CORO: Odi dei figli la querula voce? Ahi, temeraria, ahimè, donna feroce! FIGLIO:Ahi, dove sfuggo alla materna mano? FIGLIO:Non so: perduti siamo, o mio germano. CORO:Bisogna i figli salvare da morte! Varchiamo le porte! FIGLIO:è questo il punto. Accorrete, accorrete! FIGLIO:Già già del ferro ci avvince la rete! CORO:Ahi, scellerata, di ferro, di roccia sei, che i tuoi figli, i tuoi stessi germogli, con la tua mano di vita li togli? vv Medea uccide i suoi figli - Anfora a figure rosse campana - Italia - circa 330 a.C. Museo del Louvre - Paris – France Si tratta di una pittura vascolare, risalente al 330 a.C. Ritrae Medea nel momento dell’uccisione dei figli anche se, a differenza di quanto racconta il mito, vediamo sulla scena soltanto uno dei due bambini. Medea viene rappresentata in vesti sfarzose e adornata da gioielli; sul suo viso non traspare la disperazione di una madre o qualche segno di ripensamento, al contrario la sua espressione è decisa, così come il suo gesto. Al centro del dipinto, la spada impugnata contro il bimbo innocente, che invano tenta di respingere quella mano fino ad allora materna e protettiva. Le colonne sullo sfondo alludono alla reggia di Corinto, in cui si svolge l’intera tragedia. Nicolas Poussin, c.1650 Nel 1838 Delacroix espone La furia di Medea, che suscita scalpore presso il Salon di Parigi. Si tratta della sua prima opera di grandi dimensioni che ritragga una scena tratta dalla mitologia greca, e rappresenta Medea che afferra i propri figli sguainando un pugnale per ucciderli e vendicarsi per essere stata abbandonata da Giasone. Le tre figure umane nude formano una specie di piramide animata, colpita da una luce obliqua che penetra nella grotta in cui Medea si è nascosta. Victor Mottez (1809-1897).