COMUNICATO STAMPA - Calatafimi Segesta Festival

COMUNICATO STAMPA
Con Medea torna ad Segesta la grande Tragedia Greca
Grande affermazione ieri sera della “Medea” da Euripide messa in scena al Teatro
Antico di Segesta, per la Regia di Nicasio Anzelmo. Straordinaria l’interpretazione di
Cristina Borgogni nel ruolo di Medea. Donna, amante, madre, assassina. Un ruolo
che ancora una volta ha saputo interpretare quasi come una seconda pelle. Intensa,
coinvolgente dall’inizio della Rappresentazione e fino alla fine, nel momento del
maggior pathos, quando a Giasone viene annunciata dal Coro la morte degli amati
figli e lì con lui c’è anche la madre assassina per troppo amore: Medea.
Brillante, convincente, l’interpretazione di Paolo Lorimer nel ruolo di Giasone
capo degli Argonauti. Mai sopra le righe, quasi accattivante, un uomo reale, così
come del resto è stato il Testo messo in scena dal regista Nicasio Anzelmo, e gli
stessi Costumi di Alessandro Calabrese.
Di grande effetto la voce dell’IO di Medea. Una voce da brivido, che incuteva
angoscia, paura,spavento. Una voce che rompeva il silenzio della cavea, quasi
completamente occupata da spettatori, attenti e soprattutto preparati. Un
pubblico davvero variegato e internazionale quello che ha assistito ieri sera alla
Prima di Medea.
“Un testo che – come ammette lo stesso regista Anzelmo - partendo dalle radici del
celebre mito, lo rielabora per ricavarne una drammaturgia in cui la figura di Medea
è affrontata globalmente, facendo leva sul nocciolo che sembra stare alla base di
tutto ciò che il mondo antico ci ha tramandato intorno a queste vicende: la famiglia.
Infatti, la famiglia può considerarsi uno degli elementi cruciali di questa storia
terribile e affascinante al tempo stesso: un marito e una moglie che insieme ai due
figli formano un nucleo familiare e, all’interno di esso, desideri, paure, dolori, sogni,
gelosie. Molto si è scritto su Medea e – dice ancora Nicasio Anzelmo - molto ci è
rimasto dalla letteratura antica: l’insieme di queste tracce, simili ma incomplete,
amalgamate fra loro, può rendere più minuziosa e più dettagliata la storia di questa
famiglia, offrendo sia il punto di vista di Medea, sia quello di Giasone. La madre
Medea entra di diritto tra le ‘madri assassine’ che uccidono i propri figli per meglio
distruggere il marito, togliendo così allo sposo la tracotante tranquillità del padre il
cui nome e la stirpe i figli perpetuano”.
In scena anche:Alessandra Fallucchi, Roberto Baldassarri,Valentina Ferrante,
Ludovica Di Donato
Coro:Alessandro Burzotta, Clara Ingargiola, Bruno Prestigio, Roberta
Andronico. Coreografie:Barbara Cacciato- Costumi e scene:Alessandro Calabrese
Aiuto regia:Giorgia di Giovanni, Antonella Compagnini - Assistente alla regia:
Roberto Oliveri - Direttore organizzativo:Rossella Compatangelo
Produzione: Artelé .
Si REPLICA STASERA e DOMANI SERA alle 19,15.
Sarà TRUCULENTUS – Ovvero Intrighi d’amore in una Casa di piacere di T.
M. Plauto - Regia e adattamento:VINCENZO ZINGARO ad aprire lunedì alle
19,30 la settimana ferragostana al Teatro Antico. Con:Annalena Lombardi,
Piero Sarpa, Laura De Angelis, Rocco Militano, Giovanni Ribò, Ugo Cardinali,
Fabrizio Passerini, Mario Piana.
In Truculentus, lo spettatore verrà catapultato tra imprevedibili colpi di scena e
divertenti e commoventi dialoghi. Vincenzo Zingaro e la sua eccezionale compagnia
di attori riusciranno a fondere, in una classicità d’altri tempi, caratteri e profili umani
tipicamente moderni. Insomma attraverso il Testo proposto da Zingaro, Plauto non è
mai stato così vicino a noi.
Musiche:Giovanni Zappalorto- Costumi:Emiliana Di Rubbo
Scene:Emilio Ortu Lieto- Luci:Giovanna Venzi
Produzione: Castalia Produzioni Teatrali
Note:
Pur considerabile una delle commedie meglio riuscite di Plauto, Truculentus è stata
raramente rappresentata. L’originale riscrittura di Vincenzo Zingaro ne trasferisce la
vicenda in Sicilia alla fine degli anni ’30, creando un affresco storico di grande
impatto emotivo. Un Amarcord dagli echi felliniani, che ci trasporta in una
scoppiettante vita di provincia, in cui i personaggi plautini si trasformano facilmente
in figure familiari, dimostrando quanto il teatro latino abbia un radicato fondamento
nella vita quotidiana. Una rappresentazione di Plauto davvero unica, divertente e
commovente, che ci fa scoprire quanto il commediografo latino possa veramente
ritenersi un nostro ‘contemporaneo’.
Si replica martedì 9 agosto alle 19.30
Il 10 Agosto alle 05,00 al Teatro Antico Arriva la seconda ALBA in Cartellone .
Di scena il bravissimo - VINCENZO PIRROTTA – che vi condurrà al sorgere
del nuovo giorno narrando “DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA”, di Miguel
De Cervantes. Ovvero Disgrazie ed avventure dell’ingegnoso e armato cavaliere.
Note:
Era il 1605 quando il capolavoro letterario della letteratura del Siglo de Oro fu
completato. E il suo protagonista, il personaggio più celebre di tutta la letteratura
spagnola, rimane ancora una figura pressoché universale, soprattutto per quanto di
simbolico è racchiuso nel racconto delle sue imprese: Don Chisciotte, ‘il cavaliere
dalla triste figura’ aspira a restaurare la giustizia nel mondo emulando gli eroi dei
romanzi cavallereschi, eroi di una realtà tramontata, ma in cui continua fermamente a
credere. Lo sguardo dell’autore è certamente più disincantato e meno ingenuo di
quello del suo personaggio: Cervantes sembra infatti aver avuto l’intenzione di
sottolineare, con la sua opera,l’inadeguatezza della nobiltà di allora nel far fronte ai
tempi nuovi che si andavano caratterizzando per un trionfo di materialismo e per il
tramonto dei vecchi ideali e insieme quella di mettere in ridicolo la letteratura
cavalleresca, preferendo ai suoi eroi immaginari e pomposi, il valore di quelli veri,
quello dei soldati,ad esempio che, come lui, erano stati sul campo reale delle battaglia
di Lepanto.
La giornata del 10 Agosto si concluderà con l’appuntamento alle 19,15 ancora
Teatro Antico – con “LA COLPA DI OTELLO” (Othello’sGuilt)
Adattamento e regia di ROBERTO CAVOSI
Con:Marco Gambino
Traduzione di Loredana Ottomano
Musiche di Alfredo Santoloci
Costumi:Marina Roberti
Assistente alla regia:Claudia Puglisi
Produzione:Associazione Culturale Oltreconfine
Note:
La colpa di Otello è un monologo per un solo attore, il quale si trova a dover
interpretare un personaggio doppio in cui convivono sia Otello che Iago. Otello è un
carcerato condannato all’ergastolo, o meglio, condannato a rivivere in eterno le sue
colpe; Iago, dal canto suo, costituisce per ‘il Moro’un alter ego imprescindibile e
complementare:una specie di anima nera, una coscienza cattiva, una ‘voce’di cui la
gelosia di Otello ha continuamente bisogno di alimentarsi. E per distruggersi.
L’adattamento di Roberto Cavosi utilizza esclusivamente battute dell’originale
shakespeariano, cercando, con rispetto filologico, di non forzarlo e di non tradirlo
mai.
Othello’sGuilt andrà in scena dal 20 settembre all’1 ottobre 2016 al Rose Theatre
Bankside di Londra
Teatro Antico – 11-12-13 agosto, ore 19.15
ANNATA RICCA
di N. Martoglio
Regia:Giuseppe Romani
con
TUCCIO MUSUMECI
MIKO MAGISTRO
e
Margherita Mignemi, Lorenza Denaro, Evelyn Famà, Lucia Fossi, Roberto
Fuzio, Enrico Manna, Claudio
Musumeci, Luigi Nicotra, Alessandro
Pizzimento, Marina Puglisi,
Giampaolo Romania, Laura Sfilio, Giovanni Strano, Giorgia Torrisi
Musiche:Matteo Musumeci
Coreografie: Silvana lo Giudice
Costumi: Rosa e Mela Rinaldi
Scene: Jacopo Manni
Produzione:Teatro della Città
Note:
È il 29 settembre, siamo in tempo di vendemmia. Nella notte di San Michele, la
natura esplode durante la raccolta dell’uva e la pigiatura; siamo in una campagna
siciliana, per l’esattezza in una masseria catanese È il tramonto. La festa della sera
scatena gli istinti più nascosti. Fa caldo. Il sudore del lavoro si trasforma nel sudore
dell’accoppiamento. Giovani e meno giovani sono preda dei propri desideri.
Massaro Michelangilu, maturo marito della giovane Grazia e padre di Pina, una
ragazza inquieta, riesce ad allontanare dalla moglie Marianu, smanioso di sessualità
ma non può impedire che egli seduca invece la figlia.
Un racconto gioioso e intricato,i cui fili più volte s’aggrovigliano e si sbrogliano. La
libera e spontanea coralità della festa si alterna alla coralità imposta dal lavoro: i due
momenti s’intrecciano alternando l’inquietudine dell’impegno alla gioia del tempo
libero. Il contesto è quello della povertà, della fatica e del dolore e gli attori
esprimono il tentativo umano di dimenticare angustie e sofferenze affidandosi
totalmente alla festa e alla trasgressione, anche se poi, di fatto, non sono altro che
palliativi.
Ufficio Stampa
Laura Spanò
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