Biblioteca di Sinestesie 23 Giorgia Fissore La follia della ragione Edizioni Sinestesie Stampato con il contributo del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Torino Desidero ringraziare Giorgio Bárberi Squarotti, Giovanni Bárberi Squarotti,Valter Boggione e Barbara Zandrino per avermi seguito e supportato con i loro preziosi consigli. Ringrazio anche i docenti dell’indirizzo di Italianistica della Scuola di Dottorato in Studi Umanistici di Torino, nel cui ambito è stata condotta la ricerca a fondamento di questo libro. Un ringraziamento va inoltre a mia madre e a mio padre che non mi hanno mai fatto mancare il loro sostegno. Responsabile di redazione: Gennaro Volturo Le immagini presenti nel volume e in copertina sono riprodotte per gentile concessione del Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam (foto Studio Tromp, Rotterdam) e della Royal Library of Belgium Proprietà letteraria riservata 2014 © Associazione Culturale Internazionale Edizioni Sinestesie Via Tagliamento, 154 – 83100 Avellino www.edizionisinestesie.it – [email protected] ISBN 978-88-98169-66-5 cartaceo ISBN 978-88-98169-67-2 ebook In copertina: Un pazzo che cova un grande uovo vuoto (1568), incisione a bulino anonima tratta da un disegno di Peter Bruegel il Vecchio, Royal Library of Belgium, Bruxelles Finito di stampare nel mese di settembre 2014 a cura di PDE Spa presso lo stabilimento di Legodigit s.r.l. Lavis (TN) ad Alessandro Indice I. La follia dei medici La malinconia di Ficino Gli eredi di Ficino L’insania di Paracelso II. La follia degli inquisitori III. Fantini e la stultitia come peccato IV. Il furore di Orlando e altre follie ariostesche 11 11 18 24 63 V. I pazzi incurabili di Garzoni 75 VI. Bandello e gli «infiniti di varia specie pazzi» 85 VII. L’eroico furore di Giordano Bruno 99 35 51 Bibliografia 113 Indice dei nomi 131 I. La follia dei medici La malinconia di Ficino Nel panorama del rinnovamento delle scienze, la medicina vive, nel corso del Cinquecento, una stagione di profonde innovazioni e scoperte1. La maggior parte delle edizioni quattrocentesche dei testi di Ippocrate era ancora condotta sulle traduzioni arabe; nel corso del secolo successivo, invece, comincia una ricerca sui testi originali in lingua greca che porta Per quanto riguarda lo sviluppo della medicina e della “psichiatria” nel corso del Cinquecento rimando a B. Cassinelli, Storia della pazzia, Corbaccio, Milano 1936, A. Pazzini, Storia della medicina, Società Editrice Libraria, Milano 1947, A. Castiglioni, Storia della medicina, Mondadori, Milano 1948,V. Busacchi, Storia della medicina, Patron, Bologna [1951] 1973, M. Foucault, Storia della follia nell’età classica, trad. di F. Ferrucci, Rizzoli, Milano [1961] 2006, S. De Renzi, Storia della medicina italiana, Forni, Bologna 1963, F. Parenti, Dal mito alla psicanalisi. Storia della psichiatria, Silva, Milano 1963, G. Zilboorg, Storia della psichiatria, trad. di M. Edwards, Feltrinelli, Milano 1963, F.L. Mueller, Storia della psicologia, trad. di P. Caruso, Mondadori, Milano 1964, G. Roccatagliata, Storia della psichiatria antica, Hoepli, Milano 1973, H. Tellenbach, Melancolia, trad. di E. Cipollini, Il Pensiero Scientifico, Roma 1975, Y. Pelicier, Storia della psichiatria, trad. di F.V. Dialti, Minerva, Torino 1977, Aa.,Vv., Storia d’Italia. Annali 3. Scienza e tecnica nella cultura e nella società dal Rinascimento ad oggi, a cura di G. Micheli, Einaudi,Torino 1980, H.F. Ellenberger, I movimenti di liberazione mitica e altri saggi sulla storia della psichiatria, trad. di M.A. Leotta, Liguori, Napoli 1986, H. Trevor-Roper, Il movimento paracelsiano, in Id., Il Rinascimento, trad. di M.L. Bassi, Laterza, Bari [1987] 2005, pp. 75-94, R. Porter, Storia sociale della follia, trad. di M. Papi, Garzanti, Milano 1991, Aa.,Vv., Storia del pensiero medico occidentale, a cura di M.D. Grmek, Laterza, Bari 1996, A. Civita, Introduzione alla storia e all’epistemologia della psichiatria, Guerini, Milano 1996, G. Cosmacini, L’arte lunga. Storia della medicina dall’antichità ad oggi, Laterza, Bari [1997] 2011, B. Zanobio, G. Armocida, Storia della medicina, Masson, Milano 1997, A. Parodi, Storie della medicina, Edizioni di Comunità,Torino 2002, E. Richiardone, Epilessia e pregiudizio, Apice, Roma 2012. 1 11 Giorgia Fissore – La follia della ragione a una prima traduzione latina, a cura di Fabio Calvi, nel 15252. A questa prima edizione seguono le versioni greche del 15263 e del 15384 e quelle greco-latine curate da Gerolamo Mercuriale nel 15885 e da Anuce Foes nel 15956. Anche per quanto riguarda la pubblicazione delle opere di Galeno, il Cinquecento costituisce un punto di svolta. Sebbene già nel corso del Medioevo circolassero, parallelamente alle traduzioni condotte sulle versioni arabe, delle traduzioni ricavate dagli originali greci, infatti, il corpus dei testi galenici era viziato dalla presenza di testi apocrifi. Il grande merito di questo secolo dunque, oltre alla riscoperta di trattati sconosciuti in precedenza in Occidente7, consiste anche nella sistemazione dell’enorme mole di testi costituenti il corpus galenico. Alla pubblicazione della prima collezione latina di questi testi nel 14908 segue, nel 15259, l’editio princeps del testo greco delle opere di Galeno e successivamente la stampa basilese del 153810. Al grande interesse suscitato dall’opera dell’antico maestro si affianca il desiderio di sottoporre a verifica pratica la veridicità dei suoi insegnamenti. Attraverso l’osservazione diretta, i grandi anatomisti cinquecenteschi stravolgono l’impianto della scienza medica contemporanea, mettendo in discussione il principio stesso di auctoritas. Non è casuale che sia proprio in apertura di secolo, nel 1501, che compare per la prima volta il termine ‘antropologia’11. Nel corso di pochi anni sono pubblicati i trattati dei tre «massimi riformatori delle discipline anatomiche»12: il De humani corporis fabrica (Basilea 1543) di Andrea Vesalio, le Observationes anatomicae (Venezia 1561) di Gabriele Falloppio e gli Opuscula anatomica (Venezia 1563) di Bartolomeo Ippocrate, Octoginta volumina, Calvi, Roma 1525. Ippocrate, Opera omnia, Ansulani,Venezia 1526. 4 Ippocrate, Libri omnes, Froben, Basilea 1538. 5 Ippocrate, Opera, Junta,Venezia 1588. 6 Ippocrate, Opera, Wechel, Francoforte 1595. 7 Per esempio i trattati galenici De anatomicis administrationibus e De Hippocratis et Platonis decretis. 8 Galeno, Opera, Pincio,Venezia 1490. 9 Galeno, Opera, Ansulani,Venezia 1525. 10 Galeno, Opera omnia, Catandro, Basilea 1538. 11 M. Hundt, Antropologium de hominis dignitate, natura et proprietatibus, de elementis, partibus et membris humani corporis, Stökel, Lipsia 1501. 12 F. Loreti, Presentazione in G. Falloppio, Osservazioni anatomiche, a cura di C. Colombero, Janua, Torino 1977. 2 3 12 La follia dei medici Eustachi. Fu però Marsilio Ficino13, e non un anatomista, a rivoluzionare l’approccio cinquecentesco alla patologia mentale. Nel De vita libri tres (1489), egli ripropone la questione della malinconia nei termini tradizionali della teoria umorale ippocratico-galenica ma la inserisce nel quadro della filosofia neoplatonica, incentrando la riflessione sul legame tra il microcosmo umano e il macrocosmo celeste. Il pensiero medico classico, com’è noto, individuava all’interno del corpo quattro umori: sangue, flegma, bile gialla e bile nera. Ficino conserva l’impostazione tradizionale greca della malattia come squilibrio di tali umori e, di conseguenza, la visione della medicina come processo compensativo e di riequilibrio dei fluidi corporei. Il filosofo condivide anche la convinzione, espressa dallo pseudo-Aristotele nel Problema XXX, i, della stretta connessione tra il temperamento malinconico e il genio creativo e dedica infatti il suo trattato sulla malinconia alla categoria ritenuta maggiormente esposta a questa malattia: i letterati. Sebbene il filosofo dichiari di volersi occupare del corpo dei malati, il De vita potrebbe essere definito, a pieno titolo, un trattato sull’anima. Per chiarire la complessità dei rapporti tra corpo e anima, il filosofo ricorre a un’immagine del mondo contadino: come l’uva nasce una volta come frutto e una seconda trasformata in vino, così Ficino sostiene di essere nato due volte; la prima per opera di suo padre, il medico Dietifeci, la seconda grazie a Cosimo de’ Medici, vero artefice della sua passione per la filosofia platonica. Entrambi i padri lo avrebbero affidato alle cure di un medico: Galeno in quanto terapeuta dei corpi e Platone come curatore delle anime. Medicina e poesia, corpo e anima; questi inscindibili binomi sono presentati da subito come entità correlate in una suprema unità. Ecco che, in un trattato sulle malattie del fisico, acquista un’importanza estrema la salute dell’anima. Prima di arrivare alla concezione ficiniana delle patologie mentali, però, occorre comprendere la fisiologia sottesa al discorso del filosofo. Per Ficino, l’umore è il nutrimento del calore vitale; la morte sopraggiunge nel momento in cui tale calore, che anima il corpo, si estingue 13 Per il profilo biografico di Marsilio Ficino rimando a A. Della Torre, Storia dell’Accademia platonica di Firenze, Carnesecchi, Firenze 1902, P.O. Kristeller, Studies in Renaissance. Thought and letters, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1955, vol. I, pp. 233-257, R. Marcel, Marsile Ficin, Les Belles Lettres, Parigi 1958. 13 Giorgia Fissore – La follia della ragione e ciò può avvenire per due ordini di ragioni: se esso non riesce a essere trattenuto a causa della scarsa quantità di umore, la morte giunge per ‘risoluzione’, in caso contrario invece, essa si manifesta per ‘soffocazione’. La conservazione della salute dipende dalla capacità del medico di evitare questi due processi opposti, intuendo la complessione del paziente e, di conseguenza, i rischi ai quali è esposto. A influire sulla vita degli uomini, però, non è solo la predisposizione personale; fondamentale è anche l’influsso degli astri. Il macrocosmo, come l’uomo, è costituito da un corpo e da un’anima; tra questi due elementi, come tra gli equivalenti umani, si frappone lo spirito. Esso è generato dall’anima del mondo che lo ricava dalla propria energia vitale. In questo parto cosmico, insieme allo spirito sono originate anche le stelle e i quattro elementi, cosicché questa quintessenza ospita in sé il principio di tutte le cose. Grazie alla sua natura intermedia, lo spirito collega il macrocosmo celeste con il microcosmo umano, rendendo così possibile per l’uomo acquisire tutte le virtù celesti. Ficino individua poi nove guide fondamentali nell’esistenza degli uomini e, in particolar modo, in quella dei letterati: tre risiedono in cielo, tre nell’animo umano e tre sulla terra. Le guide terrene sono il padre di famiglia, il precettore e il medico, quelle che albergano nell’animo umano sono «voluntas ardens et stabilis, acumen ingenii, memoria tenax»14. Le guide celesti invece sono Mercurio, come impulso alla ricerca, Febo, che illumina sia colui il quale compie il percorso di conoscenza sia i prodotti della sua ricerca e, infine,Venere, dea che ammanta di grazia e godimento il viaggio alla conquista delle Muse. Mercurio opera insieme a Saturno; l’influsso di questo pianeta infonde nell’uomo la costanza nella ricerca della conoscenza e lo aiuta a immagazzinare nella memoria i frutti di tale indagine. Entrambi i pianeti, però, sono freddi e secchi, esattamente come l’umore malinconico, e trasmettono agli uomini d’ingegno proprio questa loro natura. L’influsso astrale non è l’unica causa del temperamento malinconico dei letterati. L’abitudine alla meditazione costringe infatti l’uomo di lettere in una sorta di circolo vizioso: durante la riflessione l’animo umano si concentra all’interno del corpo; questo movimento dall’esterno verso il centro è una caratteriCito da M. Ficino, De vita libri tres, a cura di A. Biondi, G. Pisani, Biblioteca dell’immagine, Pordenone 1991, p. 12. Ogni citazione del testo si riferisce a questa edizione. 14 14