Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Prof. A. Andreazza Lezione 1 La struttura nucleare dell’atomo L’esperimento di Rutherford • J.J. Thomsons aveva estratto dall’atomo particelle cariche negativamente. • Essendo neutro, l’atomo doveva contenere delle cariche positive. • Si pone il problema di come queste siano distribuite. • L’esperimento di Rutherford e collaboratori del 1910 dimostrò che la carica positiva è concentrata in un nucleo (puntiforme entro la risoluzione dell’esperimento) • Introdurremo il concetto di sezione d’urto e la trattazione quantistica del processo di scattering. 2 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 L’esperimento di Rutherford • Nel 1910 due assistenti di Rutherford, H. Geiger e E. Marsden, iniziarono sotto la direzione di Rutherford, una serie di esperimenti a Manchester. • Con questi esperimenti fu misurata la sezione d’urto di diffusione delle particelle α da parte degli atomi del bersaglio. • L’osservazione che destò l’interesse di Rutherford fu la relativa abbondanza di particelle α diffuse a grande angolo. 3 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Urto non relativistico tra due particelle – Conservazione del momento ! ! ! mα vo = mα vα + mt vt ! ! m ! vo = vα + t vt mα vo2 = vα2 ! vt mt2 2 m ! ! + 2 vt + 2 t vt ⋅ vα mα mα – Conservazione dell’energia cinetica vo2 = va2 m + t vt2 ma va2 + ! vα ! vo mt ma vt2 = vα2 1 1 1 mα vo2 = mα vα2 + mt vt2 2 2 2 mt2 2 m ! ! + 2 vt + 2 t vt ⋅ vα mα mα vt2 = ! ! mt 2 vt + 2 vt ⋅ vα mα ! ! " m % vt2 $ 1 − t ' = 2 vt ⋅ vα # mα & 4 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Urto non relativistico tra due particelle ! ! " m % vt2 $ 1 − t ' = 2 vt ⋅ vα # mα & • In base alla relazione • Se mt<mα 1 -­‐ mt > 0 ma ! ! vt ⋅ vα > 0 • le due particelle escono nella stessa direzione • Se mt>mα mt 1 -­‐ < 0 ma ! ! vt ⋅ vα < 0 • le due particelle tendono a uscire in direzioni opposte 5 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 L’esperimento di Rutherford • Nel modello di Thomson dell’atomo + • Sappiamo che l’elettrone è molto leggero (misura e/m) • Se l’urto fosse con l’elettrone mt ∼ 10−4 mα ! ! mt ! ! vo = vα + vt ≈ vα mα • La particelle α non sarebbe apprezzabilmente deviata dall’elettrone – Si può verificare che neppure la carica positiva uniformemente distribuita sulle dimensioni dell’atomo deflette apprezzabilmente la particella α 6 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 L’esperimento di Rutherford • Supponiamo che l’atomo abbia un nucleo molto piccolo ma molto pesante mt ∼ 50 m 5 α – ad esempio se consideriamo l’oro (A=197, mt ~ 2×10 MeV) ! ! " m % vt2 $ 1 − t ' = 2 vt ⋅ vα # mα & vt2 ≤ 2 – Inoltre m vo2 = vα2 + t vt2 mα ≤ " m % vt2 $ 1 − t ' = 2vt ⋅ vα cosθ # mα & mα v ⋅v mt t α vα2 vt ≤ 2 mt " mα %2 2 + $2 ' v mα # mt & α ≤ 2vt ⋅ vα mα v mt α 1− = vα2 + 4 mα 2 v mt α ∼ vα2 mt m ≈− t mα mα vo ∼ vα – Pertanto il momento del nucleo dopo l’urto è vt ≤ 2 mα v mt α mt vt ≤ 2mα vα • Significa che la particella α può addirittura rinculare indietro 7 mt vt ≤ 2mα vo ! mα vo mα vo mt vt ∼ 2mα vo Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 L’esperimento di Rutherford • L’esperimento consiste nella misura del numero di particelle α deviate in funzione dell’angolo di deflessione: dΩ • È necessario determinare quantitativamente: – la probabilità che una particelle α venga deflessa in un certo angolo solido – il tasso di eventi effettivamente atteso – concetto di sezione d’urto 8 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Scattering coulombiano • Fino a questo punto abbiamo fatto dei ragionamenti qualitativi • Si può fare un calcolo quantitativo con interazione 1 ZZα e 2 fra la particella α e il nucleo di tipo Coulombiano V (r) = 4πεo r b = parametro d’impatto ! mα vo b θ r χ χο θ = angolo di scattering ro z • La traiettoria è un ramo di un’iperbole • Ci sono due costanti del moto – L’energia totale:il campo è conservativo Utilizziamo le coordinate polari r e χ 1 1 E ≡ mα vo2 = mα v 2 + U ( r ) 2 2 – Il momento angolare: la forza è ! diretta lungo r e ha momento nullo ! ! ! ! ! L = r × mv r×F = 0 9 Le coordinate del punto di massimo avvicinamento sono ro e χo vogliamo trovare la relazione fra b e θ Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Scattering Coulombiano ! mα vo θ r b χ χο z • Un calcolo lungo ma non difficile permette di ottenere – per i calcoli può essere comodo introdurre il raggio classico dell’elettrone e2 re = 2.817940 ×10 −15 m – oppure la costante di struttura fine α= 1 137.035999 679 !c = 197.326 963 MeV fm 10 re = 4πεo mec 2 e2 α= 4πεo !c 1 ZZα e 2 θ b= cot 4πεo 2E 2 mec 2 ZZα θ b= re cot E 2 2 b= ZZα !c θ α cot 2 E 2 1fm = 10-15 m Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Sezione d’urto di Rutherford • Dalla relazione tra parametro di impatto e angolo di deflessione: ZZα !c θ α cot 2 E 2 • ricaviamo la relazione differenziale: b= % ZZα !c " 1 1 db = α$− ' dθ 2 E # 2 sin 2 θ 2 & • Le particelle α che vengono diffuse tra un angolo θ e θ+dθ sono quelle che passano in un’area: dσ = 2π bdb ! ZZα !c $2 ! 1 cosθ 2 $ = 2π # α& # & dθ " 2 E % " 2 sin 3 θ 2 % 11 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Interludio: angolo solido • L’angolo solido in steradianti (sr) è l’area sottesa sulla superficie sferica di raggio unitario. – In analogia all’angolo in radianti (rad) che è l’arco sotteso sulla circonferenza di raggio unitario. • Il differenziale dΩ è dato da: dΩ = sin θ dϕ dθ = dϕ d cosθ = 2sin θ 2 cosθ 2 dϕ dθ – a volte si sottintende l’integrazione su φ: dΩ = 2π sin θ dθ • Come ci si aspetta: 2π π ∫ dΩ = ∫ dϕ ∫ dθ sinθ = 2π 0 = 2π 12 0 π ∫0 dθ sin θ θ θ =sinθdφdθ 1 ∫ −1 dcosθ = 4π Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Sezione d’urto di Rutherford • Possiamo quindi costruire una relazione tra l’angolo solido in cui le particelle α vengono diffuse e l’area in cui sono passate: b= dσ ZZα !c θ α cot 2 E 2 % ZZα !c " 1 1 db = α$− ' dθ 2 E # 2 sin 2 θ 2 & ! ZZα !c $2 ! 1 cosθ 2 $ bdϕ db = # α& # & dϕ dθ 3 " 2 E % " 2 sin θ 2 % 1 cosθ 2 dϕ dθ 2 sin 3 θ 2 = 1 2 cosθ 2sin θ 2 dϕ dθ 4 sin 4 θ 2 = 1 sin θ dϕ dθ 4 sin 4 θ 2 = 13 1 1 dΩ 4 4 sin θ 2 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Sezione d’urto di Rutherford • Possiamo quindi dare l’espressione per la sezione d’urto differenziale dello scattering Coulombiano: dσ " ZZα !c %2 1 =$ α' dΩ # 4 E & sin 4 θ 2 • Qual è il significato di questa relazione? • Come possiamo collegarla a qualcosa di osservabile? 14 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Sezione d’urto • Supponiamo di avere un fascio di no particelle per unità di area incidenti su un atomo: – Il numero di particelle diffuse in un angolo solido dΩ sono quelle che entrano nell’area corrispondente: dn ( θ ) = no dσ = no dσ dΩ dΩ • Se il fascio incide su NT atomi: dσ dΩ dΩ • In un caso realistico un fascio di No particelle di sezione S incide su un bersaglio di spessore dz con nT atomi per unità di volume: NT = nT dzS no = N o S • Il numero totale di particelle deflesse nell’angolo solido dΩ sarà: N dσ dσ dn ( θ ) = o nT dzS dΩ = N o nT dz dΩ S dΩ dΩ dn ( θ ) = no NT Indipendente da S 15 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Sezione d’urto • Quest’ultimo risultato ha una valenza molto più generale: – In esperimenti di scattering abbiano accesso solo a stati asintotici: • parametri (intensità, quantità di moto...) del fascio incidente • parametri (angolo di deflessione, quantità di moto...) delle particelle diffuse • entrambi misurati a “grandi” distanze dalla regione di interazione. – Il processo di diffusione viene descritto dal fattore dσ/dΩ, che ha le dimensioni di una superficie. • è una quantità misurabile • può essere calcolato a partire da modelli microscopici • ...anche quando l’interpretazione classica che abbiamo usato perde di significato. 16 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Sezione d’urto • Consideriamo: – un bersaglio di spessore dz e densità nT (bersagli per unità di volume) – un fascio di particelle di area S – l’intensità del fascio è il numero di particelle incidenti per unità di tempo Io (particelle/s) – Il numero NT di particelle del bersaglio colpite dal fascio è NT = nT V = nT Sdz Io dz S nT = ρ N A A • Il numero di interazioni al secondo dn/dt è proporzionale a: – numero di particelle incidenti al secondo Io – numero di particelle del bersaglio NT dn = I N σ ∝ o T S dt • La costante di proporzionalità è definita dal rapporto fra una superficie σ , detta sezione d’urto, e l’area del fascio S dn σ = I o nT Sdz dt S 17 dn = I o nT dzσ dt Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Assorbimento e lunghezza di interazione • Il tasso di particelle diffuse si traduce in una diminuzione dell’intensità I del fascio: dn dI = −nT σ dz = −dI = InT dzσ ⇒ fascio I(z) dt • Se la diminuzione del numero di particelle nel fascio non è trascurabile, l’intensità varia con la profondità secondo la legge: 0 dz L z I ( z ) = I 0 e−nT σ z = I 0 e−µ z • dove µ=nTσ prende il nome di coefficiente di assorbimento. • Analogamente si può introdurre la lunghezza d’interazione (detta anche libero cammino medio) 1 1 λ= = µ nT σ 18 I ( z ) = I0 e − z λ Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Assorbimento e lunghezza di interazione • Se lo spessore z è piccolo (z≪λ): – il fascio uscente è ridotto in intensità di un fattore 1-z/λ – la probabilità di scattering di un particella del fascio è z λ = nT zσ – prodotto della densità superficiale nTz per la sezione d’urto σ • La densità di centri di scattering dipende dalla densità del materiale: nT = ρ N A A – spesso si esprime λ normalizzata per la densità: λ= 1 nT σ = A ρ N Aσ ( λρ ) = A N Aσ • dipende dal materiale, ma non dallo stato dello stesso • ha le dimensioni di una densità superficiale. 19 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Misura della sezione d’urto • Supponiamo di potere considerare il bersaglio sottile (condizione che si verifica molto frequentemente) – ciò è equivalente alla condizione E rivelatore θ nT dzσ ≪ 1 • in queste condizioni per una ben definita condizione sperimentale monitor – ad es. una fissata energia del fascio, una fissata accettanza angolare ΔΩ – il numero No di particelle del fascio è misurato con un rivelatore monitor – il numero di interazioni n è misurato con il rivelatore • inoltre sono ovviamente conosciuti – lo spessore del bersaglio dz – la densita nT di atomi/nuclei bersaglio (target) • ρ è la densità, A il numero di massa atomico e NA il numero di Avogadro • La sezione d'urto allora è dσ 1 1 n = dΩ ΔΩ nT dz N o nT = ρ N A A N.B.: ΔΩ = area rivelatore/distanza2 • se gli errori su tutte le grandezze sono trascurabili escluso l'errore statistico su n, l'errore statistico sulla sezione d'urto è 20 Δσ n 1 = = σ n n Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Scattering quantistico (cenni) Nella meccanica quantistica un urto viene descritto nel modo seguente: • • • • • 21 Una particella (pacchetto d’onda) propaga senza interagire Si avvicina ad un bersaglio Potenziale a corto range Interagisce Nello stato finale possiamo avere – La particella non ha interagito • Un pacchetto che propaga senza interagire nella stessa direzione della particella incidente – La particella ha interagito • Un pacchetto che propaga in una direzione differente Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Scattering quantistico (cenni) • La probabilità di transizione da uno stato iniziale i, ad uno stato finale f, causata dall’interazione con un potenziale V, è descritta dalla regola d’oro di Fermi: P= 2π ! f Vi 2 ρ( Ef ) • Dove compaiono: – l’elemento di matrice f Vi = ρ( Ef – la densità di stati finali: (spazio delle fasi) ∫ drψ *f ( r )V ( r )ψi ( r ) ) • Come funzioni d’onda possiamo prendere quelle di una particella libera: ψ(r) ∝ e 22 −i p⋅r ! (0 0 1) = mα v ( sin θ cos ϕ pi = mα vo pf o sin θ sin ϕ cosθ ) Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Scattering quantistico (cenni) • La sezione d’urto sarà proporzionale alla probabilità di transizione: • L’elemento di matrice: f Vi = ∫ drψ *f dσ ∝P ∝ f V i dΩ ( r ) V ( r ) ψi ( r ) = ∫ ZZα e 2 = 4πε 0 i p f ⋅r dre ! 2 i ZZα e 2 − ! pi ⋅r ZZα e 2 e = 4πε 0 r 4πε 0 i 1 − ! ( pi −p f )⋅r dr ∫ re i 1 − ! q⋅r dr ∫ re • dove abbiamo introdotto il momento trasferito q=pi-pf q = mα vo ( −sin θ cos ϕ −sin θ sin ϕ 1 − cosθ ) q 2 = mα2 vo2 2 ( 1 − cosθ ) = mα2 vo2 4sin 2 θ 2 = 8mα E sin 2 θ 2 23 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Scattering quantistico (cenni) • Per calcolare l’integrale, usiamo le formule: x2 ∫x 1 dxe−α x = 1 # −α x1 e − e−α x2 %& $ α • L’elemento di matrice diventa: +∞ ∫0 ZZα e 2 f Vi ∝ 4πε 0 1 α dxe−α x = i 1 − ! q⋅r dr ∫ re – per svolgere l’integrale, possiamo scegliere liberamente l’asse z – usiamolo diretto lungo q: ZZα e 2 = 4πε 0 i 2π ZZα e 2 2 1 − ! qr cosθ = ∫ dϕ dcosθ drr r e 4πε 0 2π ZZα e 2 = 4πε 0 +∞ ∫0 +∞ ∫0 dr ∫ 1 −1 i − qr cosθ dcosθ re ! i i 2π ZZα e 2 " ! %( ! " ! % + − qr + " ! %( ! qr $ − '* − $ − ' drr $ − '* e − e ! - = # iq &) iq # iq & , 4 πε # iqr &) 0 , ZZα e 2 4π ! 2 = 4πε 0 q 2 • Otteniamo la stessa relazione del caso classico! 24 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Sezione d’urto di Rutherford • La sezione d’urto totale si può ricavare da quella differenziale per integrazione: 2π π dσ σ= ∫0 dϕ ∫ sin θ dθ 0 dΩ • Nel caso dello scattering Coulombiano è facile rendersi conto che l’integrale non è convergente per piccoli angoli: ! ZZα !c $2 σ = 2π # α& " 4 E % π ∫0 sin θ dθ sin 4 θ 2 ! ZZα !c $2 = 8π # α& " 4 E % 1d ∫0 ( sin θ 2 ) sin 3 θ 2 – Effetto del grande range delle forze elettromagnetiche: per quanto grande sia b, c’è sempre almeno una piccola deviazione. – In realtà per b maggiore della dimensione atomica, gli elettroni schermano completamente la carica nucleare. – L’effetto di schermo si inizia a sentire già a partire dagli orbitali più interni. • La formula per la sezione d’urto escludendo un piccolo angolo: + ! ZZα !c $2 ( 1 σ ( θ > θ1 ) = 4π # α& * 2 − 1" 4 E % ) sin θ1 2 , 25 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Interludio: Nobel per la Fisica 2015 26 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Interludio: Nobel per la Fisica 2015 • Neutrini interagiscono solo debolmente: • Calcolare il libero cammino medio di un neutrino da 1 GeV in Fe. -38 σ (ν N ) = 0.7 ×10 −38 cm 2 /GeV Eν σCC / Eν (10 • Usando la sezione d’urto: cm2 / GeV) ! GF2 s $ 2 (!c) & – hanno sezioni d’urto molto piccole: σ (ν N ) = O # " π % • √s = energia nel centro di massa νN −10 −3 – ad alte energie GF2 s = GF2 2mN Eν = 2.6 ×10 GeV Eν – e moltiplicando per (ℏc)2/π: σ = O(3×10 −38 GeV−1Eν ) 1.6 1.4 1.2 ANL, PRD 19, 2521 (1979) IHEP-ITEP, SJNP 30, 527 (1979) ArgoNeuT, PRL 108, 161802 (2012) IHEP-JINR, ZP C70, 39 (1996) BEBC, ZP C2, 187 (1979) MINOS, PRD 81, 072002 (2010) BNL, PRD 25, 617 (1982) NOMAD, PLB 660, 19 (2008) CCFR (1997 Seligman Thesis) NuTeV, PRD 74, 012008 (2006) CDHS, ZP C35, 443 (1987) SciBooNE, PRD 83, 012005 (2011) GGM-SPS, PL 104B, 235 (1981) SKAT, PL 81B, 255 (1979) GGM-PS, PL 84B (1979) T2K, PRD 87, 092003 (2013) 1 νµ N → µ - X 0.8 0.6 0.4 νµ N → µ + X 0.2 0 1 10 00 100 150 200 250 300 350 Eν (GeV) 27 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Ripasso di relatività ristretta • Nomenclatura – fattori relativistici – tetravettori: – metrica – “boost”: β= xµ = ( ct v c 0 < β <1 γ= ) pµ = x " 1 % $ ' −1 ' gµν = $ $ ' −1 $ −1 '& # y z 1 1− β (E γ >1 2 px c py c pz c ) intervallo: x 2 = c 2 t 2 − x 2 − y 2 − z 2 massa invariante: p 2 = E 2 − px2 c 2 − py2 c 2 − pz2 c 2 trasformazione in un sistema di riferimento che si muove a velocità β rispetto a quello in cui sono definite le variabili # γ 0 0 −γβ & % ( x!µ = Λνµ xν 0 1 0 0 ( Λνµ = % % 0 0 1 0 ( p!µ = Λνµ pν % ( %$ −γβ 0 0 γ (' 28 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Ripasso di relatività ristretta • Energia, massa, momento ( p µ = Mc 2 0 0 0 – consideriamo una particella in quiete: – e facciamo un boost in un sistema di riferimento in cui si muove a velocità β: p!µ = ( γ Mc 2 0 0 γβ Mc 2 E pc Mc 2 β= p E p = γβ Mc ⇒ γβ = Mc 2 1 2 2 2 = ( Mc 2 ) 1− β = Mc ( ) ( ) 1− β 2 E = γ Mc 2 ⇒ γ = ) 2 ) 2 p!2 = ( Mc 2 ) (γ 2 − γ 2 β 2 ) = ( Mc 2 ) γ 2 (1− β 2 ) • Sistema del centro di massa – se abbiamo diverse particelle, possiamo calcolare il momento totale: 2 " µ P =$ $ # 29 ∑E i i % ! ' ∑ pic ' i & s = P = massa del sistema ! γ CM = ∑ Ei s βCM = ∑ pi c i i ∑E i i Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Scattering relativistico • Consideriamo una particella di massa m1 e energia E1 che incide su una particelle m2 a riposo: – I tetramomenti delle particelle sono: " 2 2 % p2 = m2 p1 = $ E1 0 0 p1,0 = E1 − m1 ' # & – Il sistema del centro di massa ha tetramomento: ( pCM = ( E +m 1 2 0 0 ) p1,0 2 1 s = m + 2m2 E1 + m • Verifica di consistenza 1− β 2 = 1− CM N.B.: variabili con * sono valutate nel sistema del centro di massa. * pCM = γ CM ) E1 + m2 p1,0 γ = βCM = CM s E1 + m2 2 (E1 + m2 )2 − (E12 − m12 ) m22 + 2m2 E1 + m12 p1,0 = = 2 2 (E + m ) (E1 + m2 )2 (E1 + m2 ) 1 2 ( E +m −β 1 2 2 0 0 0 2 p CM 1,0 0 0 p1,0 − βCM (E1 + m2 ) ) ! =# " s = 1 2 γ CM $ 0 0 0 & % • I tetramomenti nel sistema del centro di massa sono: p1* = γ CM p2* = 30 ( ( E1 − βCM p1,0 γ CM m2 0 0 p1,0 − βCM E1 0 0 −γ CM βCM m2 ) = 1 s ( 1 E1m2 + m12 0 0 m2 p1,0 s (E1 + m2 )m2 0 0 − p0,1m2 ) = ( ) ) Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Scattering relativistico • Dopo l’urto, nel sistema del centro di massa le particelle si allontaneranno con stessa energia e momento, ma deflesse di un angolo θ*: – I tetramomenti delle particelle sono: 1 p1!* = E1m2 + m12 m2 p1,0 sin θ * 0 m2 p1,0 cosθ * s 1 p!2* = (E1 + m2 )m2 − p0,1m2 sin θ * 0 − p0,1m2 cosθ * s ( ( ) ) • Ritornando nel sistema del laboratorio: ) 1 & 2 * * * 2 ( γ CM "# E1m2 + m1 + βCM m2 p1,0 cosθ $% m2 p1,0 sin θ 0 γ CM "#m2 p1,0 cosθ + βCM ( E1m2 + m1 )$% + * s' ! * 2 2 2 * E + m m p cos θ + p E m + m ( ) m2 p1,0 ( ) 1 2 2 1,0 1,0 1 2 1 # ( E1 + m2 ) (E1m2 + m1 ) + m2 p0,1 cosθ =# sin θ * 0 s s # s " p1! = ( 2 " m2 p0,1 % m2 p1,0 * * = E1 $1− 1− cosθ )' sin θ * ( * sE1 s # & ) 31 0 " ( E1 + m2 ) m2 % * p1,0 $1− (1− cosθ )'& s # + , $ & && % Riflessione indietro solo se m1<m2 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Scattering relativistico • Dopo l’urto, nel sistema del centro di massa le particelle si allontaneranno con stessa energia e momento, ma deflesse di un angolo θ*: – I tetramomenti delle particelle sono: 1 p1!* = E1m2 + m12 m2 p1,0 sin θ * 0 m2 p1,0 cosθ * s 1 p!2* = (E1 + m2 )m2 − p0,1m2 sin θ * 0 − p0,1m2 cosθ * s ( ( ) ) • Ritornando nel sistema del laboratorio: * 1 ' 2 * * * 2 ) γ CM #$ E1m2 + m2 − βCM m2 p1,0 cosθ %& −m2 p1,0 sin θ 0 γ CM #$−m2 p1,0 cosθ + βCM ( E1m2 + m2 )%& , + s( " * 2 2 − E + m m p cos θ + p E m + m ( ) E1 + m2 ) (E1m2 + m22 ) − m2 p0,1 cosθ * m2 p1,0 ( ) ( 1 2 2 1,0 1,0 1 2 2 $ =$ − sin θ * 0 s s $ s # p!2 = ( 2 " p0,1 % m p * * = m2 $1+ 1− cosθ )' − 2 1,0 sin θ * ( * s s # & ) 32 0 p1,0 ( E1 + m2 ) m2 s (1− cosθ ) * + , Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 % ' '' & Scattering relativistico • La massima energia cinetica Tmax persa dalla particella incidente con energia cinetica T1=E1-m1 è: Tmax = 2 0,1 2m2 p s = 2m2 "# E12 − m12 $% m12 + m22 + 2E1m2 = 2 2m2 "#( m1 + T1 ) − m12 $% m12 + m22 + 2m1m2 + 2T1m2 • casi particolari: – fotone incidente: m1=0 Tmax = Eγ – m1=m2 Tmax = T1 = T1 2m2 ( 2m1 + T1 ) ( m1 + m2 ) 2 + 2T1m2 2Eγ m2 + 2Eγ Osservazione In tutte questa derivazione abbiamo usato m invece mc2, p invece di pc. D’ora in poi frequentemente misureremo masse, momenti ed energie in unità di energia: • Conversione implicita usando le opportune potenze di c. • Bisogna ricordarsi di effetture la conversione quando ci si confronta con altre unità di misura. 33 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 La scoperta del neutrone • Dopo la scoperta del nucleo atomico, ci si pone il problema della sua composizione: – Masse dei nuclei circa multiple della massa del nucleo di idrogeno – Cariche dei nuclei multiple della carica elementare • Il protone p: – mp = 938.27 MeV/c2 = 1.67262 × 10-27 kg – Qp = +e = 1.60218 × 10-19 C • Ma mNucleo/mp > Z – non può essere composto da soli p – l’ipotesi che il nucleo contenga e per neutralizzare parte dei p non regge: – una particella confinata nel nucleo deve avere un momento: ! ΔxΔp ≥ ! ⇒ Δp ≥ Δx ≈ 1fm ⇒ Δp ≥ 200 MeV / c Δx – per un e, l’energia cinetica sarebbe: T = E − mec 2 = p 2 c 2 + me2 c 4 − mec 2 ≈ pc – Molto maggiore delle energie dei fenomeni nucleari! – N.B.: funziona per il p: p 2 c 2 + m 2p c 4 − m p c 2 = 21MeV 34 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 La scoperta del neutrone • Nelle interazioni α-Be viene osservata la produzione di radiazione: – neutra – in grado di trasferire >5 MeV di energia cinetica ai protoni. • In esperimenti con diversi tipi di bersaglio Chadwick dimostra che si tratta di radiazione particellare, con massa simile a quella del protone. • Il neutrone n: – mn = 939.57 MeV/c2 – Qn = 0 35 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 La scoperta del neutrone • La chiave della misura è l’alto momento trasferito da questa radiazione a nuclei atomici. – La massima energia cinetica Tmax trasferita dalla particella incidente con energia cinetica T1=E1-m1 è: Tmax = T1 2m2 ( 2m1 + T1 ) ( m1 + m2 ) 2 + 2T1m2 – Curie e Joliot osservano un’energia di rinculo dei p di ~5 MeV: • Se fosse radiazione γ: m1=0, m2~1 GeV 2Eγ 2Eγ2 ⇒ Eγ ≈ 50 MeV Tmax = Eγ 5 MeV = m2 + 2Eγ 1 GeV + 2Eγ Grande per una reazione nucleare. – Chadwick verifica l’andamento atteso usando altri nuclei • Ad esempio su 14N, m2~14 GeV, per fotoni ci si aspetterebbe: 2 × 50 MeV Tmax ≈ 50MeV = 350 keV Compatibile con l’energia 14 GeV + 2 × 50 MeV disponibile nella reazione • Il valore osservato è molto maggiore ~1 MeV. • L’osservazione di Curie-Joliot si spiega con: 36 4He+9Be→12C+n mn ≈ m p Tmax ≈ Tn Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Il neutrone • Massa – mn = 939.565379 ± 0.000021 MeV – mn-mP = 1.2933322 ± 0.0000004 MeV • Vita media – τn = 880.3 ± 1.1 s • Decadimento − n ⇒ p + e +νe – 37 νe: particella neutra interagisce solo debolmente massa trascurabile (<1 eV) Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 1 A. Andreazza - a.a. 2015/16