seguito - Fantastica in esercizio

Filippo Nibbi
Fantastica in esercizio
Ahinoi!
Quello che non riescon
a vender da noi
viene ad Hanoi.
Il ritardo Costa!
A febbraio abbiamo già cuori di quarzo /
figuriamoci a marzo.
Ecco. Poesie come se piovesse. Questa mattina scrivo poesie tutte sul tema del
Riassunto. Qui ad Hanoi e in tutta l'estensione estemporanea del Vietnam, che non pone
tempo in mezzo, immediata e improvvisa, caddero più bombe che… ahinoi! quanto a dir qual
era è cosa dura. Questa mattina scrivo, ve le mando: vele ve vele: le vele le vele le vele…
State navigando in Internet? Non ho avuto geografia. Ho avuto un tempo rotto.
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Per anni sono stata una casa
dura di muri e cancellate sbarrate
abitata da una straziante inquilina:
la me stessa morta, furiosa, decomposta, bambina
Ho avuto un tempo rotto /
Sempre lo stesso rintocco /
Imprigionata nel buio di un'unica sera fra infinite sere /
Ciò che è accaduto non ha mai smesso di accadere
Non ho avuto geografia /
imprigionata nella mia infanzia /
presentavo passaporti al confine di ogni mattonella /
sul pavimento della stanza
ma però… c'è sempre disopra una stella, / una grande magnifica stella, / Una stella
innamorata? / Chi sa / se nemmeno ce l'ha / una grande città.
Ma, la maggiore difficoltà che gli occidentali incontrano nello studio del vietnamita è
imparare a distinguere i vari toni, che sono sei nella lingua parlata: ogni sillaba può quindi
essere pronunciata in sei modi diversi. Per esempio, a seconda dell'intonazione della parola,
ma può significare: "fantasma", "madre", "quale", "tomba", "cavallo", "pianticella di riso".
Ma però, senza l'accento, può essere "un bellissimo pero che fiorisce il 32 marzo". E
siamo in piena Fantastica, si respira fantasia a pieni polmoni… Per esempio, per comunicare,
oggi in Vietnam parlano inglese. In inglese, pop-one significa "tirane fuori uno" (per esempio,
un fazzolettino da tavola dall'apposita scatola). In italiano, che in Vietnam è una lingua
pressoché sconosciuta, il popone è un frutto estivo. "Il popone – ripeté a tavola lui. – Ecco un
nome che riempie la bocca!" (Gianni Rodari, Esercizi di fantasia, Roma, 1981, pag. 68).
C'è una cosa molto preoccupante: pre-occupante, molto strana, inquietante. In questo
paese, dove tutti mangiano fuori sul marciapiede, non ci sono né cani né gatti. Penso: "Forse
ci sono in maniera diversa da come li conosciamo noi: sono in pentola". Mi rispondo da solo:
"Tu dovevi fare la macchina fotografica, perché sai fare solo il negativo"…
SO-VIET-NAM
La parola "Viet" salda i pezzi dei cingoli di un carro armato situato nel cuore del
Museo della Storia Militare del Vietnam. La forza del Carro armato è quella del Giaguaro che
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sta dentro la piramide di Chichen Itza. C'è poi questa parola Nam, che significa: "Sud",
"Anno" e "Uomo"…
Ad Hanoi, l'ambasciata dello Stato Palestinese è adiacente all'ambasciata italiana. Il
poeta più conosciuto in Vietnam si chiama Giang Nam…
On cherche la terre
mais on trouve seulement l'eau
des rizières vietnamiens…
– Non trovi che ci stavamo un po' hanoiando ad Hanoi?
"…………………………………
Le vele le vele le vele
Che schioccano e frustano al vento
Che gonfia di vane sequele
Le vele le vele le vele…
Tessere o non tessere? Questo è il problema.
Son tutti diversi gli autori di versi
Che tesson e tesson: lamento
Volubil che l'onda che ammorza
Ne l'onda volubile smorza
Ne l'ultimo schianto crudele
Le vele le vele le vele"
Dici "amo". Diciamo:
"Non di ossa e di sangue ci dovevano fare
Ma di vento e di mare
Perché l'uno nell'altro
Potessimo naufragare"…
Nota
In vietnamita "andare verso sud", significa "andare a trovar Nam", che esiste
realmente: Giang Nam, è un poeta, nel 1972 era un giovane scrittore vietcong. Perché
la "fantastica" è anche una "realistica" molto fedele al suo re.
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