Per la prima volta adottata al San Donato una procedura innovativa per combattere l’ipertensione arterios L’intervento eseguito assieme da cardiologi, neurologo, nefrologo e rianimatore su un paziente di 62 anni ad alto rischio AREZZO – Magari fra qualche anno sarà un intervento di routine. Ma adesso è giusto registrare il fatto che quello eseguito in emodinamica al San Donato, con la partecipazione poi nel decorso ospedaliero di una lunga serie di professionisti, merita di essere presentato e segnalato all’opinione pubblica. In gergo tecnico si chiama “denervazione simpatica renale per via endovascolare”. E’ un intervento che in Italia si esegue da un paio di anni ma ancora non molto frequentemente. Ad Arezzo è stato eseguito su un paziente di appena 62 anni. “Si tratta di un uomo – spiega il dottor Leonardo Bolognese, direttore del Dipartimento Cardiovascolare della Asl8 e neurologo – che l’8 gennaio 2013 è stato sottoposto a questa procedura presso la Cardiologia Interventistica del San Donato. Il paziente aveva valori pressori molto elevati: 200 su 120 nonostante fosse sotto trattamento con ben 7 farmaci e con insufficienza renale cronica severa. L’uomo – prosegue Bolognese nella sua illustrazione – era ad alto profilo di rischio cardiovascolare globale in quanto diabetico, affetto da insufficienza renale cronica severa e da malattia ateromasica coronarica trivasale con pregresso infarto miocardico, e già sottoposto a varie procedure di angioplastica coronarica.” Questo approccio terapeutico innovativo, effettuato in sala di emodinamica con un sistema di termoablazione (un intervento mini invasivo endovascolare che prevede un cateterismo angiografico delle arterie renali seguito dalla erogazione di energia a radiofrequenza a bassa potenza che disattiva selettivamente i nervi renali) riduce la pressione sanguigna, mantenendo la funzionalità dell’organo. La procedura è stata effettuata con successo e senza complicazioni. Ad eseguire l’intervento, oltre al dottor Bolognese, c’erano il Dr. Francesco Liistro (Responsabile della Cardiologia Interventistica), il Dr. Pasquale Notarstefano (responsabile dell’Aritmologia Interventistica) il Dr. Enio Duranti (Direttore dell’Unità Operativa di Nefrologia) e il Dr. Marco Feri (Direttore del Dipartimento di Area Critica). Una ennesima dimostrazione che l’ospedale San Donato è ormai collaudato per agire in ogni campo con l’approccio della multidisciplinarietà, che mette assieme su un medesimo caso, una importante serie di professionisti con capacità diverse fra loro, ma complementari. “Subito dopo la procedura – spiega ancora Bolognese - si è ottenuta una riduzione significativa della pressione arteriosa e una ulteriore riduzione è attesa nelle prossime 2 settimane, fino a portare ad una sostanziale riduzione della terapia farmacologica antipertensiva del paziente. Possiamo affermare con tutta tranquillità che adesso abbiamo anche ad Arezzo una arma nuova per il trattamento dell’ipertensione arteriosa refrattaria ai farmaci”. UNA PROCEDURA INNOVATIVA La denervazione simpatica renale è una nuova procedura mininvasiva in grado di ridurre in 1/2 Per la prima volta adottata al San Donato una procedura innovativa per combattere l’ipertensione arteriosa modo significativo la pressione arteriosa nei pazienti con ipertensione resistente ai farmaci. Il trattamento si basa sul legame, documentato da numerosi studi scientifici, tra nervi renali del Sistema Nervoso Simpatico e pressione arteriosa. I segnali provenienti dal sistema nervoso simpatico e diretti ai reni aiutano a controllare il flusso sanguigno renale, la ritenzione dei sali e l’attivazione del sistema renina-angiotensina, un meccanismo ormonale di regolazione della pressione. A loro volta, i segnali afferenti al sistema nervoso simpatico provenienti dai reni e diretti al Sistema Nervoso Centrale attivano meccanismi di regolazione globali, ma possono anche causare una stimolazione eccessivamente elevata che provoca ipertensione. La denervazione renale consiste nel disattivare in modo selettivo parte delle terminazioni nervose che decorrono lungo le pareti delle arterie renali, con conseguente riduzione duratura della pressione arteriosa. 2/2