28 | EURONEWS informa www.ilfriuli.it | 1 1 n o v e m b r e 2 0 1 1 | N . 4 2 | il­friuli Corpo Forestale Regionale FVG Gli acronimi dei prodotti tipici: DOP - IGP - STG West Nile Disease (Malattia del Nilo Occidentale) I Q ual è l’attenzione rivolta verso i prodotti tipici dai consumatori? Le ultime indagini di mercato, rilevano che agli italiani la tipicità di un prodotto alimentare piace e sempre di più cominciano ad apprezzarlo. Di fatto il 69,5% delle persone intervistate conoscono il vero significato delle definizioni di DOP e IGP rispetto al 28% rilevato appena quattro anni fa. E’ certamente insolito che in un periodo di globalizzazione si riscoprano con tanta attenzione i valori del territorio, delle tradizioni, dell’artigianato locale e della qualità delle materie prime. A quanto pare per il consumatore del 21secolo la buona cucina è anche un’esperienza culturale nei sapori familiari della cultura che ci appartiene. Anche l’UE ha ritenuto opportuno riconoscere e salvaguardare i prodotti che hanno un notevole legame con il territorio con due precisi Regolamenti: • il Reg. CE n° 510/2006 sulla Denominazione di Origine Protetta (DOP) e Indicazioni Geografiche Protette (IGP); • il Reg. CE n° 509/2006 relativo alle Specialità Tradizionali Garantite (STG). Ma quali in realtà come si differenziano queste certificazioni? DOP: È un alimento prodotto e trasformato in un’area geografica delimitata, con qualità e caratteristiche dipese essenzialmente o esclusivamente dall’ ambiente circostante ovvero dai fattori naturali ed umani. Per questi motivi l’acronimo significa “Denominazione di Origine Protetta”. Con l’esempio di un formaggio tipico, scopriamo che: tutte le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire nella stessa area geografica IGP: È l’acronimo di “Indicazione Geografica Protetta” che indica un alimento con qualità e caratteristiche precise tipiche di un’area geografica delimitata.Almeno una delle fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire nella stessa area geografica STG: Le “Specialità Tradizionali Garantite” sono riconosciute ai sensi del Reg. CE 2082/92 per il carattere di specificità di un prodotto agro-alimentare. Tali alimenti si intendono come elemento od insieme di elementi che, per le loro caratteristiche qualitative e di tradizionalità, distinguono nettamente un prodotto da altri simili. Sono quindi i prodotti ottenuti secondo un metodo di produzione tipico tradizionale di una particolare zona geografica, al fine di tutelarne la specificità. Tali prodotti sono soggetti a regolari controlli da parte degli enti di certificazione incaricati dal Ministero stesso, come ad esempio l’Ispettorato Centrale per il Controllo Qualità e Repressione Frodi ed il Corpo Forestale del settore agroalimentare e agro ambientale. In conclusione, l’Italia e le sue regioni rappresentano l’area europea con il maggior numero di prodotti tipici protetti. La vera risorsa del “made in Italy”, o nel nostro caso del “tipicamente friulano”, è ancora nel suo territorio, nella sua storia e nella sua cultura ma soprattutto nelle persone legate ai valori della terra dalla quale proviene. A cura di: Walter Bergamini (Direzione Centrale Risorse Rurali, Agroalimentari e Forestali - referente regionale per la materia agroalimentare); Mario Paiani (ASS n°4 Medio Friuli). n merito al recente isolamento del virus della malattia del Nilo Occidentale, o WND (West Nile Disease) nella provincia di Udine, l’Azienda Sanitaria Locale n. 4 Medio Friuli ha attivato l’Unità di crisi che monitora costantemente la situazione e adotta le misure di protezione, sorveglianza e informazione. Il virus WND è veicolato dall’Africa in Europa attraverso gli uccelli migratori e trasmesso attraverso la puntura di zanzara sia nell’uomo che negli animali. Nell’uomo, l’80 per cento delle infezioni da WND è del tutto asintomatica e solo nel 20 per cento dei casi sviluppa una sindrome pseudo-influenzale, che si risolve in una settimana. In meno dell’1% delle persone infette (uno su 150) la malattia si manifesta come neuroinvasiva, generando seri problemi di salute: più esposti sono gli ultrasessantenni e le persone immunodepresse. Per l’uomo non esiste un vaccino né una terapia specifica da adottare nei casi di infezione, per i quali si procede con un trattamento pari a quello dell’influenza. Consigliabile, soprattutto per i soggetti più a rischio (come chi lavora negli allevamenti, nei pressi di zone umide o all’aperto) è dunque proteggersi dalle punture di insetti ed evitare che le zanzare possano facilmente riprodursi adottando le seguenti precauzioni: • usare repellenti e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto; • applicare zanzariere alle finestre; • svuotare di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante; • cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per animali; • tenere le piscine per i bambini in posizione verticale quando non vengono usate; Nel cavallo, la malattia si manifesta con sintomi neurologici e motori. La letalità è molto bassa, ma è importante intervenire per tempo con una terapia specifica o, in presenza di un focolaio, vaccinare il capo. Il vaccino è obbligatorio per gli animali che appartengono agli allevamenti nei quali è stata accertata la presenza del virus mentre è facoltativo, ma consigliabile, per gli altri allevamenti della provincia. Il vaccino può essere richiesto presso i veterinari libero professionisti e deve essere ripetuto ciclicamente per immunizzare l’animale. Solamente nelle sedi di focolaio (allevamenti in cui è stato accertato il virus) è vietata la movimentazione, se non dietro autorizzazione della ASS n.4 Medio Friuli, mentre non ci sono particolari restrizioni per gli altri allevamenti. Tuttavia, per motivi precauzionali, è consigliabile non far entrare cavalli provenienti da altre zone nel perimetro di quelle sottoposte a contagio.