Progetto: “Sicurezza alimentare – etichettatura dei prodotti

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Progetto:
“Sicurezza alimentare – etichettatura dei prodotti”
Approvato dalla Consulta Regionale per l’Utenza ed il Consumo e
finanziato dalla Regione Umbria
Stampato a Dicembre 2005
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procedimento solo dietro denuncia di un soggetto legittimato all’azione,
essendo esclusa la possibilità di un’iniziativa d’ufficio.
I soggetti legittimati sono così individuati dall’art. 7, comma 2, del D.
Lgs. 74/92:
• i concorrenti
• i consumatori
• le loro associazioni ed organizzazioni
• il Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato
•ogni altra pubblica amministrazione che ne abbia interesse in relazione
ai propri compiti istituzionali.
I soggetti sopra elencati possono chiedere all’Autorità garante che
siano inibiti gli atti di pubblicità ingannevole ritenuta illecita, che
ne sia interdetta la continuazione e che ne siano eliminati gli
effetti.
L’Autorità può disporre la sospensione provvisoria della pubblicità
ritenuta illecita, in caso di particolare urgenza. Comunica quindi
l’apertura dell’istruttoria all’operatore pubblicitario e, se il committente
non è conosciuto, può richiedere al proprietario del mezzo che ha
diffuso il messaggio ogni informazione idonea ad identificarlo.
L’Autorità può disporre che l’operatore pubblicitario fornisca prove
sull’esattezza dei dati contenuti nella pubblicità, se tale esigenza risulti
giustificata. Se le prove non vengono prodotte, o sono ritenute
insufficienti, i dati sono considerati inesatti.
Se l’Autorità ritiene ingannevole il messaggio, accoglie il ricorso
vietando la pubblicità non ancora portata a conoscenza del pubblico o la
continuazione di quella già iniziata.
Può inoltre disporre la pubblicazione della pronuncia – o di un suo
estratto – ed eventualmente di una dichiarazione rettificativa allo scopo
di impedire che la pubblicità ingannevole continui a produrre effetti.
Quando il messaggio ingannevole è inserito sulla confezione di un
prodotto, l’esecuzione dei provvedimenti può essere differita in ragione
dei tempi tecnici necessari per l’adeguamento.
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e) il nome o la ragione sociale o il marchio depositato e la sede o del
fabbricante o del confezionatore o di un venditore stabilito nella CEE;
f) la sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento;
g) il titolo alcolometrico volumico effettivo per le bevande aventi un contenuto
alcolico superiore a 1,2% in volume;
h) una dicitura che consenta di identificare il lotto di appartenenza del
prodotto;
i) le modalità di conservazione e di utilizzazione qualora sia necessaria
l’adozione di particolari accorgimenti in funzione della natura del prodotto;
l) le istruzioni per l’uso, ove necessario;
m) il luogo di origine o di provenienza, nel caso in cui l’omissione possa
indurre in errore l’acquirente circa l’origine o la provenienza del prodotto”.
Le indicazioni riportate si distinguono in:
• obbligatorie in assoluto (punti a, e, f);
• obbligatorie salvo i casi di deroga espressamente previsti (punti
b, c, d, g, h). Ad esempio l’esenzione del termine minimo di
conservazione per vini e liquori o del numero di lotto per quei
prodotti per cui viene indicato il termine minimo di conservazione
con l’indicazione del giorno e del mese, ecc;
• obbligatorie in relazione a determinate situazioni (punti i, l, m).
Per esse sarà il produttore o confezionatore a stabilire se la
dicitura dovrà comparire o meno sull’etichetta. È il caso, ad
esempio, del luogo di origine o di provenienza la cui menzione è
obbligatoria qualora l’omissione possa indurre in errore il
consumatore, oppure delle modalità di conservazione e delle
istruzioni per l’uso, quando sono necessarie per un utilizzo
appropriato del prodotto alimentare.
L’art. 3 comma 2 dispone che queste indicazioni devono essere
riportate in lingua italiana, sebbene sia consentito riportarle in più
lingue.
I principali elementi dell’etichetta dei prodotti alimentari
secondo il D. Lgs. 109/92
1. Elenco degli ingredienti. Sebbene questa voce sia una di
quelle per le quali sono previsti dei casi di deroga resta una delle
più importanti per la valutazione del prodotto.
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ETICHETTATURA DEI PRODOTTI ALIMENTARI
Il D.Lgs. n. 109 del 27 gennaio 1992 recepisce le Direttive n.
89/395/ CEE e n. 89/369/CEE del Consiglio del 14 giugno
1989, concernenti “l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità
dei prodotti alimentari destinati al consumatore finale”.
L’etichetta alimentare è “l’insieme delle indicazioni, marchi di fabbrica e
di commercio, delle immagini o dei simboli che si riferiscono al prodotto
alimentare e che figurano direttamente sull’imballaggio o su un’etichetta
appostavi o sul dispositivo di chiusura o su cartelli, anelli o fascette legati al
prodotto medesimo o sui documenti di accompagnamento del prodotto
alimentare”.
L’etichetta deve raggiungere tre obiettivi:
1. fornire informazioni sulla natura, sulle caratteristiche e sul
quantitativo netto dell’alimento, affinché il consumatore sia in
grado di comparare qualità, quantità e prezzo dei prodotti per
operare scelte consapevoli;
2. fornire informazioni sulle modalità d’uso e sul periodo entro
cui il prodotto deve essere consumato, per evitare
inconvenienti o danni a seguito del suo utilizzo improprio;
3. fornire informazioni sul produttore, per tutelare il
consumatore contro possibili frodi.
Le informazioni obbligatorie per i prodotti alimentari
preconfezionati destinati al consumatore
L’art. 3, comma 1, del D.Lgs.109/92 stabilisce che “salvo quanto
disposto dagli articoli successivi, i prodotti alimentari preconfezionati destinati
al consumatore devono riportare le seguenti indicazioni:
a) la denominazione di vendita;
b) l’elenco degli ingredienti;
c) la quantità netta o, nel caso di prodotti preconfezionati in quantità unitarie
costanti, la quantità nominale;
d) il termine minimo di conservazione o, nel caso di prodotti molto deperibili
dal punto di vista microbiologico, la data di scadenza;
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ALCUNI PRODOTTI DOP E IGP IN UMBRIA
Settore
Prodotto
Regolamento
Vitellone Bianco
dell’Appennino
Centrale (IGP)
Reg. CE n.134/98
CARNI
(GUCE L. 15/98 del
21.01.1998)
Reg. CE n.1263/96
Pecorino Toscano
FORMAGGI
(GUCE L. 163/96
(DOP)
del 02.07.1996)
Reg. CE n.2325/97
OLI DI OLIVA
Umbria (DOP)
(GUCE L. 322/97
del 25.11.1997)
Lenticchia di
Reg. CE n.1065/97
ORTOFRUTTICOLI
Castelluccio di Norcia (GUCE L. 156/97
E CEREALI
del 13.06.1997)
(IGP)
PREPARAZIONI DI
CARNI
Prosciutto di Norcia
(IGP)
Salamini italiani alla
cacciatora (DOP)
Reg. CE n.1065/97
(GUCE L. 156/97
del 13.06.1997)
Reg. CE n. 1778 del
07.09.01 (GUCE L.
240 del 08.09.01)
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L´Indicazione Geografica Protetta
L’IGP è un nome che serve a designare un prodotto agricolo o
alimentare originario di una determinata area geografica quando:
• una qualità determinata, la reputazione o un’altra caratteristica del
prodotto può essere attribuita all’origine geografica
• la produzione e/o la trasformazione e/o l’elaborazione hanno
luogo nell’area geografica determinata
Norma fondamentale di riferimento è il Reg. CE n.2081/92,
successivamente modificato dal Reg. CE n.692/2003 che ha le stesse
finalità della DOP. Anche in questo caso lo strumento per raggiungerle
è il riconoscimento della provenienza geografica
Marchi privati e DOP/IGP
• Non è possibile registrare marchi privati di denominazioni identiche
o simili alle DOP e IGP;
• L’uso di marchi privati corrispondente a denominazioni simili o
identiche a DOP o IGP registrati successivamente può continuare a
sussistere solo se:
a.
è stato acquisito anteriormente;
b.
non incorre in nullità o decadenza in base alla
legislazione sui marchi di impresa.
• Una DOP o IGP non può essere registrata se, tenuto conto della
fama, della notorietà e della durata di utilizzo di un marchio privato,
la registrazione può indurre in errore il consumatore sulla vera
identità del prodotto.
Differenza tra DOP/IGP e Marchio collettivo
• Organizzazione dei controlli
• Il M.C., a differenza della DOP/IGP, è soggetto a
volgarizzazione, cioè a trasformazione in una denominazione
generica che ne determina la decadenza
• Il M.C., contrariamente alla DOP/IGP implica un "divieto di
vietare", cioè l’impossibilità di vietare l’uso del nome geografico
a terzi quando esso sia conforme ai principi della correttezza
professionale e quindi limitato alla funzione di indicazione della
provenienza
• Il M.C. tutela anche i prodotti affini, mentre la DOP/IGP solo
prodotti determinati
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Il prodotto non deve essere stato trattato con sostanze non
ammesse, non deve aver subito trattamenti ionizzanti, deve essere
esente da OGM e suoi derivati.
Esistono in commercio 3 tipologie di prodotto da agricoltura biologica:
1. prodotto con almeno il 95% degli ingredienti provenienti da
agricoltura biologica;
2. prodotto con almeno il 70% degli ingredienti provenienti da
agricoltura biologica;
3. prodotti vegetali in conversione al biologico, è obbligatoria la
dicitura “prodotto in conversione all’agricoltura biologica”.
•
Con il Reg. CE n. 331/2000 del 17/12/1999 la Commissione ha adottato
il logo comunitario per le produzioni biologiche la cui adozione da parte
delle Aziende non è obbligatoria, ma l’UE ha promosso una serie di
azioni che favoriranno l’adozione del logo.
Il logo comunitario è facoltativo, ma applicabile solo ai prodotti della
prima tipologia (punti 1)) venduti in imballi.
I MARCHI DOP E IGP
Denominazione di Origini Protetta
La DOP è un nome che serve a designare un prodotto agricolo o
alimentare originario di una determinata area geografica quando la
qualità o i caratteri sono dovuti essenzialmente o esclusivamente
all’ambiente geografico comprendente i fattori naturali e umani e
quando la produzione, la trasformazione e l’elaborazione avvengono
all’interno di quell’area geografica determinata.
Norma fondamentale di riferimento è il Reg. CE n.2081/92,
successivamente modificato dal Reg. CE n. 692/2003 le cui finalità
possono essere riassunte così:
• favorire la diversificazione della produzione agricola;
• sviluppare il mondo rurale ed in particolare le zone svantaggiate
o periferiche;
• assecondare la domanda del mercato di prodotti di qualità;
• assicurare, nell’ambito delle produzioni legate all’origine
geografiche, condizioni di concorrenza uguali tra i produttori;
• migliorare il livello di informazione del consumatore.
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I consumatori si possono quindi fidare dei prodotti biologici.
Infatti le regole fissate dall’Unione Europea non si riferiscono
solo alla produzione e all’allevamento, ma riguardano anche la
trasformazione dei prodotti alimentari.
Il regolamento dispone linee di trasformazione apposite, oppure
che le lavorazioni avvengano in determinati momenti, in ogni caso
si dovrà garantire sempre che i prodotti biologi non vengano mai
a contatto con residui di precedenti lavorazioni di prodotti
convenzionali.
Nella trasformazione dei prodotti biologici è inoltre vietato l’uso
di additivi, coloranti, conservanti ed edulcoranti di origine
chimica.
Le norme e le precauzioni valgono anche nella fase di trasporto,
pertanto nel caso di trasporto di prodotti sfusi deve essere posta
cura all’eliminazione di ogni traccia dell’eventuale trasporto
precedente di prodotti convenzionali.
Infine anche gli alimenti biologici, come tutti gli altri prodotti
alimentari sono soggetti al controllo delle Autorità Sanitarie
Nazionali quali i NAS e le ASL.
Il biologico ha in sé una valenza ambientale che il consumatore
consapevole non può ignorare.
L’agricoltore biologico attraverso pratiche quali l’arricchimento del
terreno con sostanze organiche, la valorizzazione delle
biodiversità, la rotazione delle colture, difende la fertilità
complessiva del terreno ed il suo equilibrio.
È per tutti questi motivi che i prodotti biologici hanno un costo
superiore.
Un prodotto proveniente da agricoltura biologica può essere in
commercio solo alle seguenti condizioni:
• Le indicazioni in etichetta devono evidenziare che si tratta di
un metodo di produzione agricolo;
• Il prodotto deve essere ottenuto nel rispetto di tutte le norme
di produzione e controllo stabilite dalla legislazione;
• L’etichetta deve riportare il nome e il codice di identificazioni
dell’organismo di controllo;
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• Tempo. Il tempo che intercorre tra la contaminazione
dell’alimento ed il consumo è determinante per lo sviluppo
della carica microbica.
La prevenzione delle tossoinfezioni alimentari è sempre possibile
infatti basta porre un po’ d’accortezza nell’uso degli alimenti.
Per esempio il rispetto dell’igiene alimentare in casa che
consiste nell’adozione di una serie di precauzioni elementari
che tendono a prevenire ogni alterazione dei cibi dal
momento dell’acquisto a quello della conservazione, della
preparazione e quindi del consumo. La scarsa conoscenza
delle caratteristiche degli alimenti e l’errata utilizzazione
degli elettrodomestici possono favorire l’alterazione e la
contaminazione dei cibi che possono portare ad un
intossicazione alimentare.
I PRODOTTI BIOLOGICI
L’agricoltura biologica rappresenta una strada per migliorare la
qualità della vita, tutelare la salute dell’uomo e salvaguardare
l’ambiente.
I prodotti biologici sono ottenuti senza l’uso di prodotti chimici
quali pesticidi, fertilizzanti, diserbanti…
Chi sceglie di produrre con metodo biologico per far crescere le
piante usa sostanze organiche come il letame e il compost, adotta
apposite pratiche agronomiche come le rotazioni colturali, le
consociazioni delle colture e qualora le piante dovessero
sviluppare malattie ricorre all’ausilio di prodotti di difesa naturali
quali gli insetti utili, zolfo, rame e sostanze ottenute dalla
macerazione delle piante o da esse estratte.
Gli animali sono allevati in prevalenza all’aperto, nutriti con
alimenti provenienti da agricoltura biologica che per la maggior
parte vengono prodotti dalla stessa azienda.
L’Unione Europea nel decennio 1991-2001 ha voluto garantire il
consumatore da inganni ed insidie con l’emanazione di una
legislazione ad hoc.
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LA SICUREZZA A TAVOLA
Qualsiasi alimento, se alterato, inquinato, contraffatto oppure
non lavorato, prodotto o conservato secondo tecniche
industrialmente ed igienicamente corrette, subisce alterazioni di
tipo microbiologico, chimico o fisico che ne modificano le
caratteristiche nutrizionali ed organolettiche, fino a farlo diventare
nocivo per la salute umana.
Poiché tutti gli alimenti sono soggetti ad alterazioni, la prima
regola da osservare per prevenire le tossoinfezioni è che in tutte le
fasi della preparazione dei cibi si deve presumere di manipolare un
alimento potenzialmente contaminato o contaminabile.
Per questo è necessario mettere in atto tutte le operazioni atte alla
bonifica e/o al rallentamento della proliferazione dei germi.
I fattori di crescita dei microrganismi sono infatti facilmente
controllabili, e per imparare a farlo è sufficiente tenere a mente
piccole regole quali:
• temperatura: la maggior parte dei batteri si sviluppa
rapidamente a temperature comprese fra 10 e 60 °C.
Temperature superiori a 60-65 °C, per un adeguato periodo di
tempo, sono sufficienti per la distruzione di gran parte dei
batteri (bonifica). La temperatura di frigorifero e quella di
congelatori e surgelatori servono invece solo a rallentare la
moltiplicazione dei batteri, ma non li distruggono.
• disponibilità d’acqua. I batteri hanno bisogno d’acqua,
pertanto quando gli ambienti sono umidi viene facilitata la
proliferazione batterica.
• disponibilità di ossigeno. Alcuni batteri, come i clostridi,
sono detti anaerobi perché si sviluppano in assenza di ossigeno
(ad esempio nelle conserve); altri, come stafilococchi e
salmonella, sono detti aerobi perché preferiscono ambienti
ricchi di ossigeno.
• acidità (PH). L’acidità elevata impedisce la moltiplicazione di
batteri.
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LA SALUTE A TAVOLA
La generale carenza di una cultura nutrizionale di base nel nostro Paese
è la principale causa del progressivo peggioramento delle abitudini
alimentari rispetto alle tradizioni del passato che ha portato ad un
aumento delle cosiddette malattie del benessere. Anche la pubblicità
spesso contribuisce alla disinformazione alimentare esaltando prodotti
che una dieta sana ed equilibrata sconsiglia.
Un corretto regime alimentare prevede che la dieta sia essenzialmente sana,
semplice, equilibrata, variata.
Il nostro organismo non ha bisogno della stessa quantità di
energia in ogni momento della giornata, pertanto è importante
suddividere il consumo quotidiano di alimenti in un adeguato
numero di pasti, lasciando intercorrere tra l’uno e l’altro i giusti
intervalli di tempo e attribuendo a ciascuno l’apporto di calorie e
nutrienti adatto al momento. Una buona dieta infatti non dipende
solo da quanto si mangia, ma anche da come si mangia. Modello
razionale di distribuzione dei pasti è quello che prevede, nell’arco
della giornata, una prima colazione sostanziosa, uno spuntino, un
pranzo, un secondo spuntino, una cena leggera.
In una dieta sana ed equilibrata molto importanti sono i cereali, i
legumi, gli ortaggi e la frutta, per l’apporto di carboidrati, vitamine
e sali minerali. Infatti è sempre consigliabile che circa il 60 % del
nostro fabbisogno energetico sia soddisfatto da carboidrati.
Il pregio dei carboidrati è quello di venire demoliti senza produrre
scorie metaboliche, qualità che consente l’approvvigionamento di
energia senza impegnare troppo severamente l’apparato escretore.
I cereali, legumi, ortaggi e la frutta apportano anche buone
quantità di fibra naturale che riveste una notevole importanza sia
perché facilita il raggiungimento del senso di sazietà, sia perché
partecipa alla regolazione di diverse funzioni fisiologiche.
Comunque, poiché nessun alimento contiene nella giusta quantità
tutti i nutrienti atti a soddisfare le nostre necessità, il modo più
semplice e sicuro per garantire un’alimentazione adeguata è quello di
variare le scelte e di combinare opportunamente i diversi
alimenti.Questo tipo di condotta aiuta ad evitare squilibri nutrizionali
e metabolici.
5
IMPARIAMO A SCEGLIERE
La prima regola da imparare per nutrirsi in modo equilibrato e
completo è che nessun alimento può soddisfare da solo tutte le
nostre
esigenze.
Un’alimentazione
monotona
porta
inevitabilmente a squilibri anche gravi, mentre la scelta ed il
consumo di una grande varietà di cibi, assieme ad alcune piccole
attenzioni relative alle combinazioni alimentari, ci assicura
l’apporto di tutti i nutrienti necessari e ci aiuta a prevenire non
poche malattie.
I cinque gruppi alimentari
Allo scopo di facilitare scelte alimentari adeguate, si usa far
riferimento ad un sistema di classificazione degli alimenti in
cinque gruppi più o meno omogenei per apporto di nutrienti.
L’utilizzazione dello schema è estremamente semplice: è
sufficiente far sì che ogni giorno compaia sulla nostra tavola
almeno un alimento per ciascun gruppo.
L’intercambiabilità degli alimenti all’interno di uno stesso gruppo
offre il vantaggio di variare considerevolmente il menù
giornaliero, tenendo conto delle disponibilità stagionali (è sempre
preferibile orientarsi verso prodotti freschi e di stagione).
Primo
gruppo
Secondo
gruppo
Cereali e tuberi
Terzo
gruppo
Quarto
gruppo
Latte e derivati
Quinto
gruppo
Pane, pasta di semola, pasta all’uovo,
pizza, riso, panini, patate, polenta…
Frutta, ortaggi e Spinaci, albicocche, zucca, carote,
legumi freschi
bietola, broccoletti, cicoria, lattuga,
arance, limoni, mandarini, peperoni,
pomodori…
Latte intero, latte in polvere, latte
scremato, yogurt, gelato, formaggi…
Carne,
pesce, Vitello, pollo, prosciutto, salsiccia
uova,
legumi fresca, merluzzo, sogliola, fagioli,
secchi
lenticchie…
Grassi
da Olio d’oliva, burro, margarina,
condimento
pancetta, panna, olio di semi…
4
SOMMARIO
Impariamo a scegliere
pag. 4
La salute a tavola
pag. 5
La sicurezza a tavola
pag. 6
I prodotti biologici
pag. 7
I prodotti DOP E IGP
pag. 9
Etichettatura
pag. 12
L’etichettatura nutrizionale
pag. 16
L’etichettatura dei prodotti biologici
pag. 18
Gli organismi di controllo
pag. 19
Pubblicità ed etichettatura
pag. 21
3
INTRODUZIONE
Con il progredire delle conoscenze scientifiche nel campo
dell’alimentazione, risulta sempre più evidente la stretta
connessione fra nutrizione e salute. Sebbene connessioni di questo
tipo siano ancora da accertare per un certo numero di patologie
specifiche, il concetto di base resta comunque valido, le indagini
epidemiologiche hanno confermato che gli squilibri nutrizionali
assumono un ruolo di fondamentale rilievo fra le cause delle
malattie cardiovascolari e di alcuni tumori, ossia proprio di quelle
che sono le principali cause di mortalità del nostro Paese.
La mancanza di una cultura nutrizionale di base è sicuramente una
delle principali cause del progressivo peggioramento delle nostre
abitudini alimentari.
Scopo di questa guida è quello di dare un contributo alla
divulgazione di alcuni principi generali di educazione alimentare.
Una guida che, attraverso un linguaggio semplice e immediato
fornisca utili spunti per aiutare i consumatori a recuperare la
saggezza delle nostre tradizioni alimentari mediterranee grazie ad
un rapporto consapevole e responsabile con il cibo.
Un ringraziamento alla Regione dell’Umbria e alla Consulta
Regionale per l’Utenza e il Consumo che hanno permesso la
realizzazione della guida.
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Umbria
CODACONS UMBRIA
Regione Umbria
FEDERCONSUMATORI UMBRIA
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