Positivo e negativo: considerazioni finali di Popper per

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Positivo
e
negativo:
considerazioni
finali
di
Popper per una società aperta
Popper
concorda
con
i
dialettici
sul
fatto
che
le
contraddizioni sono molto importanti per lo sviluppo del
pensiero umano. Quello che egli rifiuta è la posizione dei
dialettici, per i quali, visto che le contraddizioni sono
fertili, costituiscono una spinta al progresso, non c’è alcun
bisogno di evitarle. Così facendo il rischio è quello di non
comprendere le cause che possono in ogni momento portare al
totalitarismo, abdicando la ragione e rinunciando alla
libertà. Popper infatti definisce Marx ed Hegel falsi profeti,
considerando quest’ultimo il padre assieme a Platone dei
regimi fascisti del Novecento (analisi criticata da Herbert
Marcuse).
Una società aperta è per Popper quella che è basata
sull’esercizio critico della ragione, una società che non solo
tollera ma stimola, all’interno e attraverso le istituzioni
democratiche, la libertà dei singoli e dei gruppi, in vista
della soluzione dei problemi sociali, cioè in vista di
continue riforme. Questo non vuol però dire che il
democratico, proprio perché tale, debba accettare l’ascesa al
potere dei totalitari. La domanda da farsi non è per Popper
“Chi deve comandare?” bensì: “Come è possibile controllare chi
comanda e sostituire i governanti senza spargimento di
sangue?” . E’ questa l’impostazione di chi costruisce,
perfeziona e difende le istituzioni democratiche a favore
della libertà e dei diritti di ognuno e quindi di tutti.
L’uguaglianza di fronte alla legge non è un fatto ma deve
essere una istanza politica che riposa su una scelta morale.
La fede nella ragione, anche nella ragione degli altri,
implica l’idea di imparzialità, di tolleranza, di rifiuto di
ogni pretesa autoritaria. Affiora così il tema della libertà,
centrale in Popper, il quale, non a caso, può essere
considerato uno dei massimi esponenti del liberalismo sociale.
“Il liberale ama la tolleranza e la libertà. Il suo amore per
la tolleranza è la necessaria conseguenza della convinzione di
essere uomini fallibili. Tuttavia, egli è tollerante con i
tolleranti, ma intollerante con gli intolleranti. La
tolleranza, al pari della libertà, non può essere illimitata,
altrimenti si autodistrugge. Infatti, la tolleranza illimitata
porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo
l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti,
se non siamo disposti a difendere una società tollerante
contro l’attacco degli intolleranti, allora i tolleranti
saranno distrutti e la tolleranza con essi”. [Popper, 1934]
Federico Gangi
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