S. C. CHIRURGIA
OSPEDALE
LAVAGNA
1° piano
La Colecistite
Direttore:
Giovanni DARDANO
Coordinatore Infermieristico:
Cinzia LANZONE
LA COLECISTITE
è un'infiammazione delle pareti della colecisti, detta anche cistifellea, e può decorrere
in forma acuta o cronica, con sintomi variabili e cause differenti. La cistifellea è quel
piccolo sacco che si collega , tramite le vie biliari, al duodeno (il primo tratto
dell'intestino) e che serve come deposito per la bile, un liquido di colore giallo-verde
che viene secreto dal fegato per permettere la digestione e l'assorbimento dei grassi.
Le cause della colecistite
Nel 90% dei casi, la colecistite è una
complicanza della litiasi biliare o calcolosi ,
ossia la presenza di calcoli nella colecisti e/o
nelle vie biliari: si parla in questo caso di
colecistite litiasica.
La litiasi biliare è un disturbo abbastanza
comune che colpisce tra il 10 e il 15% della popolazione italiana, ma soltanto uno-due
pazienti su dieci con calcolosi della colecisti sviluppa un'infiammazione acuta della
cistifellea
Perché la litiasi provoca colecistite?
I calcoli, che sono come piccoli sassolini, possono incunearsi nel
dotto cistico (il condotto biliare che pone in comunicazione la
colecisti con il dotto epatico) o nell'infundibolo (una parte della
cistifellea): l'ostruzione ostacola il deflusso della bile, che
ristagnando (colestasi o stasi biliare) produce un insulto chimico o
pressorio della tonaca mucosa della cistifellea, infiammandola.
Esistono anche forme di colecistite alitiasiche , che non si
manifestano cioè per la presenza di calcoli biliari. La stasi biliare, che
ne è alla base, ha altre cause, come sepsi (o setticemia), traumi addominali,
allettamento prolungato, interventi chirurgici importanti, tumori, fibrosi, anomalie
congenite e può essere favorita da diabete, infezioni , eventi cardiaci acuti, anemia
falciforme. La colecistite alitiasica è più comune nei bambini, negli anziani e nei
pazienti immunodepressi.
I sintomi della colecistite acuta
L'attacco di colecistite acuta si manifesta con dolore lancinante,
che somiglia a quello procurato dalla colica biliare, ma che dura più
a lungo, anche più di sei ore. In genere il forte dolore compare
nella parte alta e destra dell'addome e/o nella parte centrosuperiore, estendendosi verso la schiena. Si possono spesso verificare anche
inappetenza, nausea, vomito e febbre.
Come riconoscere la colecistite acuta?
Di solito la maggioranza delle persone colpite sente un dolore
molto forte alla palpazione da parte del medico del quadrante
addominale destro, che si accentua quando fa un respiro profondo
(manovra o segno di Murphy).
L'intensità del male non si correla necessariamente alla gravità
della colecistite. In questo senso, in genere un sintomo più
significativo è la febbre, bassa nelle forme lievi e sopra i 38°C,
accompagnata da brividi, nelle forme necrotiche o purulente. Con
il passare delle ore, i muscoli a destra dell'addome possono
irrigidirsi.
I sintomi della colecistite cronica
La colecistite cronica, che può derivare da episodi ripetuti di infiammazione acuta o
da un'irritazione cronica, può essere asintomatica o manifestarsi con sintomi blandi,
come sensazione di peso addominale e di distensione, specie dopo pranzi o cene
ricchi di grassi, eruttazione, nausea, lieve dolore al quadrante superiore destro
dell'addome o posteriormente. La febbre non è presente.
L'ittero
è tipicamente correlato alle forme di colecistite litiasica in cui i
calcoli si trovano nel coledoco, impedendo il deflusso enterico
anche della bile di provenienza epatica diretta. Con l'ittero, la pelle
assume la tipica colorazione gialla. L'ittero può dipendere anche
da altri fattori, come la compressione della via biliare principale da
parte di una cistifellea iper-distesa o da una raccolta ascessuale pericolosa.
La diagnosi
La palpazione dell'addome è il primo strumento per formulare
la diagnosi di colecistite acuta, mentre è meno attendibile per
quella cronica. Il medico utilizza la manovra di Murphy (o
segno di Murphy): con la mano destra appoggiata a piatto sul
quadrante superiore destro dell'addome viene compresso il punto colecistico (sotto
la decima costola) mentre il paziente ispira profondamente.
Se è presente una colecistite acuta, la manovra renderà il dolore più acuto e il
paziente smetterà bruscamente di inspirare (in questo caso, il segno di Murphy viene
definito positivo). Se invece si tratta di una colecistite cronica o di una calcolosi, il
segno sarà più sfumato
Le conferme diagnostiche della presenza di una colecistite arrivano
anche dagli esami del sangue, attraverso l'aumento dei leucociti
neutrofili
e della
PCR (proteina
C-reattiva), e soprattutto
dall'ecografia: estremamente affidabile, ha un'elevata accuratezza
diagnostica perché rileva sia l'ispessimento parietale della colecisti dovuto
all'infiammazione, sia la presenza di eventuali calcoli.
Si può ricorrere a una Tac o a una risonanza magnetica se vi è il sospetto che i calcoli
che hanno causato la colecistite acuta possano danneggiare anche i tessuti a
contatto con la cistifellea, causando un ascesso epatico o la perforazione del
peritoneo (la membrana che riveste l'intestino), determinando così una peritonite
I pericoli
In caso di colecistite acuta la febbre alta, l'aumento considerevole dei
globuli bianchi e la cessazione delle contrazioni ritmiche dell'intestino (ileo) possono
essere sintomo della presenza di ascessi nell'addome nei pressi della cistifellea, che
potrebbero essere causati dalla cancrena (morte dei tessuti) o dalla perforazione
della colecisti stessa.
Farmaci
Analgesici e antinfiammatori vengono utilizzati per ridurre il dolore
durante un attacco di colecistite acuta o cronica. Al paziente viene subito sospesa
l'alimentazione
per via orale, e viene alimentato per via
parenterale. Molto importante è la terapia antibiotica, per
ridurre il rischio di infezione, che interviene nel 55-60% dei casi
di colecistite acuta ed è causata dall'infiammazione.
L'intervento
L'intervento si chiama colecistectomia e prevede l'asportazione della cistifellea. Si
esegue in anestesia generale e può essere fatto sia utilizzando la tecnica classica sia
quella laparoscopica. Con quest'ultima vengono praticati tre o quattro piccoli tagli (di
0,5-1 centimetro) nell'addome e la degenza in ospedale è di due-tre giorni, contro gli
quattro - cinque dell'intervento classico.
Oggi la tecnica d'elezione per la colecistectomia è quella laparoscopica, utilizzata per
la prima volta in Francia nel 1987: è considerata il gold standard, sia perché permette
di completare l'intervento in circa 45 minuti, sia per la notevole riduzione della
degenza ospedaliera. Fattori di rischio sono l'età avanzata, la presenza di ostruzione
con esplorazione del dotto coledoco e la necessità di operare in urgenza e non in
elezione.
La vita senza cistifellea
Dopo l'asportazione della cistifellea il corpo si adatta a vivere
senza: la bile
passa direttamente dal fegato al duodeno,
continuando a svolgere la sua funzione digestiva dei grassi.
È importante fare attenzione all'alimentazione: è bene limitare i fritti, le carni, il
burro, la margarina, le uova (anche se non è confermato che le uova siano
controindicate in pazienti che hanno subìto l'asportazione della cistifellea) e i
formaggi troppo grassi preferire latte parzialmente scremato e yogurt magro,
consumare almeno un paio di porzioni di verdura al giorno.
Per le prime settimane dopo la colecistectomia la dieta deve essere ipocalorica e
ipolipidica: si devono preferire piatti semplici, poco elaborati, privilegiando
carboidrati complessi e fibra, con riduzione drastica di grassi saturi e colesterolo.
I cibi più ricchi di grassi possono essere reintrodotti nel regime alimentare con
moderazione, a poco a poco, anche a seconda della reazione del singolo paziente: la
tollerabilità a ciascun alimento è infatti soggettiva. Seguire un'alimentazione corretta
è fondamentale anche se la cistifellea non è stata asportata e la colecistite, quindi, è
stata curata solo per via farmacologica. In questo caso, molto importante è la regola
dei cinque piccoli pasti: è bene non saltare la colazione, il pranzo, la cena, gli spuntini
a metà mattina e a metà pomeriggio e mangiare a intervalli regolari. In questo modo
si potrà mantenere la colecisti sempre attiva, evitando che la bile ristagni e che si
possano formare i calcoli.
INTERVENTO IN CHIRURGIA LAVAGNA
La persona che accusa i sintomi tipici di una colecistite viene inviata
all'ambulatorio chirurgico dal medico di medicina generale.
Il chirurgo che effettua la
visita, una
volta
fatta la
diagnosi di colecistite e individuate le indicazioni
all'intervento, inserisce il nominativo della persona in una lista informatizzata,
assegnando una sigla di priorità in base alla gravità del caso e ipotizzando, di
conseguenza, la data dell'intervento.
Seguendo
p ersonal e
queste
indicazioni,
dell 'A mbul at ori o
il
di
Anestesiologia contatta la persona che
dovrà subire l'intervento, per effettuare gli esami pre-operatori e la visita
anestesiologica, presso l'ospedale di Sestri Levante al 3° piano.
La persona che deve essere sottoposta ad intervento potrà
essere
ricoverata
nel
primo
pomeriggio
del
giorno
precedente, o la mattina stessa.
Ricovero il giorno precedente: l'ingresso in reparto dovrà
avvenire alle ore 15,00 circa portando con sé l'esame ecografico. La preparazione
intestinale, la tricotomia e la doccia pre-operatoria saranno effettuati la sera del
giorno di ricovero come da procedura ospedaliera
Ricovero il giorno stesso dell'intervento:
l'ingresso in reparto dovrà
avvenire alle ore 07,00 circa, si raccomanda il digiuno dalla mezzanotte, la rasatura
secondo indicazioni e la doccia pre-operatoria da farsi la mattina stessa del ricovero.
Il posto letto sarà assegnato non appena possibile e seguendo
la priorità di ingresso in Sala Operatoria; in attesa del posto
letto i nuovi ricoverati possono soggiornare nella Sala d'attesa
all'interno del reparto, accompagnati da un parente.
IL GIORNO DELL'INTERVENTO
Un accompagnatore potrà rimanere con il paziente fino al
suo ingresso in Sala Operatoria, per poi attenderlo al di
fuori del reparto fino al termine dell'intervento quando
potrà riaccompagnarlo nella stanza di degenza.
E' permessa la presenza di una persona al letto
dell'operato
anche
durante
la
prima
notte
dopo
l'intervento; eventuali cambi di persona possono essere effettuati solo durante
l'orario di visita. Dal giorno successivo è richiesto il rispetto degli orari di visita
aziendali
Il paziente esce dalla Sala Operatoria con un drenaggio che verrà rimosso prima della
dimissione.
Alimentazione
il primo giorno dopo l'intervento, accertata la canalizzazione ,
verrà somministrato solo té, successivamente si passerà dal té
e fette biscottate fino a minestrina e graduale inserimento di
altri alimenti leggeri.
Mobilizzazione
la mobilizzazione viene favorita e sollecitata a partire
dalla mattina successiva all'intervento. In caso di
intervento effettuato in laparoscopia, non è richiesta
alcuna fascia addominale contenitiva.
La dimissione è prevista generalmente al 2° / 3° giorno
dopo l'intervento, una volta rimosso il drenaggio.
Elaborazione progetto grafico e Stampa:
Ufficio Comunicazione Informazione/Ufficio Stampa ASL 4 Chiavarese
Dati aggiornati al 02.10.2014