ADICONSUM UMBRIA Umbria Via Campo di Marte, 4/N5 06124 Perugia Tel. 075/506741 Fax 075/5067468 CODACONS UMBRIA CODACONS UMBRIA Via F. Filzi, 20/D/1 06100 Perugia Tel. 075/5052353 Fax 075/5052353 FEDERCONSUMATORI UMBRIA FEDERCONSUMATORI UMBRIA Via Del Macello, 26/28 06128 Perugia tel. 075/506981 Fax 075/5002964 Progetto: “Sicurezza alimentare – etichettatura dei prodotti” Approvato dalla Consulta Regionale per l’Utenza ed il Consumo e finanziato dalla Regione Umbria Stampato a Dicembre 2005 24 procedimento solo dietro denuncia di un soggetto legittimato all’azione, essendo esclusa la possibilità di un’iniziativa d’ufficio. I soggetti legittimati sono così individuati dall’art. 7, comma 2, del D. Lgs. 74/92: • i concorrenti • i consumatori • le loro associazioni ed organizzazioni • il Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato •ogni altra pubblica amministrazione che ne abbia interesse in relazione ai propri compiti istituzionali. I soggetti sopra elencati possono chiedere all’Autorità garante che siano inibiti gli atti di pubblicità ingannevole ritenuta illecita, che ne sia interdetta la continuazione e che ne siano eliminati gli effetti. L’Autorità può disporre la sospensione provvisoria della pubblicità ritenuta illecita, in caso di particolare urgenza. Comunica quindi l’apertura dell’istruttoria all’operatore pubblicitario e, se il committente non è conosciuto, può richiedere al proprietario del mezzo che ha diffuso il messaggio ogni informazione idonea ad identificarlo. L’Autorità può disporre che l’operatore pubblicitario fornisca prove sull’esattezza dei dati contenuti nella pubblicità, se tale esigenza risulti giustificata. Se le prove non vengono prodotte, o sono ritenute insufficienti, i dati sono considerati inesatti. Se l’Autorità ritiene ingannevole il messaggio, accoglie il ricorso vietando la pubblicità non ancora portata a conoscenza del pubblico o la continuazione di quella già iniziata. Può inoltre disporre la pubblicazione della pronuncia – o di un suo estratto – ed eventualmente di una dichiarazione rettificativa allo scopo di impedire che la pubblicità ingannevole continui a produrre effetti. Quando il messaggio ingannevole è inserito sulla confezione di un prodotto, l’esecuzione dei provvedimenti può essere differita in ragione dei tempi tecnici necessari per l’adeguamento. 23 e) il nome o la ragione sociale o il marchio depositato e la sede o del fabbricante o del confezionatore o di un venditore stabilito nella CEE; f) la sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento; g) il titolo alcolometrico volumico effettivo per le bevande aventi un contenuto alcolico superiore a 1,2% in volume; h) una dicitura che consenta di identificare il lotto di appartenenza del prodotto; i) le modalità di conservazione e di utilizzazione qualora sia necessaria l’adozione di particolari accorgimenti in funzione della natura del prodotto; l) le istruzioni per l’uso, ove necessario; m) il luogo di origine o di provenienza, nel caso in cui l’omissione possa indurre in errore l’acquirente circa l’origine o la provenienza del prodotto”. Le indicazioni riportate si distinguono in: • obbligatorie in assoluto (punti a, e, f); • obbligatorie salvo i casi di deroga espressamente previsti (punti b, c, d, g, h). Ad esempio l’esenzione del termine minimo di conservazione per vini e liquori o del numero di lotto per quei prodotti per cui viene indicato il termine minimo di conservazione con l’indicazione del giorno e del mese, ecc; • obbligatorie in relazione a determinate situazioni (punti i, l, m). Per esse sarà il produttore o confezionatore a stabilire se la dicitura dovrà comparire o meno sull’etichetta. È il caso, ad esempio, del luogo di origine o di provenienza la cui menzione è obbligatoria qualora l’omissione possa indurre in errore il consumatore, oppure delle modalità di conservazione e delle istruzioni per l’uso, quando sono necessarie per un utilizzo appropriato del prodotto alimentare. L’art. 3 comma 2 dispone che queste indicazioni devono essere riportate in lingua italiana, sebbene sia consentito riportarle in più lingue. I principali elementi dell’etichetta dei prodotti alimentari secondo il D. Lgs. 109/92 1. Elenco degli ingredienti. Sebbene questa voce sia una di quelle per le quali sono previsti dei casi di deroga resta una delle più importanti per la valutazione del prodotto. 13 ETICHETTATURA DEI PRODOTTI ALIMENTARI Il D.Lgs. n. 109 del 27 gennaio 1992 recepisce le Direttive n. 89/395/ CEE e n. 89/369/CEE del Consiglio del 14 giugno 1989, concernenti “l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari destinati al consumatore finale”. L’etichetta alimentare è “l’insieme delle indicazioni, marchi di fabbrica e di commercio, delle immagini o dei simboli che si riferiscono al prodotto alimentare e che figurano direttamente sull’imballaggio o su un’etichetta appostavi o sul dispositivo di chiusura o su cartelli, anelli o fascette legati al prodotto medesimo o sui documenti di accompagnamento del prodotto alimentare”. L’etichetta deve raggiungere tre obiettivi: 1. fornire informazioni sulla natura, sulle caratteristiche e sul quantitativo netto dell’alimento, affinché il consumatore sia in grado di comparare qualità, quantità e prezzo dei prodotti per operare scelte consapevoli; 2. fornire informazioni sulle modalità d’uso e sul periodo entro cui il prodotto deve essere consumato, per evitare inconvenienti o danni a seguito del suo utilizzo improprio; 3. fornire informazioni sul produttore, per tutelare il consumatore contro possibili frodi. Le informazioni obbligatorie per i prodotti alimentari preconfezionati destinati al consumatore L’art. 3, comma 1, del D.Lgs.109/92 stabilisce che “salvo quanto disposto dagli articoli successivi, i prodotti alimentari preconfezionati destinati al consumatore devono riportare le seguenti indicazioni: a) la denominazione di vendita; b) l’elenco degli ingredienti; c) la quantità netta o, nel caso di prodotti preconfezionati in quantità unitarie costanti, la quantità nominale; d) il termine minimo di conservazione o, nel caso di prodotti molto deperibili dal punto di vista microbiologico, la data di scadenza; 12 ALCUNI PRODOTTI DOP E IGP IN UMBRIA Settore Prodotto Regolamento Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale (IGP) Reg. CE n.134/98 CARNI (GUCE L. 15/98 del 21.01.1998) Reg. CE n.1263/96 Pecorino Toscano FORMAGGI (GUCE L. 163/96 (DOP) del 02.07.1996) Reg. CE n.2325/97 OLI DI OLIVA Umbria (DOP) (GUCE L. 322/97 del 25.11.1997) Lenticchia di Reg. CE n.1065/97 ORTOFRUTTICOLI Castelluccio di Norcia (GUCE L. 156/97 E CEREALI del 13.06.1997) (IGP) PREPARAZIONI DI CARNI Prosciutto di Norcia (IGP) Salamini italiani alla cacciatora (DOP) Reg. CE n.1065/97 (GUCE L. 156/97 del 13.06.1997) Reg. CE n. 1778 del 07.09.01 (GUCE L. 240 del 08.09.01) 11 L´Indicazione Geografica Protetta L’IGP è un nome che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di una determinata area geografica quando: • una qualità determinata, la reputazione o un’altra caratteristica del prodotto può essere attribuita all’origine geografica • la produzione e/o la trasformazione e/o l’elaborazione hanno luogo nell’area geografica determinata Norma fondamentale di riferimento è il Reg. CE n.2081/92, successivamente modificato dal Reg. CE n.692/2003 che ha le stesse finalità della DOP. Anche in questo caso lo strumento per raggiungerle è il riconoscimento della provenienza geografica Marchi privati e DOP/IGP • Non è possibile registrare marchi privati di denominazioni identiche o simili alle DOP e IGP; • L’uso di marchi privati corrispondente a denominazioni simili o identiche a DOP o IGP registrati successivamente può continuare a sussistere solo se: a. è stato acquisito anteriormente; b. non incorre in nullità o decadenza in base alla legislazione sui marchi di impresa. • Una DOP o IGP non può essere registrata se, tenuto conto della fama, della notorietà e della durata di utilizzo di un marchio privato, la registrazione può indurre in errore il consumatore sulla vera identità del prodotto. Differenza tra DOP/IGP e Marchio collettivo • Organizzazione dei controlli • Il M.C., a differenza della DOP/IGP, è soggetto a volgarizzazione, cioè a trasformazione in una denominazione generica che ne determina la decadenza • Il M.C., contrariamente alla DOP/IGP implica un "divieto di vietare", cioè l’impossibilità di vietare l’uso del nome geografico a terzi quando esso sia conforme ai principi della correttezza professionale e quindi limitato alla funzione di indicazione della provenienza • Il M.C. tutela anche i prodotti affini, mentre la DOP/IGP solo prodotti determinati 10 Il prodotto non deve essere stato trattato con sostanze non ammesse, non deve aver subito trattamenti ionizzanti, deve essere esente da OGM e suoi derivati. Esistono in commercio 3 tipologie di prodotto da agricoltura biologica: 1. prodotto con almeno il 95% degli ingredienti provenienti da agricoltura biologica; 2. prodotto con almeno il 70% degli ingredienti provenienti da agricoltura biologica; 3. prodotti vegetali in conversione al biologico, è obbligatoria la dicitura “prodotto in conversione all’agricoltura biologica”. • Con il Reg. CE n. 331/2000 del 17/12/1999 la Commissione ha adottato il logo comunitario per le produzioni biologiche la cui adozione da parte delle Aziende non è obbligatoria, ma l’UE ha promosso una serie di azioni che favoriranno l’adozione del logo. Il logo comunitario è facoltativo, ma applicabile solo ai prodotti della prima tipologia (punti 1)) venduti in imballi. I MARCHI DOP E IGP Denominazione di Origini Protetta La DOP è un nome che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di una determinata area geografica quando la qualità o i caratteri sono dovuti essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico comprendente i fattori naturali e umani e quando la produzione, la trasformazione e l’elaborazione avvengono all’interno di quell’area geografica determinata. Norma fondamentale di riferimento è il Reg. CE n.2081/92, successivamente modificato dal Reg. CE n. 692/2003 le cui finalità possono essere riassunte così: • favorire la diversificazione della produzione agricola; • sviluppare il mondo rurale ed in particolare le zone svantaggiate o periferiche; • assecondare la domanda del mercato di prodotti di qualità; • assicurare, nell’ambito delle produzioni legate all’origine geografiche, condizioni di concorrenza uguali tra i produttori; • migliorare il livello di informazione del consumatore. 9 I consumatori si possono quindi fidare dei prodotti biologici. Infatti le regole fissate dall’Unione Europea non si riferiscono solo alla produzione e all’allevamento, ma riguardano anche la trasformazione dei prodotti alimentari. Il regolamento dispone linee di trasformazione apposite, oppure che le lavorazioni avvengano in determinati momenti, in ogni caso si dovrà garantire sempre che i prodotti biologi non vengano mai a contatto con residui di precedenti lavorazioni di prodotti convenzionali. Nella trasformazione dei prodotti biologici è inoltre vietato l’uso di additivi, coloranti, conservanti ed edulcoranti di origine chimica. Le norme e le precauzioni valgono anche nella fase di trasporto, pertanto nel caso di trasporto di prodotti sfusi deve essere posta cura all’eliminazione di ogni traccia dell’eventuale trasporto precedente di prodotti convenzionali. Infine anche gli alimenti biologici, come tutti gli altri prodotti alimentari sono soggetti al controllo delle Autorità Sanitarie Nazionali quali i NAS e le ASL. Il biologico ha in sé una valenza ambientale che il consumatore consapevole non può ignorare. L’agricoltore biologico attraverso pratiche quali l’arricchimento del terreno con sostanze organiche, la valorizzazione delle biodiversità, la rotazione delle colture, difende la fertilità complessiva del terreno ed il suo equilibrio. È per tutti questi motivi che i prodotti biologici hanno un costo superiore. Un prodotto proveniente da agricoltura biologica può essere in commercio solo alle seguenti condizioni: • Le indicazioni in etichetta devono evidenziare che si tratta di un metodo di produzione agricolo; • Il prodotto deve essere ottenuto nel rispetto di tutte le norme di produzione e controllo stabilite dalla legislazione; • L’etichetta deve riportare il nome e il codice di identificazioni dell’organismo di controllo; 8 • Tempo. Il tempo che intercorre tra la contaminazione dell’alimento ed il consumo è determinante per lo sviluppo della carica microbica. La prevenzione delle tossoinfezioni alimentari è sempre possibile infatti basta porre un po’ d’accortezza nell’uso degli alimenti. Per esempio il rispetto dell’igiene alimentare in casa che consiste nell’adozione di una serie di precauzioni elementari che tendono a prevenire ogni alterazione dei cibi dal momento dell’acquisto a quello della conservazione, della preparazione e quindi del consumo. La scarsa conoscenza delle caratteristiche degli alimenti e l’errata utilizzazione degli elettrodomestici possono favorire l’alterazione e la contaminazione dei cibi che possono portare ad un intossicazione alimentare. I PRODOTTI BIOLOGICI L’agricoltura biologica rappresenta una strada per migliorare la qualità della vita, tutelare la salute dell’uomo e salvaguardare l’ambiente. I prodotti biologici sono ottenuti senza l’uso di prodotti chimici quali pesticidi, fertilizzanti, diserbanti… Chi sceglie di produrre con metodo biologico per far crescere le piante usa sostanze organiche come il letame e il compost, adotta apposite pratiche agronomiche come le rotazioni colturali, le consociazioni delle colture e qualora le piante dovessero sviluppare malattie ricorre all’ausilio di prodotti di difesa naturali quali gli insetti utili, zolfo, rame e sostanze ottenute dalla macerazione delle piante o da esse estratte. Gli animali sono allevati in prevalenza all’aperto, nutriti con alimenti provenienti da agricoltura biologica che per la maggior parte vengono prodotti dalla stessa azienda. L’Unione Europea nel decennio 1991-2001 ha voluto garantire il consumatore da inganni ed insidie con l’emanazione di una legislazione ad hoc. 7 LA SICUREZZA A TAVOLA Qualsiasi alimento, se alterato, inquinato, contraffatto oppure non lavorato, prodotto o conservato secondo tecniche industrialmente ed igienicamente corrette, subisce alterazioni di tipo microbiologico, chimico o fisico che ne modificano le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche, fino a farlo diventare nocivo per la salute umana. Poiché tutti gli alimenti sono soggetti ad alterazioni, la prima regola da osservare per prevenire le tossoinfezioni è che in tutte le fasi della preparazione dei cibi si deve presumere di manipolare un alimento potenzialmente contaminato o contaminabile. Per questo è necessario mettere in atto tutte le operazioni atte alla bonifica e/o al rallentamento della proliferazione dei germi. I fattori di crescita dei microrganismi sono infatti facilmente controllabili, e per imparare a farlo è sufficiente tenere a mente piccole regole quali: • temperatura: la maggior parte dei batteri si sviluppa rapidamente a temperature comprese fra 10 e 60 °C. Temperature superiori a 60-65 °C, per un adeguato periodo di tempo, sono sufficienti per la distruzione di gran parte dei batteri (bonifica). La temperatura di frigorifero e quella di congelatori e surgelatori servono invece solo a rallentare la moltiplicazione dei batteri, ma non li distruggono. • disponibilità d’acqua. I batteri hanno bisogno d’acqua, pertanto quando gli ambienti sono umidi viene facilitata la proliferazione batterica. • disponibilità di ossigeno. Alcuni batteri, come i clostridi, sono detti anaerobi perché si sviluppano in assenza di ossigeno (ad esempio nelle conserve); altri, come stafilococchi e salmonella, sono detti aerobi perché preferiscono ambienti ricchi di ossigeno. • acidità (PH). L’acidità elevata impedisce la moltiplicazione di batteri. 6 LA SALUTE A TAVOLA La generale carenza di una cultura nutrizionale di base nel nostro Paese è la principale causa del progressivo peggioramento delle abitudini alimentari rispetto alle tradizioni del passato che ha portato ad un aumento delle cosiddette malattie del benessere. Anche la pubblicità spesso contribuisce alla disinformazione alimentare esaltando prodotti che una dieta sana ed equilibrata sconsiglia. Un corretto regime alimentare prevede che la dieta sia essenzialmente sana, semplice, equilibrata, variata. Il nostro organismo non ha bisogno della stessa quantità di energia in ogni momento della giornata, pertanto è importante suddividere il consumo quotidiano di alimenti in un adeguato numero di pasti, lasciando intercorrere tra l’uno e l’altro i giusti intervalli di tempo e attribuendo a ciascuno l’apporto di calorie e nutrienti adatto al momento. Una buona dieta infatti non dipende solo da quanto si mangia, ma anche da come si mangia. Modello razionale di distribuzione dei pasti è quello che prevede, nell’arco della giornata, una prima colazione sostanziosa, uno spuntino, un pranzo, un secondo spuntino, una cena leggera. In una dieta sana ed equilibrata molto importanti sono i cereali, i legumi, gli ortaggi e la frutta, per l’apporto di carboidrati, vitamine e sali minerali. Infatti è sempre consigliabile che circa il 60 % del nostro fabbisogno energetico sia soddisfatto da carboidrati. Il pregio dei carboidrati è quello di venire demoliti senza produrre scorie metaboliche, qualità che consente l’approvvigionamento di energia senza impegnare troppo severamente l’apparato escretore. I cereali, legumi, ortaggi e la frutta apportano anche buone quantità di fibra naturale che riveste una notevole importanza sia perché facilita il raggiungimento del senso di sazietà, sia perché partecipa alla regolazione di diverse funzioni fisiologiche. Comunque, poiché nessun alimento contiene nella giusta quantità tutti i nutrienti atti a soddisfare le nostre necessità, il modo più semplice e sicuro per garantire un’alimentazione adeguata è quello di variare le scelte e di combinare opportunamente i diversi alimenti.Questo tipo di condotta aiuta ad evitare squilibri nutrizionali e metabolici. 5 IMPARIAMO A SCEGLIERE La prima regola da imparare per nutrirsi in modo equilibrato e completo è che nessun alimento può soddisfare da solo tutte le nostre esigenze. Un’alimentazione monotona porta inevitabilmente a squilibri anche gravi, mentre la scelta ed il consumo di una grande varietà di cibi, assieme ad alcune piccole attenzioni relative alle combinazioni alimentari, ci assicura l’apporto di tutti i nutrienti necessari e ci aiuta a prevenire non poche malattie. I cinque gruppi alimentari Allo scopo di facilitare scelte alimentari adeguate, si usa far riferimento ad un sistema di classificazione degli alimenti in cinque gruppi più o meno omogenei per apporto di nutrienti. L’utilizzazione dello schema è estremamente semplice: è sufficiente far sì che ogni giorno compaia sulla nostra tavola almeno un alimento per ciascun gruppo. L’intercambiabilità degli alimenti all’interno di uno stesso gruppo offre il vantaggio di variare considerevolmente il menù giornaliero, tenendo conto delle disponibilità stagionali (è sempre preferibile orientarsi verso prodotti freschi e di stagione). Primo gruppo Secondo gruppo Cereali e tuberi Terzo gruppo Quarto gruppo Latte e derivati Quinto gruppo Pane, pasta di semola, pasta all’uovo, pizza, riso, panini, patate, polenta… Frutta, ortaggi e Spinaci, albicocche, zucca, carote, legumi freschi bietola, broccoletti, cicoria, lattuga, arance, limoni, mandarini, peperoni, pomodori… Latte intero, latte in polvere, latte scremato, yogurt, gelato, formaggi… Carne, pesce, Vitello, pollo, prosciutto, salsiccia uova, legumi fresca, merluzzo, sogliola, fagioli, secchi lenticchie… Grassi da Olio d’oliva, burro, margarina, condimento pancetta, panna, olio di semi… 4 SOMMARIO Impariamo a scegliere pag. 4 La salute a tavola pag. 5 La sicurezza a tavola pag. 6 I prodotti biologici pag. 7 I prodotti DOP E IGP pag. 9 Etichettatura pag. 12 L’etichettatura nutrizionale pag. 16 L’etichettatura dei prodotti biologici pag. 18 Gli organismi di controllo pag. 19 Pubblicità ed etichettatura pag. 21 3 INTRODUZIONE Con il progredire delle conoscenze scientifiche nel campo dell’alimentazione, risulta sempre più evidente la stretta connessione fra nutrizione e salute. Sebbene connessioni di questo tipo siano ancora da accertare per un certo numero di patologie specifiche, il concetto di base resta comunque valido, le indagini epidemiologiche hanno confermato che gli squilibri nutrizionali assumono un ruolo di fondamentale rilievo fra le cause delle malattie cardiovascolari e di alcuni tumori, ossia proprio di quelle che sono le principali cause di mortalità del nostro Paese. La mancanza di una cultura nutrizionale di base è sicuramente una delle principali cause del progressivo peggioramento delle nostre abitudini alimentari. Scopo di questa guida è quello di dare un contributo alla divulgazione di alcuni principi generali di educazione alimentare. Una guida che, attraverso un linguaggio semplice e immediato fornisca utili spunti per aiutare i consumatori a recuperare la saggezza delle nostre tradizioni alimentari mediterranee grazie ad un rapporto consapevole e responsabile con il cibo. Un ringraziamento alla Regione dell’Umbria e alla Consulta Regionale per l’Utenza e il Consumo che hanno permesso la realizzazione della guida. 2 Umbria CODACONS UMBRIA Regione Umbria FEDERCONSUMATORI UMBRIA