Indice VII CAPITOLO 1 Struttura degli acidi nucleici ed espressione genica 1.1 DNA, RNA e polipeptidi Il foglietto b pieghettato28 La curva b29 Strutture più complesse29 2 L’informazione genetica fluisce quasi esclusivamente in una direzione: DNA → RNA → polipeptide2 Gli acidi nucleici e i polipeptidi sono sequenze lineari di semplici unità ripetute 3 Acidi nucleici3 Polipeptidi3 Il tipo di legame chimico determina la stabilità e la funzione della molecola5 BOX 1.1 L’IMPORTANZA DEL LEGAME IDROGENO NEGLI ACIDI NUCLEICI E NELLE PROTEINE7 1.2 Struttura degli acidi nucleici Letture di approfondimento 30 CAPITOLO 2 Struttura e funzione del cromosoma 2.1 La ploidia e il ciclo cellulare32 2.2 Mitosi e meiosi34 e replicazione del DNA7 Struttura del DNA e dell’RNA7 La replicazione è semi-conservativa e semi-discontinua10 Le DNA polimerasi a volte partecipano alla riparazione e alla ricombinazione del DNA10 BOX 1.2 PRINCIPALI CLASSI DI PROTEINE COINVOLTE NELLA REPLICAZIONE DEL DNA11 Molti virus hanno genomi a RNA12 Assortimento indipendente36 L’appaiamento X-Y38 La maggior parte dei geni è espressa per dar origine a polipeptidi15 Le tre RNA polimerasi eucariotiche trascrivono diversi tipi di geni per gli RNA16 1.4 La maturazione dell’RNA17 Le regioni non necessarie sono rimosse dal trascritto primario17 Alle estremità della maggior parte dei trascritti prodotti dall’RNA polimerasi II sono aggiunti specifici nucleotidi19 I trascritti degli rRNA e dei tRNA vanno incontro ad un ampio processamento21 1.5 Traduzione, processamento post-traduzionale e struttura delle proteine22 Gli RNA messaggeri sono decodificati a dare specifici polipeptidi22 Il codice genetico è degenerato e non completamente universale24 Processamento post-traduzionale: modificazioni chimiche di aminoacidi e taglio dei polipeptidi25 Aggiunta di carboidrati25 Aggiunta di gruppi lipidici26 Il taglio post-traduzionale26 L’a-elica28 Il DNA cromosomico è ripiegato in modo gerarchico40 La cromatina interfasica varia nel grado di compattazione41 Ogni cromosoma ha il suo territorio specifico nel nucleo interfasico42 I centromeri svolgono un ruolo centrale nei movimenti dei cromosomi ma si sono evoluti in modi molto diversi in diversi organismi42 BOX 2.1 COMPONENTI DEL FUSO MITOTICO43 Formazione del cappuccio al 5’19 Poliadenilazione al 3’20 La mitosi e la meiosi hanno importanti somiglianze e differenze39 2.3 Struttura e funzione dei cromosomi39 1.3 La trascrizione dell’RNA e l’espressione genica14 La mitosi è il tipo normale di divisione cellulare34 La meiosi è una forma specializzata di divisione cellulare che produce spermatozoi e ovuli35 Ricombinazione37 La complessa relazione tra sequenza aminoacidica e struttura proteica27 La replicazione dei cromosomi nei mammiferi è basata sull’uso flessibile di molteplici origini di replicazione44 I telomeri hanno strutture specializzate per preservare le estremità dei cromosomi lineari45 Struttura, funzione ed evoluzione dei telomeri45 La telomerasi e il problema della replicazione delle estremità dei cromosomi46 2.4 Lo studio dei cromosomi umani48 L’analisi dei cromosomi è più facile in mitosi che in meiosi48 I cromosomi vengono identificati per la loro dimensione e il tipo di bandeggio49 Bandeggio cromosomico49 Referto delle analisi citogenetiche51 La citogenetica molecolare localizza sui cromosomi specifiche sequenza di DNA51 BOX 2.2 NOMENCLATURA DEI CROMOSOMI UMANI51 Ibridazione cromosomica fluorescente in situ (FISH)52 Chromosome painting e cariotipo molecolare53 VIII Indice L’ibridazione genomica comparativa (CGH)54 © 978-88-08-05943-7 2.5 Anomalie cromosomiche55 Le anomalie numeriche dei cromosomi implicano la perdita o l’acquisizionedi interi cromosomi56 Poliploidia56 Aneuplodia57 Mixoploidia57 Conseguenze cliniche57 Molte anomalie nella struttura dei cromosomi derivano da errori nella riparazione o nella ricombinazione59 Diversi fattori contribuiscono alle conseguenze cliniche delle anomalie strutturali dei cromosomi60 Una scorretta origine parentale dei cromosomi può determinare uno sviluppo anormale o malattie62 Mosaici84 Chimere85 3.4 La genetica dei caratteri multifattoriali: la teoria della soglia poligenica86 L’ereditabilità misura la proporzione della variabilità totale di un carattere che dipende da differenze genetiche89 Il modello soglia estende la teoria poligenica ai caratteri dicotomici90 Ereditabilità fraintesa90 CAPITOLO 3 La teoria della soglia e la stima del rischio di ricorrenza91 I geni nelle famiglie e nelle popolazioni 3.1 Eredità monogenica e multifattoriale66 BOX 3.2 DATABASE DEI CARATTERI MENDELIANI E DELLE MALATTIE NELL’UOMO67 alleliche92 Esistono cinque tipi base di alberi genealogici di tipo mendeliano68 BOX 3.5 LE RELAZIONI TRA FREQUENZE ALLELICHE BOX 3.3 RIASSUNTO DEI TIPI DI EREDITÀ71 Mosaicismo dovuto all’inattivazione dell’X71 Il cromosoma Y è povero di geni72 I geni della regione pseudoautosomica73 Malattie dovute a mutazioni del DNA mitocondriale73 È difficile stabilire con precisione il tipo di eredità in base a un unico albero genealogico74 Il rapporto giusto: il problema della distorsione nel rilevamento75 E GENOTIPICHEIN UNA POPOLAZIONE ALL’EQUILIBRIO DI HARDY-WEINBERG93 Inincrocio (inbreeding)94 BOX 3.6 Gli effetti dell’inincrocio (inbreeding)95 Altre cause di scostamento dalle relazioni di Hardy-Weinberg96 Le frequenze alleliche possono variare nel tempo97 Stima dei tassi di mutazione97 Il vantaggio dell’eterozigote98 BOX 3.4 CALCOLO E CORREZIONE DEL RAPPORTO BOX 3.7 SELEZIONE A FAVORE DELL’ETEROZIGOTE NEL CASO DELLA FIBROSI CISTICA98 DI SEGREGAZIONE PER UN CARATTERE RECESSIVO76 La relazione tra i caratteri mendeliani e le sequenze geniche76 Eterogeneità del locus77 Eterogeneità clinica78 Un esperimento virtuale: estrarre alleli dal pool genico93 La legge di Hardy-Weinberg collega le frequenze alleliche alle frequenze genotipiche93 La legge di Hardy-Weinberg nella consulenza genetica93 Inattivazione del cromosoma X69 La consulenza nelle condizioni non mendeliane è basata su un rischio empirico91 3.5 I fattori che influenzano le frequenze 3.2 Modelli di alberi genealogici mendeliani68 Agli inizi del XX secolo ci fu una controversia tra i fautori dell’eredità mendeliana e di quella quantitativa86 La teoria poligenica spiega la determinazione genetica dei caratteri quantitativi87 La regressione sulla media88 Gli assunti nascosti89 •Conclusioni63 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 64 BOX 3.1 NOMENCLATURA DEI GENI E DEGLI ALLELI NELL’UOMO66 Nuove mutazioni e il mosaicismo complicano l’interpretazione degli alberi83 •Conclusioni99 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 99 3.3 Complicazioni degli alberi genealogici mendeliani semplici78 Una condizione recessiva comune può dare un albero genealogico di tipo dominante78 Una condizione dominante non si manifesta79 Penetranza legata all’età in malattie a insorgenza tardiva80 CAPITOLO 4 Cellule e comunicazione cellula-cellula 4.1 Struttura e diversità cellulare102 Molte condizioni hanno espressività variabile80 I procarioti e gli eucarioti rappresentano una suddivisione fondamentale tra le forme di vita cellulare102 Anticipazione81 Imprinting82 BOX 4.1 ORGANIZZAZIONE INTRACELLULARE DELLE CELLULE ANIMALI103 La letalità maschile può complicare gli alberi per caratteri legati al sesso82 L’inbreeding complica l’interpretazione degli alberi83 La straordinaria diversità delle cellule nel corpo105 Le cellule germinali sono specializzate per la funzione riproduttiva105 Indice © 978-88-08-05943-7 Origine delle cellule staminali embrionali coltivate132 Il contenuto di DNA può variare nelle cellule di un singolo organismo multicellulare107 BOX 4.3 DIVISIONE CELLULARE ASIMMETRICA133 Test di pluripotenza134 Cellule germinali embrionali134 4.2 Adesione cellulare e formazione dei tessuti108 Le giunzioni cellulari regolano il contatto tra le cellule109 Giunzioni strette109 Giunzioni cellulari di ancoraggio109 Giunzioni cellulari comunicanti110 La matrice extracellulare regola il comportamento cellulare e serve da impalcatura per sostenere i tessuti111 Tipi cellulari specializzati sono organizzati in tessuti111 Epitelio112 Tessuto connettivo112 Tessuto muscolare113 Tessuto nervoso113 4.6 Cellule del sistema immunitario: la funzione attraverso la diversità135 4.3 Principi della segnalazione cellulare114 Alcune molecole segnale si legano a recettori intracellulari che attivano direttamente i geni bersaglio117 La segnalazione attraverso recettori sulla superficie cellulare spesso implica una cascata di chinasi117 Le vie di trasduzione del segnale usano spesso delle piccole molecole segnale come intermediari intracellulari118 Il segnale sinaptico è una forma specializzata di segnalazione cellulare che non richiede l’attivazione di fattori di trascrizione120 Il sistema immunitario innato fornisce una risposta rapida basata su una modalità generale di riconoscimento dei patogeni136 Il sistema immunitario adattativo attiva risposte immunitarie specifiche potenziate dalle cellule della memoria138 L’immunità umorale dipende dalle attività di anticorpi solubili139 Nell’immunità mediata da cellule, le cellule T riconoscono cellule che contengono frammenti di proteine estranee141 BOX 4.4 IL COMPLESSO MAGGIORE DI Le molecole segnale si legano a recettori specifici nelle cellule riceventi, inducendo un cambiamento del comportamento cellulare114 ISTOCOMPATIBILITÀ, LE PROTEINE MHC E LA PRESENTAZIONE DELL’ANTIGENE142 Attivazione delle cellule T144 BOX 4.2 STRUTTURA DEI FATTORI DI TRASCRIZIONE116 IX BOX 4.5 AUTOIMMUNITÀ145 Le peculiari organizzazione ed espressione dei geni per le Ig e i TCR145 Ulteriori meccanismi di ricombinazione e mutazione contribuiscono alla diversità dei recettori nelle cellule B, ma non nelle cellule T148 La monospecificità delle Ig e dei TCR è determinata da esclusione allelica e da esclusione della catena leggera148 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 149 4.4 Proliferazione cellulare, senescenza e morte cellulare programmata121 La maggior parte delle cellule negli animali adulti non si divide, ma alcuni tessuti e cellule si rinnovano rapidamente121 I mitogeni promuovono la proliferazione cellulare superando i meccanismi che frenano la progressione del ciclo cellulare in G1122 I limiti della proliferazione cellulare e il concetto di senescenza cellulare124 Un gran numero di cellule umane è programmato in modo naturale per morire124 L’importanza della morte cellulare programmata125 L’apoptosi viene effettuata dalle caspasi in risposta a segnali di morte o a un prolungato stress cellulare126 Vie estrinseche: segnalazione attraverso recettori di morte sulla superficie cellulare127 Vie intrinseche: risposte intracellulari a stress cellulari127 4.5 Cellule staminali e differenziamento128 La specializzazione cellulare implica una serie di decisioni gerarchiche guidate128 Le cellule staminali sono delle rare cellule progenitrici che si autorinnovano129 Cellule staminali tissutali consentono di reintegrare tessuti adulti130 Nicchie di cellule staminali131 Rinnovamento versus differenziamento delle cellule staminali132 Le cellule staminali embrionali e le cellule germinali embrionali sono pluripotenti132 CAPITOLO 5 Le basi genetiche dello sviluppo 5.1 Uno sguardo generale sullo sviluppo152 Modelli animali dello sviluppo153 5.2 Specializzazione cellulare durante lo sviluppo154 Le cellule si specializzano attraverso una serie irreversibile di decisioni gerarchiche155 La scelta del destino cellulare spesso dipende dalla posizione delle cellule156 Talvolta il destino cellulare è specificato dal tipo cellulare (lineage) più che dalla posizione157 5.3 Formazione dello schema corporeo durante lo sviluppo158 La formazione del piano corporeo dipende dalla specificazione degli assi e dalla polarizzazione159 La formazione dell’architettura corporea dipende spesso da gradienti di molecole segnale160 BOX 5.1 Specificazione degli assi e della polarità nell’embrione precoce di mammifero160 Le mutazioni omeotiche rivelano le basi molecolari dell’identità posizionale162 5.4Morfogenesi164 La morfogenesi può essere guidata da cambiamenti di forma e di dimensione delle cellule164 X Indice I principali cambiamenti morfogenetici nell’embrione sono il risultato di cambiamenti di affinità cellula-cellula165 La proliferazione cellulare e l’apoptosi sono importanti meccanismi morfogenetici165 5.5 Lo sviluppo precoce dell’embrione umano: dalla fecondazione alla gastrulazione167 Durante la fecondazione l’uovo viene attivato per formare un nuovo individuo167 Lo zigote si divide in tante cellule più piccole168 Le cellule uovo dei mammiferi sono fra le più piccole del regno animale e le loro divisioni sono peculiari sotto vari aspetti169 Solo una piccola frazione delle cellule dell’embrione precoce contribuirà, nei mammiferi, a formare l’organismo maturo170 BOX 5.2 Le membrane extraembrionali e la placenta170 BOX 5.3 I gemelli171 Impianto171 © 978-88-08-05943-7 6.2 Come clonare grossi frammenti di DNA e sistemi di clonaggio per produrre DNA a singolo filamento196 5.6 Lo sviluppo del sistema nervoso176 Il mesoderma assiale induce l’ectoderma soprastante a svilupparsi nel sistema nervoso176 BOX 5.4 La straordinaria versatilità della cresta neurale dei vertebrati177 La formazione di strutture nel tubo neurale coinvolge l’espressione coordinata di geni lungo due assi178 Il differenziamento neuronale richiede l’attività combinatoria di fattori trascrizionali179 5.7 Cellule germinali e determinazione del sesso nei mammiferi180 Molte malattie nell’uomo sono il risultato di anomalie nei processi di sviluppo182 I processi di sviluppo sono spesso altamente conservati, ma alcuni presentano notevoli differenze fra specie182 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 184 6.3 Sistemi di clonaggio progettati per l’espressione genica203 6.4 La reazione a catena della polimerasi: clonare il DNA in vitro209 Amplificazione del DNA: clonare il DNA con sistemi cellulari o la PCR Clonaggio di DNA utilizzando un sistema cellulare187 La reazione a catena della polimerasi (PCR)187 6.1 Principi di clonaggio in sistemi cellulari187 BOX 6.1 EndonucleAsi di Restrizione e Sistemi di modificazione-restrizione188 Si possono produrre grandi quantità di proteine usando vettori di espressione in cellule batteriche203 La tecnica del phage display espone le proteine eterologhe sulla superficie di particelle fagiche205 L’espressione di geni di origine eucariotica è più fedele nelle cellule eucariotiche206 Espressione transitoria in cellule d’insetto tramite l’uso di baculovirus207 Espressione transitoria in cellule di mammifero207 Espressione stabile in cellule di mammifero208 CAPITOLO 6 Gli YAC, cromosomi artificiali di lievito (yeast artificial chromosome), permettono il clonaggio di megabasi di DNA199 Produzione di DNA a singolo filamento per il sequenziamento e la mutagenesi sito-specifica200 I vettori M13201 Vettori fagemidi201 Nei mammiferi le cellule primordiali germinali vengono prodotte precocemente nell’embrione e migrano nelle gonadi in via di sviluppo180 La determinazione del sesso coinvolge informazioni sia intrinseche sia posizionali180 5.8 Conservazione dei processi di sviluppo182 I primi vettori di clonaggio per grossi frammenti di DNA sono stati costruiti sfruttando le caratteristiche del fago l197 Grossi frammenti di DNA possono essere clonati in cellule batteriche usando repliconi extracromosomici a basso numero di copie198 Cromosomi batterici artificiali (BAC) e fosmidi198 Vettori e cromosomi artificiali disegnati sul fago P1199 La gastrulazione è un processo dinamico attraverso il quale le cellule dell’epiblasto danno origine ai tre foglietti embrionali172 I frammenti di DNA d’interesse vengono uniti alle molecole vettore mediante endonucleasi di restrizione e DNA ligasi189 Il clonaggio del DNA in cellule batteriche sfrutta vettori che si replicano attraverso origini di replicazioni extracromosomiche191 Il clonaggio in cellule batteriche fa uso di plasmidi e batteriofagi geneticamente modificati192 La trasformazione costituisce la tappa chiave nel frazionamento del DNA per il clonaggio in sistemi cellulari194 Il DNA ricombinante può essere purificato selettivamente, dopo selezione e amplificazione dei cloni cellulari con il frammento di DNA desiderato195 La PCR permette di amplificare una molecola di DNA specifica presente in piccolissima quantità all’interno di una popolazione complessa210 La natura ciclica della PCR amplifica il DNA in modo esponenziale210 L’amplificazione selettiva del DNA bersaglio dipende dall’elevata specificità delle sequenze primer211 La tecnica della PCR come metodo di clonaggio ha dei limiti, dati dalla modesta dimensione dei frammenti amplificabili e dovuti alla bassa resa del prodotto212 BOX 6.2 Alcuni comuni metodi di PCR213 Per specifiche applicazioni della PCR è stata sviluppata un’ampia gamma di approcci214 PCR allele specifica214 Amplificazioni multiple e metodo della PCR su genoma totale214 Mutagenesi via PCR215 Indice © 978-88-08-05943-7 Real time PCR (qPCR, PCR quantitativa)217 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 217 XI I saggi di ibridazione possono essere utilizzati per saggiare colonie batteriche contenenti DNA ricombinante237 7.4 Saggi di ibridazione basati CAPITOLO 7 Ibridazione di acidi nucleici: principi e applicazioni 7.1 Principi dell’ibridazione con acidi su microarray238 nucleici220 Nei saggi di ibridazione, una popolazione di molecole note di acido nucleico è utilizzata per vagliare una popolazione di acidi nucleici poco caratterizzati220 BOX 7.1 VOCABOLARIO PER L’IBRIDAZIONE DI ACIDI NUCLEICI221 Gli eteroduplex tra sonda e bersaglio sono rilevabili più agevolmente dopo immobilizzazione su un supporto solido221 La denaturazione e l’appaiamento sono condizionati dalla temperatura, dall’ambiente chimico e dall’estensione dei ponti idrogeno222 Condizioni stringenti di ibridazione aumentano la specificità della formazione di molecole a doppio filamento224 La cinetica della riassociazione del DNA dipende anche dalla sua concentrazione224 7.2 Marcatura di acidi nucleici e oligonucleotidi226 A partire da substrati a DNA, a RNA o oligonucleotidici, possono essere preparate differenti classi di sonde226 Le sonde di acido nucleico lunghe sono generalmente prodotte mediante incorporazione di nucleotidi marcati nel corso della sintesi di un filamento di DNA227 Marcatura del DNA mediante nick translation 227 Marcatura del DNA mediante random priming 228 Marcatura per sintesi di un filamento mediante PCR228 Marcatura di RNA228 I radioisotopi possono essere utilizzati per marcare gli acidi nucleici, ma sono pericolosi e hanno una emivita breve229 Nella marcatura non isotopica degli acidi nucleici sono comunemente utilizzati i fluorofori229 BOX 7.2 AUTORADIOGRAFIA230 BOX 7.3 MARCATURA CON ELEMENTI FLUORESCENTI DI ACIDI NUCLEICI231 I microarray a oligonucleotidi di Affymetrix240 I microarray a oligonucleotidi di Illumina240 CAPITOLO 8 Analisi della struttura e della funzione di geni e genomi 8.1 Le genoteche di DNA244 8.2 Il sequenziamento del DNA247 I metodi di cattura del DNA basati sui microarray consentono un risequenziamento efficiente255 8.3 L’anali della struttura dei genomi e i progetti genomici256 In un saggio di ibridazione in situ, un campione di DNA o RNA è immobilizzato all’interno di preparati cromosomici o cellulari235 Ibridazione in situ su cromosomi236 Ibridazione in situ su tessuto236 Il metodo di sequenziamento del DNA con dideossinucleotidi prevede la sintesi enzimatica del DNA utilizzando dei terminatori base-specifici dell’allungamento della catena248 L’automazione del sequenziamento del DNA con dideossinucleotidi ne ha aumentato l’efficienza249 Il pirosequenziamento iterativo registra la sequenza del DNA mentre esso viene sintetizzato250 Il sequenziamento in parallelo su larga scala del DNA permette il sequenziamento simultaneo di un gran numero di frammenti di DNA diversi251 Il sequenziamento in parallelo su larga scala (MPS) di DNA amplificato251 Il sequenziamento di singole molecole252 BOX 7.4 ELETTROFORESI DEGLI ACIDI NUCLEICI234 Le genoteche di DNA genomico comprendono copie frammentate di tutte le molecole di DNA di una cellula244 Le genoteche di cDNA comprendono le copie di DNA delle diverse molecole di RNA di una cellula245 Le genoteche di cDNA, per essere utili, devono essere saggiate in modo appropriato e propagate246 Come saggiare una genoteca246 L’amplificazione e la propagazione di una genoteca246 immobilizzati233 Ibridazione mediante Southern blot 234 Ibridazione per northern blot234 L’ibridazione su microarray è utilizzata principalmente per definire profili trascrizionali o analizzare variazioni a carico del DNA240 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 242 7.3 Ibridazione su acidi nucleici bersaglio L’ibridazione dot-blot permette screening rapidi e utilizza spesso sonde oligonucleotidiche allele-specifiche233 Le ibridazioni mediante Southern e northern blot rilevano DNA e RNA frazionati in base al peso molecolare234 L’ibridazione su microarray consente di effettuare saggi di ibridazione in parallelo utilizzando migliaia di sonde differenti immobilizzate238 I microarray basati su oligonucleotidi ad alta densità forniscono strumenti estremamente potenti per l’analisi di campioni complessi di RNA o DNA239 Per il primo sequenziamento dei genomi complessi servono delle mappe di riferimento258 L’ordine lineare dei cloni di DNA genomico in un contig (contiguo) corrisponde alle loro posizioni subcromosomiche originali259 BOX 8.1 LE MAPPE DI RIFERIMENTO SI BASANO SU MARCATORI DI DNA E SU CONTIG DI CLONI259 Il Progetto Genoma Umano è stata un’impresa internazionale e il primo grande progetto biologico261 XII Indice Le prime mappe genetiche umane avevano una risoluzione bassa e furono costruite principalmente con marcatori di DNA anonimi262 Le mappe fisiche del genoma umano: da mappe di marcatori a mappe di contig di cloni genomici263 La fase finale del sequenziamento dello Human Genome Project fu una corsa al fotofinish 265 © 978-88-08-05943-7 CAPITOLO 9 Organizzazione del genoma umano 9.1 L’organizzazione generale del genoma umano295 La replicazione del DNA mitocondriale295 I geni mitocondriali e la loro trascrizione296 Il codice genetico mitocondriale297 Box 8.2 LE PRINCIPALI TAPPE NELLA MAPPATURA E NEL SEQUENZIAMENTO DEL GENOMA UMANO266 Sono stati condotti progetti genomici anche per un certo numero di organismi modello268 Potenti banche dati genomiche e browser aiutano a immagazzinare e ad analizzare i dati genomici269 Sono stati progettati vari programmi per predire e annotare i geni all’interno delle sequenze genomiche270 Ottenere stime accurate del numero dei geni umani è sorprendentemente difficile273 BOX 8.4 LA GENE ONTOLOGY E IL CONSORZIO GO273 8.4 Le analisi di espressione genica di base274 I principi dei saggi di espressione genica274 I metodi basati sull’ibridazione molecolare permettono saggi semiquantitativi e a elevata risoluzione dei trascritti di singoli geni275 I metodi per determinare la dimensione e l’abbondanza dei trascritti basati sull’ibridazione molecolare276 L’ibridazione di tessuti in situ277 I meccanismi di duplicazione genica302 BOX 8.6 LA PRODUZIONE DI ANTICORPI279 L’espressione delle proteine nelle cellule in coltura è spesso analizzata usando diversi tipi di microscopia a fluorescenza281 8.5 Analisi in parallelo a elevata processività dell’espressione genica282 BOX 8.7 L’ANALISI DEI DATI DI ESPRESSIONE DEI MICROARRAY283 L’approccio moderno allo studio dei profili di espressione genica globale sfrutta sempre più il sequenziamento per quantificare i trascritti285 L’espressione globale delle proteine è spesso rilevata mediante elettroforesi bidimensionale su gel e spettrometria di massa286 L’elettroforesi bidimensionale su gel di poliacrilammide (2D-PAGE)287 La spettrometria di massa288 BOX 8.8 LA SPETTROMETRIA DI MASSA NELLA PROTEOMICA289 Le analisi comparative dell’espressione proteica hanno molte applicazioni290 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 291 Proteine diverse possono essere specificate da unità di trascrizione sovrapposte305 I geni sovrapposti e i geni all’interno di geni305 Geni trascritti in modo divergente oppure cotrascritti da un promotore comune307 Per seguire le proteine espresse da singoli geni si possono utilizzare anticorpi specifici279 I microarray di DNA e di oligonucleotidi permettono di determinare il profilo trascrizionale rapidamente e globalmente282 I geni umani che codificano proteine mostrano una grande variabilità per dimensione e organizzazione interna304 Variazione della dimensione304 Sequenze ripetute all’interno del DNA codificante304 BOX 8.5 I METODI DI RILEVAMENTO USATI NELLA Il genoma umano contiene almeno 26 000 geni, ma il numero esatto è difficile da determinare301 I geni umani non sono distribuiti in modo uniforme tra ed entro i cromosomi301 La duplicazione di segmenti di DNA ha prodotto variazioni nel numero di copie e famiglie geniche302 9.2 I geni che codificano proteine304 I metodi di PCR quantitativa sono ampiamente usati per i saggi di espressione277 PCR QUANTITATIVA (REAL TIME PCR, PCR in tempo reale)278 Il genoma nucleare umano consiste di 24 molecole di DNA cromosomico molto diverse298 BOX 9.1 LA METILAZIONE DEL DNA NEGLI ANIMALI E LE ISOLE DI CpG NEI VERTEBRATI300 BOX 8.3 LA RICERCA DI OMOLOGIE DI SEQUENZA272 Il genoma mitocondriale è compatto e denso di informazione genetica295 I geni umani che codificano proteine spesso appartengono a famiglie di geni che possono essere raggruppati o dispersi su numerosi cromosomi308 Classi diverse di famiglie geniche possono essere riconosciute in base alla similarità di sequenza e di struttura dei prodotti proteici310 Gli eventi di duplicazione genica che danno origine a famiglie multigeniche creano anche pseudogeni e frammenti genici311 BOX 9.2 LE ORIGINI, LA PREVALENZA E LA FUNZIONALITÀ DEGLI PSEUDOGENI311 9.3 I geni per RNA315 BOX 9.3 L’IPOTESI DI UN MONDO A RNA315 BOX 9.4 REVISIONE DEL CONCETTO DI GENE NELL’ERA POST-GENOMICA316 Oltre 1000 geni umani codificano un rRNA o un tRNA, principalmente all’interno di grandi cluster genici318 I geni dell’RNA ribosomale318 I geni per l’RNA transfer, o di trasferimento320 BOX 9.5 LA SPECIFICITà DELL’ANTICODONE DEI tRNA CITOPLASMATICI DEGLI EUCARIOTI321 Famiglie di geni dispersi producono vari piccoli RNA nucleari che facilitano l’espressione genica generale322 I geni per i piccoli RNA nucleari (snRNA) dello spliceosoma322 I geni per i piccoli RNA nucleari che non appartengono allo spliceosoma322 Indice © 978-88-08-05943-7 BOX 10.4 I PRINCIPALI MECCANISMI I geni per i piccoli RNA nucleolari (snoRNA)323 I geni per gli snoRNA dei corpi di Cajal324 BOX 9.6 L’INTERFERENZA DELL’RNA COME MECCANISMO DI DIFESA CELLULARE325 Oltre 3000 geni umani sintetizzano una gran varietà di RNA di regolazione di dimensioni medio-grandi329 L’eterocromatina costitutiva è in larga misura definita da lunghe serie di ripetizioni in tandem di DNA a elevato numero di copie331 Le ripetizioni derivate dai trasposoni costituiscono oltre il 40% del genoma umano e si sono formate per la maggior parte attraverso intermedi a RNA333 I trasposoni LTR umani334 I fossili dei trasposoni a DNA umani334 Alcuni elementi LINE-1 umani sono trasposoni attivi e consentono la trasposizione di altri tipi di sequenze di DNA334 Le ripetizioni Alu sono gli elementi più numerosi del DNA umano e si originano come copie dell’RNA 7SL335 •Conclusioni336 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 337 CAPITOLO 10 Organismi modello, genomica comparata ed evoluzione 10.1 Organismi modello340 CODIFICANTI saggiata MEDIANTE IL RAPPORTO Ka/Ks352 eterocromatina e ripetizioni di trasposoni331 Gli organismi modello unicellulari servono a comprendere la biologia cellulare di base e i microorganismi patogeni340 Alcuni invertebrati modello consentono un’analisi genetica su vasta scala in modo economico e talvolta servono da sistemi modello per le malattie343 BOX 10.2 CARATTERISTICHE DEI DUE PRINCIPALI MODELLI ANIMALI DEGLI INVERTEBRATI344 Pesci, anfibi e uccelli servono egregiamente come organismi modello per lo studio dello sviluppo dei vertebrati345 BOX 10.3 CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI MODELLI DEI VERTEBRATI346 I modelli nei mammiferi presentano svantaggi a causa di limitazioni pratiche e di considerazioni etiche347 L’uomo rappresenta l’organismo modello finale e presto probabilmente lo sarà348 10.2 Genomica comparata349 Esistono molti software per l’allineamento automatico delle sequenze352 La genomica comparata aiuta a confermare geni predetti e a identificare nuovi geni353 La genomica comparata rivela che nei mammiferi è presente una quantità sorprendentemente elevata di DNA funzionale non codificante355 La genomica comparata è stata particolarmente importante per identificare sequenze regolatrici355 10.3 L’evoluzione dei geni e dei genomi357 L’aumento della complessità dei geni è dovuto alla duplicazione e al rimescolamento degli esoni358 La duplicazione degli esoni358 Il rimescolamento degli esoni359 BOX 10.1 CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI ORGANISMI MODELLO UNICELLULARI342 I vincoli evolutivi e il mantenimento della funzione da parte della selezione purificante351 Sequenze a evoluzione rapida e selezione positiva351 BOX 10.5 L’EVOLUZIONE DELLE SEQUENZE L’RNA che interagisce con la proteina piwi327 I siRNA endogeni328 9.4 DNA altamente ripetuto: CHE CONTROLLANO LA VARIAZIONE DELLE FREQUENZE ALLELICHE350 Circa 1000 microRNA umani diversi regolano serie complesse di geni bersaglio mediante appaiamento ai trascritti324 Molte migliaia di diversi piRNA e siRNA endogeni sopprimono la trasposizione e regolano l’espressione genica326 XIII La duplicazione genica può permettere di aumentare il dosaggio genico, ma la sua importanza principale sta nel consentire una complessità funzionale360 La superfamiglia delle globine dimostra la divergenza nelle funzioni e nella regolazione dopo una duplicazione genica361 Nei vertebrati, dopo la divisione dai tunicati, sono avvenuti due o tre eventi importanti di duplicazione del genoma363 Durante l’evoluzione del genoma dei mammiferi sono avvenuti importanti riarrangiamenti cromosomici364 Quando i cromosomi sessuali sono eteromorfi, quello più piccolo è limitato a uno dei due sessi, possiede pochi geni e non presenta quasi ricombinazione366 Le regioni pseudoautosomiche si sono evolute molto rapidamente 367 I cromosomi del sesso nell’uomo si sono evoluti dopo la comparsa di un locus per la determinazione del sesso su uno degli autosomi, facendolo divergere dal cromosoma omologo corrispondente368 L’elevato numero di geni del cromosoma Y espressi nei testicoli è mantenuto principalmente dalla conversione genica intracromosomica370 L’inattivazione del cromosoma X si è sviluppata come risposta alla perdita di geni dal cromosoma Y372 10.4 La posizione dell’uomo nell’albero della vita372 BOX 10.6 GLOSSARIO DEI GRUPPI FILOGENETICI DEI METAZOI E DEI TERMINI USATI PIÙ COMUNI373 La filogenetica molecolare si basa sull’allineamento delle sequenze per ricostruire gli alberi evolutivi374 Esistono molti modi per costruire gli alberi evolutivi e la loro affidabilità può essere verificata con metodi statistici374 Il paradosso del valore G: la complessità di un organismo non ha una relazione semplice con XIV Indice il numero dei geni codificanti proteine che possiede377 La notevole espansione di famiglie geniche in alcune linee evolutive è spesso dovuta a geni “ambientali”378 Nei metazoi complessi le sequenze di tipo regolativo e altre sequenze non codificanti del DNA si sono espanse in modo significativo380 Mutazioni nelle sequenze regolatrici in cis portano a variazioni dell’espressione genica che sono alla base delle differenze morfologiche380 Gli esoni e le sequenze regolatrici in cis tipici di una linea evolutiva si possono originare a partire da elementi trasponibili382 L’espansione delle famiglie geniche e la perdita o l’inattivazione di geni sono avvenuti di recente nella linea evolutiva dell’uomo, ma i geni uomo-specifici sono molto rari384 La genomica comparata e gli studi sul fenotipo cercano di identificare sequenze di DNA importanti per l’uomo386 •Conclusioni389 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 390 CAPITOLO 11 © 978-88-08-05943-7 Il ruolo della proteina HP1412 Un ruolo per piccole molecole di RNA412 Un ruolo per la localizzazione nucleare413 Non una sola causa prima?413 11.3 Memoria epigenetica e imprinting416 11.1 I promotori e il trascitto primario395 Definizione del promotore minimo (core promoter) e del sito d’inizio della trascrizione396 BOX 11.1 TECNICHE PER IDENTIFICARE IL SITO D’INIZIO DELLA TRASCRIZIONE396 Assemblaggio dell’apparato di base della trascrizione397 Allungamento del trascritto398 Terminazione della trascrizione398 Molte altre proteine modulano l’attività dell’apparato di base della trascrizione398 Proteine di legame al DNA sequenza-specifiche possono legarsi vicino al promotore o in punti più lontani399 Co-attivatori e co-repressori influenzano i promotori senza legarsi al DNA401 Molti geni hanno più di un promotore425 Mediante uno splicing alternativo un trascritto primario può codificare isoforme multiple di una proteina426 Un editing dell’RNA può cambiare la sequenza dell’mRNA dopo la trascrizione427 11.5 Controllo dell’espressione genica a livello della traduzione428 Le modificazioni degli istoni nei nucleosomi possono costituire un codice istonico403 Ulteriori controlli regolano quando e dove un mRNA viene tradotto429 La scoperta di molti piccoli RNA che regolano l’espressione genica ha determinato un cambiamento paradigmatico nella biologia cellulare429 I microRNA come regolatori della traduzione430 I microRNA e i tumori431 Alcuni problemi irrisolti431 metilazione del DNA e codice istonico402 A livello dei loci imprinted, l’espressione dipende dall’origine parentale419 Le sindromi di Prader-Willi e di Angelman sono classici esempi di imprinting nell’uomo420 A proposito dell’imprinting sorgono due domande: come avviene e perché avviene?422 Le paramutazioni sono un tipo di cambiamento epigenetico transgenerazionale423 Di alcuni geni è espresso solo un allele, ma indipendentemente dall’origine parentale423 11.4 Un gene-più di una proteina424 11.2 Conformazione della cromatina: BOX 11.2 NOMENCLATURA PER LE MODIFICAZIONI DEGLI ISTONI402 La memoria epigenetica dipende dalla metilazione del DNA e forse dai gruppi di proteine polycomb e trithorax416 L’inattivazione dell’X: un cambiamento epigenetico trasmissibile da una cellula alla cellula figlia, ma non da un genitore al figlio417 L’inizio dell’inattivazione dell’X: il ruolo di XIST 418 La fuga dall’inattivazione dell’X419 La trascrizione a opera della RNA polimerasi II è un processo a tappe successive395 Il progetto ENCODE cerca di dare una visione globale della trascrizione e del suo controllo413 La trascrizione è di gran lunga più estesa di quanto immaginato in precedenza415 La previsione dei siti d’inizio della trascrizione415 Espressione genica nell’uomo Gli stati della cromatina sono mantenuti da parecchi meccanismi che interagiscono tra loro411 •Conclusioni432 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 433 Cromatina aperta e chiusa403 BOX 11.3 TECNICHE PER LO STUDIO DELLA CONFORMAZIONE DELLA CROMATINA404 Complessi di rimodellamento della cromatina ATP-dipendenti406 La metilazione del DNA è importante nel controllo dell’espressione genica408 BOX 11.4 MODIFICAZIONE DEL DNA CON BISOLFITO409 Proteine che si legano a metil-CpG409 La metilazione del DNA durante lo sviluppo410 CAPITOLO 12 Studiare la funzione genica nell’era post-genomica 12.1 Lo studio della funzione genica: una panoramica436 La funzione genica si può studiare a molti livelli diversi437 Studi di espressione genica437 Indice © 978-88-08-05943-7 Inattivazione genica e inibizione dell’espressione genica437 Definire i profili molecolari dei prodotti genici438 la funzione dei geni440 Le ricerche di omologia di sequenza possono fornire indizi preziosi sulla funzione dei geni440 La ricerca in banche dati spesso è condotta con un modello di una sequenza evolutivamente conservata441 BOX 12.1 LA BIOINFORMATICA PUò SVOLGERE UN RUOLO CRUCIALE NEL CHIARIRE LA FUNZIONE DEI GENI: L’ESEMPIO DEL GENE NIPBL442 Il confronto con domini e motivi proteici ben documentati può fornire indizi aggiuntivi sulla funzione del gene442 Indizi sul funzionamento di un gene si possono inferire da diversi tipi di manipolazioni genetiche444 L’interferenza dell’RNA è il metodo principale per valutare la funzione di un gene nelle cellule di mammifero in coltura446 Analisi globali di siRNA forniscono un approccio a livello di sistemi per studiare la funzione genica nelle cellule448 L’inattivazione dei geni nella linea germinale fornisce le informazioni più dettagliate sulla funzione genica449 12.4 Proteomica, interazioni proteina-proteina e interazioni proteine-DNA451 La proteomica si occupa principalmente di identificare e caratterizzare le proteine a livello biochimico e funzionale451 Gli studi su larga scala delle interazioni proteina-proteina cercano di definire reti proteiche funzionali452 Il saggio del doppio ibrido di lievito si basa sulla ricostruzione di un fattore trascrizionale funzionante452 Per selezionare i partner proteici di una proteina di interesse è ampiamente usata la spettrometria di massa con purificazione per affinità454 Le interazioni proteina-proteina identificate sono spesso validate mediante co-immunoprecipitazione o saggi di pull-down 456 L’interattoma proteico apre un passaggio importante verso la biologia dei sistemi456 Definire le interazioni tra acidi nucleici e proteine è fondamentale per capire la funzione dei geni458 Mappare le interazioni proteina-DNA in vitro 459 La mappatura delle interazioni tra proteine e DNA in vivo 460 I cambiamenti su grande scala del numero di copie sono sorprendentemente frequenti nel genoma umano468 13.2 I danni al DNA e i meccanismi di riparazione471 Il DNA contenuto nelle cellule richiede una cura costante per riparare i danni e correggere gli errori471 Gli effetti dei danni al DNA473 La replicazione del DNA, la trascrizione, la ricombinazione e la riparazione del DNA utilizzano complessi multiproteici con componenti condivise474 BOX 13.3 meccanismi di riparazione dei danni al DNA nelle cellule umane475 I difetti nella riparazione del DNA sono la causa di molte malattie umane476 I gruppi di complementazione476 13.3 Varianti patogeniche del DNA477 Capire se un cambiamento della sequenza del DNA è patogenico può essere difficile477 Cambiamenti di un singolo nucleotide e altre piccole modificazioni sono una tipologia comune di cambiamenti patogenici478 Mutazioni missenso478 Mutazioni nonsenso480 Cambiamenti che colpiscono il processamento del trascritto primario481 Mutazioni frameshift 482 Cambiamenti che modificano il livello di espressione genica483 Cambiamenti sinonimi (silenti) patogenici485 Le variazioni nelle corte sequenze ripetute in tandem a volte possono essere patogeniche485 Mutazioni dinamiche: una classe speciale di varianti microsatellitari patogeniche486 BOX 13.4 malattie causate dall’anormale aggregazione di proteine488 Le variazioni che alterano il dosaggio di uno o più geni possono essere patogeniche489 13.4 Patologia molecolare: comprendere l’effetto delle variazioni492 •Conclusioni461 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 462 CAPITOLO 13 La variabilità genetica umana e le sue conseguenze’ 13.1 Tipologia delle variazioni presenti tra i genomi umani464 Sia le sequenze intersperse, sia quelle ripetute in tandem possono mostrare polimorfismi467 I polimorfismi dovuti a sequenze ripetute in tandem: il cavallo di battaglia per studi familiari e forensi467 12.3 Lo studio della funzione genica mediante inattivazione o modificazione selettiva444 I polimorfismi di un singolo nucleotide (single nucleotide polymorphism, SNP) sono le variazioni genetiche numericamente più abbondanti464 BOX 13.1 Polimorfismo e mutazione: termini con diversi significati465 BOX 13.2 nomenclatura USATA per descrivere variazioni del DNA e delle proteine465 Le analisi a livello genomico hanno il fine di integrare le analisi della funzione genica438 12.2 Approcci bioinformatici per studiare XV Una delle più grandi distinzioni della patologia molecolare è quella tra cambiamenti che determinano una perdita di funzione (loss-of-function) o un’acquisizione di funzione (gain-of-function)493 L’eterogeneità allelica è una caratteristica frequente nei fenotipi causati da perdita di funzione493 Mutazioni con perdita di funzione producono fenotipi dominanti se vi è aploinsufficienza494 Quando il prodotto di un gene mutato interferisce con la funzione genica del prodotto normale si osservano effetti di dominanza negativa496 XVI Indice Le mutazioni con acquisizione di funzione spesso influenzano il modo con cui un gene o il suo prodotto reagiscono ai segnali di regolazione498 Malattie provocate dall’acquisizione di funzione di un recettore ormonale associato a una proteina G499 Non sempre l’omogeneità allelica è dovuta a una acquisizione di funzione499 Perdite di funzione e acquisizioni di funzione nello stesso gene producono fenotipi differenti499 13.5 Alla ricerca delle correlazioni genotipo-fenotipo501 © 978-88-08-05943-7 L’effetto fenotipico delle mutazioni con perdita di funzione dipende dal livello residuo della funzione genica502 La correlazione genotipo-fenotipo è particolarmente labile nel caso di malattie dovute a mutazioni mitocondriali503 La variabilità entro famiglia è dovuta alla presenza di geni modificatori o agli effetti del caso504 tra caratteri mendeliani è l’analisi computerizzata del lod score522 Box 14.2 come si calcola il lod score523 I valori di lod score di +3 e –2 fissano i criteri per determinare l’esistenza di linkage o per escluderlo (per un singolo test)524 Box 14.3 calcolo Bayesiano del valore soglia del linkage524 Nelle analisi dell’intero genoma è necessario usare una soglia di significatività adeguata526 14.4 La mappatura a più punti526 Le famiglie CEPH sono state usate per la costruzione di mappe di riferimento527 La mappatura a più punti consente di individuare un locus malattia all’interno di una mappa di riferimento di marcatori528 14.5 La mappatura fine che utilizza alberi genealogici allargati e aplotipi •Conclusioni505 ancestrali529 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 506 CAPITOLO 14 La mappatura per autozigosi consente di mappare efficientemente malattie recessive in famiglie allargate529 L’identificazione di tratti cromosomici ancestrali condivisi permette una mappatura genetica ad alta risoluzione530 La mappatura genetica di caratteri mendeliani 14.1 Il ruolo della ricombinazione 14.6 Difficoltà legate all’analisi standard nella mappatura genetica510 I ricombinanti vengono identificati mediante l’analisi di coppie di marcatori nei genitori e nella loro progenie510 BOX 14.1 ricombinazione e conversione genica511 La frequenza di ricombinazione è una misura della distanza genetica tra due loci512 Per quanto grande possa essere la distanza tra due loci, le frequenze di ricombinazione non sono mai maggiori di 0,5513 Le funzioni di mappatura definiscono la relazione che esiste tra frequenza di ricombinazione e distanza genetica513 Il conteggio dei chiasmi fornisce una stima della lunghezza totale della mappa515 Gli eventi di ricombinazione non sono distribuiti casualmente lungo i cromosomi: le distanze genetiche lungo la mappa non corrispondono alle distanze fisiche515 14.2 Mappatura di un locus malattia518 La mappatura delle malattie umane è basata sui marcatori molecolari518 L’analisi di linkage richiede meiosi informative519 I marcatori adeguati devono essere distribuiti lungo tutto il genoma520 Nelle analisi di linkage generalmente si usano microsatelliti e SNP marcati con fluorocromi520 14.3 La mappatura a due punti521 Il conteggio dei ricombinanti nei pedigree non è sempre semplice521 Il modo migliore di analizzare alberi genealogici complessi per identificare la concatenazione del lod score533 Errori di genotipizzazione e diagnosi sbagliate possono generare falsi ricombinanti533 Difficoltà di calcolo riducono il numero dei pedigree che possono essere analizzati534 L’eterogeneità del locus costituisce sempre un’insidia per la mappatura genica nell’uomo535 La mappatura basata sugli alberi genealogici ha una risoluzione limitata535 I caratteri con eredità non mendeliana non possono essere mappati con i metodi descritti in questo capitolo535 •Conclusioni536 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 538 CAPITOLO 15 Mappatura di geni che conferiscono suscettibilità a malattie complesse 15.1 Studi familiari di malattie complesse540 Il rapporto di rischio (l) è una misura della familiarità541 La condivisione dello stesso ambiente familiare è una spiegazione alternativa alla familiarità541 Gli studi sui gemelli hanno molti limiti542 Gemelli monozigotici separati543 Gli studi sulle adozioni sono il metodo migliore per discriminare tra fattori genetici e ambientali543 15.2 Analisi della segregazione544 L’analisi di segregazioni complesse consente di stimare la più probabile combinazione di fattori genetici utilizzando dati provenienti da più famiglie544 Indice © 978-88-08-05943-7 15.3 L’analisi di linkage dei caratteri complessi546 L’analisi standard del lod score solitamente non è indicata per lo studio di caratteri non mendeliani546 I metodi non parametrici di analisi non richiedono un modello genetico547 Famiglie quasi mendeliane547 16.1 Il clonaggio posizionale577 L’analisi di linkage di caratteri complessi ha alcuni punti deboli549 Le soglie di significatività549 Colpi fortunati550 Un esempio: l’analisi di linkage della schizofrenia550 Le associazioni possono avere molte cause553 L’associazione è molto diversa dal linkage, ad eccezione di quando la famiglia e la popolazione coincidono554 Gli studi di associazione dipendono dal linkage disequilibrium554 La dimensione dei tratti cromosomici ancestrali condivisi555 Lo studio del linkage disequilibrium 556 Box 15.1 Misure del linkage disequilibrium557 L’identificazione dei geni e dei fattori di suscettibilità alla base delle malattie umane disequilibrium551 CAPITOLO 16 Identità per discendenza versus identità per stato 547 Analisi di fratelli affetti548 15.4 Studi di associazione e linkage Il progetto HapMap è lo studio più completo sul linkage disequilibrium nel genoma umano557 Gli studi iniziali avevano alcuni punti deboli sistematici561 I test del disequilibrio di trasmissione evitano i problemi legati a controlli adeguati562 Box 15.3 Il test del disequilibrio di trasmissione562 Gli studi di associazione possono essere più potenti di quelli di linkage nell’identificare alleli deboli di suscettibilità563 Negli studi di associazione i disegni sperimentali caso-controllo sono una valida alternativa a quelli TDT563 16.2 L’importanza dei pazienti con anomalie cromosomiche583 per identificare geni-malattia589 Particolari popolazioni possono offrire vantaggi negli studi di associazione565 Una nuova generazione di studi di associazione sull’intero genoma (GWA) ha finalmente rotto l’impasse esistente nella ricerca sulle malattie complesse565 •Conclusioni572 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 573 Le traslocazioni del cromosoma X con un autosoma costituiscono un caso particolare585 Riarrangiamenti che al microscopio sembrano bilanciati non sempre lo sono a livello molecolare586 L’ibridazione genomica comparativa permette la ricerca sistematica di microdelezioni e microduplicazioni586 Gli effetti a distanza sono il vero problema nell’identificazione dei geni-malattia588 16.3 Strategie indipendenti dalla posizione L’ipotesi “malattia comune-variante comune” prevede che i fattori di suscettibilità abbiano origini antiche568 L’ipotesi “mutazione-selezione” suggerisce che la maggior parte della suscettibilità a malattie sia dovuta a un’eterogenea serie di mutazioni recenti569 Un quadro completo della suscettibilità genetica richiederà il contributo sia dell’ipotesi “malattia comune -variante comune” sia dell’ipotesi “mutazione-selezione”571 Pazienti con riarrangiamenti cromosomici bilanciati e un fenotipo non spiegabile costituiscono un indizio prezioso per la ricerca583 BOX 16.2 INDIZI DELLA PRESENZA DI ANOMALIE CROMOSOMICHE584 per identificare un locus di suscettibilità in una scanSione dell’intero genoma564 La dimensione del rischio relativo567 15.6 I limiti degli studi di associazione568 Il modello murino ha un ruolo speciale nell’identificazione di geni-malattia umani582 BOX 16.1 MAPPATURA DEI GENI MURINI582 Box 15.4 dimensione del campione necessaria Il clonaggio posizionale identifica un gene-malattia sulla base della sua posizione cromosomica approssimativa578 Il primo passaggio nel clonaggio posizionale consiste nel definire la regione candidata nel modo più preciso possibile578 Il secondo passaggio consiste nello stabilire una lista di geni nella regione candidata579 Il terzo passaggio consiste nello stabilire un ordine di priorità fra i geni candidati, prima di ricercarne le eventuali mutazioni580 Espressione appropriata580 Funzione appropriata581 Omologie e relazioni funzionali581 Box 15.2 Rappresentazione grafica del linkage disequilibrium558 L’impiego di tag-SNP (SNP etichetta)560 15.5 Gli studi di associazione in pratica560 XVII Un gene-malattia può essere identificato se si conosce il suo prodotto proteico589 Un gene-malattia può essere identificato attraverso la sua funzione o le interazioni del suo prodotto590 Un gene-malattia può essere identificato attraverso un modello animale, anche in assenza di informazioni posizionali591 Un gene-malattia può essere identificato attraverso particolari caratteristiche della sua sequenza di DNA592 16.4 Validazione dei geni candidati identificati con approccio posizionale593 Per le malattie a trasmissione mendeliana, un gene candidato viene normalmente passato al vaglio alla ricerca di mutazioni in un pannello di pazienti non imparentati593 Cambiamenti epigenetici possono causare una malattia senza alterare la sequenza del DNA594 Il gene alla base della malattia può non essere così ovvio595 L’eterogeneità del locus è una regola più che un’eccezione596 Spesso sono necessari studi ulteriori per convalidare XVIII Indice l’identificazione del gene-malattia597 © 978-88-08-05943-7 17.3 I geni oncorepressori633 16.5 Identificazione di varianti causali attraverso studi di associazione597 L’identificazione della varianti causali non è semplice598 Le varianti causali vengono identificate da un approccio combinato di studi statistici e funzionali599 L’analisi funzionale di SNP all’interno di sequenze senza funzione apparente è particolarmente difficile600 Calpaina 10 e diabete di tipo II600 La regione cromosomica 8q24 e la suscettibilità al tumore della prostata601 16.6 Otto esempi di identificazione 17.4 La regolazione difettosa del ciclo cellulare nel cancro638 di geni-malattia602 Caso-studio 1: la distrofia muscolare di Duchenne602 Caso-studio 2: la fibrosi cistica604 Caso-studio 3: la sindrome brachio-oto-renale605 Caso-studio 4: la deficienza multipla di solfatasi606 Caso-studio 5: la persistenza della lattasi intestinale607 Caso-studio 6: la sindrome CHARGE609 Caso-studio 7: il tumore al seno610 Caso-studio 8: il morbo di Crohn612 16.7 L’identificazione dei geni-malattia ha funzionato?616 La maggior parte delle varianti che causano le malattie a trasmissione mendeliana è stata identificata616 Gli studi di associazione su scala genomica hanno avuto molto successo, ma resta difficile identificare le varianti che hanno un reale ruolo funzionale617 Sono stati raggiunti risultati clinicamente utili solo per poche malattie complesse617 La malattia di Alzheimer618 Degenerazione maculare legata all’età (ARMD, age 618 related macular degeneration Eczema (dermatite atopica619 Il problema dell’ereditabilità nascosta619 Lo studio del retinoblastoma ha fornito un paradigma per la comprensione dei geni oncosoppressori634 Alcuni geni oncosoppressori mostrano variazioni rispetto al paradigma dei due eventi635 La perdita di eterozigosi è stata ampiamente utilizzata come marcatore per localizzare i geni oncosoppressori637 I geni oncosoppressori sono spesso silenziati epigeneticamente mediante metilazione638 Tre geni oncosoppressori principali controllano gli eventi cellulari nella fase G1640 pRb: un regolatore cruciale della progressione attraverso la fase G1640 p53: il guardiano del genoma641 CDKN2A: un singolo gene codificante due proteine regolatrici641 17.5 L’instabilità del genoma642 Per indagare le alterazioni cromosomiche nelle cellule tumorali si utilizzano diversi approcci sperimentali643 Tre meccanismi principali sono responsabili dell’instabilità cromosomica e delle anomalie del cariotipo643 I telomeri sono essenziali per la stabilità cromosomica644 I danni al DNA inviano un segnale a p53, che avvia una risposta protettiva645 ATM: il rilevatore iniziale del danno645 La nibrina e il complesso MRN646 CHEK2: una chinasi mediatrice646 Il ruolo di BRCA1/2646 p53 alla riscossa647 I difetti nei meccanismi di riparazione sono alla base di numerose malattie genetiche associate al cancro647 L’instabilità dei microsatelliti è stata scoperta in seguito alle ricerche sui tumori familiari del colon648 17.6 Una visione genomica del cancro650 Le analisi citogenetiche e l’ibridazione su microarray consentono •Conclusioni620 una visione su scala genomica delle alterazioni strutturali650 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 621 CAPITOLO 17 Genetica del cancro 17.1 L’evoluzione del cancro625 BOX 17.1 DUE MODALITÀ PER RENDERE PIÙ PROBABILE UNA SERIE DI MUTAZIONI SUCCESSIVE626 17.2 Gli oncogeni627 Gli oncogeni agiscono nelle vie di segnalazione della crescita628 L’attivazione di un oncogene implica un acquisto di funzione629 Attivazione mediante amplificazione629 Attivazione da mutazioni puntiformi630 Attivazione mediante traslocazioni che creano un nuovo gene chimerico631 Attivazione mediante traslocazioni in regioni cromatiniche trascrizionalmente attive632 L’attivazione di un oncogene risulta tumorigenica solamente in circostanze particolari633 Le nuove tecniche di sequenziamento permettono di rilevare cambiamenti della sequenza nucleotidica su scala genomica650 Ulteriori tecniche forniscono una visione su scala genomica delle alterazioni epigenetiche nei tumori651 L’indagine dell’espressione genica su scala genomica viene utilizzata per generare modelli di espressione652 17.7 Lo studio dell’evoluzione a più stadi del cancro654 La microevoluzione del tumore al colon-retto è particolarmente ben documentata654 17.8 L’integrazione dei dati: il cancro come un problema di biologia cellulare656 La tumorigenesi dovrebbe essere concepita in termini di pathway, non di singoli geni657 I tumori maligni devono acquisire la capacità di stimolare l’angiogenesi e la metastatizzazione658 La biologia dei sistemi consentirà di arrivare a una visione unificata dello sviluppo tumorale659 •Conclusioni660 Indice © 978-88-08-05943-7 XIX Il gene tracking implica tre passaggi logici689 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 661 BOX 18.1 LA LOGICA DEL GENE TRACKING690 CAPITOLO 18 Test genetici 18.1 Che cosa analizzare e perché665 Per l’analisi genetica possono essere usati molti tipi diversi di campioni665 RNA o DNA?666 Saggi funzionali667 18.2 Scansione di un gene alla ricerca La scansione di un gene alla ricerca di mutazioni normalmente viene fatta mediante sequenziamento667 Per analizzare rapidamente un gene alla ricerca di possibili mutazioni sono state usate diverse tecniche668 Metodi basati sull’identificazione di mismatch o eteroduplex669 Metodi basati sull’analisi della conformazione dei singoli filamenti670 Metodi basati sulla traduzione: il test delle proteine tronche671 I microarray consentono con una sola operazione la scansione di un gene alla ricerca praticamente di qualsiasi mutazione671 La metilazione del DNA può essere messa in evidenza mediante molti metodi672 Le varianti non classificate rappresentano un problema rilevante673 BOX 18.2 L’USO DEL TEOREMA DI BAYES PER COMBINARE LE PROBABILITà692 I problemi particolari relativi alla distrofia muscolare di Duchenne693 18.6 Determinazione del profilo di DNA (DNA profiling)693 di mutazioni667 La ricombinazione pone un serio limite alla precisione del gene tracking 691 Il calcolo del rischio nel gene tracking 691 Per il profiling è stata usata una grande varietà di differenti polimorfismi del DNA694 Uso di sonde minisatelliti per il fingerprinting del DNA694 L’uso di marcatori microsatelliti per il DNA profiling 695 Polimorfismi del cromosoma Y e mitocondriali696 Il DNA profiling è utilizzato per escludere o stabilire una paternità696 Il DNA profiling può essere utilizzato per identificare l’origine di campioni clinici696 Il DNA profiling può essere usato per determinare il tipo di gemellarità697 Il DNA profiling ha rivoluzionato le indagini forensi ma solleva problemi relativi alle libertà civili697 Problemi tecnici697 Problemi giudiziari698 BOX 18.3 L’ERRORE ACCUSATORIO699 Problemi etici e politici700 Conclusioni701 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 703 18.3 Ricerca di uno specifico cambiamento di sequenza674 Ricerca della presenza o assenza di un sito di restrizione674 Ibridazione con oligonucleotidi allele-specifici676 Amplificazione allele-specifica mediante PCR676 Saggio di ligazione degli oligonucleotidi677 Minisequenziamento mediante primer extension 677 Pirosequenziamento677 Genotipizzazione mediante spettrometria di massa679 Genotipizzazione massiva di SNP in parallelo basata 679 su microarray CAPITOLO 19 Farmacogenetica, medicina personalizzata e screening delle popolazioni 19.1 Valutazione dei test clinici706 BOX 19.1 LO SCHEMA ACCE PER LA VALUTAZIONE DEI TEST706 La validità analitica di un test è misura della sua accuratezza707 La validità clinica di un test è misurata dalla bontà della previsione riguardante una condizione clinica707 I test devono essere valutati anche per l’utilità clinica e l’accettabilità sotto l’aspetto etico708 18.4 Alcuni test speciali681 L’analisi di delezioni e duplicazioni di un intero esone richiede delle tecniche speciali681 Il test di amplificazione multiplex con sonde ligazione-dipendente (MLPA)682 Delezioni del gene della distrofina nei maschi683 Non maternità apparente in una famiglia in cui segrega una delezione684 Nei test prenatali per aneuploidie cromosomiche viene usata una PCR quantitativa684 Alcune malattie da espansione di triplette richiedono dei test speciali685 Per alcune malattie l’analisi delle mutazioni deve tener conto della variabilità geografica686 Il test per malattie con un’elevata eterogeneità di locus rappresenta una sfida688 18.5 Gene tracking689 BOX 19.2 MISURA DELLA VALIDITÀ ANALITICA DI UN TEST707 BOX 19.3 MISURE DEL RISCHIO RELATIVO709 19.2 Farmacogenetica e farmacogenomica710 Molte differenze a livello genetico hanno effetto sul metabolismo dei farmaci711 I citocromi P450 sono responsabili di gran parte del metabolismo di Fase 1 dei farmaci711 CYP2D6712 Altri enzimi P450713 Un’altra variante di un enzima di Fase 1 causa problemi in chirurgia714 Le reazioni di coniugazione della Fase 2 producono derivati XX Indice © 978-88-08-05943-7 di screening prenatale possano portare all’ostracismo delle persone affette739 Alcune persone temono che permettere alle persone con malattie genetiche di condurre una vita normale avrà conseguenze negative sulle generazioni successive739 idrosolubili dei farmaci, che vengono escreti714 Acetilatori lenti e veloci714 La glucuronosiltransferasi UGT1A1715 Le glutatione-S-transferasi GSTM1 e GSTT1715 Tiopurina metiltransferasi716 La variabilità genetica del bersaglio può avere effetto sulla farmacodinamica716 Variabilità dei recettori beta-adrenergici716 Variabilità dell’enzima convertitore dell’angiotensina716 Variabilità del recettore HT2RA della serotonina717 Ipertermia maligna e il recettore per la rianodina718 19.3 Medicina personalizzata: prescrivere il farmaco migliore718 La difficoltà di mettere in pratica la teoria senza una genotipizzazione del paziente718 Gli effetti dei farmaci sono spesso poligenici718 Warfarina719 Le industrie farmaceutiche non hanno finora avuto grossi incentivi per promuovere una medicina personalizzata720 Stadi nello sviluppo di un farmaco720 Alcuni farmaci sono progettati o venduti su licenza per il trattamento di pazienti con genotipi specifici721 19.5 Il nuovo paradigma: prevedere e prevenire?740 Conclusioni742 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 743 CAPITOLO 20 Manipolazione genica di animali per lo studio di modelli di malattia e di funzione genica 20.1 Una panoramica sugli organismi modello746 Il trastuzumab per il tumore alla mammella con amplificazione di HER2722 Il gefitinib per il tumore al polmone e altri tumori in presenza di mutazioni EGFR722 Il profilo di espressione dei tumori può portare a un trattamento personalizzato723 Un approccio alternativo: la medicina depersonalizzata e la polipillola724 20.2Generazione di animali transgenici749 19.4 La medicina personalizzata: studi sulla I ricercatori riescono finalmente a identificare i fattori genetici di suscettibilità725 I fattori individuali sono quasi sempre poco rilevanti726 Anche se un test singolo non fornisce una previsione accurata, una batteria di test potrebbe riuscirci727 Rimane molto da capire circa la validità clinica dei test di suscettibilità729 Il rischio per il diabete di tipo 2: lo studio Framingham e uno studio sugli Scandinavi729 Rischio di tumore alla mammella: lo studio del gruppo Pharoah729 Il rischio di tumore alla prostata: lo studio del gruppo di Zheng731 Le prove di un’utilità clinica dei test per la suscettibilità mancano quasi completamente732 19.5Lo screening di popolazione733 I test di screening non sono test diagnostici734 Lo screening prenatale per la sindrome di Down stabilisce una soglia arbitraria per il test diagnostico734 I test di screening devono rispondere a determinati criteri per essere accettati735 Che cosa si vuole ottenere con uno screening?736 Sensibilità e specificità736 Scelta dei soggetti per lo screening 738 Una linea guida etica per lo screening Alcune persone temono che i programmi 738 Gli animali transgenici possiedono il DNA esogeno nella linea germinale750 La microiniezione nel pronucleo è uno dei metodi più usati per generare animali transgenici750 I transgeni possono essere inseriti nella linea germinale anche attraverso le cellule germinali stesse o utilizzando le cellule staminali embrionali751 Trasferimento genico in gameti e in cellule precursori delle cellule germinali752 Trasferimento genico in cellule embrionali pluripotenti dell’embrione precoce o in cellule staminali coltivate752 Trasferimento genico in cellule somatiche (clonazione animale)753 suscettibilità a malattie complesse725 Una vasta gamma di specie viene usata come animali modello746 La maggior parte degli animali modello è generata con la manipolazione genetica747 Gli animali modello permettono di studiare diversi fenotipi748 Il trasferimento nucleare è stato utilizzato per produrre animali domestici geneticamente modificati753 Promotori esogeni possono fornire un modo comodo per regolare l’espressione dei transgeni754 Espressione del transgene regolata dal sistema inducibile della tetraciclina754 Espressione del transgene regolata dal sistema inducibile da tamoxifene755 L’espressione del transgene può essere influenzata dalla posizione e dalla struttura del locus in cui è inserito756 20.3Modificazioni specifiche del genoma e inattivazione genica in vivo756 L’isolamento delle linee cellulari pluripotenti ES: una pietra miliare nella genetica dei mammiferi757 Il gene targeting permette la produzione di animali con una specifica mutazione in tutte le cellule757 Differenti approcci di gene targeting generano alleli null o con sottili variazioni funzionali759 Gene knock-out (inattivazione genica)759 Gene knock-in (inserimento di un gene reporter)759 Generazione di mutanti puntiformi760 Indice © 978-88-08-05943-7 Negli animali, i sistemi microbici di ricombinazione sito-specifica, permettono l’inattivazione condizionale di un gene e l’ingegneria cromosomica761 Inattivazione genica condizionale762 Ingegneria cromosomica763 Una tecnica alternativa per eseguire gene targeting fa uso di nucleasi zinc finger 763 Il knock-down di un gene a livello dell’RNA implica la degradazione del suo trascritto o l’inibizione della sua traduzione765 Knock-down di un gene in vivo mediante RNA interference (interferenza dell’RNA)766 Inattivazione genica mediante oligonucleotidi morfolino antisenso766 20.4Mutagenesi casuale e analisi di mutanti su larga scala767 Mutagenesi casuale mediante sostanze chimiche che aggiungono un gruppo etile alle basi768 La mutagenesi inserzionale sulle cellule ES sfrutta transgeni privi di promotore come “trappole per geni”768 I trasposoni causano l’inattivazione genica integrandosi in modo casuale nel genoma769 Mutagenesi inserzionale con il trasposone Sleeping Beauty Trasposizione mediata dall’elemento piggyBac 20.5Animali geneticamente modificati come modelli di malattia per studiare la funzione genica772 LET TURE DI APPROFONDIMENTO 786 CAPITOLO 21 Approcci genetici alla cura delle malattie 21.1 Trattamento della malattia genetica versus trattamento genetico della malattia790 Gli animali geneticamente modificati hanno ampliato la nostra conoscenza della funzione genica772 Creare modelli animali di malattie umane773 Le mutazioni per perdita di funzione (loss of function) possono essere studiate inattivando selettivamente il gene ortologo di topo773 malattie basati su farmaci, proteine ricombinanti e vaccini792 21.3 Principi e applicazioni della terapia cellulare801 BOX 21.2 PRODUZIONE E VALIDAZIONE DI LINEE CELLULARI STAMINALI EMBRIONALI802 Cellule staminali da tessuto adulto802 Difficoltà pratiche della terapia cellulare basata su cellule staminali802 Terapia cellulare eterologa e autologa803 RIPROGRAMMAZIONE NUCLEARE IN CELLULE DI MAMMIFERO804 BOX 21.4 PROBLEMI ETICI DELLA CLONAZIONE RIPRODUTTIVA UMANA806 Pluripotenza indotta in cellule somatiche806 BOX 21.5 ALCUNE PIETRE MILIARI NELLA Box 20.3 La difficoltà di riprodurre fenotipi umani nel topo781 L’umanizzazione dei modelli murini per superare alcune delle differenze che rendono il topo un modello imperfetto782 Lo sviluppo di nuove tecniche genetiche sta aumentando i modelli di malattia che si possono studiare782 La riprogrammazione nucleare offre nuove possibilità terapeutiche e nuovi modelli delle malattie umane804 BOX 21.3 INDUZIONE SPERIMENTALE DELLA Topi knock-out per ottenere un modello di perdita di funzione di un oncosoppressore780 Topi transgenici come modello per l’attivazione di un oncogene782 Modelli di tumori a insorgenza sporadica782 Le terapie basate su cellule staminali promettono di trasformare il potenziale dei trapianti801 Le cellule staminali embrionali801 recessive: l’esempio della fibrosi cistica775 Le proteine di interesse terapeutico possono essere prodotte attraverso la loro espressione in microrganismi, linee cellulari di mammifero o in animali transgenici794 L’ingegneria genetica ha prodotto nuovi anticorpi a uso terapeutico796 Gli aptameri sono scelti in modo da legare proteine bersaglio specifiche e inibirne la funzione798 L’ingegneria genetica ha permesso di migliorare la funzione dei vaccini800 Vaccini antitumorali800 Box 20.2 Modelli di topo per malattie Esprimendo il transgene d’interesse mutato si ottengono modelli di mutazioni con acquisto di funzione (gain of function)776 La creazione di un modello animale di anomalie cromosomiche è una sfida778 Modelli murini di tumori umani sono difficili da ottenere780 Le industrie farmaceutiche hanno investito ingenti somme di denaro nella genomica per cercare di identificare nuove molecole bersaglio792 BOX 21.1 BERSAGLI FARMACOLOGICI E SCREENING FARMACOLOGICI DI PICCOLE MOLECOLE793 Alleli null 774 Alleli umanizzati774 Mutanti leaky (deboli) e ipomorfi774 Le terapie sono più avanzate nel caso delle malattie genetiche con una base biochimica nota790 Per il trattamento genetico di una malattia si può intervenire a diversi livelli791 21.2 Approcci genetici al trattamento delle Box 20.1 Il background genetico del topo e il ruolo dei geni modificatori771 Conclusioni785 770 770 Il Consorzio Internazionale Topi Knock-out ha lo scopo di ottenere mutanti per inattivazione genica di tutti i geni murini771 XXI RIPROGRAMMAZIONE NUCLEARE DI CELLULE DI MAMMIFERO807 Transdifferenziamento809 La terapia basata su cellule staminali può funzionare ma è ancora in una fase esplorativa809 21.4 Principi di terapia genica e sistemi di trasfezione genica nei mammiferi811 BOX 21.6 PROBLEMI ETICI DELLA TERAPIA GENICA XXII Indice © 978-88-08-05943-7 siRNA terapeutici824 Gli oligonucleotidi antisenso possono indurre il salto di un esone (exon skipping) per superare una mutazione dannosa824 DELLE CELLULE GERMINALI811 BOX 21.7 I PROBLEMI ETICI DEI “BAMBINI SU MISURA”812 I geni possono essere trasferiti nelle cellule del paziente, in coltura o direttamente nel suo corpo814 L’integrazione di geni terapeutici in cromosomi ospiti ha indubbi vantaggi ma suscita preoccupazioni per la sicurezza815 I vettori virali offrono un’espressione forte e spesso a lungo termine del transgene, ma molti di essi presentano problemi di sicurezza816 Il gene targeting basato su nucleasi a dita di zinco (zinc finger) può riparare una specifica mutazione patogenica o inattivare in modo specifico un gene bersaglio825 21.6 La terapia genica in pratica827 BOX 21.8 SUCCESSI E INSUCCESSI NELLA PRATICA DELLA TERAPIA GENICA827 Vettori retrovirali817 Vettori virali basati su adenovirus e su virus adenoassociati (AAV)819 Altri vettori virali820 I sistemi di trasferimento genico non virali sono più sicuri, ma il trasferimento genico è meno efficiente e spesso l’espressione dei transgeni è relativamente debole820 Trasferimento di acido nucleico nudo per iniezione diretta o con bombardamento di particelle821 Trasferimento genico mediato da lipidi821 Nanoparticelle compatte di DNA822 Il primo successo della terapia genica riguarda malattie genetiche recessive del sangue828 La terapia genica per molte altre malattie monogeniche ha avuto in generale scarso successo830 La terapia genica dei tumori spesso comporta l’uccisione selettiva delle cellule tumorali, ma il tumore può ricrescere grazie alla proliferazione delle cellule che sopravvivono831 Sono state perseguite molte strategie di terapia genica contro l’HIV, ma il progresso verso una terapia efficace è molto lento832 Conclusioni833 21.5 RNA e oligonucleotidi terapeutici e LET TURE DI APPROFONDIMENTO 835 GLOSSARIO INDUCE ANALITICO riparazione del DNA a fini terapeutici822 Gli RNA e gli oligonucleotidi terapeutici sono spesso progettati per inattivare in modo selettivo l’allele mutante822 Ribozimi terapeutici824