Gli acronimi dei prodotti tipici: DOP - IGP - STG

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Corpo Forestale Regionale FVG
Gli acronimi dei prodotti tipici:
DOP - IGP - STG
West Nile Disease
(Malattia del Nilo Occidentale)
I
Q
ual è l’attenzione rivolta verso i
prodotti tipici dai consumatori? Le ultime indagini di mercato, rilevano che agli italiani la tipicità di
un prodotto alimentare piace
e sempre di più cominciano
ad apprezzarlo.
Di fatto il 69,5% delle persone intervistate conoscono il
vero significato delle definizioni di DOP e IGP rispetto al 28%
rilevato appena quattro anni fa.
E’ certamente insolito che in un periodo di globalizzazione si riscoprano con
tanta attenzione i valori del territorio,
delle tradizioni, dell’artigianato locale e della qualità delle materie prime. A quanto pare per
il consumatore del 21secolo
la buona cucina è anche
un’esperienza culturale nei
sapori familiari della cultura
che ci appartiene.
Anche l’UE ha ritenuto opportuno
riconoscere e salvaguardare i prodotti
che hanno un notevole legame con il
territorio con due precisi Regolamenti:
• il Reg. CE n° 510/2006 sulla Denominazione di Origine Protetta (DOP) e
Indicazioni Geografiche Protette (IGP);
• il Reg. CE n° 509/2006 relativo alle
Specialità Tradizionali Garantite (STG).
Ma quali in realtà come si differenziano queste certificazioni?
DOP: È un alimento prodotto e trasformato in un’area geografica delimitata,
con qualità e caratteristiche dipese essenzialmente o esclusivamente dall’ ambiente circostante ovvero dai fattori naturali ed umani. Per questi
motivi l’acronimo significa
“Denominazione di Origine
Protetta”. Con l’esempio di un
formaggio tipico, scopriamo che:
tutte le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire
nella stessa area geografica
IGP: È l’acronimo di “Indicazione
Geografica Protetta” che indica un alimento con qualità e
caratteristiche precise tipiche
di un’area geografica delimitata.Almeno una delle fasi di
produzione, trasformazione ed
elaborazione devono avvenire
nella stessa area geografica
STG: Le “Specialità Tradizionali Garantite” sono riconosciute ai sensi del Reg.
CE 2082/92 per il carattere di specificità di un prodotto agro-alimentare.
Tali alimenti si intendono come
elemento od insieme di elementi che, per le loro caratteristiche qualitative e di
tradizionalità, distinguono
nettamente un prodotto da
altri simili. Sono quindi i prodotti ottenuti secondo un metodo
di produzione tipico tradizionale di una
particolare zona geografica, al fine di
tutelarne la specificità.
Tali prodotti sono soggetti a regolari
controlli da parte degli enti di certificazione incaricati dal Ministero stesso,
come ad esempio l’Ispettorato Centrale per il Controllo Qualità e Repressione Frodi ed il Corpo Forestale del settore agroalimentare e agro ambientale.
In conclusione, l’Italia e le sue regioni
rappresentano l’area europea con il
maggior numero di prodotti tipici protetti. La vera risorsa del
“made in Italy”, o nel nostro
caso del “tipicamente friulano”, è ancora nel suo territorio, nella sua storia e nella
sua cultura ma soprattutto
nelle persone legate ai valori
della terra dalla quale proviene.
A cura di: Walter Bergamini (Direzione Centrale Risorse Rurali, Agroalimentari e Forestali - referente regionale per la materia agroalimentare); Mario Paiani (ASS n°4 Medio Friuli).
n merito al recente isolamento del virus della malattia del Nilo Occidentale, o
WND (West Nile Disease) nella provincia di Udine, l’Azienda Sanitaria Locale n.
4 Medio Friuli ha attivato l’Unità di crisi che monitora costantemente la situazione
e adotta le misure di protezione, sorveglianza e informazione. Il virus WND è veicolato dall’Africa in Europa attraverso gli uccelli migratori e trasmesso attraverso
la puntura di zanzara sia nell’uomo che negli animali.
Nell’uomo, l’80 per cento delle infezioni da WND è del tutto asintomatica e solo
nel 20 per cento dei casi sviluppa una sindrome pseudo-influenzale, che si risolve
in una settimana. In meno dell’1% delle persone infette (uno su 150) la malattia
si manifesta come neuroinvasiva, generando seri problemi di salute: più esposti
sono gli ultrasessantenni e le persone immunodepresse. Per l’uomo non esiste un
vaccino né una terapia specifica da adottare nei casi di infezione, per i quali si
procede con un trattamento pari a quello dell’influenza. Consigliabile, soprattutto
per i soggetti più a rischio (come chi lavora negli allevamenti, nei pressi di zone
umide o all’aperto) è dunque proteggersi dalle punture di insetti ed evitare che le
zanzare possano facilmente riprodursi adottando le seguenti precauzioni:
• usare repellenti e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto;
• applicare zanzariere alle finestre;
• svuotare di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante;
• cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per animali;
• tenere le piscine per i bambini in posizione verticale quando non vengono usate;
Nel cavallo, la malattia si manifesta con sintomi neurologici e motori. La letalità è
molto bassa, ma è importante intervenire per tempo con una terapia specifica o,
in presenza di un focolaio, vaccinare il capo.
Il vaccino è obbligatorio per gli animali che appartengono agli allevamenti nei quali
è stata accertata la presenza del virus mentre è facoltativo, ma consigliabile, per
gli altri allevamenti della provincia. Il vaccino può essere richiesto presso i veterinari
libero professionisti e deve essere ripetuto ciclicamente per immunizzare l’animale.
Solamente nelle sedi di focolaio (allevamenti in cui è stato accertato il virus)
è vietata la movimentazione, se non dietro autorizzazione della ASS n.4 Medio
Friuli, mentre non ci sono particolari restrizioni per gli altri allevamenti. Tuttavia,
per motivi precauzionali, è consigliabile non far entrare cavalli provenienti da altre
zone nel perimetro di quelle sottoposte a contagio.
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