La capra e il sole C’erano una volta tante e tante stelle. Erano a milioni e brillantissime, tutte quante. Ognuna di queste stelle si affacciava su un mondo fatto di pianeti e una di loro in particolare era molto cara ad un pianeta che si chiamava terra, sul quale abitavano tante creature che tra loro si chiamavano uomini o animali. Gli uomini e gli animali ogni giorno guardavano felici quella stella brillante che splendeva durante il giorno e decisero di chiamarla Sole. - Com’è bello il sole! Diceva una capretta mentre brucava l’erba. - Sei sempre la solita sciocca – le disse un serpente che la guardava mangiare mentre lui penzolava lentamente da un grande albero – il sole non è bello! - Come non è bello, guarda! - Sei sempre la solita sciocca, il sole non si deve mai guardare altrimenti ti fa male agli occhi. Sai cosa ti dico invece, il sole non è affatto bello, il sole non serve a nulla! Se lo guardi dritto dritto fa male agli occhi, d’estate scotta tanto e bisogna sempre stare attenti a coprirsi dai suoi raggi… a volte è poi così prepotente che non fa mai spazio alla pioggia e senza acqua tutte le piante si seccano ed anche l’erbetta che tu ami tanto mangiare. La capretta non sapeva che dire. Lei amava il sole, ma il serpente pareva così sicuro e sembrava saperla molto più lunga di lei. Quella sera s’incamminò verso casa molto pensierosa. Si accuccio nella sua tana ed invece di dormire pensò alla notte. - Di notte il Sole non c’è e tutto continua a vivere. I fiori ci sono anche col buio. Gli alberi pure. Gli orsi e i lupi anche. L’erbetta rimane sempre al suo posto. Il fiume continua a scorrere. E quando c’è la luna piena c’è una luce così forte che quasi quasi si potrebbe uscire dalla tana come se fosse giorno. Non è che il serpente.. oh oh forse il serpente ha davvero ragione! Ho deciso, domani parlerò con gli altri animali e se saranno d’accordo con me, per il sole non ci sarà più posto. La mattina dopo la capretta si alzò di buon umore e sicura di sé, si avviò verso le rive del grande Lago dove tutti gli animali si ritrovavano la mattina presto per bere l’acqua fresca. - Buongiorno a tutti – belò – Come va? Che bella giornata vero? Ma da domani tutto potrebbe essere ancora più bello. - Ancora più bello? – le chiese l’anatra. - Certo, però solo se manderemo via il sole… - Mandare via il sole? Ma che dici! – grugnì l’orso. - Perchè no? A cosa ci serve il sole!Se lo guardiamo dritto dritto ci acceca con la sua luce, d’estate scotta tanto che dobbiamo rimanere tutto il giorno nelle nostre tane, a volte poi è così prepotente che non fa mai spazio alla pioggia e senza acqua tutte le piante si seccano. Gli altri animali cominciarono a bisbigliare e a confabulare fra loro. - E poi pensateci bene- belò fiera la capra con la voce sicura di chi ha capito tutto nella vita- ci rimane sempre la luna che quando è piena illumina il mondo come se fosse giorno. Il sole non ci serve, pensateci bene. Quella notte gli animali si incamminarono verso casa pensierosi. Si accucciarono nelle loro tane ed invece di dormire pensarono a ciò che la capra aveva detto. Pensarono soprattutto alla luce della luna e se sarebbe potuta bastare loro per vivere felici. In più quella notte, quasi si sentisse osservata, la Luna diede il meglio di sé, sprigionando tanta luce che, riflessa nel grande lago, illuminò così tanto la foresta che sembrava quasi una città con accesi milioni di lampioni. La mattina dopo gli animali si svegliarono di buon umore e sicuri di loro si ritrovarono tutti al grande lago. - Buongiorno a tutti- belò la capra- avete dormito bene questa notte? Avete visto quanto splendeva la luna? - Sì, Sì- risposero tutti gli animali in coro. - Pensiamo tu abbia ragione capra – disse l’orso a nome di tutti – dunque ti incarichiamo di andare a parlare col sole. Spiegagli il nostro punto di vista e, gentilmente mi raccomando, chiedigli di andare da un’altra parte nello spazio. La capra si sentì orgogliosa di avere avuto lei quella splendida idea che avrebbe reso tutti più felici. Partì allora al trotto e cominciò a scalare veloce la montagna per arrivare in alto in alto là dove il sole l’avrebbe potuta sentire. Arrivata in cima belò: - Sole! Sole! Mi sente? - Chi mi chiama… ah… buon giorno capra, che piacere vederla, qual buon vento l’ha portata fin quassù? – disse il sole con il suo fare educato. - Mi spiace disturbarla, ma ho una richiesta da farle e a nome di tutti gli animali. - Prego, se posso aiutarvi lo farò volentieri. - Ecco – tentennò la capra- volevo riferirle che ci siamo consultati e… dopo tanto parlare e riflettere e pensare… siamo arrivati alla conclusione che… insomma… - Avanti capra non sia timorosa. - Ecco, noi vorremmo che lei, che lei… - Che io? - Che lei…ma a lei piace qui? Non è che per caso ci sarebbe qualche altro pianeta su cui le piacerebbe andare a splendere con i suoi potenti raggi? - Ma veramente qui mi trovo molto bene, voi no? - Certo, io e tutti gli animali ci troviamo bene ma vorremmo che lei…insomma che lei se andasse. La prego ora non mi guardi così, cerchi di capirci… Se la guardiamo dritto dritto ci acceca con la sua luce, d’estate scotta tanto che dobbiamo rimanere tutto il giorno nelle nostre tane, a volte poi lei è un po’ prepotente e non fa mai spazio alla pioggia e senza acqua tutte le piante si seccano. Anche l’erbetta che mi piace tanto. - Capisco – disse il sole con voce triste – ma come farete senza il giorno? - Guardi, ci basterà la luna. Il sole, non disse più nulla, girò le spalle alla capretta e guardando verso lo spazio se ne andò via deciso a raggiungere le stelle sue sorelle. Di colpo la notte calò sul mondo, sulla foresta e sul grande lago. Ma non era la notte che tutti si aspettavano. Era buia, così buia che più buia di così proprio non lo si riesce a immaginare. Nessuno vedeva più nulla. Il fiume, i fiori, l’erbetta probabilmente c’erano ancora, ma nessuno li vedeva più. La capra a fatica riuscì a scendere dalla montagna e a tentoni cercò di raggiungere il grande lago. Anche gli altri animali fecero lo stesso. − Capra! Ma che è successo?– urlavano tutti, spaventati e arrabbiati. Capra non sapeva che dire. − Amici miei non capisco, davvero non capisco. Io ho detto a Sole di andarsene, ma non aLuna, non capisco dove sia finita. - Sei sicura di avere fatto bene? Lo sappiamo tutti che sei un po’ scorbutica a volte, e magari senza volerlo hai parlato male di luna e lei ti ha sentito. - Parlare male? Io? Ma quando mai? Io non ho mai parlato male di nessuno. - Veramente del sole l’hai fatto – disse ridendo il serpente. Capra rimase zitta e pentita di tutto quello che aveva detto. Aggiunse però: - Comunque luna doveva rimanere… - Ma io sono qui – disse una vocina leggera leggera. Era luna e se ne stava lì al buio come tutti gli altri. - Che fai al buio?- belò la capra un po’ seccata- cosa aspetti ad illuminarti? - Io non posso illuminarmi da sola, la luce che vedete la notte me la presta il sole, non lo sapevate? Nessuno lo sapeva, né l’orso, né il lupo e nemmeno il serpente. Ed ora? Come avrebbero fatto? Bisognava assolutamente richiamare il sole indietro, ma oramai se ne stava nello spazio insieme a tutte le altre stelle e lì nessuna montagna poteva arrivarci. Fortunatamente la capra era una tipa tosta che non si lasciava abbattere dalle difficoltà così pensa e ripensa, rifletti e rifletti ancora, metti in piedi idea su idea.. - Ah ecco la soluzione! Idee su idea, dobbiamo tutti salire sulla montagna, metterci uno sulla groppa dell’altro e, se ancora non basta, aggiungeremo tutte le scale, le sedie, i sassi e qualunque cosa possiamo trovare. Gli animali non se lo fecero ripetere due volte e in men che non si dica si trovarono tutti uno sull’altro, formando una scala che sembrava non finire più ed in cima stava la capra con la bocca aperta e gli occhi stupiti man mano che saliva, perché lo spazio non lo aveva mai visto da così vicino. C’erano tante e tante stelle. Erano a milioni e brillantissime, tutte quante. Ognuna di queste stelle si affacciava su un mondo fatto di pianeti e una di loro in particolare era molto bella e luminosa, era la più illuminata e la più triste si tutte e si chiamava sole. Capra raggiunse sole e gli fece un sorriso, poi disse: - Ci siamo veramente sbagliati di grosso, senza di te nulla può esistere amico sole. Torna con noi. Sole fu stupito di vedere capra nello spazio e ancora di più lo fu a vedere quella enorme piramide che gli animali avevano formato per raggiungerlo. Questo bastò a convincerlo che davvero i suoi amici lo rivolevano con loro e pochi minuti dopo con i suo raggi illuminava la più bella giornata di sole che si fosse mai vista. - Com’è bello il sole! Diceva dunque una capretta mentre brucava l’erba. Sara Balestra