Ottobre italia 2014_italiano.qxp 15/09/14 06.56 Pagina 3 EDITORIALE Le periferie, al cuore di ogni missione don Livio Tonello direttore Care lettrici e cari lettori, sono passati già sei mesi dalla mia entrata nell’Associazione Universale di Sant’Antonio, realtà che sento sempre piú come una grande famiglia. I contatti che ho con voi da ogni parte del pianeta, fanno percepire l’universalità della Chiesa diffusa ovunque. Nelle vostre parole e nei vostri segni di affetto si tocca con mano la ricchezza dell’azione dello Spirito del Signore. Tradizioni, costumi, atteggiamenti disegnano i tratti del volto di una Chiesa sempre giovane. Una Chiesa impegnata nella evangelizzazione che in questo mese di ottobre rinnova la sua vocazione missionaria. Significativo lo slogan della giornata mondiale che celebreremo domenica 19: «Periferie, cuore della missione». In esso riecheggiano le ben note parole di Papa Francesco. Le periferie del mondo non sono i luoghi lontani geograficamente ma le situazioni lontane dagli occhi e dal cuore. «Nessun luogo è lontano», titola un noto libro di Richard Bach (statunitense, nato nel 1937), perché - commenta il protagonista - «la tua casa è distante mille miglia dalla mia, e io sono uno che si mette in viaggio solo quando ne vale la pena. Ebbene, ne val proprio la pena, se si tratta di prender parte alla tua festa. Non vedo l’ora di essere da te!». Alla Chiesa stanno a cuore le persone, cosí come per Gesú sono state importanti, soprattutto, quelle in difficoltà. Per esse ha manifestato compassione, affetto, rispetto e amore. A loro è andato incontro, anche oltre i confini del popolo ebraico; con loro ha camminato e per loro si è dato. Ancora oggi l’obiettivo dei cristiani è la centralità dell’impegno ad gentes (verso i popoli), per raggiungere le periferie, le frontiere, tutto ciò che sembra lontano, non solo geograficamente, ma anche a livello esistenziale. È la responsabilità di ogni battezzato, di ogni credente in Cristo, chiamato alla conversione del cuore, al bene condiviso, alla pace, alla giustizia, alla riconciliazione, al rispetto del creato. La periferia è “luogo” per eccellenza della missione, traguardo da raggiungere e dunque la “meta a cui tendere” e “punto da cui ripartire". L’elezione dell’Arcivescovo di Buenos Aires alla Sede di Roma è proprio espressione di una restituzione della fede dalla “fine del mondo” - come egli stesso ebbe a dire il giorno della sua elezione -, per ridare impulso laddove il progresso non è sempre coinciso con le istanze umane e spirituali. Lo spirito ad gentes si esprime, sempre e comunque, nell’affermazione della fraternità universale, ponendo al centro dell’azione pastorale i poveri e coloro che sono vittime dell’esclusione. Anche l’Associazione Universale di Sant’Antonio ha le sue “periferie esistenziali” verso le quali non chiude né gli occhi né il cuore. La carità riesce a raggiungere persone in necessità in tante nazioni. Una carità che diventa evangelizzazione attraverso segni concreti di amore. Diventa pane per famiglie in difficoltà, diventa aiuto a missionari in prima linea, diventa contributo per attività di accoglienza e formazione. «Soltanto l’amore è credibile - affermava il teologo Hans Urs von Balthasar (1905-1988) - ma anche non si deve e non si può credere a null’altro che all’amore. Questo è il compito, l’opera della fede, riconoscere questo prius assoluto ed assolutamente inafferrabile». Per il mondo solo l’amore e la carità sono credibili. Accanto alle parole dell’annuncio ci stanno bene i gesti dell’aiuto. Non si annuncia solo con la bocca ma con le mani, con il cuore, con la vita. Grazie a ciascuno di voi, cari associati, c’è un Vangelo di carità che giunge lontano. Anche voi siete missionari e missionarie con tanti gesti concreti di carità e con la preghiera. Ogni mese giungono le vostre “parole di bene” dal vostro cuore sensibile, dentro al quale ciò che è lontano diventa vicino, prossimo. Cosí molte distanze umane sono meno lontane e le periferie meno estranee, perché sono al centro dei nostri pensieri e del nostro cuore. 3