Fisica III/Fisica Moderna Docente: Paolo Giannozzi Stanza L1-4-BE, Tel.: 0432-558216 e-mail: [email protected] Ricevimento “ufficiale” Martedı̀ 16:30-18:30 Orario: Martedı̀ 14:30-16:15, Aula 46 Mercoledı̀ 10:30-12:15, Aula 46 Giovedı̀ 8:30-10:15, Aula 46 (solo per recuperi) Pagina web del corso: www.fisica.uniud.it/~giannozz/Corsi/FisMod/fismod.html – Typeset by FoilTEX – Introduzione al corso Programma: Introduzione a • Relatività ristretta, meccanica relativistica • Meccanica Quantistica, equazione di Schroedinger • Sistemi a molti elettroni, struttura della materia Libri di Testo: • Introduction to Electrodynamics, D. J. Griffiths, Prentice-Hall • Introduction to Quantum Mechanics, D. J. Griffiths, Prentice-Hall • Elementi di Struttura della Materia, L. Colombo, Hoepli Richiamo 1: Equazioni di Maxwell Forma integrale (a sinistra) e differenziale (a destra): I q ρ E · da = ∇·E= 0 0 I B · da = 0 ∇·B=0 I ∂B dΦB ∇×E=− E · dl = − dt ∂t I dΦE ∂E B · dl = µ0I + µ00 ∇ × B = µ0j + µ00 dt ∂t ∂ ∂ ∂ ρ = densità di carica, j = densità di corrente, ∇ ≡ , , ∂x ∂y ∂z (1) Legge di Gauss, (2) Assenza cariche magnetiche, (3) Legge di Faraday, (4) Legge di Ampère e Maxwell. (1) (2) (3) (4) Onde Elettromagnetiche Consideriamo il caso in cui non ci sono né cariche né correnti. Le equazioni di Maxwell possono essere riscritte come: 2 1 ∂ E 2 ∇ E− 2 2 = 0 c ∂t 2 ∂ B 1 2 ∇ B− 2 2 = 0 c ∂t 1 c = , µ00 2 ∇2 ≡ ∇ · ∇ Queste sono equazioni d’onda, la cui soluzione generale ha la forma f (k · r − ωt), dove ω = kc. Tale forma è quella di un segnale che si propaga con velocità c = 299792458 m/s ∼ 3 × 108 m/s in direzione k̂. Caso “classico”: onda piana monocromatica E(r, t) = < E0ei(k·r−ωt) , B(r, t) = < B0ei(k·r−ωt) , dove E0 · B0 = E0 · k = B0 · k = 0, e E0 = cB0, ω = kc. Potenziale scalare e vettore La (2) ci permette di scrivere B tramite il potenziale vettore A: B=∇×A (5) Inseriamo la (5) nella (3), scambiamo l’ordine delle derivate, troviamo ∂A ∇× E+ ∂t ∂A = 0 =⇒ E = −∇φ + ∂t (6) dove φ è il potenziale elettrico (scalare) già nota dall’elettrostatica. La (5) e la (6) ci permettono di esprimere i campi elettrico e magnetico, e le equazioni di Maxwell, tramite due funzioni: un potenziale scalare φ ed un potenziale vettore A. La scelta dei potenziali però non è univoca. Invarianza di gauge Si verifica facilmente che i campi sono invarianti (cioè non cambiano) in seguito ad una qualunque trasformazione dei potenziali che cambi (φ, A) in (φ0, A0) del tipo seguente: 0 φ A0 ∂f = φ− ∂t = A + ∇f per qualunque funzione f = f (x, y, z, t). Questa si chiama invarianza di gauge (gauge=calibro in inglese). L’invarianza di gauge ci permette di imporre la condizione di Lorenz sui potenziali: 1 ∂φ ∇·A+ 2 =0 c ∂t o anche altre condizioni, a seconda del problema che vogliamo risolvere. Equazioni di Maxwell per i potenziali Usando la condizione di Lorenz e la seguente identità: ∇ × (∇ × A) = ∇(∇ · A) − ∇2A, ∇2 ≡ ∇ · ∇ si ottengono le equazioni di Maxwell per i potenziali: 1 ∂ 2φ ρ ∇ φ− 2 2 = − c ∂t 0 2 ∂ A 1 2 ∇ A − 2 2 = −µ0j c ∂t 2 Queste equazioni hanno come soluzione i cosiddetti potenziali ritardati (perchè nel punto (r, t) dipendono da cariche e correnti al punto (r0, t0), dove t0 = t − |r − r0|/c). Dai potenziali ritardati si deduce il fenomeno dell’irraggiamento (o radiazione) da cariche accelerate. Richiamo 2: Relatività Galileiana Riserratevi con qualche amico nella maggiore stanza che sia sotto coverta di alcun gran navilio, e quivi fate d’aver mosche, farfalle e simili animaletti volanti; siavi anco un gran vaso d’acqua, e dentrovi de’ pescetti; sospendasi anco in alto qualche secchiello, che a goccia a goccia vadia versando dell’acqua in un altro vaso di angusta bocca, che sia posto a basso: e stando ferma la nave, osservate diligentemente come quelli animaletti volanti con pari velocità vanno verso tutte le parti della stanza; i pesci si vedranno andar notando indifferentemente per tutti i versi; le stille cadenti entreranno tutte nel vaso sottoposto; e voi, gettando all’amico alcuna cosa, non più gagliardamente la dovrete gettare verso quella parte che verso questa, quando le lontananze sieno eguali; e saltando voi, come si dice, a piè giunti, eguali spazii passerete verso tutte le parti. Osservate che avrete diligentemente tutte queste cose, benché niun dubbio ci sia che mentre il vassello sta fermo non debbano succeder cosı̀, fate muover la nave con quanta si voglia velocità; ché (pur che il moto sia uniforme e non fluttuante in qua e in là) voi non riconoscerete una minima mutazione in tutti li nominati effetti, né da alcuno di quelli potrete comprender se la nave cammina o pure sta ferma Sistemi Inerziali e Legge di Trasformazione Galileiana Relatività Galileiana: Le leggi della meccanica sono le stesse in tutti i sistemi inerziali, ovvero per i quali vale la I legge di Newton. Tutti i sistemi di riferimento che si spostano con velocità V costante (in modulo e direzione!) rispetto ad un sistema inerziale sono inerziali. Legge di trasformazione galileiana fra sistemi inerziali: r0 = r − Vt da cui v0 = v − V Si assume che il tempo sia lo stesso in tutti i sistemi di riferimento inerziali: t0 = t. Per comodità scegliamo il moto lungo x: x0 = x − V t, y 0 = y, vx0 = vx − V, vy0 = vy , z0 = z vz0 = vz . Forze, accelerazioni, II e III legge di Newton rimangono invariate. (7) (8) Tempo e Spazio assoluto secondo Newton L’idea di Tempo assoluto, implicita nelle trasformazioni di Galileo, è stata formalizzata da Newton nei Principia Mathematica: Tempus absolutum verum & Mathematicum, in se & natura sua absque relatione ad externum quodvis, æquabiliter fluit, alioque nomine dicitur Duratio Il tempo assoluto vero e matematico, in sé e per sua natura, fluisce uniformemente senza relazione a qualcosa di esterno, e con un altro nome si chiama durata Questa visione del tempo in Fisica ha resistito due secoli Newton credeva anche allo Spazio assoluto: Spatium absolutum natura sua absque relatione ad externum quodvis semper manet similare & immobile Lo spazio assoluto, per sua natura privo di relazione a qualcosa di esterno, rimane sempre simile a se stesso ed immobile [...] Tuttavia la meccanica newtoniana non ha bisogno di ipotizzare un sistema di riferimento assoluto: bastano i sistemi di riferimento inerziali. Ma cosa è un sistema inerziale, in pratica? Il problema non è banale! Sistemi non inerziali Se un sistema di riferimento si muove con velocità V = V(t) non costante rispetto ad un sistema inerziale, si osservano forze apparenti che agiscono sui corpi. Casi tipici: • V costante in direzione (varia solo in modulo): dV F=m a− dt • V = Ω × r (moto rotazionale): dΩ F = m a − 2Ω × v − Ω × (Ω × r) − ×r dt I tre termini addizionali vanno rispettivamente sotto il nome di forza di Coriolis, forza centrifuga, forza di Eulero La Terra è un sistemi non inerziale! L’effetto delle forze di Coriolis è visibile a scala macroscopica sulla circolazione dei venti... ....oppure tramite il Pendolo di Foucault. Il tradizionale sistema di riferimento delle stelle fisse (che proprio fisse non sono!) è tuttavia con ottima approssimazione inerziale. La sua versione moderna è data dall’ International Celestial Reference Frame, http://rorf.usno.navy.mil/ICRF/. Equazioni di Maxwell e Relatività Galileiana Le equazioni di Maxwell dipendono da una velocità, c, quindi non sono invarianti rispetto alle trasformazioni galileiane! In generale: l’elettrodinamica è apparentemente asimmetrica rispetto al sistema di riferimento. Le cariche in quiete non generano campo magnetico, quelle in moto sı̀. Un esempio: • Anello conduttore che passa davanti ad un magnete: appare una forza elettromotrice, generata da forze magnetiche (Lorentz) • Magnete che passa davanti ad un anello conduttore: appare una forza elettromotrice, generata da forze elettriche (Faraday) Però la f.e.m. è la stessa nei due casi! L’ipotesi dell’Etere Per spiegare come mai l’elettrodinamica e la relatività galileiana non andavano d’accordo, si ipotizzò che la luce si propagasse (con velocità c) in un mezzo chiamato etere che fungeva da riferimento assoluto. Il moto della Terra rispetto all’etere avrebbe dovuto avere un effetto (piccolo ma visibile) sulla velocità della luce. Alla fine del 1800, niente indicava che tale effetto esistesse. Al contrario, misure sempre più accurate (Michelson e Morley 1879) indicavano come la velocità della luce fosse costante e indipendente dalla velocità dell’osservatore o della sorgente Misura della velocità della Luce Fin dai tempi di Galileo si è cercato di misurare la velocità della luce con metodi astronomici o con meccanismi ingegnosi: Bradley: aberrazione della luce stellare Fizeau: routa dentata e specchi Rœmer: eclissi delle lune di Giove Misura della velocità della Luce 2 Anno 1675 1729 1849 1862 1907 1926 1950 1958 1972 1983 Autori, Metodo Rœmer e Huygens, lune di Giove James Bradley, aberrazione della luce Hippolyte Fizeau, ruota dentata Léon Foucault, specchi ruotanti Rosa e Dorsey, costanti EM Albert Michelson, specchi ruotanti Essen e Gordon-Smith, cavità risonante K.D. Froome, interferometria radio Evenson et al., interferometria laser definizione del metro c (Km/s) 220 000 301 000 315 000 298 000± 500 299 710±30 299 796± 4 299 792.5±3.0 299 792.50±0.10 299 792.4562±0.0011 299 792.458 (exact) Principio di Relatività di Einstein Per spiegare tale incongruenza, furono avanzate varie ipotesi (fra cui la contrazione di Lorentz), nessuna delle quali convincente. Nel 1905 Einstein risolve l’incongruenza enunciando il Principio di Relatività: • Le leggi della fisica sono valide in tutti i sistemi di riferimento inerziali • La velocità della luce nel vuoto è la stessa in tutti i sistemi di riferimento inerziali, indipendentemente dalla velocità della sorgente Tale principio ci obbliga ad abbandonare le trasformazioni galileiane (se non come caso limite per V << c) e con esse l’idea (Newtoniana) di tempo assoluto, a vantaggio delle trasformazioni di Lorentz e del concetto di spazio-tempo. Conseguenze del Principio di Relatività Il Principio di Relatività di Einstein ha delle conseguenze piuttosto sorprendenti, che possono essere dimostrate sulla base di semplici esperimenti concettuali: • Relatività della simultaneità: Due eventi simultanei in un sistema inerziale non lo sono, in generale, in un altro Nel sistema di riferimento dell’osservatore in moto, il raggio di luce colpisce le due pareti simultaneamente; nel sistema dell’osservatore a terra, ciò non avviene Conseguenze del Principio di Relatività (2) • Dilatazione del Tempo: Gli orologi in moto rallentano Consideriamo un raggio di luce che colpisce il pavimento: questo avviene 0 dopo ∆t p = h/c nel sistema di riferimento dell’osservatore in moto, in ∆t = h2 + (V ∆t)2/c nel sistema di riferimento dell’osservatore a terra, da cui p 0 ∆t = 1 − V 2/c2∆t < ∆t Dilatazione del tempo in azione Muoni (µ+, µ−): componenti dei raggi cosmici, generati da particelle più pesanti (mesoni) nell’alta atmosfera (∼ 15Km) I muoni hanno un’energia tale per cui v ∼ c. La vita media del muone è τ0 = 2.2µs. Distanza percorsa a velocità c in tale tempo: s = cτ0 = 2.2 × 10−6s·3 × 108m/s = 660m. Eppure il flusso dei muoni è facilmente misurabile a livello del suolo. Com’e’ possibile? La vita media del muone è quella nel sistema di riferimento solidale con il muone. In un sistema di riferimento solidale con la terra, p τ = τ0/ 1 − v 2/c2 >> τ0! Conseguenze del Principio di Relatività (3) • Contrazione delle Lunghezze: Gli oggetti in moto si accorciano (solo nella direzione della velocità) Un segnale luminoso viene riflesso dalla parete. Si trova 0 ∆x = p 1 1−V 2/c2 dove si è introdotto il fattore γ ≡ p ∆x = γ∆x 1 1−V 2/c2 .