Good Morning
Vietnam
Genere
Regia
Distribuzione
Età
Durata
Audio
Anno
Drammatico
Barry Levinson
Warner Home Video
Da 13 anni
116 min. - colore
Italiano/inglese/francese
1998
Sinossi
Nel 1965 il deejay Adrian Cronauer viene inviato in Vietnam per risollevare il morale dei soldati USA.
Il suo obiettivo: farli ridere. Adrian ha un’idea tutta sua su come impostare una trasmissione radiofonica. Il suo umorismo fatto di irresistibili battute e tanto rock’n roll, inonda l’etere portando una ventata
di novità; ma la nuova filosofia non è gradita al Pentagono.
Analisi della struttura
Siamo nel 1965, proprio al momento dell’allargamento del conflitto in Vietnam. Le telescriventi battono i dispacci che annunciano l’inizio dell’escalation militare e l’invio di forti contingenti. Adrian Cronauer, disc-jockey incontenibile, protagonista del film, arriva a Saigon e viene assegnato alla radio del Comando militare americano con il compito di tenere un programma musicale; non sa cosa sia una guerra,
non è in grado di individuare il nemico, né gli piace avere nemici da uccidere. Quello che gli riesce bene
è attaccare con acrobatiche esibizioni verbali i presidenti degli Stati Uniti, le gerarchie militari, la
musica melensa delle orchestre d’archi. Cronauer conosce bene l’America e non sa niente del Vietnam.
Per lui, le distinzioni non corrono tra la patria e i guerriglieri vietcong, tra la libertà e il pericolo del
comunismo. Uno dei suoi spartiacque personali, molto più banalmente, consiste nella separazione dei
propri beniamini musicali (Bob Dylan, James Brown, Wilson Pickett, i Rolling Stones, i Beach Boys) da
quelli del tenente Hauk, suo collega alla radio (Paul Anka, Perry Como, l’orchestra di Xavier Cugat).
Cronauer ama il rock e non sopporta militari stupidi e uomini politici inaffidabili. Quando, ad esempio,
viene incaricato di preparare il resoconto di una conferenza stampa di Richard Nixon, che per lui “è
nato per essere preso in giro”, il disc-jockey vi introduce delle domande irriguardose, in cui si chiedono
al futuro presidente degli Stati Uniti pareri sui suoi testicoli, sulla vita sessuale con la moglie, su quanta marijuana abbia fumato in Vietnam. A scandalizzarsi sono gli ufficiali intermedi, quelli che credono
alla guerra e alla propria missione, mentre il generale Taylor, convinto che gli USA in Vietnam stiano
commettendo un grosso errore, ha un’idea precisa su Nixon: “Non ci comprerei neanche una mela da
quello”. Sicuro e allegramente feroce nelle distruttive ironie verbali contro militari, politici, personaggi
dello spettacolo, Cronauer è completamente impreparato a fare la guerra; addirittura non sa contro
chi farla. Una delle battute più azzeccate del film, Cronauer la tira fuori quando il sergente maggiore
Dickerson pensa di rimarcare la sua superiorità indicandogli i propri gradi sulla spallina: “Per te che
significano tre sopra e tre sotto?”. Cronauer lo seppellisce: “Un’ammucchiata”. Il Vietnam non riserva
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solamente storie che narrano di combattimenti, reduci e morti. In quel lontano paese c’è stato anche
chi ha provato a portare un po’ di felicità tra i suoi compagni e ci è riuscito, sebbene abbia poi dovuto
fare i conti con i terribili effetti della guerra pur rimanendo al di fuori della trincea. Il film fa pensare
alla “logica militare” e alla forza del voler essere se stessi, nonostante tutto; fa vedere le contraddizioni mentre stanno nascendo, o mentre si stanno palesando. “Non è sulla censura che si basa l’America”
dice Cronauer nel film, e gli viene risposto “Qui non siamo in America”. L’America, vista come la terra
della libertà, che per preservare la sua libertà porta la guerra oltre i suoi confini. Uno sguardo dunque
che giudica alcuni aspetti, ma si astiene dall’ideologia, e guarda alle persone, ai visi, alle vite di giovani
militari statunitensi che non erano mai usciti dalla loro città e si ritrovano in un paese tutto diverso dal
loro, ai giovani vietnamiti segnati dal lutto delle guerre coloniali, alla ansia calma del futuro: “forse
il mio paese, non avrà futuro”. La musica nel film, infine, è qualcosa di fondamentale, ma lo è anche
perché è proprio attraverso i tanti fermenti musicali di quegli anni che i messaggi di rinnovamento e
protesta passano: la voce della dolcissima canzone di Louis Armstrong “A Wonderful World”, con le
immagini di violenza che passano sotto, è divenuto un “luogo cinematografico” ad indicare la distanza
fra i sogni della gente, la melodia della radio e la realtà di violenza e di ingiustizia.
Proposte didattiche
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Descrivi il personaggio di Adrian Cronauer
Come sono rappresentati i “nemici”?
Quale servizio svolge la radio nel film?
Come si comportano i militari graduati?
Perché preferiscono musiche melodiche al rock?
Perché Cronauer viene rimpatriato?
Quali sono state le conseguenze di questa guerra in America?
Quali sulla popolazione civile del Vietnam?
Quale effetto genera la diossina?
Può essere considerata conclusa una guerra a tanti anni dalla fine quando si analizzano le implicazioni sulla salute degli abitanti?
• Utilizzare il genere “commedia” per parlare di una guerra può essere utile agli spettatori? Perché?
• Confronta il film con altri che parlano della stessa guerra
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