La seconda guerra mondiale La ristrutturazione geopolitica dell’Europa sancita dal trattato di Versailles garantì la pace per un quindicennio, finché il trionfo del fascismo e del nazismo in Europa, e di regimi analoghi in altre parti del mondo, soprattutto in Giappone1, determinarono le premesse per lo scatenarsi di nuovi conflitti internazionali. Infatti l’ideologia totalitaria dei regimi di destra portava con sé il principio del dominio e della sopraffazione sia nella vita interna dei singoli Stati, sia nei rapporti internazionali, oltre al desiderio della conquista di “spazi vitali” e di nuove terre coloniali. Inoltre la crisi economica del ’29 ed il forte protezionismo che provocò favorì la contrapposizione tra paesi autosufficienti, come l’Inghilterra, la Francia e gli USA, che avevano risorse e colonie da cui ricavarle, e paesi che non disponevano di analoghe risorse, ovvero Italia, Germania e Giappone, che presero a coltivare progetti imperialistici. Nel 1933 abbandonarono la Società delle Nazioni prima il Giappone, condannato per l’invasione della Manciuria nel ‘31, poi la Germania, che vide respinta la sua volontà di riarmarsi subito manifestata da Hitler appena preso il potere, ma vietata dal Trattato di Versailles. A partire da quel momento egli iniziò il riarmo senza subire conseguenze. Tra il 1935 e il ’36 l’Italia invase l’Etiopia, tutti eventi che ruppero gli equilibri precedenti e dimostrarono come la Società delle Nazioni, da cui anche l’Italia uscì alla fine del 1937 per le sanzioni economiche subite dopo l’occupazione dell’Etiopia e la conseguente autarchia, fosse del tutto insufficiente a garantire la pace mondiale. Altro evento che finì per avere enormi conseguenze sugli schieramenti internazionali e diventò in pratica la prova generale dell’imminente scontro tra fascismi ed antifascismi fu la guerra civile spagnola combattuta tra il 1936 e il 1939.2 Le sanzioni subite da Italia e Germania e la guerra civile spagnola avvicinarono sempre più tra loro queste due nazioni, schierate contro il comunismo internazionale. Nel 1936 Germania e Giappone firmarono il patto antiKomintern, in funzione antisovietica, a cui aderì nel ’37 anche l’Italia, determinando di fatto l’asse Roma/Berlino/Tokio. La Germania, sentendosi ormai forte anche come alleanze, spinta dal suo capitalismo espansivo e dal pangermanesimo di stampo nazista, che affermava di voler unificare sotto il Terzo Reich tutti gli europei di lingua tedesca, il 12 marzo 1938 occupò l’Austria e un mese dopo, attraverso un plebiscito, sancì l’Anschluss3. Inghilterra e Francia, continuando nella loro politica prudenziale della pace ad ogni costo, non intervennero, così come non s’intromisero in settembre, quando Hitler fece occupare i Sudeti (sottoscrissero addirittura il Patto di Monaco che accettava tale annessione da parte della Germania), né nel marzo del 1939 quando il nazismo sottomise la Cecoslovacchia. In aprile anche l’Italia si mosse occupando l’Albania, e un mese dopo firmò con la Germania il Patto d’acciaio, che impegnava entrambi i paesi ad aiutarsi militarmente in caso di scoppio della guerra. Ugualmente la Germania si premunì contro l’apertura di un eventuale fronte russo sottoscrivendo con Stalin il 23 agosto del 1939 il patto di non aggressione Ribbentrop – Molotov, che prevedeva tra le altre cose la spartizione della Polonia, su cui Hitler aveva già orientato le sue mire. Infatti il 1 settembre del ’39 la Germania invase la Polonia dando avvio alla seconda guerra mondiale perché questa volta Inghilterra e Francia, alleate della Polonia, dichiararono guerra. La seconda guerra mondiale coinvolse nelle operazioni militari tutti e cinque i continenti, vennero mobilitate risorse umane e materiali come mai prima, ebbe conseguenze disastrose per i bombardamenti aerei sulla popolazione civile. La Polonia fu facilmente sopraffatta grazie alla guerra-lampo fatta dai tedeschi grazie all’azione combinata di aviazione e carri armati, e conobbe per prima il tremendo regime di occupazione tedesco che, incurante di qualsiasi trattato internazionale, si basò su deportazione e sterminio degli ebrei, lavoro coatto per milioni di polacchi, violenza e decimazione della popolazione civile. Nell’aprile del 1940 la Germania continuò la sua espansione sottomettendo facilmente Danimarca e Norvegia e, un mese dopo, Olanda, Belgio e Lussemburgo, per poi rivolgere la sua aggressività contro la Francia. Tra maggio e giugno l’avanzata tedesca continuò travolgente e costrinse l’esercito franco inglese ad abbandonare precipitosamente il suolo francese imbarcandosi a Dunquerque per l’Inghilterra, dove riparò per evitare l’annientamento. 1 Il Trattato di Versailles creò instabilità anche in Asia producendo scontento per Cina e Giappone che, avendo preso parte al conflitto schierate contro la Germania, pretendevano maggiori benefici, mentre alla fine erano state favorite soprattutto Francia ed Inghilterra. Inoltre il Giappone ottenne grande prestigio, ingrandimenti territoriali nel Pacifico, e una incisiva crescita economica ed industriale durante la prima guerra mondiale, ma successivamente la sua economia subì una forte contrazione a causa della concorrenza occidentale sui mercati internazionali, e ancor più entrò in crisi dopo il ’29 essendo un paese carente di risorse naturali e di materie prime, quindi impossibilitato a praticare il protezionismo. Il suo governo, di chiare tendenze fasciste ed autoritarie, presieduto dall’imperatore Hirohito, al fine di migliorare le sue fonti economiche optò per un’espansione verso la Cina, occupando nel 1931 la Manciuria e nel ‘37 altre zone importanti tra cui le città di Pechino e Shangai. 2 Il 16 febbraio del 1936 il Fronte Popolare Spagnolo, composto da repubblicani, socialisti, comunisti, anarchici, vinse le elezioni politiche e avviò una politica di riforme ed innovazioni fortemente osteggiate dalla destra. In luglio l’esercito spagnolo sotto il comando del generale Francisco Franco, aiutato da soldati e mezzi inviati dall’Italia e dalla Germania, scatenò la guerra civile contro il Fronte Popolare, sostenuto invece dall’URSS, che inviò solo materiale bellico, e da antifascisti provenienti da tutto il mondo. Nel ’39 la guerra civile, che fu estremamente sanguinosa, terminò con la vittoria dei franchisti. Il generale Franco impose alla Spagna una dittatura di stampo fascista che durò fino alla sua morte avvenuta nel 1975. In seguito venne ripristinata la monarchia, già sancita da Franco nel 1969, con l’ascesa al trono del re Juan Carlos I di Borbone. 3 Hitler aveva già tentato nel ’34 tale annessione, ma l’opposizione del primo ministro austriaco Dolfuss (che nello stesso anno fu ucciso da sicari nazisti) e degli altri paesi europei, tra cui l’Italia che aveva schierato le sue truppe sui confini, lo dissuase. Nel ’35 fu convocata la Conferenza di Stresa, per parlare di quanto stava facendo Hitler, ma l’Inghilterra si rese promotrice di un atteggiamento di prudenza e di non belligeranza, per cui non furono presi provvedimenti contro il nazismo. La clamorosa e rapida disfatta della Francia fu senz’altro frutto della superiorità militare tedesca, ma anche della debolezza politica della Francia che, con il governo Petain (o Vichy), optò di collaborare con gli invasori. Nel frattempo l’URSS in settembre occupò la parte della Polonia che le spettava e, in novembre, sottomise la Finlandia. L’Italia era rimasta a guardare lo sviluppo degli eventi perché, nonostante la martellante propaganda bellica fascista, non era preparata tecnicamente ed economicamente ad affrontare una guerra troppo impegnativa. Tuttavia Mussolini, temendo di rimanere escluso da qualsiasi spartizione territoriale, il 10 giugno 1940 dichiarò guerra all’ormai debellata Francia (l’esercito tedesco entrò a Parigi appena 4 giorni dopo), e il 28 ottobre attaccò la Grecia. Conquistata la Francia (il nord fu governato direttamente dai tedeschi, il sud dal governo collaborazionista di Vichy), Hitler, al culmine della sua potenza, scatenò una violenta offensiva aerea contro l’Inghilterra, senza riuscire però a piegarla grazie all’aviazione inglese, all’altezza di quella tedesca, e all’uso di uno strumento innovativo come il radar. Anche il conflitto scatenato sui mari non permise alla Germania di sottomettere l’Inghilterra, continuamente aiutata dal sostegno economico degli USA, che nel 1941 aprì un credito illimitato a suo vantaggio. Non sfondando ad occidente, la Germania si rivolse verso oriente sottomettendo nella prima metà del 1941 la Bulgaria, la Jugoslavia e, insieme agli italiani che non riuscivano da soli a giungere alla vittoria, la Grecia e Creta. A questo punto Hitler decise di annullare quanto stabilito con Molotov e di scatenare un’offensiva verso l’URSS così da completare la costruzione di un nuovo ordine europeo soggiogato interamente al Terzo Reich. Il 22 maggio venne avviato il “Piano Barbarossa” e l’esercito tedesco occupò un’importante porzione territoriale del suolo russo. Tuttavia l’esercito russo, tecnicamente inferiore, attuò la tattica della “terra bruciata”, cioè si ritirò fino a Mosca aspettando che gli giungesse in aiuto l’inverno: così fu e l’esercito nazista, impantanato e bloccato dalla neve, dovette retrocedere. Il 7 dicembre 1941 il Giappone, senza preavviso, con 400 aerei attaccò la flotta navale americana del Pacifico ormeggiata a Pearl Harbor. La sua intenzione era quella di trasformare l’oceano Pacifico in una zona di sua esclusiva competenza, ma per farlo occorreva annientare il predominio americano. A questo punto la guerra divenne mondiale. Nel 1942 Hitler avviò la cosiddetta “soluzione finale”, ovvero la deportazione e lo sterminio sistematico di ebrei e zingari, considerati membri di “razze nocive”, nonché di polacchi, russi e slavi (“razze inferiori”), infine degli oppositori politici del nazismo. Tra il 1940 e il ’45 funzionavano in Germania e nell’est europeo 900 campi di lavoro, dove i prigionieri venivano usati come schiavi, tra cui 15 campi di sterminio, in cui giungevano coloro destinati a morire. Il 1942 fu anche l’anno della svolta in quanto nella prima parte dell’anno l’offensiva dell’Asse (Germania, Italia, Giappone) fu fermata, e nella sua seconda parte iniziò una vasta controffensiva con importanti vittorie in Russia (battaglia di Stalingrado), Africa (battaglia di Al Alamein) e nel Pacifico (vittoria di Guadalcanal). Il 10 luglio 1943 gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia iniziando in seguito una lenta risalita della penisola. Questo fatto determinò la caduta di Mussolini il 25 luglio e il suo immediato arresto ordinato da re Vittorio Emanuele III, che poi affidò il governo al maresciallo Badoglio. L’8 settembre fu lui a sottoscrivere un armistizio con gli anglo-americani.4 Tra il 1944 e ’45 vennero riconquistati tutti i territori precedentemente caduti sotto il dominio nazista, anche grazie alla formazione di gruppi partigiani che combatterono al fianco degli anglo-americani (in Italia il CLN -Comitato di Liberazione Nazionale- formatosi dopo lo sbarco in Sicilia), e al grandioso sbarco in Normandia del 6 giugno 1944 che portò 3 milioni di soldati, sotto il comando del generale americano Eisenhower, a combattere sul suolo europeo. In pratica la Germania venne gradualmente accerchiata da ovest e da sud dagli angloamericani, da Est dall’URSS. Inoltre iniziò una continua opera di bombardamento delle sue città, e anche di quelle italiane ancora in mano ai nazifascisti, che le ridusse ad un ammasso di macerie. Agli inizi del 1945 ormai la Germania era circondata e la Repubblica di Salò non più in grado di arrestare l’avanzata angloamericana. In aprile i russi giunsero a Berlino, e in Italia vennero liberate le principali città del nord (il giorno 25). Il 28 Mussolini, in fuga su un camion militare verso la Svizzera travestito da soldato nazista, fu catturato dai partigiani e fucilato a Dongo insieme alla sua amante Claretta Petacci. Il 30 Hitler si suicidò insieme ad Eva Braun e ai gerarchi nazisti rimastigli accanto all’interno del bunker di Berlino in cui aveva vissuto i suoi ultimi giorni. Rimaneva il Giappone che ancora resisteva strenuamente. Gli americani avrebbero potuto tentare l’invasione dell’isola giapponese, con dispendio di moltissime vite dei soldati, ma optarono, con il presidente Truman succeduto a Roosevelt morto in carica poco tempo prima, per un sistema più rapido consentito da una nuova arma micidiale appena messa a punto: la bomba atomica. La prima venne sganciata su Hiroshima il 6 agosto, determinando in pratica la totale distruzione della città. Una seconda bomba venne sganciata sulla città di Nagasaki 3 giorni dopo, dimostrando che l’America era in grado di distruggere con relativa facilità tutte le città giapponesi. Fu a questo punto che il Giappone capitolò non potendo contrastare in alcun modo la minaccia nucleare. USA e URSS uscivano dalla guerra come le due nuove grandi potenze mondiali che, con la Conferenza di Yalta del febbraio del 1945, si spartirono praticamente il mondo in due aree d’influenza. 5 L’Europa orientale finì sotto il controllo sovietico; la Germania venne divisa in quattro zone, che poi divennero due: una controllata dalla Russia, l’altra dagli angloamericani. L’Italia e l’Europa meridionale e occidentale rimasero sotto il diretto controllo americano e inglese, che v’installarono basi militari. 4 Gli italiani pensavano che la guerra fosse finita, in realtà iniziava il periodo peggiore perché nel centro-nord si erano stabiliti i tedeschi che avevano creato, il 23 settembre, la Repubblica Sociale Italiana (o di Salò) sotto il comando di Mussolini, liberato dalla sua prigionia a Campo Imperatore con un blitz dei paracadutisti tedeschi. Nel sud, dove era fuggito tutto il governo italiano insieme al re, stavano le truppe anglo-americane che lentamente risalivano l’Italia. In mezzo nel settembre del ’44 si venne a formare un fronte che andava da costa a costa (la Linea Gotica) su cui si combatté per mesi, ma che alla fine fu sfondato determinando la rotta dell’esercito tedesco e la sua ritirata. 5 A tale importante conferenza, convocata in previsione della fine della guerra, parteciparono il presidente americano Roosevelt, Stalin, il primo ministro inglese Churchill. Fu in tale occasione che venne creato l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite).