Nome: Nathan Gabriel de Almeida Azevedo Amaral Classe: III Liceo Scientifico Traccia etico-politica «La tolleranza, al pari della libertà, non può essere illimitata, altrimenti si autodistrugge. Infatti, la tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l’attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi». (Karl R. Popper, La società aperta e i suoi nemici, vol. I) Una società aperta in via di sviluppo La traccia ci permette sviluppare questioni molte debatutti, specialmente se si tratta dellla ricerca di un sistema politico adeguato e adeguabile al corpo sociale. Esempi di queste sono: Quando la libertà di espressione diviene trasgressione ai diritti altrui? Quando la tolleranza sfugge di suo ruolo come apoggiatore di una società libera e arriva a difensore di infrazioni etiche? È possibile o persino concepibile una libertà illimitata a tutti individui socievoli? A chi attribuire il ruolo di gestore di queste questione etiche oppure è possibile controlare intolleranze, come il razzismo? Insomma, come associare etica sociale a politica? Analizziamo, dunque, ogni aspetto del tratto del libro di Popper a fine di trovare le risposte a queste domande lungo il tragitto. La prima affermazione dice in poche parole: la libertà e la tolleranza, se illimitate, si autodistruggono. La libertà illimitata si autodistrugge poichè distrugge la libertà altrui. Appunto, se uno è portatore di tutta la libertà, ossia di tutto potere, ha una specie di pater podestas della Roma antica. Così, è libero di uccidere o di arrestare chi vuole senza potere essere contestato, visto che può semplicemente rifiutare ogni acusa con la premessa di stare essercendo la sua libertà. L´altro, però, vittima di tale crimine può ricordare che anche lui ha la libertà di vivere e, così, limitare la libertà illimitabile di altro. Quindi, come definisce bene Hobbes, il diritto di tutti a tutto, o, in questo caso, di essere libero a fare tutto, equivale a non avere diritti, ossia, non avere libertà nessuna al primo posto. Quindi possiamo concludere che una libertà illimitata donata a tutti gli enti sociali è autodistruttibile. La soluzione di Hobbes, tuttavia, è interessante: un terzo, il Leviatano, deve avere tutto il diritto in sè. Cosa sucederebbe, dunque, se lo sovranno avessi in sè la libertà illimitata di decidere su tutti gli altri? La libertà di uno si sarebbe mantenuta a costa della libertà di tutti. Se il sovranno decide che tutti sono costretti ad andare a guerra in modo che il trono e la sua conseguente libertà e potere illimitati siano sostenuti, la libertà di lui si sostiene, ma le altre sono distrutte. Poi, se prendiamo le premesse di Hobbes che “ Homo homini lupus “ nessun vorrai rischiarsi la vita per il bene maggiore. Infatti, anche se si consideri la premessa ontologica che l`essere sia ontologicamente buono ( Santo Agostino) la libertà illimitata di uno rimane insostenibile, poichè, in pratica non funzionerebbe (vide Nazismo). Possiamo affermare, quindi, che la libertà illimitata è o autodistruttibile o insostenibile. La tolleranza anche deve essere limitata. Appunto, per uno principio di logica, meno con più fa meno, ossia, se si combatte intoleranza con tolleranza estesa, prevalerebbe l´intolleranza. Così, si fa necessario atuare con la tolleranza in una società libera, però essere sempre pronto a difendere i principi liberalisti quando si fa bisogno in modo che la tolleranza compia il suo ruolo di apoggiatore di una società libera. Nonostante, non si può confodere questa intolleranza agli intolleranti come privazione di libertà, poichè, si può affermare che la libertà del singolo è garantita se la libertà del corpo sociale lo è anche ( Rousseau). Ora, fatte queste due premesse, possiamo aggiungere una terza: una societá aperta esige la garanzia di libertà e tolleranza ai enti politici, e difesa intollerante agli intolleranti. Insomma,un governo intolleranti se i valori siano trasgressi e tolleranti a cambiamenti. Tolleranza significa convizione di essere fallibili e diversi. Così, non esiste verità assoluta e deve essere dato la massima libertà di espressione politica ai suoi individui. In questo modo, tenendo in guarda le due premesse di prima, como arrivare a questo acerto politico dove siamo disposti a difendere una società tollerante e, quindi, aperta? Chi la garantirà la tolleranza e somministrerà la libertà di espressione? Pottremo, qui, considerare Rousseau, nuovamente, nel suo discorso corpo individuo e corpo sociale. Nella sua teoria, quello che vuole compire la sua falsa libertà individuale deve essere costretto a essere libero seguendo il corpo sociale. La libertà di espressione della maggioranza, ossia del corpo sociale, è sempre garantita e quindi la libertà di espressione del singolo come parte di questo corpo è anche sempre garantita. Così essendo, inquanto riguarda la garanzia di libertà possiamo dire che la democrazia di Rousseau sia quella adatta alla società aperta predefinita soppra. Noi stessi, come corpo, garanziammo e somministriamo la nostra liberta di individui. La tolleranza, però, è un principio assolutamente etico. Dato questo, come garantire intolleranza agli intolleranti e tolleranza agli altri casi? Prendendo la risposta in Aristotele, tutti siamo dotati di virtù sia etiche, ossia, conoscere il mezzo tra ecceso e poco, e di dianoetiche, ossia, le virtù pure della ragione (comportamento, sapienza, ecc). L´uomo deve essere capece di usarle a fine di trovare il “camino del mezzo” nelle sue relazioni. Una etica controlabile da oguno di noi. Questa è pensabile nel caso in cui antropologicamente l´uomo sia socievole, poichè tende a farlo, e se sia cattivo, poichè è raggionebile che lo faccia poichè garantisce tolleranze ai suoi fallimenti e diversità anche. Possiamo concludere, dunque, che libertà e tolleranza illimitate sono o autodistruttibile o irraggiungibili e uno società aperta è appena garantita con la democrazia e con l´etica virtuosa aristotelica. Infatti, l´associazione del etica sociale al corpo politico è essenziale alla soppravivenza di una società aperta.