Ufficio E-Commerce e Commercio Estero Camera di Commercio di

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SUPERFICIE
POPOLAZIONE
LINGUA
TASSO DI CAMBIO
1.645.258 kmq
71.100.000
Persiano
Musulmani sciiti (93,4%);
cristiani (0,3%); Musulmani
Sunniti (5,6%); Ebrei (0,1%)
Teheran
Repubblica islamica
Rial iraniano (IRR)
1 euro = 14.855 IRR
DENSITA’
LINGUA
41 ab/kmq
Farsi, Persiano
RELIGIONE
CAPITALE
FORMA ISTITUZIONALE
UNITA’ MONETARIA
Fonte: ICE
Quadro macroeconomico
L'economia iraniana dipende fortemente dall'andamento del prezzo del
greggio, principale voce dell'esportazione (l'80% del valore totale) e di
finanziamento del fabbisogno pubblico. Nell'ultimo decennio, il contributo medio
dell'industria petrolifera alla formazione del PIL è stato del 15%. Lo sviluppo
economico è dunque trainato dalle entrate petrolifere e del gas che hanno consentito
una politica fiscale e monetaria espansiva.
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Secondo i dati pubblicati dal Fondo Monetario Internazionale nel mese di ottobre
2010, l'Iran si è classificato al diciannovesimo posto nel mondo dal punto di vista di
potere d'acquisto, con il PIL che si era attestato a 818.653 milioni di dollari. Il paese
è il membro della OPEC con il 10% (pari a 137.600 milioni di barili) delle riserve
petrolifere mondiali. All'OPEC, l'Iran è il secondo produttore dopo l'Arabia
Saudita. La stragrande
maggioranza delle riserve iraniane è situata nei
giganteschi campi petroliferi della provincia del Khusestan, nel sudest del paese,
vicino al confine con l'Iraq. L'altra risorsa che il paese possiede è il gas naturale con il
18% delle riserve mondiali. I settori di petrolio e di gas sono trainanti dell'economia
iraniana e lo stato rimane il principale protagonista di un'economia le cui performance
continuano ad essere sensibilmente influenzate dal forte rialzo del prezzo del greggio
che ha un peso pari all'80% dell'esportazione del paese. L'Iran è il secondo
importatore di benzina raffinata al mondo. La capacità di raffinazione giornaliera del
petrolio si aggira intorno ad 1.5 milioni di barili.
Crescita PIL e inflazione
Fonte: Sace
Principali Indicatori Economici dell'Iran
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Prospettive future
Il primo gennaio di quest’anno, l‘Iran ha assunto la Presidenza dell’OPEC
dopo 36 anni. Ciò non dovrebbe sorprendere se non esistesse una sorta di tentativo
di isolamento internazionale del paese pur essendo il secondo produttore per quantità
dell’organizzazione ed il detentore di oltre 10% delle riserve globali di greggio. Da un
punto di vista politico e simbolico, la decisione della maggiore organizzazione
energetica globale di votare l’Iran quale paese alla Presidenza ha un valore
assai significativo soprattutto a meno di un anno dalla decisione delle Nazioni
Unite, degli Stati Uniti e di alcuni altri singoli paesi quali la Corea del Sud,
l’Australia ed il Giappone di stringere la morsa delle sanzioni economiche
contro Teheran a causa dell’ambiguità dimostrata finora sul programma nucleare.
Sotto il profilo prettamente geopolitico tale scelta ha un unico significato, quello di
indicare quanto il paese centro asiatico sia lontano ancora da quell’isolamento politico
ed economico che gli Stati Uniti in particolare auspicavano attraverso le sanzioni
internazionali. La logica del mercato e soprattutto la capacità iraniana di evitare
accuratamente tutti i tentativi di esclusione dallo scenario internazionale da parte di
Washington. Teheran fin’ora è riuscita a dimostrare che nonostante vi sia un accordo
internazionale sulla condanna e sui tentativi di bloccare il suo programma nucleare,
tale obiettivo strategico è al momento lontano.
Tuttavia l’assunzione di responsabilità da parte dell’Iran della Presidenza dell’OPEC
ricade in un momento particolare dell’evoluzione del mercato petrolifero. Da parte di
alcuni organi di informazione ed in particolare da parte di una delle maggiori agenzie
del settore, l’International Energy Agency, è stato messo in evidenza il pericolo di un
incremento sensibile del prezzo petrolifero che potrebbe raggiungere i 100$ al barile
in breve tempo e addirittura arrivare ai 120$ in poche settimane.
La domanda al momento appare sostenuta e le previsioni sul futuro, in particolare per
tutto il 2011, appaiono andare nella direzione di un aumento annuo che potrebbe
aggirarsi poco al di sotto del 4%.
La questione alla quale tutti vorrebbero dare una risposta per comprendere quale
piega prenderà l'andamento dei prezzi riguarda i dati sulla crescita economica globale.
Non è affatto chiaro al momento se l’economia globale riuscirà ad essere
adeguatamente sostenuta da garantire inequivocabilmente una crescita della
produzione di petrolio. Ciò che è certo, tuttavia, è che i paesi del Golfo Persico
ritengono al momento sostenibile per i paesi consumatori un prezzo del greggio sui
100$ al barile e non hanno intenzione di cedere alle pressioni occidentali.
Settori produttivi
La struttura dell’economia iraniana negli ultimi 40 anni si è basata
prevalentemente sul petrolio. I guadagni collegati al petrolio forniscono ancora
l’80% dei guadagni delle esportazioni e tra il 40 ed il 70% delle entrate governative,
tanto che il settore degli idrocarburi ha la parte del leone nella destinazione degli
investimenti interni ed esteri. La crescita del settore industriale non petrolifero è stata
ostacolata dall’incerta realizzazione del processo di privatizzazione, insieme alla
soppressione delle importazioni imposta durante gran parte degli anni ’90. Dal 2000,
comunque, ci sono stati dei piccoli cambiamenti di rotta, in parte grazie al
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programma di riforme economiche del governo, seppur molto cauto, in campo
commerciale. Anche l’incremento degli investimenti nel settore pubblico e privato ha
iniziato a registrare qualche successo nelle industrie ad energia intensiva, come la
produzione petrolchimica e dell’acciaio. Il settore dei servizi ha registrato la maggiore
crescita di lungo periodo, in termini di quota del PIL, ma le restrizioni valutarie,
l’eccessiva burocrazia e l’incertezza della pianificazione di lungo termine ne hanno
fatto un settore volatile. Il settore agricolo è stato oggetto di investimenti
statali per una espansione dello stesso: la liberalizzazione della produzione ed il
miglioramento dell’imballaggio e del marketing hanno contribuito a sviluppare nuovi
mercati di esportazione. I progetti di irrigazione su larga scala, unitamente ad una più
ampia produzione di prodotti agricoli basati sull’export, come datteri, fiori e pistacchi,
hanno fatto dell’agricoltura il settore con il tasso di crescita più veloce di tutti i settori.
Il settore è in forte ripresa, restando uno dei maggiori datori di lavoro (con il 22%
dei posti di lavoro). L’Iran ha una topografia ed un clima diversificati: quasi due quinti
dalla superficie terrestre (circa 61 milioni di ettari) è sufficientemente bagnata dalle
piogge ed è classificata come coltivabile; le montagne che circondano l’altopiano
centrale forniscono, grazie alle grandi nevicate, acqua che irriga i raccolti primaverili.
I terreni sono profondi e fertili in aree abbastanza estese, anche se a volte
danneggiati dall’erosione. La terra irrigata fornisce quasi l’80% della produzione
alimentare non zootecnica, anche se rappresenta meno del 40% della superficie
coltivata. Gran parte dell’agricoltura iraniana è basata su piccole fattorie con bassa
produttività. Gli sforzi intrapresi dal Governo per una maggiore diversificazione
economica si concentrano su alcuni settori per i quali si prevedono buone possibilità di
espansione, tra questi il petrolchimico e l’industria dell’acciaio. La produzione
industriale su larga scala si è sviluppata negli anni ’70. Le industrie più importanti
sono quelle tessili, alimentari, di attrezzatura elettronica, laterizi, acciaio, autoveicoli.
Fiorente è l’artigianato dei tappeti, tessuti e annodati.
L'agricoltura impegna il 27% della popolazione ma solo l'8,6% del suolo utilizzabile
viene sfruttato. Sono molto diffuse condutture sotterranee, lunghe 40-50 km, dette
qanat, che portano l'acqua dalle pendici dei rilievi alle pianure vicine. Le principali
coltivazioni sono: frumento, coltivato anche nei terreni stepposi, orzo, riso, coltivato
nelle province caspiche e nella valle del Karun, cotone, tabacco, barbabietole da
zucchero, datteri, pomodori, tè, olive, agrumi. L'allevamento ha grande importanza,
date le abitudini nomadi d'una parte degli abitanti, costretta dall'ambiente arido a
spostamenti stagionali. Prevalgono ovini e caprini, ma vi è pure gran numero di
bovini, equini (soprattutto asini), cammelli, bufali e volatili da cortile. I principali
prodotti sono la lana, le pelli, le budella (per carni insaccate). Dalle uova di storione
pescato nel mar Caspio si ricava una pregiata qualità di caviale.
Il paese è servito da 178.152 km di strade, di cui il 66% è asfaltato e da 6.405 km di
ferrovie; i porti più importanti sul mar Caspio includono Bandar-e Anzali (Bandar-e
Pahlavi) e Bandar-e Torkeman (Bandar-e Shah); tra i porti marittimi sul golfo Persico
sono annoverati Khorramshahr, Bandar-Khomeini (Bandar-e Shahpur) e Bandar
Abbas. L’Iran - air, la compagnia aerea statale fondata nel 1962, effettua voli
nazionali e internazionali; gli aeroporti principali sono quelli di Teheran e in tutte le
città capoluogo di provincia.
Interscambio commerciale
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L'Iran ha da sempre rappresentato un mercato molto interessante per le
industrie europee, per le seguenti ragioni:
-
Per le sue caratteristiche demografiche: il 71% della popolazione è compresa
nella fascia d'età lavorativa 15 - 64 anni e quindi può mettersi un discreto
consumo minimo e il restante 24% ha un'età inferiore a 14 anni e solo il 5%
della popolazione rientra nella fascia meno propensa al consumo, ossia +65
anni;
-
Il forte settore agricolo, base sia dell’industria agro-alimentare sia
della lavorazione della lana per la rinomata produzione di tappeti, sia
soprattutto il settore petrolchimico, necessita di macchinari, componenti,
prodotti semilavorati, prodotti chimici, che l’industria iraniana non è in grado di
produrre in maniera efficiente e che devono quindi essere importati.
L'Iran occupa una delle regioni più strategiche a livello mondiale e avendo a
disposizione considerevoli riserve petrolifere e di gas è destinato a giocare un ruolo
sempre più importante nello scacchiere geopolitico mondiale. L'Iran è un mercato
interessante per le aziende che sono in grado di offrire collaborazione industriale per
aiutare la crescita della produzione iraniana e renderla competitiva su scala
internazionale. E’ un mercato in crescita anche per i beni di lusso. Dai risultati di uno
studio da parte dell'organizzazione iraniana per lo sviluppo e per il commercio è
emerso che ci sono 15.500 negozi di gioielli in ciascuna delle trenta province dell'Iran.
L'oro diciotto carati domina il mercato iraniano e costituisce l'85% di tutti gioielli di
consumo. Negli ultimi anni è aumentato interesse dei consumatori iraniani verso
gioielli di design europeo.
La composizione dell’export nazionale verso l’Iran è costituita per gran parte
da prodotti dell’industria meccanica, in particolare turbine idrauliche e
termiche ed altre macchine che producono energia meccanica; macchine per
la lavorazione delle materie plastiche e della gomma e macchine per impieghi
speciali; macchine da miniera, cava e cantiere. Si tratta comunque di prodotti in
calo rispetto agli anni precedenti; come è avvenuto per i seguenti comparti:
autoveicoli; parti e accessori per autoveicoli; prodotti della siderurgia e macchine per
impiego generale ed altro materiale meccanico. In forte aumento, invece,
l'interscambio di pompe e compressori e sistemi idraulici, macchine per la metallurgia.
L’Interscambio commerciale Italia - Iran si è chiuso nel 2010 con un trend
positivo. Le esportazioni italiane verso l’Iran sono infatti aumentate del 2,3% rispetto
al 2009 registrando un totale di 2.059 milioni di euro. La voce più importante del
nostro export verso l’Iran restano i macchinari, che hanno registrato una variazione
positiva dello 0,9% rispetto al 2009 per un totale di 1.227 milioni di euro. Hanno
invece registrato una notevole crescita rispetto al 2009 le esportazioni italiane
“prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati” (+472,7%) e “altri
mezzi di trasporto” (+201,5%). In crescita anche le esportazioni italiane di prodotti
alimentari (+120%) e prodotti dell’agricoltura, pesca e silvicoltura (+89,7%). Anche
le importazioni dell’Italia dall’Iran hanno registrato un aumento rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente per un totale di 4.744 milioni di euro. Le principali
importazioni sono i prodotti delle miniere e delle cave (+160,9%) per un totale di
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4.419 milioni di euro. Una crescita straordinaria hanno invece registrato le
importazioni di carta e prodotti di carta (+763%), le bevande (+491%), coke e i
prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (+269,8%) e gli autoveicoli, i rimorchi
ed i semirimorchi (+135%).
Interscambio commerciale Iran-Genova
Le imprese genovesi che hanno dichiarato di avere rapporti con l’Iran sono
49 e sono in gran parte esportatori nel settore della meccanica, macchinari di
vario tipo. Si segnalano soltanto due importatori nel settore della frutta e del
pesce.
Nonostante il numero non troppo elevato di imprese genovesi registrate, si segnala
però un flusso piuttosto consistente da un punto di vista delle esportazioni rilevabile
dal numero dei certificati di origine emessi dall’Ufficio camerale preposto: nel 2010
oltre il 10% dei documenti emessi aveva come destinazione l’Iran. Nel 2011 (ai dati di
oggi) il trend sembra confermato.
Luglio 2011
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