni gotici stretti e
lunghi, i contrafforti ad arco rampante e l'altezza complessiva delle navate non è
certamente tipicamente gotica, anche se manca un armonia classica tra la navata centrale
e quelle laterali, che sono alte circa la metà. All'esterno i pilastri sporgenti conferiscono un
ritmo regolare che ricorda quello dei contrafforti, anche se bisogna parlare più
propriamente di pilastri sporgenti dalla facciata della massa muraria. La navata centrale è
larga quasi il doppio di quella laterale, e le sette campate sono ritmate da pilastri a sezione
quadrangolare con semicolonne addossate, come nella migliore tradizione romanica.
Anche il transetto è archivoltato a forma rettangolare, tranne al centro, all'incrocio con la
navata centrale, dove la crociera quadrata sfocia in un alto tiburio. Due cappelle per ogni
braccio del transetto si presentano parallele al coro absidale. L'abside tetragonale con due
volte a crociera rettangolari affiancate, è molto profondo e termina con tre finestre poste in
basso sotto una rosa polilobata. Il fronte d'ingresso presenta tracce di un portico che ora
non c'è più.
Lateralmente, in corrispondenza delle navatelle, vi sono arcate cieche diverse da quelle
romaniche per la chiusura superiore ad arco a sesto acuto. A bilanciare questo elemento
estraneo al romanico, vi è un frontone classico cieco che sormonta l'arco acuto del portale
fortemente strombato. Inoltre dentelli ionici sono presenti sotto la sporgenza della tettoia,
formando una cornice decorativa di stampo classico. Sulla facciata anteriore un rosone
incassato tra due pilastri che salgono sino alla copertura centrale della navata centrale,
giganteggia sul portale. La struttura sacra si presenta nello stesso tempo maestosa e
solida così come severa e rigorosa. Si respira un'atmosfera di serena, sana, intensa e
laboriosa spiritualità. Attigua alla chiesa è la sala capitolare, il chiostro e il calefactorium.
Anche il Complesso architettonico dell'Abbazia di Casamari (prov. di Frosinone)
presenta una Chiesa, iniziata nel 1203 e consacrata nel 1217, che presenta solo alcune
delle caratteristiche tipiche dell'arte gotica (Fig. 92). La chiesa si raggiunge salendo
un'ampia e lunga scalinata, sino al portico a tre campate con archi a sesto acuto. La
facciata è solcata da pilastri costolonati e apre al centro in alto un vuoto murario che è il
rosone. L'impianto interno è simile a quello di Fossanova, con ampia navata centrale e
ristrette navatelle. Le campate sono sette sino al transetto a due navate che è abbastanza
sporgente trasversalmente rispetto alla facciata. Le campate sono scandite da pilastri
quadrangolari con quattro semicolonne addossate. Tutto l'impianto architettonico è
coperto da volte a crociera, mentre al centro tra navata e transetto vi è un tiburio. Anche in
questa struttura cistercense vi sono due cappelle per ogni braccio del transetto che si
presentano parallele al coro absidale. L'abside in questo caso è meno profonda di quella
fossanoviana.
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Fig. 92) Chiesa dell'Abazia di Casamari (FR), pianta, alzato parziale del fronte (Senza
transetto);
La chiesa dell'Abazia di San Galgano (prov. di Siena) è suggestiva perché oggi è priva
di copertura e per pavimento vi è un prato verde che contrasta con il colore caldo della
pietra. Anche a San Galgano il gotico è praticamente ridotto a elemento secondario, e
prevale l'impostazione tradizionale romanica. Tra gli altri elementi tipicamente italiani,
dobbiamo annoverare tracce di coloritura di parete che evidenzia il gusto tipicamente
senese e l'uso di maestranze italiane e locali.
La Chiesa di Sant'Andrea a Vercelli (1219 - 1227) ha un sapore vagamente gotico,
perché in essa prevale la facciata tipicamente padana che si può riscontrare nelle chiese
di S. Michele a Pavia e il duomo di Parma.
Chiesa di Chiaravalle Milanese, cominciata nel 1135 e visitata al ritorno da Pisa da
Bernardo di Chiaravalle stesso. L’edificio presenta la pianta simile a quella originale di
Fontanay (Francia), con abside rettangolare, ma molto poco resta della costruzione
originaria. L’attuale chiesa risale agli anni che vanno dal 1150 circa al 1221. Molto bello il
Campanile in stile romanico lombardo, costruito tra il 1329 ed il 1340, posto all’incrocio tra
navata e transetto.
Altre chiese cistercensi lombarde sono la Chiesa di Cerreto (Lodi), di Morimondo
(Milano), di Acquafredda (Como), mentre in Piemonte è presente la Chiesa di Casanova
(Carmagnola, ), ed in Emilia la Chiesa di Chiaravalle della Colomba (Fiorenzuola D’Arda,
Piacenza). Infine nelle Marche vicino Ancona vi è la Chiesa di Santa Maria di Chiaravalle
di Castagnola.
In Sicilia una Chiesa cistercense è a Palermo, detta La Magione, una a Messina, detta
La Badiazza ed infine la Chiesa di San Nicola ad Agrigento.
Abbazia di Chiaravalle di Fiastra (Macerata), costruita da Guarniero III marchese di
Ancona e donata ai cistercensi nel 1141, presenta ampia navata centrale con pilastri che
tripartiscono l’aula sacra.
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