IPASVI Collegio di Firenze Revised nursing work index Indagine conoscitiva sul contesto organizzativo infermieristico Gruppo di studio Commissione Ricerca ed EBN Collegio IPASVI Firenze -IntroduzioneL’evoluzione della professione, le continue richieste da parte dei cittadini di una maggiore professionalità, spingono gli infermieri di oggi ad interrogarsi sull’efficacia della classe dirigenziale a cui fanno riferimento, sui rapporti professionali che vi sono tra le varie professioni coinvolte nel processo di salute e sulla formazione erogata dalle Aziende, pubbliche o private che siano. Uno studio del 2007 sul benessere organizzativo[1] cita che la dirigenza infermieristica non deve sottovalutare la percezione che gli infermieri hanno del loro operato e in che modo gli stessi vivono la quotidianità del proprio ruolo all’interno dell’azienda. Questo ribadisce che la dirigenza infermieristica non deve in nessun modo lasciare al caso quelle che sono le percezioni e gli stati d’animo che trasmettono gli infermieri che sono direttamente coinvolti nel processo di cura. L’organizzazione e lo status lavorativo in cui l’infermiere si trova ad operare quotidianamente risulta essere, quindi, di fondamentale importanza anche in riferimento alla qualità assistenziale che viene erogata. In una situazione di scarso benessere organizzativo, si possono verificare situazioni di assenteismo, diminuzione della produttività, mancanza d’impegno, aumento del numero di reclami e lamentele dei parenti e dei pazienti[2]. Considerando quindi l’evoluzione dell’ultimo decennio, il ruolo della dirigenza infermieristica assume sempre più importanza. Un’indagine condotta nel 2009 sugli strumenti per la Governance[3] cita al suo interno che in un sistema caratterizzato da alta complessità, come Via Pierluigi da Palestrina, 11 50144 Firenze Tel: 055/359866 Fax 055/355648 Codice Fiscale: 80022510483 quello sanitario, si richiede il contributo di una molteplicità di attori. A loro volta essi possono dar luogo a: Una forte leadership trasformazionale, a livello di sistema e di singole aziende; Un’elevata interazione tra ruoli specialistici che possono fornire un supporto a obiettivi generali comunemente condivisi; Un coinvolgimento di soggetti che pur essendo tradizionalmente protagonisti nella gestione del sistema, possono generare opportunità di decentramento ed esternalizzazione di funzioni noncore; Un’adeguata interazione bidirezionale con i fruitori del servizio e con gli stakeholder L’indagine ha la finalità di indagare su più punti che fanno riferimento a: Grado di collaborazione tra medici e infermieri Visione degli infermieri della loro classe dirigenziale Investimento delle formazione continua Aziende sulla -Materiali e metodiPer poter condurre l’indagine conoscitiva in questione, il gruppo di studio ha scelto di creare il proprio questionario basandosi su quello già esistente e validato denominato Nursing Work Index[5,6]. All’interno di questo strumento si prendono in considerazione vari aspetti. Per tale motivo si ha la suddivisione in vari scores o items. Tra questi possiamo citare, il grado di Mail: [email protected] PEC: [email protected] www.ipasvifi.it IPASVI Collegio di Firenze partecipazione degli infermieri alle questioni organizzative, l’interesse da parte degli infermieri ai progetti per il miglioramento della qualità assistenziale erogata, la leadership e le abilità dimostrate dalla classe dirigenziale infermieristica[7]. Dopo una parte introduttiva, basata sulla raccolta di dati prettamente anagrafici, il questionario mira a raccogliere informazioni di natura relazionale, organizzativa e formativa. Nella quasi totalità dei casi, le informazioni richieste dal gruppo di studio, sono raccolte grazie alla scala di Likert. Per tale motivo viene richiesto all’intervistato di fornire un proprio parere, in merito alle domande proposte, rispondendo attraverso una delle quattro possibilità date. In un solo caso, in riferimento alla domanda sull’erogazione dei modelli di cure, è stata data la possibilità di specificare la risposta in modo autonomo, nel caso in cui essa non faccia già parte dei modelli citati. Le risposte, come precedentemente accennato, sono composte da una scala a quattro punti e vanno da un minimo di “Per niente” ad un massimo di “Molto”. Le modifiche apportate al questionario originale non hanno alterato il significato concettuale dell’item. Il questionario, previa autorizzazione del Consiglio Direttivo IPASVIFI, è stato somministrato grazie a Google Drive e la pagina Facebook del Collegio IPASVI della Provincia di Firenze. Sono stati compilati in totale 249 questionari. Successivamente, tutte le risposte date sono state inserite automaticamente in una tabella Excel costituendo di conseguenza una matrice. I dati, sono stati poi elaborati e in alcuni casi stratificati grazie al sistema EpiInfo. È doveroso segnalare che all’indagine hanno preso parte otto disoccupati e in quanto tali, la loro partecipazione alla compilazione del questionario si è inevitabilmente bloccata subito dopo la compilazione della parte Via Pierluigi da Palestrina, 11 50144 Firenze Tel: 055/359866 Fax 055/355648 Codice Fiscale: 80022510483 identificata come “Anagrafica”. Per tale motivo il gruppo di studio dichiara ufficialmente che i grafici inerenti all’indagine sono stati sviluppati su un campione di 241 soggetti. -Analisi dei datiIl numero dei questionari compilati correttamente risulta essere 249, ma come abbiamo già accennato precedentemente, considerando la presenza di otto disoccupati, il numero di questionari che è stato sottoposto ad analisi, in totale, risulta essere 241. Per quanto riguarda la variabile sesso possiamo affermare che poco meno di 1\3 del campione risulta costituito da donne (165 su un totale di 249). Per quanto riguarda la variabile dell’età anagrafica possiamo notare dal grafico 1.1 che il 35% del campione rientra nella fascia compresa tra i 22-35 anni. Possiamo quindi intuire che molti dei colleghi o delle colleghe che hanno fornito una risposta hanno un’età relativamente giovane e per tale motivo, possiedono una formazione di stampo universitario, la quale va ad approfondire spesso anche nel percorso triennale le tematiche in riferimento all’organizzazione e la dirigenza. Mail: [email protected] PEC: [email protected] www.ipasvifi.it IPASVI Collegio di Firenze Età 22-35 anni 36-46 anni 5% 1% 29% 35% 30% 47-57 anni una visione completamente diversa rispetto ai precedenti. Questo anche semplicemente dato dal fatto dei pochi anni di esperienza maturata e dalle tante aspettative che oggi giorno i giovani espongono senza alcun timore. La predominanza nel campione di queste due fasce potrebbe portare successivamente ad una lettura interessante dei dati in riferimento alle tematiche affrontate. > 58 anni Anni di servizio Nessuna risposta < 11 mesi 3% 1% 6% Grafico 1.1 Età degli infermieri partecipante all’indagine In riferimento alla raccolta di dati anagrafici spicca sicuramente anche il fatto che il 36% del campione che ha risposto al questionario ha come esperienza professionale un valore uguale o superiore a 21 anni (come riportato dalla tabella 1.2). In questo grafico emerge un dato molto importante, in quanto possiamo capire che il 36% del campione ha maturato una considerevole esperienza sia in termini di competenze, ma allo stesso tempo anche in termini di rapporti con la dirigenza, coordinatori e altri professionisti. Possiamo interpretare questo dato da più punti di vista; da un lato possiamo dire che 90 soggetti su 241 hanno fornito un risposta forse anche influenzati dagli anni di servizio effettuati e anche in concomitanza con il difficile momento che sta attraversando la nostra professione a causa del blocco del turnover, della carenza di organico o al malessere generale che si è instaurato. Dall’altro lato spicca anche il 20% del campione che rientra nella fascia compresa tra 1 e 5 anni di servizio. I 50 soggetti che fanno parte di questa fascia a loro volta potrebbero avere Via Pierluigi da Palestrina, 11 50144 Firenze Tel: 055/359866 Fax 055/355648 Codice Fiscale: 80022510483 1-5 anni 20% 36% 6-10 anni 20% 11-20 anni 14% > 21 anni Disoccupati Nessuna risposta Grafico 1.2 Anni di servizio degli infermieri Infine particolare attenzione, deve essere portata ai setting di appartenenza dei soggetti che compongono il campione. Come possiamo notare dal grafico 1.3 il 29% appartiene all’area critica. Possiamo ora dichiarare un limite dell’indagine, in riferimento alla compilazione della parte anagrafica. Possiamo notare come DEA, RTI e 118 siano stati accorpati assieme. Per un’analisi più accurata del campione poteva essere fatta un’ulteriore suddivisione andando a suddividere i sottogruppi che vanno a loro volta a costituire il macro-gruppo dell’area Mail: [email protected] PEC: [email protected] www.ipasvifi.it IPASVI Collegio di Firenze critica. Questo passaggio poteva risultare utile per poter effettuare un’ulteriore stratificazione delle risposte del questionario in modo da poter ottenere dati più accurati. Possiamo notare che le aree maggiormente responsive al questionario sono state, oltre a quella critica, anche quella medica e chirurgica (rispettivamente 18 e 17%). Questo dato assume particolare importanza, in quanto varie analisi organizzative hanno messo in evidenza come attualmente la carenza di personale, specialmente nelle due aree sopraccitate possa influenzare notevolmente la qualità dell’assistenza erogata al paziente. Già dai primi anni del duemila si cerca di sottolineare 1% 9% Setting lavorativo prevenzione\gestione delle complicanze, nella guarigione in tempi più rapidi e nella prevenzione delle morti correlate all’ospedalizzazione. Questo può portare ad un aumento della soddisfazione degli infermieri per il proprio lavoro e rappresenta un deterrente verso l’abbandono della professione[4]. Una delle domande riportate all’interno del questionario fa riferimento al rapporto relazionale che si ha tra medici e infermieri. Non dobbiamo certo sottolineare quanto questo aspetto risulti essere di fondamentale importanza, ma la sua presenza non può essere certo data per scontata. Possiamo notare dal grafico 1.4 come il 54% del campione reputa che vi sia una relazione “abbastanza” buona tra la professione medica e quella infermieristica. 2% 10% 29% 4% 7% 17% Secondo la sua opinione, nel suo contesto lavorativo si ha una buona relazione tra infermieri e medici? 18% 3% 7% Area critica (DEA-118-RTI) Area Chirurgica Area Medica Per niente 5% 5% Poco 29% 54% Abbastanza Area pediatrica Assistenza Domiciliare Integrata Molto Disoccupato Ente privato Libero professionista Lungo degenza Nessuna risposta Grafico 1.3 Setting di appartenenza degli infermieri questo importante aspetto. Questo perché l’assistenza erogata da infermieri in condizioni ottimali ha un ruolo importante nella prevenzione degli eventi avversi, nella Via Pierluigi da Palestrina, 11 50144 Firenze Tel: 055/359866 Fax 055/355648 Codice Fiscale: 80022510483 Grafico 1.4 Relazione medici e infermieri Una buona relazione, ovviamente, non è solo fonte di rispetto reciproco, ma anche di buona collaborazione e riuscita dell’erogazione dell’assistenza al paziente. Da un punto di vista organizzativo e lavorativo, relazioni conflittuali tra questi due professionisti potrebbero portare alla comparsa di errori e\o eventi inattesi che potrebbero andare a Mail: [email protected] PEC: [email protected] www.ipasvifi.it IPASVI Collegio di Firenze complicare l’ospedalizzazione del paziente. Per tale motivo non deve certo passare inosservato il 29% del campione che ha dato come risposta “poco” sottolineando di conseguenza che in determinati setting assistenziali si ha la necessità di capire dove sia il gap e fare in modo che le problematiche relazionali siano esposte dai diretti interessati e risolte. Il grafico 1.5 pone in evidenza lo scarso confronto che si ha tra colleghi in riferimento al processo di cura che viene erogato al paziente. Il 50% del campione specifica che questo passaggio sia “poco” presente all’interno dei setting lavorativi. Ovviamente, un percorso assistenziale condiviso porta a una guarigione migliore del paziente e ad un tempo di ospedalizzazione ridotto portando di conseguenza ad una ridotta comparsa delle complicanze assistenziali (come ad esempio le infezioni correlate all’assistenza). All'interno del suo contesto lavorativo è possibile ritagliarsi del tempo per confrontarsi con i colleghi in merito al processo di cura del paziente? 4% 6% 21% 19% 50% Per niente Poco Abbastanza Molto Nessuna risposta Grafico 1.5 Confronto con i colleghi in riferimento al processo di cura erogato poco o per niente. Questo perché potrebbe essere un dato utile su cui riflettere e su cui poter lavorare assieme in modo da poter migliorare la qualità dell’assistenza che viene erogata. All'interno del suo contesto lavorativo la qualità del processo di cura erogata dalla professione infermieristica è riconosciuta e apprezzata dai dirigenti? 4% 6% 26% 24% Per niente Poco 40% Abbastanza Molto Nessuna risposta Grafico 1.6 Riconoscimento della qualità assistenziale erogata da parte della dirigenza Come possiamo notare dal grafico 1.6 il 40% del campione dichiara che la qualità assistenziale erogata ha “poco” riconoscimento da parte della dirigenza. Anche in questo caso possiamo fare un riflessione in merito al dato ottenuto. Abbiamo detto precedentemente che un riconoscimento maggiore potrebbe provocare un aumento della stima e della qualità dell’assistenza che viene erogata[4]. Questo passaggio ci fa capire che attraverso un riconoscimento maggiore da parte della dirigenza infermieristica potremmo giungere anche ad un miglioramento della qualità assistenziale erogata. Potrebbe essere opportuno in seguito effettuare una stratificazione dei dati in modo tale da valutare quale setting assistenziale abbia maggiormente fornito come risposta Via Pierluigi da Palestrina, 11 50144 Firenze Tel: 055/359866 Fax 055/355648 Codice Fiscale: 80022510483 Mail: [email protected] PEC: [email protected] www.ipasvifi.it IPASVI Collegio di Firenze All'interno della sua Azienda di appartenenza, la dirigenza infermieristica è disponibile al colloquio con gli infermieri? 10% 6% 38% 17% Per niente 29% Secondo la sua opinione, all'interno della sua Azienda di appartenenza, il programma di orientamento e il tutoraggio dei neoassunti è ben strutturato? 4% 6% Poco Abbastanza Molto 28% Per niente 26% Poco Abbastanza 36% Molto Nessuna risposta Nessuna risposta Grafico 1.7 Disponibilità colloquio dirigenza-infermieri Grafico 1.8 Formazione e orientamento neoassunti Dobbiamo però spezzare una lancia a favore dei dirigenti infermieristici. Abbiamo appena detto che la dirigenza infermieristica da poco riconoscimento alla qualità assistenziale che viene erogata dagli infermieri all’interno dei vari setting. Il grafico 1.7 però indica che è “abbastanza” disponibile al colloquio con gli stessi infermieri. Possiamo quindi chiederci perché in queste occasioni che potremmo considerare come di confronto, non si dia spazio a tavoli di coordinamento all’interno dei quali si dia la possibilità ai dirigenti e agli infermieri direttamente coinvolti nel processo assistenziale di confrontarsi liberamente e in modo costruttivo sulla strada da intraprendere in riferimento alla qualità di cure erogate. Questo passaggio potrebbe rappresentare a sua volta un punto fondamentale come scambio di idee e di opinioni su come potrebbe essere migliorata l’assistenza infermieristica portando di conseguenza a dei miglioramenti di cui non godrebbe solo la professione, ma anche il diretto interessato, ovvero il paziente e\o cittadino. Via Pierluigi da Palestrina, 11 50144 Firenze Tel: 055/359866 Fax 055/355648 Codice Fiscale: 80022510483 Per quanto riguarda la formazione è stato preso come punto di riferimento iniziale quella effettuata ai neoassunti all’interno delle Aziende. Come possiamo notare dal grafico 1.8 è stato chiesto alla popolazione di riferimento se il programma di orientamento e tutoraggio è ben strutturato. Il 36% del campione ha fornito come risposta al quesito “poco”. Anche questo punto potrebbe far riflettere attentamente la dirigenza. Il momento dell’inserimento del neoassunto è di fondamentale importanza poiché è in questo contesto che il neoassunto prende confidenza sia con le metodiche lavorative del setting di appartenenza sia con le dinamiche relazionali. Potremmo quindi definirlo un momento cruciale. La mancata attenzione di questo aspetta potrebbe portare alla comparsa di atteggiamenti professionali errati con una forte ripercussione sulla qualità assistenziale che viene erogata. Per tale motivo, sia la dirigenza che le posizioni organizzative che i coordinatori infermieristici dovrebbero pensare a strutturare in modo più accurato questo passaggio fondamentale in cui il neoassunto, spesso si trova da solo a dover Mail: [email protected] PEC: [email protected] www.ipasvifi.it IPASVI Collegio di Firenze fronteggiare una situazione già stressante di per se. -Conclusioni e riflessioniL’analisi dei dati offre la possibilità di poter effettuare alcune riflessioni già accennate all’interno del paragrafo precedente. Come già dimostrato e supportato anche dalla stessa letteratura, una giusta organizzazione, una buona relazione e uno scambio d’idee e punti di vista costruttivi portano ad un miglioramento della qualità assistenziale che viene erogata. Questo processo porterebbe anche a una riduzione dell’ospedalazzazione dei pazienti e conseguentemente ad una riduzione significativa della comparsa di complicanze e a una riduzione dei costi. Il dialogo e la relazione tra professionisti, deve essere uno dei punti fermi in un lavoro di equipe. Già da tempo si parla dell’importanza relazionale per un corretto lavoro multiprofessionale. Anche se i risultati ottenuti dall’indagine possono spingerci verso un moderato ottimismo, non dobbiamo ritenerci soddisfatti, ma bensì rafforzare ulteriormente la relazione tra i diversi professionisti convolti nel processo di cura. In tal senso, potremmo collegarci anche con la relazione che gli infermieri hanno con la loro dirigenza. In base ai risultati ottenuti, potremmo dire che in questo caso la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa. Gli infermieri direttamente coinvolti nel processo di cura devono, a loro volta, saper cogliere i momenti di confronto con la dirigenza in modo tale da esporre le varie problematiche o eventuali gap e condividere progetti per il miglioramento dell’assistenza. Il confronto, anche in questo caso, è alla base di tutto. Non è auspicabile pensare di migliorarsi e\o migliorare la propria professione restando in attesa di qualcosa. La soluzione migliore è quella di cercare il dialogo e proporre ipotesi Via Pierluigi da Palestrina, 11 50144 Firenze Tel: 055/359866 Fax 055/355648 Codice Fiscale: 80022510483 di soluzione. Ovviamente, questo processo deve essere effettuato da entrambe le parti. Per potersi migliorare è necessario sia il punto di vista del clinico, coinvolto quotidianamente nell’erogazione dell’assistenza, sia quello del dirigente che deve essere capace di indicare i passaggi organizzativi da effettuare in modo corretto. Unire le due prospettive è di fondamentale importanza poiché, grazie al dialogo e alla critica costruttiva è possibile ottenere un miglioramento sia dell’organizzazione che dell’erogazione dell’assistenza. L’indagine evidenzia che il 38% degli infermieri dichiara che la dirigenza è disponibile al colloquio. Per tale motivo, i professionisti devono essere in grado di sfruttare queste occasioni ed esporre le loro perplessità, ma anche le ipotesi di progetto per un miglioramento costante. Unire gli strumenti in nostro possesso non può che agevolare la crescita di tutta la categoria professionale. Ma per poter fare tutto ciò dobbiamo anche porre attenzione al percorso che caratterizza l’ingresso nelle Aziende del neoassunto. Questo momento cruciale non deve essere in nessun modo trascurato, ma bensì deve possedere una struttura solida. Potremmo anche ipotizzare la strutturazione di una continua presenza di una figura di riferimento come quella del tutor clinico. Già da anni, anche in Regione Toscana, si parla di questa figura che ancora oggi non è stata normata regolamentata a dovere. La possibilità, per il neoassunto, di avere come punto di riferimento, una singola persona potrebbe aumentale notevolmente la riuscita del percorso di affiancamento che come già detto, risulta essere un periodo di vitale importanza. La strada del miglioramento è ancora lunga e difficile da percorrere, spesso a causa dei contrasti con gli altri professionisti, spesso per la poca chiarezza sulle normative vigenti, ma come abbiamo Mail: [email protected] PEC: [email protected] www.ipasvifi.it IPASVI Collegio di Firenze visto in tale contesto, in alcuni casi, anche a causa della scarsa e forviante relazione che abbiamo all’interno della nostra professione. Gli strumenti per potersi migliorare sono presenti, aggiornati e validati a livello internazionale, ma il passo del cambiamento deve partire da noi stessi. Anno 2010; 1-15 -Bibliografia di riferimento[1] Il benessere organizzativo: la percezione degli infermieri romani. R. Alvaro; A. Sili; Professione Infermieristica; Anno 2007; LugSet; 60 (3); 139-147 [2] Salute organizzativa. F. Avallone; A. Paplomatas; Anno 2005; Ed. Raffaello Cortina [3] Strumenti di governance del sistema sanitario toscano: la valutazione della performance degli Estav. M. Vainieri; C. Calabrese; C. Campanale; C. Panero; S. Nuti; Anno 2009; Mecosan [4] Mancanza (cronica) di infermieri: un problema della professione o un problema soprattutto dei pazienti? Prove di efficacia delle conseguenze della carenza. P. Gobbi; Io Infermiere N.3/2003; 16-22 [5] Aiken L.H, Patrician P.A, Measuring organizational traits of hospitals: the Revised Nursing Work Index, Nurse Res, 2000; 49: 146-153 [6] Cummings GG1, Hayduk L, Estabrooks CA, Is the Nursing Work Index measuring up? Moving beyond estimating reliability to testing validity. Nurs Res. 2006 MarApr;55(2):82-93. [7] Global use of the practice environment scale of the nursing work index; N.E. Warshawsky, D.S Havens; Nursing research; Via Pierluigi da Palestrina, 11 50144 Firenze Tel: 055/359866 Fax 055/355648 Codice Fiscale: 80022510483 Mail: [email protected] PEC: [email protected] www.ipasvifi.it