Scheda tecnica
CILE
Il Cile nel 2011 ha registrato un incremento del PIL pari al 6%, arrivando a un totale di 248,5
miliardi di dollari, raddoppiando la sua crescita in 6 anni (nel 2006 era di 123 miliardi di dollari) e
confermandosi sesta economia della regione latinoamericana, dopo il Brasile, il Messico,
l’Argentina, Colombia e Venezuela. In crescita anche il PIL procapite che nel 2011 arriva a 14.412
dollari. Prima nazione sudamericana a diventare membro dell’OCSE a maggio 2010, il Cile
rappresenta una delle economie emergenti più promettenti degli ultimi anni. E’ considerato un
Paese attrattivo e sicuro per sviluppare attività commerciale: secondo il ranking di rischio
pubblicato dall’Economist Intelligenze Unit (EIU) il Cile presenta uno dei livelli di rischio-paese più
bassi del mondo, valutato A+ dalle maggiori agenzie di rating. Nel Report mondiale di competitività
del 2011 pubblicato dal Institute for Management Development (IMD) il Paese si è posizionato
25esimo tra 59 Paesi del mondo, mantenendo la sua leadership regionale grazie ai suoi punti forti:
flusso di investimenti stranieri, telecomunicazioni nonché l’immagine stessa di una nazione
credibile, rendendosi sede attrattiva per attività produttive e di servizi.
Dati in interscambio
Nel 2011 l’Italia ha esportato merci in Cile per un valore pari a 0,9 miliardi di euro, in netta ripresa
rispetto al 2010 (+50%). Le importazioni hanno raggiunto i 2,1 miliardi di euro (+10,5%): il saldo
della bilancia commerciale è risultato pertanto di segno negativo, ma migliore rispetto ai valori
registrati negli anni antecedenti la crisi.
Analogamente a quanto evidenziato a livello nazionale, nel 2011 le esportazioni piemontesi in Cile
hanno registrato un incremento rispetto all’anno precedente (+188%) e le importazioni hanno
raggiunto i 41,4 milioni di euro (+52,6%). Il saldo della bilancia commerciale rimane pertanto di
segno positivo e raggiunge i +43,5 milioni di euro.
Nel 2011, la vendita di mezzi di trasporto (il 32,3% dell’export piemontese in Cile) ha fatto
registrare un incremento del 111,6% rispetto all’anno precedente; buona anche la performance dei
computer e apparecchi elettronici (il 4,9%, +64,5%).
Anche nella provincia di Torino nel 2011 grazie al buon andamento delle esportazioni,
l’interscambio commerciale con il Cile è cresciuto del 59,6% rispetto al 2010. Tale andamento è
stato reso possibile dalla forte progressione delle esportazioni (+78,8%) e delle importazioni
(+26,8%). Il saldo della bilancia commerciale, per il secondo anno, è quindi rimasto positivo.
Nel 2011 oltre la metà delle esportazioni subalpine in Cile hanno riguardato il settore dei mezzi di
trasporto che, rispetto al 2010, incrementa del 116%. Buona anche la performance del settore
computer, apparecchi elettronici e ottici (+102,8%; il 10,2 delle esportazioni subalpine in Cile).
Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Torino su dati ISTAT
Settori oggetto del seminario
ICT: il Cile è uno dei paesi leader in America Latina con uno dei più alti tassi di ammodernamento e
approvvigionamento informatico dimostrato dall'indicatore ISI (5,70) che testimonia un aumento significativo
del numero di telefoni cellulari utilizzati, delle tecnologie legate all' e-commerce e un aumento costante di
presenze nei social network. Questo si rileva anche dalla disponibilità di server ad alta sicurezza, dallo
sviluppo di domini e dal crescente aumento delle importazioni in ambito ICT.
Ufficio stampa: Ceipiemonte - Francesca Corsini, Francesca Tessitore
tel. 011 670066.5/2 [email protected]
Edilizia: nel 2012 si prevede una crescita tra il 6,2 e il 7,5%. A questo bisogna aggiungere la necessità di
nuove infrastrutture, legata al terremoto del 2010, come segnalato nel Programma d’Emergenza e
Ricostruzione pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture Cileno.
Energie rinnovabili: negli ultimi quattro decenni il Paese ha raddoppiato, ogni dieci anni, la domanda interna
di energia elettrica. Una proiezione indica che nel 2050 il Paese necessiterà di 50-80 mila MW in più rispetto ai
15.500 attuali. Diventa quindi prioritario per il Paese diversificare la matrice energetica, sviluppando le diverse
fonti di energia presenti.
Ambiente: vi sono quattro aree strategiche dove esistono concrete possibilità di inserimento da parte di
imprese estere con significativo know-how: la gestione delle risorse naturali e la biodiversitá, il recupero della
qualità dell’aria nelle città, la gestione dei rifiuti e il recupero dei passivi ambientali.
Agroalimentare (macchinari, tecnologia e buone pratiche): Nello specifico, con 12 miliardi di dollari nelle
esportazioni dell’industria alimentare, il Cile si presenta come un giocatore di prim’ordine nel settore.
I suoi vantaggi competitivi riguardano il clima mediterraneo suddiviso in macro-zone, le eccellenti opportunità
di produzioni in contro stagione e le alte condizioni fitosanitarie.
Il governo cileno sostiene gli imprenditori in tutte le fasi della produzione, inoltre sono disponibili finanziamenti
pubblici e significativi investimenti per il trasferimento di tecnologie.
Metalmeccanico: Il Cile produce principalmente materia prima e importa la maggior parte dei macchinari e
prodotti finiti. Dall’Italia in particolare si importano macchinari agricoli, macchine utensili, macchine tessili, e
macchine per l’imballaggio.
Ciò nonostante, esiste comunque un settore metalmeccanico abbastanza dinamico, che nei primi quattro mesi
del 2012 è cresciuto del 9%.
Forestale: In Cile il settore forestale gioca un ruolo fondamentale nell´economia del paese, partecipando con
il 3,5% del PIL ed essendo la seconda attività economica più importante dopo il settore minerario.
Attualmente le esportazioni forestali raggiungono i 3.397 milioni di dollari, rappresentando l´11% del totale
esportato.
Minerario: Per quanto riguarda l’industria delle miniere, Cile, Perú, Messico, Brasile e Argentina,
concentrano oltre l´80% del budget per lo sfruttamento di metalli non ferrosi nella regione, che equivalgono a 3
miliardi di dollari.
Il potenziale del settore minerario in America Latina permette stimare investimenti per piú di 200 miliardi di
dollari nei prossimi dieci anni, concentrandosi in Brasile, Cile, Perú, Messico, Colombia e Argentina.
Ufficio stampa: Ceipiemonte - Francesca Corsini, Francesca Tessitore
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