10 Le esperienze internazionali

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10 Le esperienze internazionali
10.1 L'esperienza spagnola
La ricerca sul telelavoro svolta in Spagna conferma le impressioni emerse dalla
ricerca fatta in Italia. Il telelavoro è presente in misura prevalente nei settori dove più
forte risulta il binomio servizi - tecnologia dell'informazione. Di seguito viene
riportata una rassegna di esperienze di teletrabajo registrate in Spagna.
Un'esperienza innovativa è quella realizzata dall'agenzia di impiego temporale
ECCO. Entro la metà del 1999, quest'azienda creerà una borsa di impiego telematica
per lavoratori a distanza, nell'ambito di un programma pilota. L'azione prevista
comprende un programma di formazione gratuito a favore dei lavoratori. Il target è
rappresentato da giovani di età intorno a 30 anni, che non siano studenti a tempo
pieno oppure, qualora lavorino, dispongano di almeno quattro ore libere al giorno.
La Mediatel Consulting è un esempio di azienda che opera concretamente in
telelavoro. Nell’ambito delle aree: consulenza, amministrazione, contabilità,
tesoreria, operano tra i 15 e i 20 collaboratori.
TMS è un’altra azienda che si avvale di telelavoratori per svolgere attività di
consulenza finanziaria e industriale sia in Spagna che all’estero. Così come in Italia,
l’azienda leader in termini di numero complessivo di telelavoratori è la IBM. In
Spagna IBM conta oltre 1.000 telelavoratori, quasi tutti telelavoratori mobili. Questi
sono fisicamente presenti presso la sede aziendale soltanto un paio di volte a
settimana, ma sono in costante contatto telematico con la sede sfruttando la rete
Internet dal proprio domicilio, dai telecentri o dal domicilio del cliente. In passato
ciascun telelavoratore disponeva di una postazione riservata nella sede madrilena
della IBM. Dopo l’introduzione del telelavoro mobile, ciascuna postazione viene
condivisa da tre telelavoratori, i quali sono raramente tutti presenti in sede nello
stesso momento. E’ stata ampliata la sala riunioni, ma lo spazio fisico della sede IBM
di Madrid è stato ridotto del 50%.
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Mapre Vida conta 500 agenti che da oltre 4 anni stipulano polizze assicurative
in rete. La compagnia prevede che nel giro di due o tre anni l’80% delle polizze
assicurative verrà sottoscritto per via telematica.
GRUPOSMART (www.gruposmart.com) è un’impresa che opera secondo il
modello dell’impresa virtuale. E’ attiva in un campo molto particolare: realizza
ispezioni su imprese fornitrici di servizi su richiesta e per conto di un impresa cliente
del fornitore, al fine di valutare la qualità del servizio offerto da quest’ultimo e
realizzare un report sulla qualità del servizio al committente. Tutte le relazioni
intrattenute da GRUPOSMART con i propri lavoratori avvengono per via telematica:
dalla selezione del personale all’attività di ispezione e reporting.
Un’esperienza di telelavoro che coinvolge persone disabili è quella realizzata
da EMPRESA TAE (Tecnicas Avanzadas de Encuestation), azienda del gruppo
Gallup. L’azienda è partecipata dalla fondazione ONCE, attraverso il gruppo
Fundosa, con una quota indiretta pari al 20% del capitale di TAE. Specializzata in
inchieste telefoniche, la TAE si avvale esclusivamente dell’apporto lavorativo di
persone disabili. Queste vengono inquadrate sulla base di un contratto di lavoro
dipendente, con salario fisso cui si aggiungono incentivi commisurati alla produttività
del telelavoratore. Gli incentivi legali sul costo del lavoro rendono questa soluzione
conveniente per l’azienda. Questa apporta sia il software (integrato con una
piattaforma sonora) che l’hardware necessario ai telelavoratori e fornisce loro
direttamente la necessaria formazione professionale. Il controllo di qualità sul lavoro
dei dipendenti si basa su un supporto magnetico nel quale vengono registrati gli
estremi delle interviste telefoniche realizzate da questi ultimi (numero telefonico
chiamato, durata della conversazione, ecc.). Tutti i dati registrati affluiscono, ad
intervalli prestabiliti, alla sede centrale attraverso Internet. Grazie a questo sistema
l’azienda si tutela da possibili falsificazioni e menomazioni del campione di persone
da intervistare per via telefonica.
I domicili dei telelavoratori TAE, inoltre, sono disseminati in ciascuna
provincia e, proprio grazie a questa presenza capillare di operatori sul territorio, le
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interviste possono avvenire sulla base di telefonate a tariffa urbana, con conseguente
risparmio in termini di costi telefonici.
In Spagna non esiste una legge che regoli il lavoro a domicilio sotto la
fattispecie giuridica del rapporto di subordinazione. L’arretratezza che l’istituto
giuridico del lavoro subordinato mostra nei confronti delle nuove fattispecie concrete
di telelavoro, comporta per l’impresa tutta una serie di vincoli di natura burocratica.
Agli effetti di legge, il domicilio del telelavoratore viene considerata come la sede
legale dei libri previdenziali. Ogni rapporto di telelavoro deve essere denunciato
dall’impresa presso la sede provinciale dell’istituto di previdenza sociale
corrispondente al domicilio del telelavoratore. Ciò è fonte di notevoli fastidi
nell’ambito dei rapporti di telelavoro domiciliare.
Per il sindacato spagnolo, il telelavoro rappresenta, al tempo stesso una grande
opportunità ed un grande rischio. Il rischio è rappresentato dalla potenziale perdita di
controllo del sindacato sul lavoratore per effetto dell’eliminazione dello spazio fisico
dove si incontrano da sempre lavoratori e rappresentanti sindacali: l’azienda. La
dispersione dei lavoratori potrebbe comportare per il sindacato una diminuzione del
grado di rappresentanza nei confronti dell’azienda. Al tempo stesso, i sindacati
vedono sorgere nuovi problemi da risolvere e vedono aumentate le occasioni per far
sentire la propria voce. Lo stesso aumento del numero di telelavoratori crea le
premesse per la costituzione di un nuovo corpo omogeneo di rappresentanza, con
competenze e conoscenze specifiche.
La posizione di negoziatore riconosciuta in tutti questi anni al sindacato ne fa
un soggetto particolarmente idoneo ad accompagnare l’istituzionalizzazione del
telelavoro. Inoltre, l’attività di formazione portata avanti dai sindacati trova aperto un
nuovo campo nelle nuove tecnologie relative al lavoro a distanza. Secondo la FEBA
(Federation de Banca y Ahorro y de Seguros de CCOO), l’assenza di una
rappresentanza nazionale dei telelavoratori, unita alla tendenza verso la
deregolamentazione e la precarizzazione dei rapporti di lavoro messa in atto dal
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sistema imprenditoriale, sta rendendo difficile trovare una soluzione sindacale al
problema.
L’esigenza di una contrattazione collettiva centralizzata, che metta in primo
piano il lavoro a domicilio, viene espressa anche dall’ UGT (Union General de
Trabajadores).
In Spagna sono attive diverse associazioni di telelavoratori che si pongono
come centri di influenza nei confronti della pubblica opinione, pubblicizzando sulla
rete Internet la propria posizione nei confronti di problemi inerenti la rete quali la
tutela della privacy e la libertà di espressione, nonché predisponendo una serie di
servizi on-line come banche dati, documentazione giuridica, articoli di stampa.1
10.2 L’esperienza greca
La bassissima percentuale di lavoratori
greci impegnati nel settore
dell’informazione è la principale ragione dello scarso interesse che la Grecia, con
economia ancora prevalentemente agricola, mostra nei confronti del telelavoro. Il
totale dei lavoratori domiciliari (telelavoratori e non) si attesterebbe intorno all’1%
degli occupati totali2 e la maggior parte dei telelavoratori greci sarebbe costituita da
giornalisti.
Il mese di aprile 1997 il Primo Ministro ha istituito una speciale commissione
per l’introduzione delle tecnologie telematiche nella Pubblica Amministrazione.
L’interesse per il telelavoro sta crescendo soprattutto in concomitanza con il dibattito
sulla flessibilità del lavoro. Nell’ambito di un decreto ministeriale in materia di
lavoro è stato introdotto per la prima volta il concetto di lavoro a distanza.
L’assenza di una regolamentazione sul lavoro interinale rappresenta un
ulteriore ostacolo alla diffusione del telelavoro in Grecia. Così come in Italia, anche
in Grecia le attrezzature messe a disposizione del telelavoratore a domicilio sono
1
Inèditos Viables, Teletrabajo, Barcellona, 1998.
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solitamente proprietà dell’azienda madre, concesse in uso al telelavoratore stabilendo
come vincolo di destinazione delle stesse l'utilizzo esclusivo per scopi aziendali.
I telecentri in Grecia sono pochi ma in crescita, soprattutto nel settore privato.
Per esempio, a Creta esiste un telecentro attrezzato con le più moderne tecnologie
informatiche e telematiche il cui target di utenti è rappresentato dai turisti high level
(manager, executives) che desiderano continuare a lavorare anche durante il loro
periodo di ferie.
Perché il telelavoro possa decollare in Grecia è necessario che migliorino, sotto
il profilo qualitativo e quantitativo, le infrastrutture telematiche e che le imprese
manifestino un atteggiamento più favorevole nei confronti dell’IT. Su un campione di
circa 28.000 imprese, INTRASTAT rileva un 5.12% di imprese che fanno uso di
attrezzature informatiche e il 70.24% di queste hanno meno di 10 addetti.
Le imprese dotate di strumenti informatici si collocano geograficamente nei
centri urbani più importanti, in particolare Atene e Tessalonica, mentre risultano
penalizzati i centri minori.
In Grecia sono presenti 13.050 indirizzi IP, 330 server WWW e si stima che
accedano ad Internet in media 40.000-50.000 persone. Il 58% degli Internet Host
appartiene al settore accademico, il 22% all'industria, il 18% agli Internet Service
Provider privati ed il 2% agli enti pubblici.3
2
3
Eurostat, Labour Force Survey, 1997
AIT&CG, Teleworking in Greece, 1998
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