2014 Riassunto della situazione dell’Iran L’obiettivo di questo lavoro è quello di riassumere in linea generale le sanzioni imposte e il loro impatto sia sull’Iran sia sui principali paesi che hanno deciso di imporre queste restrizioni. A cura di Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi www.commercioitaliairan.it 06/12/2014 Sommario ABSTRACT .................................................................................................................................................... 3 1. Quali sono i tipi di regimi sanzionatori? ................................................................................................ 4 2. Impatto delle sanzioni sull’Iran ............................................................................................................. 7 2.1. Riduzione delle entrate del settore energetico ............................................................................. 8 2.2. Svalutazione del Rial ..................................................................................................................... 9 2.3. Elevata inflazione e crollo del PIL .................................................................................................10 3. Impatto delle sanzioni sugli Stati Uniti e UE .........................................................................................11 4. Impatto sull’interscambio commerciale tra l’Iran e l’Italia ...................................................................13 5. Ginevra: l’approvazione del Joint Plan of Action (JPA) .........................................................................14 6. Prospettive dell’economia iraniana e dello scambio bilaterale.............................................................17 SITOGRAFIA ................................................................................................................................................19 Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 2 www.commercioitaliairan.it - [email protected] ABSTRACT Le sanzioni contro l’Iran non sono recenti, praticamente da quando è avvenuta la rivoluzione iraniana e dopo la guerra con l’Iraq, la vecchia Persia ha dovuto fare i conti con le misure restrittive nei suoi confronti. Negli anni 80 il motivo delle sanzioni era, secondo gli americani, il supporto dell’Iran ad azioni di terrorismo internazionale. Successivamente negli anni 90, la comunità internazionale attraverso le sanzioni volevano creare degli ostacoli per frenare la corsa dell’Iran verso il programma nucleare. Alla fine negli anni 2000 gli USA con i paesi europei hanno applicato le nuove e dure sanzioni per evitare lo sviluppo del programma nucleare iraniano. Le sanzioni imposte dal 2006 hanno avuto un andamento crescente finché negli ultimi anni queste sono state mirate a colpire in particolare il settore bancario e il settore energetico iraniano e queste misure hanno creato dei problemi innegabili sull’economia iraniana. Però l’impatto dell’embargo non colpito solo questo paese anche: Stati Uniti e i paesi UE che storicamente sono considerati suoi partner commerciali lo hanno subito in termini di diminuzione dei volumi commerciali. Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 3 www.commercioitaliairan.it - [email protected] 1. Quali sono i tipi di regimi sanzionatori? I primi regimi sanzionatori sono stati applicati da parte di organismi internazionali come l’ONU e l’Unione Europea. L’ONU ha previsto le seguenti sanzioni per costringere l’Iran ad interrompere il suo processo di arricchimento dell’uranio e costringerlo a collaborare con gli osservatori dell’Agenzia internazionale per l’Energia Atomica. ONU • • • • Risoluzione 1737 del 2006 Risoluzione 1747 del 2007 Risoluzione 1803 del 2008 Risoluzione 1929 del 2010 Le sanzioni di ONU prevedono: Con la prima risoluzione del 2006 vengono attuate le misure che prevedono: il blocco del rifornimento di armamenti pesanti e di tecnologia nucleare, il blocco delle esportazioni delle armi iraniane, il congelamento dei beni di alcuni individui e imprese che si ritiene abbiano un ruolo nel programma nucleare iraniano. Con la seconda risoluzione del 2007 le misure sono più severe: oltre a una riconferma delle misure stabilite precedentemente sono stati indicati in una blacklist i nomi di società e individui collegati al regime e al programma nucleare includendo banche come la Sepah e Sepah International, le compagni legate all’aeronautica militare, membri del ministero della difesa e guardiani della rivoluzione e in particolare gli scienziati che stavano lavorando sul programma nucleare: tutti i beni collegati ai soggetti indicati nella blacklist vengono congelati. Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 4 www.commercioitaliairan.it - [email protected] Con la risoluzione del 2008 il cerchio stringe di più attorno alle aziende produttrici: i prodotti a duplice uso e i nomi presenti nella blacklist aumentano e in questa risoluzione viene chiesto un livello maggiore di controllo sulle banche iraniane come la Bank Melli,la Bank Saderat e le loro filiali. Nel 2010 la risoluzione prevedeva: una richiesta molto precisa a tutti gli stati membri di effettuare ulteriori controlli su transazioni finanziarie e sorvegliare navi cargo e aerei nel rispetto del diritto internazionale Un’altra organizzazione internazionale che ha previsto delle misure restrittive verso l’Iran è L’Unione Europea, le cui misure prevedono: Il divieto del commercio di componenti che aiutano l’Iran nello sviluppo del suo programma nucleare Il blocco dei beni di individui e imprese collegati al programma nucleare, inoltre le persone fisiche in questione non possono entrare negli stati membri dell’Ue. Divieto delle esportazioni verso l’Iran di tecnologia e componenti che vengono utilizzati per la raffinazione e l’estrazione di gas naturale Divieto delle importazioni, dell’acquisto e del trasporto di petrolio e gas naturale iraniano Il congelamento dei beni di proprietà della Banca Centrale Iraniana e sospensione delle transazioni in oro e altri metalli preziosi con la banca in questione. Divieto delle transazioni finanziarie con banche iraniane. Altri regimi sanzionatori sono messi in atto da parte dei singoli paesi come gli Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Giappone,Corea del Sud, Australia Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni sulla maggior parte dei settori commerciali, ed in praticolare vietano: Gli investimenti nel settore petrolifero e in quello del gas iraniano; La fornitura di naviglio per il trasporto del petrolio; L’accesso al sistema bancario statunitense per gli istituti finanziari iraniani; La vendita di strumenti e apparecchiature che potrebbero essere utilizzati nel settore energetico; Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 5 www.commercioitaliairan.it - [email protected] La vendita di tecnologia che potrebbe essere utilizzata per la realizzazione di armi di distruzione di massa. Le sanzioni Canadesi prevedono: il divieto d’investimento per le società canadesi nel settore energetico iraniano e nei titoli di stato iraniani. Le sanzioni australiane prevedono: il divieto all’esportazione di armamenti di qualsiasi tipo e di qualsiasi componente o materiale che potrebbe venire impiegato nel programma nucleare o nello sviluppo di armi. Il Giappone che è da sempre considerato il secondo acquirente di greggio iraniano, nel 2012 ha deciso di ridurre almeno il 10% della sua dipendenza energetica dall’Iran e prima di questo ha proibito le transazioni con 15 istituti bancari iraniani considerati vicino al regime. E in fine la Corea del Sud, un altro partner degli Stati Uniti in Asia ha deciso di proibire le transazioni di valuta con 126 società e individui iraniani incluso la sede asiatica della Bank Mellat . Nonostante tutto questo, l’Iran ha cercato di resistere cercando altri partner specificamente nell’oriente rivolgendosi alla China, India, Turchia e Sri Lanka. Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 6 www.commercioitaliairan.it - [email protected] 2. Impatto delle sanzioni sull’Iran In conseguenza dell’embargo l’economia iraniana si è pesantemente indebolita. Il paese ha dovuto affrontare diversi problemi tra cui: Elevata inflazione e il crollo del PIl Svalutazione della moneta iraniana Riduzione dell'esportazione di greggio e gas Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 7 www.commercioitaliairan.it - [email protected] 2.1. Riduzione delle entrate del settore energetico Secondo l’International Energy Agency, nel corso del 2012,dopo l’approvazione del divieto dell’importazione di greggio dall’Iran, la produzione di petrolio del paese è scesa ai livelli minimi da 30 anni a questa parte, arrivando a 2,65 milioni di barili al giorno mentre prima che si intensificano le sanzioni, la produzione del paese era 3,7 milioni di barili al giorno. La stessa agenzia ha confermato che l’Iran nel corso del 2012 ha perso circa 40 miliardi di dollari a causa delle sanzioni; per un paese la cui economia dipende per l’80% dai provenienti dell’oil & gas è stato un duro colpo. Secondo il fondo monetario internazionale (FMI), nell’anno fiscale 2011/2012 (che termina il 20 marzo) i proventi delle esportazioni di petrolio e gas iraniano sono stati di 118 miliardi di dollari. Invece nell’anno fiscale 2012/2013, i proventi delle esportazioni di petrolio e gas sono scesi del 47% e sono arrivati a 63 miliardi di dollari. L’altro fattore importante in questo settore è lo sviluppo dei giacimento petroliferi e l’aumento della capacità d’estrazione del petrolio. In conseguenza delle sanzioni le grandi compagnie straniere hanno abbandonato il paese, che ha negativamente influenzato le opere già in corso e avendo, l’Iran bisogno degli investimenti esteri che negli ultimi anni sono venuti a mancare. Per questo motivo nei primi mesi del 2014 il ministero del petrolio iraniano, Bijan Zanganeh, ha incontrato diverse compagne petrolifere internazionali per incoraggiarle a riprendere le loro attività in Iran nel caso in cui le sanzioni dovessero essere rimosse o alleggerite. Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 8 www.commercioitaliairan.it - [email protected] 2.2. Svalutazione del Rial Il divieto di accesso ai provenienti del petrolio ha creato una riduzione delle riserve di valuta internazionale in Iran e ha fatto sì che il tasso di cambio sul mercato valutario interno aumentasse, generando un effetto negativo sulla valuta nazionale, il Rial iraniano, il cui cambio è precipitato dal valore di 13.000 Rial per un dollaro a fine 2011 a 32.500 Rial ad ottobre del 2012. Il 2012 è stato il peggior anno per l’economia iraniana in quanto il Rial ha perso ben il 40% del suo valore. Nonostante il cambio di governo nel 2013 e i passi compiuti nelle negoziazioni in corso, la volatilità del tasso di cambio continua tutt’ora e nel mese di ottobre del 2014 sul mercato dei cambi : 1$ viene scambiato con 32,480 rial 1€ viene scambiato con 41,100 rial Il mercato dei cambi iraniano negli ultimi anni è stato destinatario degli attacchi speculativi da parte degli investitori nazionali. La politica estera e il risultato della negoziazione sul programma nucleare hanno un forte impatto su questo mercato. Per la rivalutazione della moneta nazionale oltre alla normalizzazione dei rapporti con i paesi esteri, da molto tempo il governo iraniano sta valutando di esperimentare ciò che ha fatto la Turchia, cioè di eliminare tre o quattro zeri dalla valuta nazionale e nominare l’unità monetaria nuova. Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 9 www.commercioitaliairan.it - [email protected] 2.3. Elevata inflazione e crollo del PIL L’Economia iraniana da molto tempo soffre di un tasso di inflazione elevato che è associato alla crescita generalizzata dei prezzi; e che nel tempo ha causato una riduzione del potere d’acquisto della popolazione. Durante il governo di Ahmadinejad, ci sono stati due episodi che hanno alimentato questa eccessiva liquidità nell’economia iraniana: Aumento del prezzo del petrolio nel 2008 e trasferimento dei provenienti del petrolio nell’ economia sotto la forma di diverse riforme economiche. La riforma dei sussidi nel 2009 con la quale il governo paga in contanti il sussidio alle famiglie: nel 2013 sono stati oltre 60 milioni gli iraniani destinatari di sussidi governativi. Nel corso dell’anno 2012 secondo i dati diffusi dalla Banca Centrale Iraniana l’inflazione era del 25,9% però secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) il tasso d’inflazione reale era oltre il 30%. La Sace nel suo rapporto “County Risk Map” stima per l’anno fiscale 2013/2014 che finisce a marzo, un tasso d’inflazione pari a 33,9%, lo stesso documento prevede per il periodo 2014/2015 una riduzione di questo tasso del 17,2%. Secondo gli analisti di FMI che hanno visitato l’Iran, l’accordo di Ginevra ha prodotto effetti positivi sull’economia del paese in quanto la crescita dei prezzi è passata dal 45%, a luglio 2013, al 30% di dicembre ma comunque rimane il fatto che la crescita economica iraniana è ostacolata dal tasso di inflazione. Secondo la Banca Mondiale il prodotto interno lordo dell’Iran nel 2012 era pari ai 502,7 miliardi di dollari. Secondo i dati riportati sempre dalla Banca Mondiale nel 2013 il PIL iraniano è sceso ai 386,90 miliardi di dollari con una crescita annua negativa del -5,8%. Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 10 www.commercioitaliairan.it - [email protected] 3. Impatto delle sanzioni sugli Stati Uniti e UE Nel corso di questi anni di sanzioni, tutti cercavano le ripercussioni solo sull’economia Iraniana senza considerare che l’economia mondiale si trovasse in una crisi profonda. I consumi interni nella maggior parte dei paesi sono crollati e le aziende stanno cercando sempre di più di trovare nuovi mercati. Forse il fatto che sull’Iran vige un embargo, per un’azienda multinazionale potrebbe essere in qualche modo sostenibile, però per una piccola impresa italiana del nord-est che fattura milioni di euro e non miliardi, può non esserlo. Quindi a questo punto è opportuno vedere gli effetti delle restrizioni anche su chi le impone. Il rapporto NIAC (National Iranian American Council) sottolinea che nel periodo 1995 – 2012 la perdita potenziale per l’export statunitense sono stimati tra 135 e 175 miliardi di dollari. Questo rapporto si basa sul modello gravitazionale del commercio. Questo modello predice una relazione positiva tra i flussi di commercio internazionale e l’ampiezza del Paese, misurata dal suo prodotto interno lordo, da un lato, e la distanza tra paesi dall’altro. Secondo questo rapporto anche i paesi di UE hanno perso tanti soldi per via delle sanzioni verso l’Iran. La Germania nel periodo 2010-2012 ha perso tra 23.1 e 73 miliardi dollari; per lo stesso periodo questa perdita è rilevante molto di più per l’Italia e Francia che rispettivamente hanno rinunciato da 13.6 e 42.8 miliardi dollari per l’Italia e 10.9-34.2 miliardi di dollari per la Francia. NIAC, sostiene che le perdite in termini di dollari o euro sono una parte della questione. L’altra parte, riguarda il fattore umano, in termini di posti di lavoro ovviamente con aumento delle esportazioni viene creata occupazione. Per dimostrare questi fatti, si riferiscono ai dati diffusi dal Dipartimento del Commercio statunitense sul lavoro e sostengono che in media nel caso di perdita di esportazioni, quest’ultimo viene tradotto in una perdita dei posti di lavoro tra 51.043 e 66.436 ogni anno. Per capire in quali settori è avvenuta questa perdita dei posti di lavoro il rapporto di NIAC va ad analizzare le importazioni dell’Iran negli anni 90 e 2000 . Negli anni 90, circa il 50% delle importazioni iraniane erano prodotti industriali intermedi, il 30% beni strumentali e il 20% beni di consumo. I maggiori segmenti erano edilizia (circa 25%), metalli (15%), prodotti chimici (12%), oli vegetali (12%) e mezzi di trasporto (circa 8%). Negli anni 2000, la crescita complessiva dell’economia amplia il volume di importazione. Tuttavia in questi anni c'è stata una tendenza maggiormente verso importazione di beni di consumo per colmare le lacune del mercato iraniano. Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 11 www.commercioitaliairan.it - [email protected] Il valore totale delle importazioni nel corso degli anni 2000/2001 è stato di 14,3 miliardi di dollari. Successivamente questa cifra cresce per arrivare ai 60 miliardi di dollari a metà dello scorso decennio, per poi raggiungere il picco di 77 miliardi di dollari nel 2011. Nel 2012 e nel 2013, rispettivamente, le importazioni del paese sono scese ai 52 e 58 miliardi di dollari. Nel 2014, il volume delle importazioni si prevede che tornerà verso 73 miliardi dollari. Secondo Atieh International, la composizione delle importazioni iraniane negli anni 2000 era: Macchinari e Mezzi di trasporto 32,7% Metalli di base 14,7% Tessili e Calzature,ecc. 4,3% Prodotti minerali e chimici 17,5% Prodotti alimentari e vegetali 17,2% Altre importazioni 13,7% Questo studio ritiene che anche i paesi UE hanno subito perdite rilevanti in quanto tra il 2010 e il 2013, l’esportazione i paesi UE-28 sono calate del 52%. Nella seguente tabella viene mostrato la maggiore contrazione dei beni oggetto dell’esportazione. Tabella 1. Esportazioni selezionate dell’UE verso l’Iran (mln €) Tipo / Anno Macchinari e Mezzi di trasporto Manifattura Prodotti Chimici Altre Esportazioni TOTALE 2009 5,740 2010 6,780 2011 5,554 2012 3,152 2013 2,061 1,528 1,469 1,417 1,763 1,391 1,815 1,079 1,303 575 1,233 1,697 1,759 1,737 1,845 1,579 10,434 11,319 10,497 7,379 5,448 Fonte: Eurostat, External and intra-European Union trade Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 12 www.commercioitaliairan.it - [email protected] 4. Impatto sull’interscambio commerciale tra l’Iran e l’Italia Tra i paesi europei l’Iran ha sempre avuto una relazione commerciale particolare con l’Italia, un rapporto che è maturato nel corso del tempo sulla base di una fiducia reciproca. In conseguenza, negli anni pre-sanzioni tanti grandi italiani come Eni, Edison, Fiat, Finmeccanica,Tecnimont e ecc. hanno avuto un ruolo importante nei settori in importanti settori dell’Iran come il petrolifero, il siderurgico, il petrolchimico, l’automobilistico,ecc. Inoltre i consumatori iraniani hanno sempre apprezzato il Made in Italy: per loro è considerato garanzia di qualità, sicurezza e affidabilità per cui tante grandi aziende italiane come Benetton, Geox,ecc hanno aperto punti vendita in diverse città del paese e sono state fatte diverse fiere di Made in Italy. Secondo il rapporto di SACE nel periodo pre – sanzioni le esportazioni italiane sono cresciute del 23,5 % e in conseguenza in questo periodo la quota del mercato italiano incrementa in media 6,9%. Grafico 1 – Esportazione italiane verso l’Iran nel periodo pre – sanzioni (mln€) 2,5 2 1,5 1 Esportazione italiane 0,5 0 2001 2002 2003 2004 2005 Fonte: elaborazione grafica sui dati di ISTAT Nonostante il fatto che dal 2006 cominciano le nuove sanzioni sull’Iran, il rapporto commerciale tra i due paesi continua ad espandersi anche se a un ritmo inferiore fino al 2011 anno in cui l’interscambio commerciale arriva al suo livello massimo cioè 7.19 milioni di euro. Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 13 www.commercioitaliairan.it - [email protected] Tabella 2. Interscambio Italia – Iran (mln €) Esportazioni Variazioni % Importazioni Variazioni % Saldo Interscambio Fonte: Istat 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 1,825 -19,0 3,894 32,1 -2,069 5,719 1,856 1,7 4,158 6,7 -2,302 6,014 2,125 14,5 3,920 -5,7 -1,795 6,045 2,023 -4,8 1,968 -49,8 55,0 3,991 2,061 1,9 4,673 137,4 -2,612 6,734 1,863 -9,5 5,327 12,3 -3,464 7,191 1,407 -24,3 2,239 -58 -833 3,646 1,055 -25 137 -93,9 918 1,193 2014 Ge.Giu 450 -9,9 114 58,9 336 565 Le esportazioni italiane dopo il 2011 hanno cominciato a calare arrivando a registrare tassi di contrazione del 25% nel 2012 e 2013. Lo studio di SACE rivela che le sanzioni sono costate all’Italia una perdita di oltre 15 miliardi a partire dal 2006, di cui oltre il 60% accumulato nel solo periodo 2011-2013. Questa stima si ottiene ipotizzando una crescita dell’export a un tasso medio annuo del 10%, ovvero con un’intensità pari alla metà di quella osservata nel periodo pre-sanzioni 2000-2005 (volendo tener conto della crisi internazionale). Il settore più colpito è stato quello della meccanica strumentale, che rappresenta oltre la metà dell’export italiano verso l’Iran e che ha subito perdite per oltre 11 miliardi dall’inizio delle sanzioni (oltre il 70% della perdita complessiva). 5. Ginevra: l’approvazione del Joint Plan of Action (JPA) Il governo Ahmadinejad con le sue politiche economiche e le sue decisioni sul programma nucleare ha portato l’economia iraniana verso il baratro e nel corso del suo governo, l’Iran si è isolato dal resto del mondo. Nell’elezione del giugno 2013 la popolazione iraniana ha deciso di voltare pagina ed è stato eletto il presidente Rohani. Nella sua campagna elettorale, Rohani ha puntato suoi problemi economici del paese e ha ribadito che la chiave per uscire dall’attuale situazione è quella di recuperare le relazioni internazionali e normalizzare il rapporto del paese con il resto del mondo. Il frutto di questa nuova strategia arriva nei primi 100 giorni del suo governo con la conclusione di un accordo sul programma nucleare iraniano con il gruppo 5 + 1 a Ginevra. Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 14 www.commercioitaliairan.it - [email protected] Novembre 2013 è stato raggiunto l'accordo di Ginevra Gennaio 2014 avvio all'implementazione dell'accordo Giugno 2013, l'elezione di Dr. Rohani L’accordo, detto Joint Plan of Action (JPA), prevede una serie di impegni reciproci, inclusa l’istituzione di una joint commission per verificarne l’implementazione, mentre la vigilanza sugli aspetti tecnico – scientifici aspetta all’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 15 www.commercioitaliairan.it - [email protected] In linea generale l’accordo di Ginevra prevede: I seguenti impegni per UE e Stati uniti: I seguenti impegni per l'Iran: • Non imporre nuove sanzioni legate al programma nucleare iraniano • Sospendere alcune delle sanzioni • Facilitare i trasferimenti finanziari derivati dagli scambi commerciali • All'Iran viene consentito il commercio di pezzi di ricambio per l'aeronautica civile • L'Iran riceverà i suoi fondi congelati all'estero per circa 6 -7 miliardi di dollari • Fermare la produzione di uranio arricchito al 20% • Neutralizzare il suo intero stock di uranio arricchito al 20% cioè la metà deve arrivare a una purezza del 5% e il resto deve essere trasformato in combustibile per i reattori di ricerca • Fermare i processi di arricchimento in circa la metà delle centrifughe di Natanz e nei tre quarti delle centrifughe di Fordow, incluse tutte le centrifughe di seconda generazione già installate e funzionanti • Limitare la produzione di centrifughe alla sola quota necessaria per rimpiazzare le centrifughe in avaria, non costruire nuovi siti per l’arricchimento e non procedere nella ricerca e sviluppo di oltre l’attuale livello di conoscenze iraniane • Non attivare o caricare con combustibile il reattore ad acqua pesante di Arak • L'Iran consentirà agli spettatori dell'AIEA di accedere ai due impianti di arricchimento di Fordow e Natanz e consegnare i progetti di reatore di Arak. Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 16 www.commercioitaliairan.it - [email protected] L’accordo aveva una durata di 6 mesi e doveva preludere ad un patto permanente, al termine dei sei mesi non avendo raggiunto un accordo definitivo, le due parti hanno concordato di fare una proroga di quattro mesi fino al 24 novembre 2014. In questa data non è stato raggiunto nessun accordo per cui è stata prorogata al primo luglio 2015 la scadenza per trovare un’intesa complessiva tra l’Iran e il gruppo “5+1” sul programma nucleare della Repubblica islamica. 6. Prospettive dell’economia iraniana e dello scambio bilaterale Sinora, il rispetto reciproco del contenuto dell’accordo di Ginevra ha avuto un effetto sull’abolizione di una prima parte delle sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il futuro dell’economia iraniana è molto legato al risultato delle negoziazioni in corso, il governo iraniano in questi ultimi mesi ha fatto di tutto per controllare l’inflazione e la rivalutazione della moneta nazionale. L’obiettivo del governo iraniano è quindi quello di raggiungere un accordo definitivo che dia una certa stabilità all’economia iraniana, e aumenti gli investimenti esteri e naturalmente punti all’abolizione di tutte le sanzioni. Intanto nel breve e medio termine, l’atteso raggiungimento dell’accordo si tradurrà solo in un aumento moderato delle esportazioni di petrolio (attualmente ferme a 1,4 milioni di barili al giorno), con un impatto relativamente modesto, quindi, per l’economia globale. Nonostante ciò, il sentiero di crescita dell’economia iraniana è già positivo: nell’ipotesi di un ulteriore allentamento delle sanzioni si prevede un tasso di crescita del PIL del 2% per il 2014-15, una valuta più forte e un’inflazione più moderata. Dall’altra parte l’obiettivo degli USA e dei suoi partner europei è quello di garantire il raggiungimento di una soluzione di lungo termine in grado di fornire un’assicurazione alla comunità internazionale riguardo il programma nucleare iraniano ed il suo esclusivo sviluppo per scopi pacifici. Naturalmente si pensa anche all’economia e a tutte le opportunità che l’Iran può offrire ai paesi in questione, da considerare sono la sua posizione strategica nel Golfo Persico, e le sue enormi riserve di petrolio e di gas, un apparato industriale in espansione,con la necessità di rinnovare le proprie infrastrutture e di costruirne di nuove, e con una giovane popolazione di 76 milioni di abitanti che rendono l’Iran un mercato davvero interessante per i grandi paesi esportatori. Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 17 www.commercioitaliairan.it - [email protected] Negli ultimi mesi infatti da parte Italia , Germania , Francia e altri stati sono stati inviati nel paese diverse delegazioni commerciali. Per quanto riguarda il rapporto commerciale con l’Italia, quest’ultima continua ad esportare in Iran i prodotti di alta qualità e secondo quanto è riportato nel documento di SACE, nel trienno 2014-2016 si prevede che l’Italia esporterà in Iran beni per appena 3 miliardi di euro, mentre se non ci fossero le sanzioni questa cifra avrebbe potuto essere 19 miliardi di euro. Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 18 www.commercioitaliairan.it - [email protected] SITOGRAFIA Di seguito vengono elencati i link dei siti web da cui sono stati tratti i dati e le informazioni riportati nel presente riassunto: [1] Istat: < http://www.istat.it> [2]Sace, “Focus on: Iran – sanzioni, export italiano e prospettive, <http://www.sace.it/studi-eformazione/pubblicazioni/dettaglio/focus-on-iran-sanzioni-export-italiano-e-prospettive> [3] Jonathan Leslie, Reza Marashi and Trita Parsi, “Losing Billions”, <http://www.niacouncil.org/wpcontent/uploads/2014/07/Losing-Billions-The-Cost-of-Iran-Sanctions.pdf> [4] Ispi, “Le sanzioni contro l'Iran”,< http://www.ispionline.it/it/articoli/articolo/mediterraneomedio-oriente/le-sanzioni-contro-liran-9100> [5]Luca La Bella,“Impatto delle sanzioni contro l’Iran”,< http://leg16.camera.it/temiap/temi16/PI0019App.pdf > [6] Geopoliticaalcentro, “Nucleare iraniano casa la bianca chiarisce i termini dell’accordo (e smentisce il presidente ”, <http://www.geopoliticalcenter.com/2014/01/nucleare-iraniano-la-casa-bianca-chiarisce-itermini-dellaccordo-e-smentisce-il-presidente/> Dott. Hooman Mirmohammad sadeghi - Analista del mercato iraniano 19 www.commercioitaliairan.it - [email protected]