Focus In N°25

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Musica
It/aliens, la più solida “tela”
dei Nidi d’Arac
Nidi d’Arac : “IT/ALIENS” - Goodfellas Records, 2016
Dopo un lungo periodo d’incubazione, carico di
riflessioni, contemplazioni, dubbi, perfezionamenti,
contaminazioni, eccolo finalmente: IT/ALIENS l’ultimo
disco dei Nidi d’Arac!
realizzato con il sostegno di Puglia Sounds records, in distribuzione dall’8 aprile, è anticipato con successo dalla
title track “it/aliens” e dai videoclip “guerra de rizzi” e
“La Meju Gioventù” (con la partecipazione di anna Cinzia Villani). Visibili sul web già dall’ottobre scorso, i brani
sono disponibili su iTunes e Deezer, dove “guerra de
rizzi” si è classificato ai primi posti nel concorso online
"Band of the year" del Medimex 2015 di Bari, il rinomato
salone internazionale dell’innovazione musicale, presso la
Fiera del levante.
Otto i dischi alle spalle del gruppo che festeggia con
quest’ultimo il 20° anniversario. “Preparare un album non
è facile quanto preparare una pizza”... affermava alessandro Coppola agli inizi della gestazione, con un ironico
parallelo agli ingredienti necessari per titillare le papille o
deliziare i timpani.
Coppola e i suoi Nidi ci trasportano, con abile e originale
“gastronomia” compositiva, in un disco di convergenze folk,
rock contemporaneo e synth, pur sempre dorato dalla tradizionale prosa in dialetto salentino. Canti del sud italiano su
ritmi popolari ma dipinti di funk e immersi in ambientazioni new wave. Musica italiana “alienata” insomma, con
cui i pionieri della world music made in Italy maturano e
affinano il loro nuovo e potente linguaggio.
undici tracce di storie contemporanee che vengono dal
passato, storie raccontate in dialetto, come i loro antenati,
per denunciare le difficoltà e i disagi del presente. storie di
migrazione, di malavita, di guerra ma anche fiabe pseudo
innocenti, come in “guerra de rizzi”. Qui il poeta gianni
De santis presta la sua penna raccontando di un assurdo
scontro tra ricci marini (oursins) e terrestri (hérissons) che,
scoprendo durante il conflitto di non poter uscire dall'acqua gli uni e di non saper nuotare gli altri si promettono
alla fine eterna pace. graziosa quanto amara metafora
dell’atrocità dei conflitti bellici al servizio dei benefici economici di alcune multinazionali ed a scapito di popolazioni inermi.
i Nidi D’arac hanno presentato in anteprima i brani del
nuovo album con tre date importanti a Bologna, Firenze e
roma (www.nididarac.net).
il concerto all’angelo Mai di roma del 20 marzo è stata
una vera e propria festa in occasione del loro ventennio.
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FOCUS IN
N° 30 Mars - Avril 2016
DI
G IANNI CUDAZZO
accompagnati sul palco da rodrigo d’erasmo degli afterhours, Her, Vera di lecce, Marco Viale, insieme ad altri
ospiti che hanno fatto parte della storia della band sempre
più “world-salentina”.
“it/aliens” riassume in un gioco di parole il lungo percorso
artistico dei Nidi d’arac, liberato dai confini italiani e
arricchitosi delle innumerevoli esperienze sui palchi internazionali. un disco maturo di contrasti, dalle composizioni armonicamente ammalianti e graffiate dal rock
come non mai: assolutamente da non perdere!
Un breve scambio
con Alessandro Coppola
La produzione del disco era inizialmente partita con un
tentativo di crowdfunding, poi ne avete ripreso il
controllo e affidato la distribuzione a Goodfellas
Records, una scelta?
in realtà mi sono accorto abbastanza presto che il crowdfunding non era una soluzione adatta ai Nidi d’arac, il
concetto della coproduzione è di fatto interessante e funziona o soddisfa tanti gruppi. il meccanismo molto marketing però non si addiceva al nostro modo di funzionare.
la Goodfellas Records di roma la conoscevamo già e ci
hanno sollecitato loro, sono persone che credono in noi e
non fanno false promesse, con cui c’è un vero sentimento
di fiducia e poi abbiamo avuto piena libertà creativa…
Comunque c’è anche un aspetto simbolico in questa
scelta. i Nidi sono nati proprio a roma (vent’anni fa) ed
anche se questo è un disco dal sound tutto internazionale,
per la casa discografica abbiamo deciso di partire dall’italia, e proprio dalla città dove ci siamo formati, un po’
come un ritorno alle origini…
Pensi che la lunga gestazione abbia affinato il risultato
dell’album?
Decisamente! anzi per fortuna… perché col tempo il
suono è diventato proprio come quello che avevo in testa,
poi la sinergia del gruppo ha potuto maturare, arrivando
all’osmosi del nucleo fondamentale dell’album: chitarra,
basso e batteria. il disco è quasi tutto registrato in live e il
tempo è stato molto importante per far funzionare il tutto.
La domanda nasce spontanea, perché “It/aliens”?
ah ah ah… significa parecchie cose… non è solo un anagramma. si parte dal concetto di “italianità” ma appunto
alienata. C’è un riferimento a tutta una generazione d’italiani “alienati” cresciuti tra gli anni ’70 e ’90, una generazione dai sogni non realizzati che si ritrova in un mondo
non immaginato, una realtà non sognata insomma… un
mondo dove il “reale” è più virtuale che concreto. Ovviamente non è per tutti così… parlo degli “alieni” rispetto
alla maggioranza, quelli che sono a disagio, come noi. Non
è una critica diretta all’italia ma al disagio risentito nel e
per il nostro paese…
Poi c’è anche l’aspetto della migrazione... gli alienati privi
di stimoli vanno via, con un rapporto spesso conflittuale
rispetto al paese, con lo scopo di ritrovarsi tramite l’assenza. anche noi facciamo parte degli espatriati e la
musica è stata il nostro modo di cercarsi e ritrovarsi rispetto alla nostra italianità.
in quest’ottica tutto il disco è una collaborazione tra
“it/aliens”. Musicisti a parte, la copertina illustra una felpa
tesa che è un’opera di Franco Nardi, un artista concet-
tuale, trasferitosi ormai a londra. la foto è di alessio
Paratore, mentre antonio Droganetti ha realizzato le foto
dell’interno del disco: tutti it/aliens come noi…
Nell’album si ritrovano citazioni al passato dei Nidi in
soluzioni armoniche assolutamente contemporanee,
“It/aliens” annuncia il futuro sound del gruppo?
in effetti. è un album immaginato quasi come un collage
della nostra cultura, citazioni a musiche storiche del “glorioso made in Italy”, anche se non sempre subito riconoscibili ma suggerite. a partire da Morricone, De angelis
ma poi Piero Piccioni, Franco Micalizzi…
La PFM anche, no ?
… la PFM, certo ma non solo: il Pino Daniele degli esordi,
avitabile e poi CCCP, Battiato, gli alma Megretta, agricantus, Battisti… un collage di accenni di quest’eredità
musicale che credo aggiunga una certa originalità al disco.
Non si tratta più di parlare di “radici”, come negli altri
lavori, piuttosto di evocare una storia dell’italia musicale
quella più internazionale… Voglio dire che Tarantino
quando sceglie ennio Morricone per la musica di un suo
film lo sceglie per quello che ha rappresentato all’epoca
d’oro degli “spaghetti western”… il nuovo sound dei Nidi
s’impregna di tutti questi bagagli per sviluppare un nuovo
e personale linguaggio.
Alessandro, prima hai evocato gli esordi dei Nidi e con
molto entusiasmo ma allora: vent’anni e non sentirli?
sì ed è un lusso… il nostro segreto è di continuare a evolvere, rimettendosi sempre in discussione. D’altronde ne
sono un esempio due dei nostri album più diametralmente opposti: “San Rocco’s Rave” (2005), carico d’elettronica e “salento senza tempo” (2007), molto più acustico (che ha anticipato, tra l’altro, il successo di altri
gruppi come il Canzoniere grecanico salentino…).
“it/aliens” è l’essenza di questo percorso. Dopo 20 anni ci
sentiamo di poter spaziare dalla new wave al funk o all’hip
hop, in maniera originale e nel nostro stile fatto d’atmosfere mediterranee cantate in dialetto.
i contenuti restano quelli storici del gruppo, la parte estetica cambia, è più estrema e si libera dagli schemi e dagli
stili, un po’ come un pittore che ritorna a disegnare con la
matita… il disco segue una logica molto rock’n’roll (basso,
chitarra e batteria) che si sposa coi ritmi del sud italiano:
dalla tarantella calabrese alla tammurriata. Niente più pizzica, stavolta, molto più associabile alla dance che al rock. il
ricorso al suono analogico poi ci ha permesso d’arrivare a
un disco ben “concreto”, di un certo spessore.
grazie alessandro e tanti auguri per questi primi 20 anni
da tutta la redazione di Focus in!
Informazione: www.nididarac.net
www.facebook.com/nididarac
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