il viburnum lantana è un piccolo albero caducifoglio che capita di

23 febbraio 2013
(f.f.) il viburnum lantana è un piccolo albero caducifoglio che capita di trovare al margine dei
boschi e nei luoghi aridi delle Apuane. Di particolare bellezza sono le sue infruttescenze che dal
rosso virano al nero. Non è pianta protetta.
E s'aprono i fiori notturni,
nell'ora che penso a' miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
G. Pascoli[1]
IL GENERE VIBURNUM
Famiglia Caprifoliaceae
Viburnum L. fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico Viburnum deriva da vīburnum, i (= viburno) di probabile origine preindoeuropea.
Alcuni autori vedono un collegamento con il verbo latino vĭĕo, es, vĭĕtum, -ēre (= legare,
intrecciare) con allusione alla flessibilità dei rami usati sia per fare cesti che per legare alberi o
rampicanti.
Viburnum è un genere di alberi o arbusti, decidui o sempreverdi comprendente circa 200 specie
originarie di Asia, America settentrionale e centrale, Europa e di limitate zone dell'Africa
settentrionale. Hanno dimensioni variabili, forma arrotondata o eretta e raggiungono i 10 metri di
altezza. I fusti sono molto ramificati e sopportano anche drastiche potature quando sono coltivati
nei giardini. Hanno foglie opposte, ovali o lanceolate, a margine intero o dentellato, in genere
coriacee e di colore verde scuro, che in autunno assumono colori vivaci. I fiori sono profumati,
campanulati, bianchi o rosati, e sono raccolti in racemi o pannocchie apicali. I frutti sono drupe
disposte in infruttescenze come i fiori e rimangono a lungo sulla pianta, il loro colore varia dal rosso
al nero, al blu..
Molte specie sono coltivate come ornamentali sia per le foglie che per i fiori ed esistono molti ibridi
e cultivar. Amano terreni esposti al sole o in mezz'ombra.
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1 I versi sono tratti da Il gelsomino notturno nella raccolta di poesie Canti di Castelvecchio (1903) di Giovanni Pascoli
(1855-1912) . Il poeta fu docente al Liceo Classico di Massa e aveva casa a Castelvecchio di Barga, dove è sepolto, ai
piedi delle nostre montagne. In diverse sue poesie descrisse la bellezza delle Alpi Apuane.
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Alcune specie hanno proprietà medicinali: sono astringenti e antidiarroiche, purgative, sedative e
sudoripare. Il frutto può essere commestibile per l'uomo o moderatamente tossico.
Le specie spontanee in Italia sono: Viburnum lantana, Viburnum opulus e Viburnum tinus.
Viburnum lantana (lantana) ha foglie intere e caduche e fiori bianchi. Viburnum opulus (oppione,
palla di neve, pallone di maggio) ha foglie trilobate e caduche. Viburnum tinus (laurotino,
lentaggine, viburno tino) è sempreverde e ha fiori bianco-rosati che fioriscono dall'autunno alla
primavera.
Ricordiamo che al viburno è dedicata una delle più note canzoni russe Kalinka in russo Калинка (=
viburno palla di neve)
VIBURNUM LANTANA
Viburnum lantana L.
Classificata da Linneo nel 1753.
Conosciuta volgarmente
lantana, viburno.
come:
Il nome specifico deriva dal latino
volgare *lentāgo, ĭginis a sua volta
dal verbo lento, as, āvi, ātum, āre
(= piegare) con allusione alla
flessibilità dei rami. Il termine
lantana fu poi comunemente usato
per riferirsi al viburno. Invece
lentaggine è uno dei nomi del
Viburnum tinus. Linneo lo usò per
denominare un genere delle
Figura 1: Viburnum lantana
Verbenaceae
originario
delle
regioni tropicali africane e americane tra cui Lantana camara coltivato in Europa per i fiori colorati
di bianco, rosso e giallo nella stessa infiorescenza.
Il viburno è un arbusto o un piccolo albero alto da 1 a 5 metri. È molto ramificato con rami sottili,
pelosi e flessibili che ne giustificano il nome e ha foglie caduche. Le foglie sono grandi, opposte,
ovali e presentano margine dentato. La pagina superiore è pelosa e rugosa e verde-scuro mentre
quella inferiore è più pelosa e verde-grigio con nervature molto evidenti. I fiori sono raccolti in
corimbi apicali larghi fino a 10 centimetri. Essi sono piccoli, odorosi e di colore bianco-crema, la
corolla è campanulata e divisa in 5 punte ovali, gli stami sono cinque con antere gialle e sporgono
dal fiore. Il frutto è una drupa appiattita di colore che da verde diventa rosso vivo e nero lucente a
maturità, esso rimane sulla pianta fino all'inverno. Il frutto è moderatamente tossico per l'uomo, ma
è gradito dagli uccelli che provvedono alla dispersione del seme con i loro escrementi.
Il viburno viene usato come pianta ornamentale e se ne conoscono diverse varietà e cultivar. I rami
giovani, molto flessibili, erano usati per fabbricare cesti e come legacci in agricoltura.
A questa pianta sono riconosciute proprietà medicamentose: l'infusione dei fiori è
antiinfiammatoria, mentre l'infusione delle foglie è attiva su duroni, ulcere e foruncoli, bevuta è
antidiarroica. Le gemme fresche inibiscono gli spasmi dell'asma bronchiale.
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Vegeta al limite dei boschi di caducifoglie ed è specie pioniera che forma densi popolamenti che
precedono il formarsi del bosco. Ama suoli magri e calcarei, assolati e ben drenati.
Il viburno è pianta comune sulle Alpi mentre è più raro sull'Appennino e sulle Apuane. Da noi
vegeta bene nel querceto-carpineto e su terreni calcarei e aridi fino a 1000 metri di quota.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:
686. – Viburnum lantana – L.
= Viburnum tomentosum - Lam.
(luoghi in cui è stata osservata:) Indicato nelle Alpi Apuane al Ponte di Monzone nella valle del
Lucido e alle cave dei Fantiscritti sopra Carrara (Bert.). Sopra Resceto (Somm.), al M. Girello tra il
Forno e le Guadine, tra Miseglia e Tarnone alle cave di Carrara, nella valle di Antona in loc.
Porneta.
Volg. Lantana, vovorna, metallo. Fiorisce in maggio e giugno. Pianta legnosa.
Pellegrini cita anche Viburnus tinus L. [Viburnus tinus L. subsp. tinus]
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae);
Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Asteridae; Ordine: Dipsacales; Famiglia: Caprifoliaceae;
Genere: Viburnum; Specie: Viburnum lantana
Forma biologica: fanerofita cespugliosa (simbolo: P caesp). Cespugliosa o cespitosa (simbolo:
caesp) significa che il portamento è cespuglioso.
Descrizione: arbusto o piccolo albero a foglie caduche alto al massimo 5 metri. Il fusto è legnoso
con corteccia bruno-rosea. È molto ramificato con peluria su rami e foglie. I rami sono sottili e
molto flessibili. Le foglie sono opposte, ovali, appuntite e con margine dentato, la pagina superiore
è verde scuro e rugosa mentre quella inferiore è verde grigio e maggiormente pelosa. I fiori sono
raccolti in corimbi terminali, sono bianco-crema e hanno corolla campanulata con 5 punte ovali e 5
stami sporgenti con evidenti antere gialle. Il frutto è una drupa ovale e schiacciata con colore dal
verde al rosso vivo e poi nero a maturità e contiene un unico seme.
Antesi: aprile - giugno.
Tipo corologico: euroasiatica, ma presente anche in Africa settentrionale. In Italia è presente in
tutte le regioni eccetto le isole maggiori, la Puglia, la Basilicata e la Calabria.
Habitat: pendii rocciosi, limitare di boschi caducifogli, zone aride e suoli magri e calcarei. Dal
piano fino a 1400 metri.
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2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite,
avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con
la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia
anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio
di Carrara. Pag. 134.
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Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali
protette.
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