Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Prof. A. Andreazza Lezione 11 Equazione di Klein-Gordon e potenziale di Yukawa Equazione di Klein-Gordon • Per preparare lo studio delle proprietà delle interazioni, diamo una breve occhiata ad una generalizzazione relativistica dell’equazione di Schrödinger. • Equazione di Klein-Gordon – Dalla trattazione relativistica compare un’equazione di continuità analoga a quella classica – Che permette di intuire la necessità di introdurre anti-particelle: • conservazione dei numeri quantici barionico ed elettronico – Cercando soluzioni statiche mostreremo come un potenziale a breve range può essere interpretato con lo scambio di una particella massiva: – Dal calcolo delle sezioni d’urto si ottengono relazioni per l’intesità relativa delle forze • Questa discussione è una forma estesa del cap. 9 del Das-Ferbel 2 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Equazione di Klein-Gordon • L’equazione di Schrödinger per una particella libera è palesemente non relativisticamente invariante: !2 2 ∂ − ∇ ψ = i! ψ 2m ∂t • è stata ricavata dala relazione: p2 E= 2m • Effettuando la sostituzione operatoriale: ∂ , p = −i! ∇ ∂t • Per trovare una generalizzazione relativistica, possiamo utilizzare delle relazioni relativistiche: – tetra-vettore energia impulso: ( E p) ∂ p ⇒ i!∂ = i! ν ν – con l’identità operatoriale ∂xν E = i! – e la relazione energia momento: 3 p 2 = pν pν = E 2 − p 2 = m 2 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Equazione di Klein-Gordon • Sostituendo gli operatori nelle relazione energia-impulso, otteniamo l’equazione di Klein-Gordon: ∂2 2 2 φ − ∇ φ + m φ =0 2 ∂t – Cerchiamo soluzione nella forma di onde piane: φ = Ne−ip⋅x • N è un coefficiente di normalizzazione – La condizione che deve soddisfare il tetravettore p è: (−E 2 + p2 + m2 ) φ = 0 – Per un dato valore del momento, esistono due soluzioni: E = ± p 2 + m 2 = ±Ep φ+ = Ne −iEpt+ip⋅x • soluzioni con energia negativa: φ− = Ne +iEpt+ip⋅x • soluzioni con energia positiva: 4 Ep definita come sempre positiva Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Corrente di probabilità (Schrödinger) • Consideriamo l’equazione di Schrödinger e la sua complessa coniugata: ∂ 1 2 ∂ 1 2 * ψ+ ∇ ψ=0 −i ψ * + ∇ ψ =0 ∂t 2m ∂t 2m • Moltiplichiamo a sinistra rispettivamente per ψ* e ψ: ∂ 1 ∂ 1 * 2 −iψ ψ * + ψ∇ 2ψ * = 0 iψ * ψ + ψ ∇ ψ=0 ∂t 2m ∂t 2m i • Sottraendo le due equazioni: • Da cui si ricava: i iψ * ∂ ∂ 1 * 2 1 ψ + iψ ψ * + ψ ∇ ψ− ψ∇ 2ψ * = 0 ∂t ∂t 2m 2m ∂ * 1 ψ ψ) + ∇ (ψ *∇ψ − ψ∇ψ * ) = 0 ( ∂t 2m ∂ 2 i ψ − ∇ (ψ *∇ψ − ψ∇ψ * ) = 0 ∂t 2m • Che si identifica come un’equazione di continuità: • Se identifichiamo la densità: ρ=|ψ|2 • e la densità di corrente: J=(-i/2m)[ψ*∇ψ-ψ∇ψ*] 5 ∂ ρ +∇⋅J = 0 ∂t Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Corrente di probabilità (Schrödinger) • Nel caso particolare di onde piane: • La densità: • La corrente: 2 ρ=ψ = N J=− ψ = Ne 6 p2 t+ip⋅x 2m 2 i i ψ *∇ψ − ψ∇ψ * ) = − ψ * (ip)ψ − ψ (−ip)ψ * ) ( ( 2m 2m = • Ovvero: −i p 2p 2 2 ψ *ψ + ψψ * ) = ψ =vψ ( 2m 2m 2 J = vρ = N v Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Corrente di probabilità (Klein-Gordon) • Ripetiamo lo stesso procedimento con l’equazione di Klein-Gordon: ∂2 * ∂2 2 * 2 * 2 2 φ − ∇ φ + m φ =0 φ − ∇ φ + m φ = 0 2 2 ∂t ∂t • Moltiplichiamo a sinistra rispettivamente per 𝜙* e 𝜙: ∂2 φ 2 φ − φ *∇ 2φ + φ *m 2φ = 0 ∂t * ∂2 * φ 2 φ − φ∇ 2φ * + φ m 2φ * = 0 ∂t ∂2 ∂2 * * 2 2 * • Sottraendo le due equazioni: φ 2 φ − φ 2 φ − φ ∇ φ + φ∇ φ = 0 ∂t ∂t * • Da cui si ricava: ∂⎛ * ∂ ∂ *⎞ φ − φ φ ⎟ − ∇ (φ *∇φ − φ∇φ * ) = 0 ⎜φ ∂t ⎝ ∂t ∂t ⎠ • Che si identifica anch’essa come un’equazione di continuità: ⎛ ∂ ∂ ⎞ ρ = i ⎜φ * φ − φ φ * ⎟ J = −i (φ * ∇φ − φ∇φ * ) ⎝ ∂t ∂t ⎠ • e si può esprimere in maniera covariante 7 ∂ ρ +∇⋅J = 0 ∂t Jν = −i (φ *∂ν φ − φ∂ν φ * ) ∂ν Jν = 0 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Corrente di probabilità (Klein-Gordon) φ = Ne−iEt+ip⋅x • Nel caso particolare di onde piane: • La densità: ⎛ ∂ * * ∂ ⎞ ρ = i ⎜φ * φ − φ φ * ⎟ = i (φ * (−iE)φ − φ (iE)φ * ) = E (φ φ + φφ ) ⎝ ∂t ∂t ⎠ 2 ρ=2 N E 2 • Le soluzioni con energia positiva hanno densità: ρ = 2 N Ep > 0 2 • Le soluzioni con energia negativa hanno densità: ρ = −2 N Ep < 0 • Nella densità compare anche un termine proporzionale a γ → effetto relativistico dovuto alla contrazione del termine di volume • La corrente: J = −i φ * ∇φ − φ∇φ * = −i φ * (ip)φ − φ (−ip)φ * = p φ *φ + φφ * ( ) ( ) J = 2p N • Le soluzioni con energia positiva: • Le soluzioni con energia negativa: 8 ( ) 2 J = 2pρ / 2Ep = βρ J = −2pρ / 2Ep = −βρ β = p / Ep Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Particelle ed anti-particelle • Nell’equazione di Klein-Gordon le soluzioni ad energia negativa sorgono perché l’equazione è del secondo ordine nelle derivate temporali. • Dirac scrisse un’equazione relativisticamente invariante al primo ordine: – descrive i fermioni – particelle con spin 1/2 – anche in tal caso si trovano soluzioni con energie negative • In una formulazione relativistica della meccanica quantistica, queste soluzioni sono identificabili con le anti-particelle: – la carica conservata Q = ∫ dV ρ – è la differenza tra numero di particelle ed antiparticelle • L’esistenza di anti-particelle entra a forza nella meccanica quantistica relativistica. • Esempio: processo di scambio carica: non è possibile distinguere i due processi p emette un π+ che viene assorbito dal n p+Δp p -Δp 9 -p-Δp Δp -p n emette un π- che viene assorbito dal p p+Δp p -Δp -p-Δp Δp -p Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Particelle ed anti-particelle • 1932: osservazione del positrone nei raggi cosmici Nobel 1936 10 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Particelle ed anti-particelle • 1932: osservazione del positrone nei raggi cosmici • 1955: produzione di anti-protoni in collisioni p-N Nobel 1936 11 Nobel 1959 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Particelle ed anti-particelle • Particelle e rispettive anti-particelle hanno la stessa massa: – entrambe soddisfano l’equazione E2-p2=m2 • e lo stesso spin. • Le altre cariche hanno segno opposto: – elettrone, – protone, q=-1 q=+1 µ=+2.79µN I3=+1/2 positrone, antiprotone, q=+1 q=-1 µ=-2.79µN I3=-1/2 • ...questo vale anche per particelle neutre: – neutrone, q=0 µ=-1.91µN I3=-1/2 antineutrone, q=0 µ=+1.91µN I3=+1/2 • In alcuni casi, particelle neutre sono le antiparticelle di sè stesse. – tipicamente accade per bosoni – Il caso più notevole è il fotone, γ – per queste non vale una legge di conservazione del numero di particelle 12 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Particelle ed anti-particelle • La conservazione del numero totale di particelle – antiparticelle vale individualmente per le singole specie. • Nel caso di simmetrie interne, come lo spin isotopico, la funzione d’onda ha ⎛ ⎞ diverse componenti: φ ( x ) = a ( x ) p + b ( x ) n = ⎜ a(x) ⎟ p = 1 , n = 0 ⎝ b(x) ⎠ (0) (1) – Le interazioni deboli possono causare spostamenti da una componente all’altra – La legge di conservazione si applica quindi solo alla funzione d’onda globale, non alle singole componenti. – Conservazione del numero barionico: • numero di nucleoni – numero di anti-nucleoni • vedremo più avanti che il nome serve ad indicare una classe più ampia di particelle, i barioni, di cui il nucleone è la particella più leggera • Interazioni forti ed elettromagnetiche conservano separatamente i numeri di n e p • Stabilità del protone: – conseguenza della conservazione del numero barionico è che il p, essendo il barione più leggero, è stabile. – il limite inferiore alla vita media del protone è τp>1031 anni (da confrontarsi con l’età dell’universo 12×109 anni) 13 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Neutrini ed anti-neutrini • Abbiamo evidenza che neutrini ed anti-neutrini sono particelle differenti: – In un reattore nucleare, (anti)neutrini vengono prodotti insieme con eattraverso decadimenti β-: (Z, A) → (Z +1, A) + e− + ν e – questi possono venire osservati tramite la reazione: • ν e + p → e+ + n (esperimento di Reines e Cowan) − • non si osserva invece: ν e + n → e + p – Nei processi di fusione, neutrini vengono prodotti insieme con e+ p + p → d + e+ + ν e – questi sono stati osservati tramite reazioni del tipo: • ν e + 37 Cl → 37 Ar + e− (esperimento di Davis) 37 37 + • non si osservano processi analoghi come: ν e + Cl → S + e • L’interpretazione è molto simile a quanto fatto per i nucleoni: – dal punto di vista delle interazioni deboli, |e-⟩ e |νe⟩ sono due stati corrispondenti ad una simmetria interna – isospin debole: I=1/2, |νe⟩ I3=+1/2, |e-⟩ I3=-1/2 – Conservazione del numero elettronico 14 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Decadimenti doppio β • Nella formula di Weiszäcker 2 3 B ( A , Z ) = - a1A + a2A + a3 Z2 A 1 3 + a4 ( A - 2Z )2 A ± a5A - 3 4 • Un nucleo con A pari può essere – pari-pari a5 < 0 – dispari-dispari a5 > 0 – ci sono due possibili parabole • I casi del tipo Cd–In-Sn sono molto interessanti – È possibile un decadimento β doppio A ZX → A Z−2 X Z + e− + e− + ν e + ν e • È di grande interesse la ricerca di decadimenti doppio β senza neutrini – violazione del numero leptonico – possibile in modelli teorici in cui un neutrino può trasformarsi in un anti-neutrino A A − ν e + Z−1A X → Z−2A X + e− νe → νe Z X → Z−1 X + e + ν e • Figura da: Basdevant, Rich, Spiro – Fundamentals in nuclear physics – Springer 2005 15 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Potenziale di Yukawa • Possiamo anche cercare soluzioni stazionarie dell’equazione di Klein-Gordon: ∂ φ =0 ∂t • Queste possono essere non nulle solo in presenza di una carica sorgente: −∇ 2φ + m 2φ = ηδ (r) • Se andiamo nello spazio delle trasformate di Fourier, φ! (k) = ∫ dVeik⋅rφ (r) • l’equazione diventa un’equazione algebrica: η k2 + m2 • dovremmo ora calcolare l’anti-trasformata • è più facile notare the la funzione ottenuta è la trasformata di: k 2φ! + m 2φ! = η 16 Esattamente quello che facciamo per il campo elettromagnetico: • campo libero: ∂ν ∂ν φ = 0 • campo elettrostatico −∇ 2φ = ρ / ε 0 • se ρ = eδ (r) e φ= 4πε 0 r φ! = e−mr φ =η 4π r Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Potenziale di Yukawa • L’equazione di Klein-Gordon descrive una particella libera di massa m con un formalismo covariante • Il potenziale di Yukawa corrisponde alla soluzione dell’equazione di Klein-Gordon in corrispondenza di sorgenti • Questo porta ad identificare concettualmente le interazione dovute ad un certo potenziale, con la propagazione di particelle tra le sorgenti di quel potenziale: e−mr φ =η 4π r – range delle interazioni: 1/m – nel limite m=0 si ha la forma del potenziale elettromagnetico: interazioni a lungo range – predizione dell’esistenza di una particella mediatrice delle interazioni tra nucleoni: il pione 17 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Intensità delle interazioni • Finora abbiamo detto che esiste una gerarchia nell’intensità delle interazioni: 1. 2. 3. 4. • interazioni interazioni interazioni interazioni Vogliamo ora quantificare meglio questa relazione – – – Usiamo la regola d’oro per calcolare la sezione d’urto di una particella in un potenziale di Yukawa la sezione d’urto dipende: e−mr V (r) = η • dalla costante η 4π r • dalla massa m (o dal range 1/m della forza) – m=0 per interazione elettromagnetiche e gravitazionali • dal momento trasferito q=pi-pf nell’interazione I valori di η stabiliscono una gerarchia • • • 18 forti elettromagnetiche deboli gravitazionali interazioni forti ≫ interazioni elettromagnetiche e deboli ≫ gravitazione la differenza tra interazioni elettromagnetiche e deboli dipende dal range delle interazioni e diminuisce all’aumentare di q2 Fenomeno che suggerisce l’unificazione elettro-debole Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Scattering su potenziale fisso • La probabilità di transizione da uno stato iniziale i, ad uno stato finale f, causata dall’interazione con un potenziale V, è descritta dalla regola d’oro di Fermi: P= • Dove compaiono: 2π ! f Ui 2 ρ( Ef – l’elemento di matrice f Ui = – Le funzioni d’onda, sono quelle della particella libera, normalizzate sul volume – con momenti pi = p 0 0 1 pf = p ( – la densità di stati finali: (spazio delle fasi) 19 ) ) ψ(r) ∝ ( ∫ drψ *f ( r )U ( r )ψi ( r ) 1 −ip⋅r e V sin θ cos ϕ sin θ sin ϕ cosθ ) dN Vp 2f dΩ dp f ρ( Ef ) = = dE f (2π !)3 dE f Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Elemento di matrice su potenziale di Yukawa • L’elemento di matrice: f Ui = ∫ drψ *f 1 ip f ⋅r e−mr −ipi ⋅r η e = ( r )U ( r ) ψi ( r ) = ∫ dr e η V 4π r 4π V η = 4π V i e−mr − ! ( pi −p f )⋅r ∫ dr r e e−mr −iq⋅r ∫ dr r e • dove abbiamo introdotto il momento trasferito q=pi-pf q= p ( −sin θ cos ϕ −sin θ sin ϕ 1 − cosθ ) q 2 = p 2 2 ( 1 − cosθ ) = p 2 4sin 2 θ 2 20 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Elemento di matrice su potenziale di Yukawa • Per calcolare l’integrale, usiamo le formule: 1 # −α x1 e − e−α x2 %& $ α ∫0 • L’elemento di matrice diventa: η f Ui = 4π V x2 ∫x 1 dxe−α x = +∞ dxe−α x = 1 α e−mr −iq⋅r ∫ dr r e – per svolgere l’integrale, possiamo scegliere liberamente l’asse z – usiamolo diretto lungo q: −mr +∞ η −mr 1 2e −iqr cosθ = 2 πη dr re dcosθ e−iqr cosθ = d ϕ dcos θ drr e ∫ ∫ ∫ −1 4π V 0 4π V r η +∞ ⎛ 1 ⎞⎡ −(m−iq)r −(m+iq)r ⎤ η +∞ −mr ⎛ 1 ⎞⎡ iqr −iqr ⎤ = −e = drre e − e ⎜ ⎟ ⎦ ⎦ 2V ∫ 0 dr⎜⎝ iq ⎟⎠⎣ e ⎝ iqr ⎠⎣ 2V ∫ 0 η ⎛ 1 ⎞⎡ 1 1 ⎤ = − ⎜ ⎟⎢ 2V ⎝ iq ⎠⎣ m − iq m + iq ⎥⎦ = η ⎛ 1 ⎞⎡ 2iq ⎤ ⎜ ⎟ 2V ⎝ iq ⎠⎢⎣ m 2 + q 2 ⎥⎦ η 1 f Ui = V m2 + q2 21 η ( !c )3 in unità SI fUi = V m2c 4 + q2c2 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Termine di spazio delle fasi • Dalla relazione tra pf ed Ef: p f = pi = 2ME = (caso non relativistico) dp f = dE f 2ME f M=massa particella incidente (o massa ridotta del sistema) M 2E • Ed il termine di densità di stati finali diventa: dN Vp 2f dΩ dp f ρ( Ef ) = = dE f (2π !)3 dE f Vp 2f dΩ M = (2π !)3 2E = 22 = V 2MEdΩ M 2E (2π !)3 VM 2ME dΩ 3 (2π !) Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Sezione d’urto • La probabilità di transizione per unità di tempo è quindi: 2π η 2 ( !c )6 P= ! V 2 ( m 2 c 4 + q 2 c 2 )2 ⎛ !c ⎞2 1 P=⎜ ⎟ ⎝ 2π ⎠ V VM 2ME dΩ (2π !)3 v della particella incidente 2E η2M 2 dΩ M m2c2 + q2 2 ( ) • confrontandola con la definizione di sezione d’urto: Il nostro stato ha una sola particella: dn/dt = P dn = I o nT dσ dt Un bersaglio nel volume V: la densità è: nT=1/V Una particella, che percorre lo spessore d con velocità vα: produce un’intensità: I0=v/d • Troviamo la sezione d’urto differenziale: 23 ⎛ !c ⎞2 η2M 2 dσ = ⎜ dΩ ⎟ ⎝ 2π ⎠ m 2 c 2 + q 2 2 ( ) Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Sezione d’urto Coulombiana • Possiamo confrontare questo risultato con la sezione d’urto classica di Rutherford: – – – – M=mα η=Z Zαe2/ε0 m=0 q2=(mαvα)24sin2(θ/2)=mαEα8sin2(θ/2) dσ ⎛ !c ⎞2 η2M 2 =⎜ ⎟ dΩ ⎝ 2π ⎠ m 2 c 2 + q 2 2 ( ) 2 ⎛ ⎞2 ⎛ η M!c ⎞2 ⎛ ⎞2 ZZαα !c ZZ e m !c α α =⎜ ⎟ =⎜ ⎟ ⎟ =⎜ ⎝ 2π q 2 ⎠ ⎝ 2πε 0 mα Eα 8sin 2 ( θ / 2 ) ⎠ ⎝ Eα 4sin 2 ( θ / 2 ) ⎠ • Si ottiene esattamente lo stesso risultato: dσ ⎛ ZZαα !c ⎞2 1 =⎜ ⎟ dΩ ⎝ 4Eα ⎠ sin 4 θ 2 • Per interazioni tra cariche unitarie: 24 e2 η = = 4πα ≈ 0.09 ε0 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Sezione d’urto forte • Nel caso limite in cui q≪mc – corrisponde ai casi in cui il momento della particella incidente è molto minore di mc dσ η 2 ⎛ M!c ⎞2 η 2 ⎛ M ⎞2 = ⎜ ⎟ = ⎜ ⎟ dΩ 4π 2 ⎝ m 2 c 2 ⎠ 4π 2 ⎝ m 2 ⎠ η 2 ⎛ M ⎞2 σ = ⎜ 2⎟ π ⎝m ⎠ • Studiando le interazioni nucleone-nucleone, avevamo visto che a basso momento: σ = 4π a 2 – a=lunghezza di scattering: • app = -17.1±0.2 fm • ann = -16.6±0.5 fm • Confrontanto le due relazioni abbiamo: m2 η = 2π a M • Sapendo la massa m della particella mediatrice possiamo determinare η – nelle prossime lezioni vedremo che questa particella esiste realmente – il pione, mπ~140 MeV η ≈ 10 25 Il valore esatto dipende dalla scelta del potenziale/ Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Sezione d’urto debole • L’ipotesi di Fermi consisteva in pratica ad assumere un mediatore con range 1/m≪1 fm 3 – con le convenzioni utilizzate, fUi = η ( !c ) V m2c 4 + q2c2 ≈ 1 GF ( !c )3 V • Ovvero, nel limite di momenti ≪ m GF = η m2 • Sapendo la massa m della particella mediatrice possiamo determinare η – questa particella effettivamente è stata scoperta nel 1982 – il bosone vettore W, mW=80.385 GeV η ≈ 0.07 • L’intensità relativa delle interazioni debole ed elettromagnetica: ⎧ η q2 2 ⎪ W 2 << 1 per q << m 2 f VW i ⎪ 4πα m 2 ηW q σW = = 2 2 ⎨ 2 4 πα σ e.m. m + q f Ve.m. i ⎪ ηW 2 ~ 1 per q >> m ⎪⎩ 4πα 26 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16 Interazioni gravitazionali • Per le interazioni gravitazionali il risultato è immediato: – m=0 – η=4πGNM2 η = 4π GN M 2 / (!c) = 12 6.67 ×10−11 (1.67 ×10−27 )2 / (6.6 ×10−34 3 ×108 ) = 11×10−11−54+34−8 = 1.1×10−38 27 Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 11 A. Andreazza - a.a. 2015/16