Le affinità elettive è forse il romanzo più celebre di Goethe, fu concepito inizialmente come novella da inserire nella complessa architettura degli Anni di pellegrinaggio di Wilhelm Meister ma risultò talmente autosufficiente da diventare un romanzo autonomo. <<Geniale rappresentazione della disgregazione della società aristocratica settecentesca e del tramonto di un mondo, Le affinità elettive cela in sé, sotto apparenze semplicissime, una malinconica riflessione sulla potenza dell’eros e sull’irreversibile scorrere del tempo, ma anche sul contrasto tra natura e istituzioni dell’uomo e sul conflitto distruttivo che da esso scaturisce>> [commento di Luca Crescenzi, in Le affinità elettive, J.W. Goethe, Newton & Compton Editori, 2004] Intorno al 1794 Goethe,nella sua Considerazione sulla morfologia, scrive che lo studioso della natura organica deve essere molto riconoscente al fisico, che studia i principi della meccanica associati agli organismi viventi, e al chimico che si occupa della qualità della materie e delle loro reazioni. La chimica e la fisica infatti, secondo Goethe, possono aiutare a comprendere la natura vivente. In realtà Goethe mirava a l’opportunità di fondare una scienza fisico-chimica : una scienza però che permettesse ad ogni studioso della natura vivente in generale, e della natura umana in particolare, di stabilire quali fossero le leggi elementari e essenziali anche degli esseri superiori e quali invece fossero secondarie o primarie. Con ciò , l’autore oltre a fissare i principi della sua morfologia, fissa anche circa quindici anni prima il programma poetico che lo porterà a scrivere il suo romanzo più tragico e moderno: Le affinità elettive. Tuttavia se nei suoi saggi Goethe aveva mirato a rappresentare il corso della natura nella realizzazione delle sue forme perfette il romanzo appare come un esperimento in cui l’autore pare dimostrare come la natura stessa crei le più splendide creazioni e le più tragiche catastrofi, facendo riferimento alla bellezza della rosa e all’estero ( cifra simbolica dell’autunno). Il romanzo contrappone la visione classica della natura che progredisce verso la perfezione e quella di una realtà segnata dal decadimento dei valori, di un ceto sociale, il cui fine ultimo può essere rappresentato solo dalla morte. A queste conseguenze giunge la storia che narra nel romanzo di Eduard e Charlotte. L’autore colloca la vicenda in un universo ristretto, delimitato dai protagonisti, dei quali segue in questo modo in modo più approfondito ogni mutamento, con la stessa precisione di un naturalista che studia le mutazioni degli elementi. Ogni vicenda infatti ha un effetto e una causa ed è caratterizzata da contrapposizioni. Il matrimonio tra Eduard e Charlotte, inizialmente felice, è turbato dall’arrivo -causa - del Capitano e di Ottile. Si vengono a formare due nuove coppie : Charlotte sarà sedotta dal capitano e cederanno alla legge d’attrazione umana che è l’eros, mentre l’altra vi si oppone in nome della legge superiore etica della rinuncia. Di conseguenze i quattro personaggi reagiscono in modo diverso al dolore che le loro azioni o intenzioni hanno provocato (effetto). Goethe è pienamente consapevole di articolare il romanzo nei modi di un esperimento scientifico e rendendo ogni avvenimento impossibile da contrastare, da modificare perché i personaggi sono totalmente succubi, vittime del loro destino: le loro catastrofi derivano dal non potersi sottrarre all’inesorabile regolarità dell’ordine naturale. Quello che l’uomo può fare, secondo il critico Sandro Barbera, non è prevaricare il rigido ordine della meccanica naturale ma tentare di rispondere a quest’ultimo in modo o positivo o negativo, come fanno i protagonisti. Si noterà allora nell’intera storia come i personaggi tentino di frenare, accelerare, capovolgere le situazioni e infine l’impossibilità dell’uomo di agire sul flusso inarrestabile degli avvenimenti. <<Mentre la vita ci trascina crediamo di agire da noi stessi, di scegliere noi la nostra attività e i nostri piaceri, ma naturalmente , a ben guardare siamo solo costretti a seguire piani e le inclinazioni del tempo>> [Charlotte, in Le affinità elettive, J.W. Goethe]