SULLA STRUTTURA DELL`ECONOMIA L`Iran è la seconda più

SULLA STRUTTURA DELL’ECONOMIA
L’Iran è la seconda più grande economia della regione MENA (Middle East and North Africa) in
termini di PIL (484 miliardi nel 2012), dopo l’Arabia Saudita, e di popolazione (78 milioni) , dopo
l’Egitto.
È un paese ricco di risorse naturali: non solo è il secondo paese per riserve di gas naturale al
mondo e terzo per riserve di petrolio ma, è, anche, tra i primi 4/10 paesi al mondo per riserve di
molti minerali ferrosi e non ferrosi preziosi e rari.
Secondo i sistemi di classifica internazionale si tratta di un’economia in transizione con un reddito
medio annuo pro capita “medio basso” (5-6000 €) le cui attività economiche più rilevanti sono
legate all’esplorazione, estrazione e trasporto di idrocarburi che rappresentano la principale voce
di esportazioni e di introiti pubblici (i.e. il 55% del budget del 2010).
Secondo gli ultimi in merito dati disponibili (2015) la ripartizione del PIL per settore vede il
comparto Oil&Gas intorno al 23 %, la distribuzione commerciale al 11% l’agricoltura intorno al
10%, il comparto manifatturiero al 10%, l’ edilizia al 6% ed i servizi – inclusi quelli pubblici- attorno
al 40%.
L'industria – soprattutto quando si tratta di aziende di grandi dimensioni - è caratterizzata da una
forte presenza dello Stato: di norma, gli amministratori delegati delle principali imprese di Stato
ricoprono anche l’incarico di Vice Ministri.
Al momento, il controllo statale più incisivo viene esercitato sulle industrie pesanti: impianti
petroliferi, chimici e petrolchimici, siderurgici, trasporti stradali, ferroviari e marittimi, produzione
e distribuzione delle risorse energetiche, assemblaggio di veicoli e di macchine agricole e
movimento terra, miniere, industria aerospaziale e militare.
Particolarmente attive, inoltre, sono le Fondazioni religiose (BONYAD), istituite dopo la
rivoluzione islamica, che gestiscono interi comparti ospedalieri e di assistenza sociale,
cooperative agricole, costruzioni popolari e progetti turistici, oltre ad ampi settori dell'industria
leggera e pesante.
Per il resto, il tessuto industriale è formato da piccole e medie imprese private (1-49 addetti)
operanti nei settori alimentare, delle bevande analcoliche e gasate, calzaturiero, del tessile e
dell’abbigliamento, dei materiali da costruzione, dei prodotti elettrici e dell'elettronica, delle
macchine utensili. L’iniziativa privata è inoltre rilevante nelle produzioni agricole, soprattutto quelle
tradizionali (zafferano, pistacchi etc.) e nell’edilizia.
L'incidenza dei servizi sul PIL, infine, è in costante crescita, soprattutto per quanto riguarda il
settore bancario, delle telecomunicazioni e della progettazione, a scopi civili e industriali.
Uno dei problemi principali del sistema economico, tuttavia, rimane il coinvolgimento delle autorità
governative – in maniera diretta o indiretta – nelle attività produttive e commerciali, con ovvie
conseguenze in termini di inefficienza. Le autorità controllano infatti prezzi e quantità nei settori
energetico, agricolo, creditizio e valutario.
QUADRO CONGIUNTURALE
PIL Nominale (milioni.
US$)
Variazione reale PIL (%)
Popolazione
PIL pro- capita at PPP
Disoccupazione
Inflazione
Debito Pubblico (% PIL
2014
425.326
2015
410.884
2016 *
427.045
2017*
470.221
2018*
4.3
78.1
17.302
10.3
17.2
10.3
0.9
79.1
17.426
10.5
13.7
13.2
4.6
80.0
18.312
10.7
9.2
14.9
5.4
80.9
19.444
10.0
9.9
16.0
5.2
11.0
Importazioni beni (mil
US$)
Variazione % importazioni
-65.079
-67.747
-77.232
-91.906
-5.7
7.1
15.9
15.0
Fonte: Iran Country Report / Giugno 2016 -Economic Intelligence Unit
/ Valori in milioni USD
103.300
/ (*) stime
Il governo del presidente Rouhani ha ereditato dal precedente governo una situazione difficile,
tra cui una grave recessione economica ( -6,8% nel 2012 e -1,9% nel 2013) un debito pubblico
superiore a 100 miliardi di US$, un tasso ufficiale di inflazione superiore al 40%, una svalutazione
della valuta locale (Rial) del 200%.
Il suo governo è riuscito a stabilizzare ed aumentare la fornitura di beni di prima necessità, a
stabilizzare il cambio, a ridurre il tasso ufficiale di inflazione dal 30% del dicembre 2013 al 13,7%
del dicembre 2015, e al 9,7 nell’ aprile del 2016 ed a portare l’economia fuori della recessione.
La lieve ripresa economica che ha avuto luogo lo scorso anno iraniano 1393 (2014) ( 3% secondo
la Banca Centrale iraniana; 1,5% secondo FMI) è stata favorita soprattutto dagli investimenti
pubblici in progetti di sviluppo ed infrastrutturali.
Investimenti di cui hanno beneficiato soprattutto le imprese più importanti del paese sotto controllo
del governo (siderurgiche, automotive, petrolchimiche e cemento, etc.)
A causa della riduzione dei proventi derivanti dalla vendita del petrolio, il cui prezzo è ai minimi
storici degli ultimi 10 anni, della debolezza della domanda derivante dalla forte diminuzione del
potere di acquisto della popolazione e del rinvio degli investimenti in attesa dell’ “implementaion
day” (16 gennaio 2016), l’anno iraniano (1394) appena conclusosi (20 marzo 2016) vede
un’economia stagnante con un tasso di crescita pari a 0 %. Stagnazione che sta continuando
anche nei primi mesi del 1395.
Le piccole e medie imprese, che rappresentano la struttura portante del sistema produttivo del
paese, non hanno beneficiato della ripresa e ora vivono una crisi esiziale a causa della caduta
della domanda che è particolarmente significativa per i beni durevoli come auto, elettrodomestici,
arredamento e, soprattutto, per l’edilizia residenziale e commerciale.
Secondo alti funzionari del governo e del settore bancario, il 1394 è stato "l’anno finanziario più
difficile del Paese" a causa dei bassi introiti ricavati dalla vendita del petrolio. Il 1395 sembra
essere iniziato sotto migliori auspici
A causa dei bassi prezzi del petrolio nel 1394 il deficit di bilancio ha superato di poco i 20 miliardi
di US$ nonostante una diminuzione delle importazioni del 22% (32 miliardi di $). rispetto allo
stesso periodo del 1393
Secondo l’IMF, anche con un’economia stagnante, nel 1394 il PIL iraniano calcolato in termini
Purchasing Power Parity (PPP) è aumentato di 24 miliardi US$ raggiungendo 1.381 miliardi US$.
Dato che fa dell’Iran la 18° economia più grande del mondo.
Per promuovere lo sviluppo del paese dopo le sanzioni internazionali il governo si è dato alcune
linee guida per aumentare l’efficienza economica, la competitivita’ del paese, differenziare i
consumi di energia e aumentare l’occupazione. In questo programma vi e’ anche l’intenzione di
raggiungere una maggiore autonomia economica attraverso i seguenti obiettivi:
a) ridurre la dipendenza estera dalle importazione attraverso la promozione delle
produzioni locali soprattutto per quanto riguarda beni e servizi strategici
b) perseguire un adeguato livello di sicurezza nazionale in ambito alimentare e
farmaceutico;
c) promuovere il consumo di prodotti nazionali e, contemporaneamente, promuovere il loro
miglioramento qualitativo;
Cio’ si traduce anche nell’attuale divieto d’importazione in Iran di prodotti ortofrutticoli
freschi nonche’ di blocchi temporanei per prodotti non ritenuti necessari (come riso e
frumento nel corso del 2016, per raggiunta autosufficienza e tutela dei produttori locali).
INTERSCAMBIO ITALIA – IRAN
Interscambi Italia-Iran
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2.013
2.059
1.863
1.407
1.065
1.155
1.210
Genn.-Luglio
2016
ESPORTAZIONI
Variazione %
IMPORTAZIONI
Variazione %
-5.3
1.968
-49,8
2.3
-9,5
4.745
5.327
141,1
-24,5
12,3
-58
9,3
-24,3
137
2.239
-93,9
440
814
4,8
468
220,6
20,8
249
6,3
-13,0
SALDO
44.9
-2.686
-3.464
-833
919
715
742
564
INTERSCAMBIO
3.981
6.804
7.097
3.646
1.202
1.595
1.678
1063
Fonte ICE-ISTAT / Valori in milioni di €
ESPORTAZIONI ITALIANE IN IRAN
Con l’inasprimento delle sanzioni le importazioni italiane si sono contratte: -9,5% nel 2011, 24% nel 2012 e 2013. I settori che più ne hanno risentito sono: meccanica strumentale, mezzi
di trasporto, prodotti agricoli (scomparsi dalla rilevazione) e prodotti metallurgici.
Il 2014 ha mostrato segni di recupero con un rimbalzo del 8,7% (€ 1,156 miliardi), recupero che
è proseguito anche nel 2015: + 4,8% -nonostante l’ Iran abbia registrato una stasi nello sviluppo
delle attività economiche- raggiungendo i 1.210 milioni di Euro
Nei primi7 mesi del 2016 le nostre esportazioni hanno registrato un tasso di crescita del 20,8%
nonostante la stasi dell’ economia ( Nota Diversi indicatori portano a ritenere che l’ incremento
effettivo sia intorno al 12-15 % e che la differenza possa essere il portato della “progressiva
normalizzazione dei flussi commerciali post sospensione delle sanzioni internazionali”)
La composizione del nostro export verso l’Iran è praticamente stabile dal 2005: la meccanica
strumentale è il settore più rilevante con una quota (crescente) tra il 52 e il 58%.
Ripartizione % export italiano 2015
 Meccanica strumentale 58,%
 Prodotti chimici 8,%
 Metallurgia e prodotti in metallo 8, %
 Apparecchi elettrici 6%
 Gomma plastica e materiali da costruzione 5%
 Farmaceutica 4,0%
 Altro 10%
COMPARTO AGROALIMENTARE
L’incremento della produzione agricola e lo sviluppo del comparto agroalimentare sono fattori
strategici per la sicurezza di un paese come l' Iran che
a) punta ad avere una popolazione di 150 milioni per il 2050
b) necessita di migliorare le condizioni di vita per mantenere il consenso
c) è un paese arido in rado oggi di assicurare un tasso di auto sufficienza alimentare del 70%
d) ha una popolazione giovane (più del 60% ha meno di 30 anni) e cresce ad un tasso dell’1,3%
ed, inoltre è fortemente urbanizzata: più del 75% (di questa circa il 60% è nata e cresciuta in
città).
Come detto, verdura e frutta fresca non possono attualmente essere importati in Iran, salvo casi
molto rari da paesi vicini come la Turchia.
Le importazioni ortofrutticole includono generalmente frutta che non puo’ essere prodotta sul
territorio nazionale (banane, noci di cocco, papaya, ananas, mango).
Tra le altre restrizioni alle importazioni, si annoverano inoltre quelle che colpiscono la carne
equina, il latte e la panna.
Nel corso del 2016 e' stata inoltre bloccata temporaneamente l'importazione di riso e frumento
(per tutela dei produttori locali e raggiungimento dell'autosufficienza). Tali atteggiamenti da
parte delle autorita' non sono infrequenti.
Resta, per ragioni religiose, il blocco all'importazione di alcolici e carne suina e, in genere di tutti
i prodotti non certificati halal.
In relazione alla pasta, c’e’ da sottolineare che l’Iran è il 6° paese al mondo per produzione e l’8°
per consumo pro capite. Per tale ragione importa dall’italia modeste quantita’ (nell’anno persiano
1394, che va dal 21/03/2015 al 20/03/2016 si tratta di quasi 90 tonnellate).
Riguardo ad un altro prodotto italiano di punta come l’olio d’oliva, il mercato iraniano è in forte
crescita sia sul piano della produzione (giunta a 64 mila tonnellate nell’anno persiano 1394), che
in quello delle importazioni (dall’Italia, 4° partner, arrivano poco meno di 600 tonnellate su un
totale di 5'200, con la presenza di Siria, Turchia e Spagna ai primi tre posti).
Quanto infine al pomodoro, nonostante l’Iran abbia una produzione superiore a quella italiana e
spagnola, il confezionamento di sughi pronti per la pasta e altre applicazioni è praticamente
assente. La lavorazione del pomodoro è infatti finalizzata quasi esclusivamente al concentrato di
pomodoro e alle conserve di pelati.
Altri dati su importazioni di prodotti agroalimentari
Il totale del valore delle importazioni da tutto il mondo di prodotti lattiero-caseari (esclusi latte e
panna) nell’anno persiano 1394 (21/03/2015-20/03/2016) è pari a $ 252,360,536. Il totale import
dall’Italia è solo di $ 171,141.
Il totale del valore delle importazioni da tutto il mondo di carne (escluse carni proibite) nell’anno
persiano 1394 è di $ 425,902,424 e l’Italia non appare come paese esportatore verso l’Iran.
PRODOTTI DA FORNO E DOLCIARI E MACCHINARI RELATIVI
I dati delle importazioni dall’Italia negli ultimi due anni persiani (dal 21/03/2015 ad oggi), sono i
seguenti:
#
Descrizione
Codice
Doganale
Valore totale
anno 1394
in $
(21/03/2015-20/03/2016)
Valore totale primi otto
mesi dell’anno 1395
in $
(dal 21/03/2016)
1
Waffles and wafers,
Sweet biscuits,
(Crispbread), Known as
(knackebrot), Other
19053200,
19059090,
19053100,
19051000
$
53,754.00
$
242,284.00
2
Bakery machinery and
machinery for the
manufacture of macaroni,
spaghetti or similar
products
84381000
$
6,711,446.00
$
1,164,418.00
3
Refrigerators, freezers
and other refrigerating or
freezing equipment,
electric or other; heat
pumps other than air
conditioning machines of
heading 84.15
84186990,
84186910
$
4,666,787.00
$
5,733,597.00
4
Machinery for the
manufacture of
confectionery, cocoa or
chocolate
84382000
$
3,041,886.00
$
1,477,789.00
L’industria agroalimentare iraniana copre quasi interamente il fabbisogno nazionale di pane e
prodotti da forno. Il pane e’ alla base della dieta iraniana ed e’ pertanto il prodotto fondamentale
del settore. E’ principalmente acquistato fresco nelle panetterie di quartiere, ma non manca, nei
supermercati, il prodotto confezionato.
In genere il prodotto artigianale e’ prevalente (circa il 75% delle vendite). Tentativi di incentivare
i forni industriali, sotto la presidenza di Ahmadinejad, non hanno avuto l’esito sperato e hanno
condotto ha numerosi fallimenti. E’ probabile che la conversione al pane industriale subira’ nuove
accelerazioni nei prossimi 5 anni, periodo nel quale dovrebbero essere rimossi gli ultimi sussidi
rimanenti, con un relativo aumento del prezzo del prodotto finito. A causa di tale ragione, i
consumatori potrebbero propendere per il piu’ economico prodotto industriale.
Sul versante dei biscotti, il consumo rimane basso. L’offerta e’ stata limitata per molto tempo a
formati semplici e non elaborati, in genere per accompagnamento del te’, diffusissima bevanda
nazionale. Tuttavia, soprattutto per opera di una grande compagnia nazionale (Gorji), alcune
innovazioni nel prodotto sono state apportate con successo, diifferenziando i formati e i sapori ed
ampliando cosi’ l’offerta, con soddisfazione dei consumatori.
E’ dunque probabile che la pasticceria da forno veda una crescita continua nel breve-medio
periodo, aumentando la concorrenza grazie alla proposta di nuove specialita’ di qualita’ maggiore.