… cerchiamo compagni di strada La lentaggine - I fiori e i frutti della Lentaggine In un vecchio testo di giardinaggio (Botanica orticola di O.Traverso, 1926: 740) a proposito della Lentaggine (Viburnum tinus) troviamo scritto: “pianta rusticissima, diffusa nelle regioni temperate e marittime, forma grandi cespugli molto decorativi con fioritura precoce. Molto bella, specialmente indicata per i giardini presso il mare, dove domina molto il vento”. Noi ci sentiamo di aggiungere, sulla base di altri documenti o racconti, che la Lentaggine godette di un grande favore nei giardini signorili ottocenteschi proprio perché si prestava a fare macchie che fiorivano d’inverno, dando così un segno di vita e di colore quando buona parte del giardino era ancora spenta e a riposo. Guardatevi attorno. E’ probabile che anche nelle vostre città sia tutt’ora usata come arredo nel verde pubblico per fare siepi. In questi giorni si manifesta già la sua precocità poichè in qualche pianta spunta qualche primo fiore biancastro. Non per niente è nota anche come Viburno d’inverno. Nelle regioni del settentrione è solo coltivata, laddove il clima mite lo permette, ma già valicato l’Appennino ed arrivati in Toscana la si incontra selvatica nelle macchie e nelle siepi delle colline. Riconoscerla e distinguerla è facile: foglie opposte sempreverdi, in genere di forma ovale con lunghezza di 5-6 cm, spesso ciliate sui margini interi, con fiori disposti all’apice dei rametti o organizzati in ombrelle composte. Un’analisi del nome latino è parecchio istruttiva. Questa pianta era già nota anticamente e nel secolo XVI venne chiamata da Clusius “Tinus”. Quando con Linneo, a metà 1700, si affermò la nomenclatura con il sistema del binomio in latino, servì dapprima coniarle il primo dei due nomi trovandole un genere di appartenenza in base alla parentela delle strutture fiorali. Questa venne individuata in un nuovo genere chiamato Viburnum (parola che si fa risalire al latino “vimen”= vimini, secondo il nostro solito Dalla Fior). Poi serviva un aggettivo che distinguesse questa specie di Viburno dagli altri congeneri e Linneo non fece altro che recuperare l’antico nome di Clusius, cioè tinus. Ecco come nacque Viburnum tinus. Prossima fioritura: il Pungitopo