Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 1 B Sommario di teoria dei circuiti B.1 Introduzione B.2 Prima legge di Kirchhoff I dispositivi utilizzati nei sistemi elettronici sono descritti normalmente mediante circuiti equivalenti. Lo studio delle prestazioni e il progetto di apparati elettronici richiedono pertanto la conoscenza dell’analisi circuitale. Questa appendice contiene un riepilogo dei teoremi fondamentali sui circuiti e delle tecniche di analisi normalmente impiegate nello studio di sistemi elettronici. La prima legge di Kirchhoff, anche nota come legge di Kirchhoff per le correnti afferma che la somma algebrica delle correnti che confluiscono a un nodo è nulla. Cioè In 0 in cui con In dove n 1, 2, 3, . . . , è indicata ciascuna delle correnti ed N è il numero di rami che convergono al nodo considerato. ESEMPIO B.1 Calcolo delle correnti in due resistenze in parallelo Per il circuito rappresentato in Fig. B.1 determinare le correnti I1 e I2. Figura B.1 Partizione di corrente in due resistenze Nodo 1 IS 120 mA IS R1 4 k I2 I1 R2 8 k VS Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 2 2 Appendice B Sommario di teoria dei circuiti Applicando la prima legge di Kirchhoff al nodo 1 si ottiene SOLUZIONE IS I1 I2 0 o IS I1 I2 (B.1) Poiché le resistenze R1 e R2, sono sottoposte alla stessa tensione VS, si può scrivere VS R1I1 R2I2, da cui si ottiene I2 R1I1 ⁄ R2. Sostituendo questa nell’Eq. (B.1) si trova R2 R1 R1 IS I1 I1 I1 R2 R2 dalla quale si ricava la corrente I1 in R1 R2 I1 IS R1 R2 (B.2) 8 k 120 mA 80 mA 4 k 8 k Allo stesso modo, sostituendo I1 R2I2 ⁄ R1 nell’Eq. (B.1) e semplificando, si ottiene la corrente I2 in R2 nella forma R1 I2 IS R1 R2 (B.3) 4 k 120 mA 40 mA 4 k 8 k NOTA: Le Eq. (B.2) e (B.3) forniscono la partizione della corrente nei due resistori. L’insieme delle due equazioni definisce la regola del partitore di corrente. ESEMPIO B.2 Calcolo delle correnti in tre resistenze in parallelo Determinare le correnti I1, I2 e I3 nel circuito in Fig. B.2. Figura B.2 Partizione di corrente in tre resistenze Nodo 1 IS 120 mA IS R1 2 k I1 I3 I2 R2 4 k R3 6 k VS SOLUZIONE La corrente IS fornita dal generatore si divide nelle tre correnti I1 in R1, I2 in R2 e I3 in R3. Applicando la legge di Kirchhoff per le correnti al nodo 1 si ottiene IS I1 I2 I3 0 o IS I1 I2 I3 (B.4) Poiché le resistenze R1, R2 e R3, sono sottoposte alla stessa tensione VS, si può scrivere VS R1I1 R2I2 R3I3, che fornisce I2 R1I1 ⁄ R2 e I3 R1I1 ⁄ R3. Sostituendo queste ultime nell’Eq. (B.4), si ottiene R1R2 R2R3 R3R1 R1 R1 IS I1 I1 I1 I1 R2R3 R2 R3 da cui si ricava la corrente I1 in R1 nella forma 1 ⁄ R1 R2R3 I1 IS IS 1 ⁄ R1 1 ⁄ R2 1 ⁄ R3 R1R2 R2R3 R3R1 4 k 6 k 120 mA 65.45 mA 2 k 4 k 4 k 6 k 6 k 2 k (B.5) Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 3 Paragrafo B.3 Seconda legge di Kirchhoff 3 Sostituendo I1 R2I2 ⁄ R1 e I3 R2I2 ⁄ R3 nell’Eq. (B.4) si ottiene la corrente I2 in R2 come 1 ⁄ R2 R1R3 I2 IS IS 1 ⁄ R1 1 ⁄ R2 1 ⁄ R3 R1R2 R2R3 R3R1 (B.6) 2 k 6 k 120 mA 32.73 mA 2 k 4 k 4 k 6 k 6 k 2 k Allo stesso modo, sostituendo I1 R3I3 ⁄ R1 e I2 R3I3 ⁄ R2 nell’Eq. (B.4) si ottiene l’espressione della corrente I3 in R3 1 ⁄ R3 R1R2 I3 IS IS (B.7) 1 ⁄ R1 1 ⁄ R2 1 ⁄ R3 R1R2 R2R3 R3R1 2 k 4 k 120 mA 21.82 mA 2 k 4 k 4 k 6 k 6 k 2 k B.3 Seconda legge di Kirchhoff La seconda legge di Kirchhoff, anche nota come legge di Kirchhoff per le tensioni, afferma che la somma algebrica delle tensioni in una maglia è nulla. Cioè Vn 0 in cui con Vn con n 1, 2, 3, . . . , è indicata la tensione su ciascuno dei rami del percorso ed N è il numero di rami che costituiscono la maglia considerata. ESEMPIO B.3 Calcolo delle tensioni su due resistenze in serie Per il circuito rappresentato in Fig. B.3 determinare le tensioni VS e V1 rispettivamente sulle resistenze R1 ed R2. Partizione di tensione in due resistenze Figura B.3 IS VS 24 V I SOLUZIONE R1 4 k V1 R2 V V 2 O 8 k Applicando la seconda legge di Kirchhoff alla maglia I si ottiene VS V1 V2 0 o VS V1 V2 (B.8) Poiché le resistenze R1 ed R2, sono percorse dalla medesima corrente IS, è possibile scrivere V1 R1IS e V2 R2IS. Sostituendo le espressioni di V1 e V2 nell’Eq. (B.8) si ottiene VS V1 V2 R1IS R2IS (R1 R2)IS dalla quale si ricava la corrente IS VS IS R1 R2 24 2 mA 4 k 8 k Perciò la tensione V1 su R1 è R1 V1 R1IS VS R1 R2 4 k 24 8 V 4 k 8 k (B.9) Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 4 Pagina 4 Appendice B Sommario di teoria dei circuiti Allo stesso modo, la tensione V2 su R2 si scrive R2 V2 R2IS VS R1 R2 (B.10) 8 k 24 16 V 4 k 8 k Le Eq. (B.9) e (B.10) forniscono la partizione di tensione su due resistenze solo quando la corrente che le percorre è la stessa, cioè quando esse sono collegate in serie. L’insieme delle due equazioni è anche detto regola del partitore di tensione. ESEMPIO B.4 Studio di un circuito con un generatore di corrente controllato in corrente Per il circuito rappresentato in Fig. B.4, valutare le correnti IB, IC e IE e la tensione VC. Assume RTh 15 k, r 1 k, RC 2 k, RE 500 , F 100, VCC 30 V e VTh 5 V. Figura B.4 Circuito con un generatore di corrente controllato in corrente RTh RC IB r VTh V1 bF IB vC Nodo 1 I SOLUZIONE RE VE IE IC VCC II Applicando la legge di Kirchhoff per le correnti al nodo 1 si ottiene IE IB IC IB IB (1 F)IB (B.11) Dalla legge di Kirchhoff per le tensioni applicata alla maglia I si trova VTh RThIB r IB REIE RThIB r IB RE(1 F)IB dalla quale si ricava VTh IB RTh r RE(1 F) (B.12) 5 75.19 A 15 k 1 k 500 (1 100) La corrente IC, che dipende solo da IB, può essere ricavata dalla FVTh IC IB RTh R RE(1 F) 100 5 7519 A 15 k 1 k 500 (1 100) Quindi IE IB IC 75.19 A 7519 A 7594 A e VC VCC ICRC 30 7519 A 2 k 14.96 V (B.13) Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 5 Paragrafo B.4 Teorema di sovrapposizione degli effetti 5 La tensione VE può essere ricavata dalla VE RE IE RE(IC IB) RE(F IB IB) RE IB(1 F) Essendo IC F IB, si ottiene VE RE IB(1 F) RE IC(1 F) ⁄ F Così RE offre una resistenza RE(1 F) alla corrente IB nella maglia I e una resistenza RE(1 F) ⁄ F alla corrente IC nella maglia II. Perciò RE può essere scomposta o “riflessa” nella maglia I e nella maglia II, modificandone il valore in modo che la tensione VE risulti invariata sia nella maglia I, sia nella maglia II. Questo procedimento è schematizzato in Fig. B.5. Figura B.5 Scomposizione della resistenza RE IB RTh IC RC bF IB r VTh B.4 Teorema di sovrapposizione degli effetti ESEMPIO B.5 (1 bF)RE vC VE VE 1 b b R F F VCC E Il teorema di sovrapposizione degli effetti afferma che in una rete lineare la corrente in un elemento circuitale o la tensione ai suoi capi è uguale alla somma algebrica delle correnti o delle tensioni prodotte indipendentemente da ciascun generatore. Per calcolare l’effetto di ciascuno dei generatori, gli altri generatori indipendenti devono essere disattivati, cortocircuitando i generatori di tensione e lasciando aperti quelli di corrente. Devono tuttavia essere considerate le resistenze dei generatori disattivati. Calcolo della tensione d’uscita mediante il teorema di sovrapposizione degli effetti Il circuito in Fig. B.6 comprende un generatore di tensione continua VDC 10 V e un generatore di tensione alternata vac 15 sin (377t), R1 2 k ed R2 3 k. Calcolare la tensione d’uscita vO, applicando il teorema di sovrapposizione degli effetti. Figura B.6 Circuito per l’Esempio B.5 R1 vac ~ VDC SOLUZIONE i R2 vO VDC 10 V, vac 15 sin (377t), R1 2 k ed R2 3 k. Il circuito equivalente in corrente continua con il solo generatore VDC è riportato in Fig. B.7(a); la tensione d’uscita dovuta a VDC è R2 3k VO1 VDC 10 6 V R1 R2 2k3k In Fig. B.7(b) è rappresentato il circuito equivalente in corrente alternata con il solo generatore vac la tensione d’uscita dovuta a vac è R2 3k vo2 vac 15 sin (377t) 9 sin (377t) R1 R2 2k3k Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 6 Pagina 6 Appendice B Figura B.7 Sommario di teoria dei circuiti Circuiti equivalenti per l’Esempio B.5 R1 R1 I1 VDC R2 VO1 (a) Circuito equivalente con il solo generatore 1 ~ vac i2 R2 vo2 (b) Circuito equivalente con il solo generatore 2 Perciò la tensione d’uscita risultante vO è data dalla somma delle tensioni prodotte in uscita da ciascuno dei generatori. Dunque vO VO1 vo2 6 9 sin (377t) 3 [2 3 sin (377t)] ESEMPIO B.6 Calcolo della tensione d’uscita mediante il teorema di sovrapposizione degli effetti In Fig. B.8 è rappresentato un circuito con tre tensioni d’ingresso VS1, VS2 e VS3. Calcolare la tensione d’uscita VO, utilizzando il teorema di sovrapposizione degli effetti. Assumere R1 2 k, R2 4 k, R3 6 k, VS1 10 V, VS2 12 V e VS3 15 V. Figura B.8 Circuito per l’Esempio B.6 R3 R2 VS3 Nodo 1 R1 VS2 VS1 SOLUZIONE VO Il circuito equivalente con il solo generatore VS1 è rappresentato in Fig. B.9(a). Applicando la regola del partitore di tensione, è possibile calcolare la tensione d’uscita dovuta a VS1 come R2 R3 4k6k VO1 VS1 10 5.45 V 2 k (4 k 6 k) R1 R2 R3 In Fig. B.9(b) è rappresentato il circuito equivalente con il solo generatore VS2 la tensione d’uscita dovuta a questo è R1 R3 2k6k VO2 VS2 12 3.27 V 4 k (2 k 6 k) R2 R1 R3 Il circuito equivalente con il solo generatore VS3 è rappresentato in Fig. B.9(c); la tensione d’uscita dovuta a VS3 è R1 R2 2k4k VO3 VS3 15 2.73 V 6 k (2 k 4 k) R3 R1 R2 Perciò la tensione d’uscita risultante VO può essere ricavata sommando i contributi dovuti ai tre generatori: VO VO1 VO2 VO3 5.45 3.27 2.73 11.45 V Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 7 Paragrafo B.5 Figura B.9 Circuito equivalente per l’Esempio B.6 R1 VS1 I1 7 Teorema di Thevenin R2 R2 R3 VO1 (a) Circuito equivalente con il solo generatore VS1 VS2 R3 I2 R1 R3 VS3 VO2 I3 R1 (b) Circuito equivalente con il solo generatoreVS2 R2 VO3 (c) Circuito equivalente con il solo generatore VS3 Un approccio alternativo consiste nell’applicare la legge di Kirchhoff per le correnti e ricavare VO come Somma delle correnti entranti nel nodo 1 se esso fosse a potenziale nullo VO Somma delle conduttanze collegate al nodo 1 VS1 ⁄ R1 VS2 ⁄ R2 VS3 ⁄ R3 10 ⁄ 2 k 12 ⁄ 4 k 15 ⁄ 6 k 11.45 V 1⁄2k1⁄4k1⁄6k 1 ⁄ R1 1 ⁄ R2 1 ⁄ R3 B.5 Teorema di Thevenin Il teorema di Thevenin afferma che rispetto a due terminali qualsiasi rete lineare – in corrente continua o in corrente alternata – può essere sostituita con un circuito equivalente costituito da un generatore di tensione con una resistenza (o impedenza) in serie. Questo teorema viene utilizzato comunemente per calcolare la tensione (o corrente) in una rete lineare con uno o più generatori. Permette inoltre di concentrarsi su una specifica porzione del circuito, sostituendo la rimanente parte con un circuito equivalente. Nel caso di circuiti in regime sinusoidale, il valore delle reattanze dipende dalla frequenza, per cui il teorema di Thevenin vale frequenza per frequenza. In Fig. B.10(a) è rappresentato un generico circuito in corrente continua; il circuito equivalente di Thevenin è riportato in Fig. B.10(b). La procedura da seguire per determinare il generatore di tensione equivalente VTh e la resistenza equivalente RTh è la seguente: Passo 1. Definire la porzione di circuito rispetto alla quale si desidera la rappresentazione di Thevenin e individuarne i terminali, come in Fig. B.10(a). Passo 2. Rimuovere questa porzione di circuito. In Fig. B.10(a) deve essere rimossa la resistenza di carico RL. Passo 3. Individuare i terminali della rimanente porzione (i terminali a e b in figura). Passo 4. Determinare la tensione a vuoto VTh tra i terminali a e b. Passo 5. Disattivare tutti i generatori indipendenti (i generatori di tensione devono essere cortocircuitati e quelli di corrente devono essere lasciati aperti). Applicare una tensione di prova VX tra i terminali a e b. Il rapporto tra la tensione VX e la corrente IX fornisce la resistenza RTh. Figura B.10 a IL VS (a) Generica rete IL Rete resistiva dc RL b ESEMPIO B.7 RTh a Circuito equivalente di Thevenin Carico VTh RL b Carico (b) Equivalente di Thevenin Circuito equivalente di Thevenin Rappresentare il circuito rappresentato in Fig. B.11(a) con il suo equivalente di Thevenin, secondo lo schema in Fig. B.11(b). Assumere VCC 12 V, R1 15 k ed R2 7.5 k. Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 8 Pagina 8 Appendice B Sommario di teoria dei circuiti Figura B.11 Circuito per l’Esempio B.7 RTh a R1 a VCC VTh VTh R2 b b (a) Circuito SOLUZIONE (b) Equivalente di Thevenin La tensione a circuito aperto, che è la tensione di Thevenin tra i terminali a e b, può essere ricavata con la regola del partitore di tensione espressa dall’Eq. (B.10). Dunque R2 VTh VCC R1 R2 (B.14) 7.5 k 12 4 V 15 k 7.5 k Se il generatore VCC viene spento e un generatore di prova VX è applicato tra i terminali a e b, si ottiene il circuito per il calcolo di RTh rappresentato in Fig. B.12. RTh è il parallelo di R1 ed R2. Dunque RTh VX ⁄ IX R1 R2 (B.15) 15 k 7.5 k 5 k Circuito per il calcolo della resistenza RTh Figura B.12 R1 a IX VX R2 b ESEMPIO B.8 RTh Circuito equivalente di Thevenin Rappresentare il circuito in Fig. B.13(a) con il suo equivalente di Thevenin. Assumere VCC 12 V, VA 9 V, R1 15 k ed R2 7.5 k. Figura B.13 Circuito per l’Esempio B.8 RTh a R1 a VTh VCC R2 VA VTh b b (a) Circuito (b) Equivalente di Thevenin Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 9 Paragrafo B.5 9 Teorema di Thevenin Poiché nella rete sono presenti due generatori di tensione, VCC e VA, applicheremo il teorema di sovrapposizione degli effetti per determinare VTh. Il circuito equivalente con il generatore VCC disattivato è riportato in Fig. B.14(a). Con la regola del partitore di tensione si calcola il contributo alla tensione d’uscita dovuto a VCC: SOLUZIONE R2 7.5 k VO1 VCC 12 4 V R1 R2 15 k 7.5 k Disattivando invece il generatore VCC e lasciando attivo VA si ottiene invece il circuito in Fig. B.14(b); le tensione d’uscita dovuta a VA è R1 15 k VO2 VA 9 6 V 15 k 7.5 k R1 R2 La tensione d’uscita risultante, che è poi VTh, può essere ricavata sommando i due contributi già determinati VTh VO VO1 VO2 R2 R1 VCC VA R1 R2 R1 R2 (B.16) 4 6 10 V Disattivando entrambi i generatori VA e VCC e applicando un generatore di prova VX tra i terminali a e b, si ottiene il circuito mostrato in Fig. B.14(c), utile per il calcolo della resistenza RTh. Quest’ultima è data dal parallelo di R1 ed R2. Dunque RTh VX ⁄ IX R1 R2 (B.17) 15 k 7.5 k 5 k Figura B.14 Circuiti equivalenti R1 R1 a a VCC R2 VO1 VO2 IX VX R2 R2 VA b (b) Circuito equivalente con il solo generatore VA b (a) Circuito equivalente con il solo generatore VCC ESEMPIO B.9 R1 a RTh b (c) Circuito per il calcolo di RTh Rappresentazione di un circuito mediante il teorema di Thevenin Rappresentare il circuito mostrato in Fig. B.15 mediante il circuito equivalente di Thevenin. Assumere Ri 1.5 k, RC 25 k, F 50, hr 3 104 e Vs 5 mV. (a) Calcolare i parametri del circuito equivalente di Thevenin. (b) Verificare i risultati con PSpice/SPICE. Figura B.15 Circuito per l’esempio B.9 Ri a I s Vs ~ Vi I I2 ~ hrVo bF Is RC Vo b Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 10 Pagina 10 Appendice B SOLUZIONE Sommario di teoria dei circuiti (a) Si ha Ri 1.5 k, RC 25 k, F 50, hr 3 104 e Vs 5 mV. La tensione d’uscita Vo tra i terminali a e b è Vo I2RC F IsRC (B.18) La corrente d’ingresso Is può essere ricavata applicando la seconda legge di Kirchhoff alla maglia I come Vs hrVo Is Ri (B.19) Sostituendo Is dall’Eq. (B.19) nell’Eq. (B.18) si ottiene la tensione d’uscita Vo F RC VTh Vo Vs Ri F hr RC (B.20) 50 25 k 5 m 5.5556 V 1.5 k 50 3 104 25 k La resistenza di Thevenin RTh può essere ricavata dal circuito in Fig. B.16, ottenuto cortocircuitando il generatore indipendente Vs e utilizzando il generatore di prova Vx. Detta Ix la corrente erogata da quest’ultimo si ha hrVx Is Ri (B.21) Vx Ix F Is RC (B.22) Sostituendo Is dall’Eq. (B.21) nell’Eq. (B.22) si ottiene Ri F hrRC Vx F hrVx Ix Vx RiRC RC Ri dalla quale si ottiene la resistenza di Thevenin RTh RiRC Vx RTh Ix Ri F hr RC (B.23) 1.5 k 25 k 33.33 k 1.5 k 50 3 104 25 k Figura B.16 Circuito per il calcolo della resistenza di Thevenin Ri I2 Is ~ Ix hrVx b F Is Vx RC RTh Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 11 Paragrafo B.6 11 Teorema di Norton Figura B.17 Circuito per la simulazione con PSpice 1 2 R 1.5 k Is E1 ~ Vs 4 3 3 104 vo F1 50Is Vx 0V RC 25 k Vo Rin RTh (b) Il circuito per la simulazione con PSpice è riportato in Fig. B.17. Segue la descrizione del circuito. Esempio B.9 Circuito equivalente di Thevenin VS 1 0 DC 5MV RI 1 2 1.5K E1 2 3 4 0 3.0E-4 ; generatore di tensione controllato in tensione VX 3 0 DC 0V ; generatore di prova per il calcolo della resisten F1 4 0 VX 50 ; generatore di corrente controllato in corrente RC 4 0 25K .TF V(4) VS ; analisi della funzione di trasferimento .END Seguono i risultati delle simulazione: NODE ( 1) VOLTAGE .0050 NODE ( 2) VOLTAGE -.0017 NODE ( 3) VOLTAGE 0.0000 NODE ( 4) VOLTAGE -5.5556 VTh Vo V(4) 5.5556 V **** SMALL-SIGNAL CHARACTERISTICS Guadagno A Vo ⁄ Vs 1111 V(4)/VS=-1.111E+03 Rin Vs ⁄ Is 1.125 k INPUT RESISTANCE AT VS=1.125E+03 R Th 33.33 k OUTPUT RESISTANCE AT V(4)=3.333E+04 B.6 Teorema di Norton Il teorema di Norton afferma che rispetto a due terminali qualsiasi rete lineare – in corrente continua o in corrente alternata – può essere sostituita con un circuito equivalente costituito da un generatore di tensione con una resistenza (o impedenza) in parallelo. Il circuito equivalente di Norton può essere ottenuto dal circuito equivalente di Thevenin; la relazione tra i due è riassunta nella Fig. B.18. La resistenza di Norton RN è uguale alla resistenza di Thevenin R Th e la corrente di Norton è la corrente di cortocircuito tra i terminali d’interesse. RTh Figura B.18 Circuiti equivalenti di Thevenin e di Norton a a VTh RL b (a) Equivalente di Thevenin VTh RTh IN RN RTh b (b) Equivalente di Norton RL Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 12 Pagina 12 Appendice B B.7 Teorema del massimo trasferimento di potenza Sommario di teoria dei circuiti Nei circuiti elettronici spesso è necessario trasferire sul carico la massima potenza possibile. Consideriamo il circuito in Fig. B.19, che potrebbe rappresentare il circuito equivalente di Thevenin di una rete più complessa. La potenza PL trasferita sulla resistenza di carico RL può essere ricavata dalla 2 VTh PL I 2LRL RL RTh RL V 2Th RL 1 2 RTh RTh (1 RL ⁄ RTh) (B.24) Per un determinato circuito, VTh ed RTh sono fissi. Pertanto la potenza PL sul carico dipende dalla resistenza RL. Ponendo RL uRTh, l’Eq. (B.24) diventa V 2Th u PL RTh (1 u)2 u P (1 u)2 in cui P V 2Th ⁄ RTh. Normalizzando PL rispetto a P, si ottiene la potenza normalizzata Pn nella forma PL u Pn P (1 u)2 Figura B.19 Circuito equivalente di Thevenin con carico resistivo (B.25) RTh IL ~ VTh RL In Fig. B.20 è riportato l’andamento della potenza normalizzata Pn in funzione di u. Si vede che la potenza Pn è massima per u 1, cioè per RTh uRL RL. Il valore di RL Pn Figura B.20 Andamento della potenza normalizzata Pn in funzione del rapporto u 0.25 0.20 0.15 Pn 0.10 V P RTh 2 Th 0.05 0 0 0.5 1 1.5 RL RTh 2 2.5 3 u RL RTh Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 13 Paragrafo B.8 Transitori nei circuiti del primo ordine 13 per il quale si ha il massimo trasferimento di potenza può essere determinato anche imponendo la condizione dPL ⁄ dRL 0. Dall’Eq. (B.24) dPL (RTh RL)2 2RL(RTh RL) V 2Th 0 dRL (RTh RL)4 (RTh RL)2 2RL(RTh RL) 0 da cui RL RTh Poiché RTh non può essere negativa si ottiene infine RL RTh (B.26) Così si ha il massimo trasferimento di potenza quando la resistenza di carico RL è pari alla resistenza di Thevenin RTh della rete. Per il circuito equivalente di Norton in Fig. B.18(b), il massimo trasferimento di potenza sul carico si ha quando R N RL (B.27) Sostituendo RL dall’Eq. (B.26) nell’Eq. (B.24) si ottiene la massima potenza Pmax trasferita sul carico V 2Th V 2Th RL Pmax 4RL 4R2L (B.28) La potenza d’ingresso Pin erogata dal generatore Vs è V 2Th V 2Th Pin RTh RL 2RL (B.29) Così il rendimento in condizioni di massimo trasferimento di potenza è Pmax V 2Th 2RL 100% 100% 50% 4RL Pin V 2Th Dunque il rendimento è del 50% in condizioni di massimo trasferimento di potenza. Nei circuiti elettronici la potenza trasferita è generalmente piuttosto contenuta e un’elevata efficienza non è pertanto un obiettivo primario. Nei sistemi di potenza essa è invece un parametro di grande importanza. B.8 Transitori nei circuiti del primo ordine Risposta al gradino dei circuiti RC serie La risposta transitoria fornisce, in funzione del tempo, l’andamento della tensione (o corrente) di uscita conseguente all’applicazione di una determinata sollecitazione in ingresso (tensione o corrente). Per valutare le prestazioni di un circuito elettronico, generalmente si impiega la risposta a una sollecitazione a gradino, perché essa permette di ricavare informazioni anche sulla risposta a sollecitazioni impulsive o a onda quadra. Consideriamo il circuito RC serie rappresentato in Fig. B.21(a), sollecitato con una tensione d’ingresso a gradino VS. La tensione d’uscita vO è prelevata sul condensatore C. Per t 0, la corrente di carica i nel condensatore può essere ricavata da: 1 VS vR vC Ri C i dt vC (t 0) con tensione iniziale sul condensatore vC (t 0) 0. (B.30) Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 14 Pagina 14 Appendice B Sommario di teoria dei circuiti vS Figura B.21 VS Circuito RC serie vR i 0 R vs vO vC C vO VS 0.628VS t Pendenza VS/t 0 VS t t RC (a) Circuito RC (b) Risposta al gradino Utilizzando la tecnica della trasformata di Laplace, (di cui in Tab. B.1 sono riassunte alcune proprietà), è possibile riportare l’Eq. (B.30) nel dominio s di Laplace: VS 1 RI(s) I(s) s Cs che, risolta, porta all’espressione della corrente I(s) VS VS I(s) sR 1 ⁄ C R(s 1 ⁄ ) (B.31) in cui RC è la costante di tempo del circuito. Tabella B.1 Trasformate di Laplace di uso più frequente f(t) F(s) 1 1 s t 1 2 s et 1 s sin t cos t f (t) f (t) s2 2 s s2 2 sF(s) F(0) s2F(s) sF(s) F(0) La trasformata inversa dell’Eq. (B.31) fornisce la corrente attraverso il condensatore, nel dominio del tempo: VS i(t) et ⁄ R (B.32) La tensione d’uscita vO(t), che è la tensione ai capi del condensatore, può essere espressa nella forma 1 t 1 t VS t ⁄ e i dt dt VS(1 et ⁄ ) vO(t) C 0 C 0 R A regime (t ), l’Eq. (B.32) fornisce i(t ) 0 (B.33) Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 15 Paragrafo B.8 Transitori nei circuiti del primo ordine 15 Dall’Eq. (B.33), vO(t ) VS (B.34) Per t , l’Eq. (B.33) fornisce vO(t ) VS(1 e1) 0.632VS (B.35) La pendenza della tangente alla curva vO(t) in t 0 può essere ricavata dall’Eq. (B.33): dvO VS VS VS et ⁄ dt t0 R C t0 (B.36) L’andamento della risposta al gradino è riportato in Fig. B.21(b). Risposta al gradino dei circuiti CR serie In un circuito CR serie la tensione d’uscita è prelevata sulla resistenza R invece che sulla capacità C, come si vede in Fig. B.22(a). La tensione d’uscita vO, che è la tensione sulla resistenza, può essere ricavata dall’Eq. (B.32). Dunque vO(t) Ri(t) VSet ⁄ (B.37) che, a regime (t ), fornisce i(t ) 0 vO(t ) 0 Per t , dall’Eq. (B.37) si ottiene vO(t ) VSe1 0.368VS (B.38) Dall’Eq. (B.37) si ricava il valore della pendenza della tangente alla curva vO(t) in t 0: VS VS dvO VS et ⁄ dt t0 RC t0 (B.39) In Fig. B.22(b) è rappresentato l’andamento della tensione vO(t) dovuta a una sollecitazione a gradino. vS Figura B.22 VS SRisposta al gradino di un circuito CR serie 0 vC VS C vO vR i R vO vR VS t Pendenza VS/t 0.368VS 0 t t RC (a) Circuito CR serie Risposta all’impulso dei circuiti RC serie (b) Risposta al gradino Una tensione impulsiva vS di durata T, rappresentata in Fig. B.23(a), è applicata al circuito in Fig. B.21(a). La risposta a questa sollecitazione dipende dal rapporto tra la costante di tempo del circuito e la durata dell’impulso T. Considereremo tre casi: T, T e T. Nel primo caso 1, T, la tensione d’uscita vO(t) raggiunge quasi il valore a regime VS e il condensatore si carica esponenzialmente approssimativamente alla stessa tensione VS. Quando la tensione d’ingresso vS(t) torna a zero, per t T, la tensione d’uscita (sul condensatore) vO(t) decade esponenzialmente a zero, come è mostrato in Fig. B.23(b). L’area sottesa dalla forma d’onda in ingresso è uguale a quella sottesa dalla forma d’onda in Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 16 16 Appendice B Sommario di teoria dei circuiti Figura B.23 Risposta all’impulso del circuito RC serie vO vC vS VS VS Pendenza VS/t t T 0 T (a) Ingresso vO vC t tr t2 t VS V1 tT 0.1VS 0 td T (c) Tensione d’uscita per t T vO vC Pendenza VS/t VS 0.9VS 0 T t tf (b) Tensione d’uscita per t T t T Pendenza VS/t 0 t T (d) Tensione d’uscita per t T uscita. Il tempo di salita tr (da rise time) è definito come il tempo necessario perché la tensione d’uscita vada dal 10% al 90% del valore finale. Si definisce invece tempo di discesa tf (da fall time) il tempo necessario perché la tensione d’uscita vada dal 90% al 10% del valore iniziale. Il ritardo td (da delay time) è invece il tempo che occorre perché la tensione d’uscita vada da 0 al 10% della tensione finale. Per t t1 td, vO(t) 0.1VS; per t2, vO(t) 0.9VS. Così dall’Eq.(B.33) si ottiene 0.1VS VS(1 et1 ⁄ ) et1 ⁄ 0.9 t1 ln (0.9) e 0.9VS VS(1 et 2 ⁄ ) et 2 ⁄ 0.1 t2 ln (0.1) Il tempo di salita tr, uguale al tempo di discesa tf, è dato da tr tf t2 t1 ln (0.1) ln (0.9) ln (9) 2.2 (B.40) Nel secondo caso, T, tr e tf sono molto minori di T. L’andamento della tensione d’uscita vO(t) somiglia molto più a quello della tensione in ingresso, rispetto al caso precedente, come si vede in Fig. B.23(c). Questa condizione è generalmente soddisfatta se si ha 10 T. Nel caso in cui, T, la tensione vO(t) non ha tempo sufficiente per raggiungere il valore a regime VS. La tensione d’uscita per t T è V1, che è molto minore di VS, come si vede in Fig. B.23(d). La tensione d’uscita inizia quindi a scendere verso lo zero, prima di raggiungere il valore di regime. Così la tensione d’uscita non riproduce, con il suo andamento, quella d’ingresso. Tuttavia la tensione d’uscita è approssimativamente l’integrale nel tempo di vS(t) e il sistema si comporta pertanto come un integratore. Cioè 1 t V dt vO(t) 0 S per T Perché tutto questo sia verificato deve essere almeno 10T. Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 17 Paragrafo B.8 ESEMPIO B.10 SOLUZIONE 17 Transitori nei circuiti del primo ordine Uso di PSpice/SPICE per tracciare l’andamento della risposta di un circuito RC a una sollecitazione impulsiva Tracciare l’andamento della tensione d’uscita del circuito in Fig. B.21(a), per 0.1 ms, 1 ms e 5 ms, in risposta a una sollecitazione costituita da un impulso di tensione di ampiezza vS VS 1 V e durata T 2 ms. Figura B.24 Circuito RC Per 0.1 ms, con C 0.1 F, si ottiene R ⁄ C 0.1 ms ⁄ 0.1 F 1 k Per 1 ms, con C 0.1 F, si ha R ⁄ C 1 ms ⁄ 0.1 F 10 k Per 5 ms, ancora con C 0.1 F, per la simulazione con PSpice Parametri: RVAL 1 k VS 1V R {RVAL} C 0.1 F R ⁄ C 5 ms ⁄ 0.1 F 50 k Il circuito per la simulazione con PSpice è rappresentato in Fig. B.24. Segue la sua descrizione. Esempio B.10 Risposta all’impulso del circuito RC serie. VS1 1 0 PULSE (0V 1V 0 1NS 1NS 2MS 4MS) ; tensione impulsiva ; in ingresso R1 1 2 1K C1 2 0 0.1UF VS2 3 0 PULSE (0V 1V 0 1NS 1NS 2MS 4MS) R2 3 4 10K C2 4 0 0.1UF VS3 5 0 PULSE (0V 1V 0 1NS 1NS 2MS 4MS) R3 5 6 50K C3 6 0 0.1UF .TRAN 0.1MS 4MS ; analisi del transitorio .PROBE .END Figura B.25 Diagrammi di vO(t) per l’Esempio B.10 I diagrammi PSpice della tensione d’uscita vO(t) sono riportati in Fig. B.25 per tre valori della costante di tempo. Più è breve la costante di tempo , del circuito, più rapidamente la tensione d’uscita sale e ritorna a zero. NOTA: È possibile usare la direttiva PSpice Parametric per la variabile R per variare la costante di tempo. Risposta all’impulso dei circuiti CR serie Una tensione impulsiva vS di durata T, rappresentata in Fig. B.26(a), è applicata in ingresso al circuito in Fig. B.22(a). La risposta del sistema dipende dal rapporto tra la costante di tempo e la durata T. Consideriamo tre casi: T, T e T. Nel primo caso, T, la tensione sul condensatore vC(t) comincia ad aumentare esponenzialmente, mentre la tensione d’uscita vO(t) diminuisce esponenzialmente a partire da VS. Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 18 Pagina 18 Appendice B Sommario di teoria dei circuiti vS Figura B.26 Risposta all’impulso del circuito CR serie vO VS VS Pendenza VS/t t T 0 t T 0 t T (a) Ingresso VS vC Pendenza VS/t VS tT vC VS 0 t T vO VS t T Pendenza VS/t Pendenza VS/t 0 t T (c) Uscita per t T vO 0 t VS tT VS V Pendenza VS/t 0 (b) Uscita per t T V t T t T vC Pendenza VS/t 0 T V V t T t (d) Uscita per t T La situazione è rappresentata in Fig. B.26(b). Per t T, la tensione d’ingresso vS scende bruscamente a zero e il condensatore si scarica esponenzialmente, attraverso la resistenza R e il generatore vS. La tensione d’uscita vO diminuisce esponenzialmente da un valore negativo a zero. Nel secondo caso, T, la tensione d’uscita vO(t) diminuisce esponenzialmente verso lo zero, raggiungendo il valore di regime. Durante l’intervallo 0 t T, il condensatore si carica esponenzialmente, raggiungendo praticamente il valore di regime VS. Per t T, il condensatore si scarica esponenzialmente attraverso la resistenza R e il generatore vS. La tensione d’uscita vO(t) diminuisce esponenzialmente da un valore negativo verso lo zero. In Fig. B.26(c) è rappresentato l’andamento di vO(t) e vC(t). Nel terzo caso, quando T, la tensione d’uscita diminuisce solo di una piccola quantità. La porzione della curva esponenziale che rappresenta vO da t 0 a t T ha andamento pressoché lineare, come si vede in Fig. B.26(d). La variazione della tensione d’uscita vO rispetto al valore iniziale può essere ricavata, approssimativamente, ancora dalla Fig. B.26(d); si ottiene VS V T (B.41) Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 19 Paragrafo B.8 19 Transitori nei circuiti del primo ordine La variazione relativa S (da sag) della tensione d’uscita è VST ⁄ T V T S RC VS VS ESEMPIO B.11 SOLUZIONE (B.42) Uso di PSpice/SPICE per tracciare l’andamento della risposta di un circuito CR a una sollecitazione impulsiva Tracciare l’andamento della tensione d’uscita del circuito in Fig. B.22(a), per 0.1 ms, 1 ms e 5 ms, in risposta a una sollecitazione costituita da un impulso di tensione di ampiezza vS VS 1 V e durata T 2 ms. Figura B.27 Circuito CR per la simulazione con PSpice Per 0.1 ms, con C 0.1 F, si ottiene R ⁄ C 0.1 ms ⁄ 0.1 F 1 k Per 1 ms, con C 0.1 F, si ha R ⁄ C 1 ms ⁄ 0.1 F 10 k Per 5 ms, ancora con C 0.1 F, si ha Parametri: RVAL 1 k VS 1V C 0.1 F R {RVAL} R ⁄ C 5 ms ⁄ 0.1 F 50 k Il circuito per la simulazione con PSpice è rappresentato in Fig. B.27. Segue la sua descrizione. Esempio B.11 Risposta all’impulso del circuito CR serie. VS1 1 0 PULSE (0V 1V 0 1NS 1NS 2MS 4MS) ; tensione impulsiva ; in ingresso R1 2 0 1K C1 1 2 0.1UF VS2 3 0 PULSE (0V 1V 0 1NS 1NS 2MS 4MS) R2 4 0 10K C2 3 4 0.1UF VS3 5 0 PULSE (0V 1V 0 1NS 1NS 2MS 4MS) R3 6 0 50K C3 5 6 0.1UF .TRAN 0.1MS 4MS ; analisi del transitorio .PROBE .END Figura B.28 Diagrammi di vO(t) per l’Esempio B.11 I diagrammi PSpice della tensione d’uscita vO(t) per tre valori della costante di tempo, sono riportati in Fig. B.28. Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 20 Pagina 20 Appendice B ESEMPIO B.12 Sommario di teoria dei circuiti Risposta all’impulso del circuito RC parallelo Un generatore di corrente iS IS, con l’andamento rappresentato in Fig. B.29(a), alimenta il parallelo di una resistenza R e un condensatore C con C 0.1 F ed R 100 k, come si vede in Fig. B.29(b). La durata dell’impulso in ingresso è T 0.5 ms. Determinare (a) la corrente istantanea iC(t) attraverso il condensatore C, (b) la corrente istantanea iR(t) attraverso la resistenza R, per t < 0.5 ms e (c) la variazione relativa S della corrente nel condensatore. Figura B.29 Circuito RC parallelo pilotato da un generatore di corrente IS i1 iR i1 R 100 k i1 IS 0 0.5 C 0.1 F t (ms) (a) Andamento della corrente in ingresso SOLUZIONE iC (b) Circuito La trasformata di Laplace del gradino di corrente di ampiezza IS è IS ⁄ s. (a) Per la regola del partitore di corrente, la trasformata della corrente IC nel condensatore è IS IS s R s IC(s) IS(s) IS(s) R 1 ⁄ Cs s 1 ⁄ RC s 1 ⁄ RC s s 1 ⁄ RC 1 IS s 1 ⁄ RC (B.43) Antitrasformando si ottiene iC(t) ISet ⁄ (B.44) con RC. (b) La corrente iR(t) nella resistenza è iR(t) IS iC(t) IS(1 et ⁄ ) (B.45) (c) RC 100 103 0.1 106 10 ms e T 0.5 ms. Dunque, T, per cui, dall’Eq. (B.42), si ottiene S T ⁄ 0.5 ⁄ 10 5% Risposta al gradino dei circuiti RL serie In Fig. B.30(a) è rappresentato un circuito RL serie pilotato da una tensione a gradino. La tensione d’uscita vO è prelevata ai capi dell’induttanza L. La corrente i attraverso questa può essere ricavata dalla di VS vL vR L Ri dt (B.46) con valore iniziale della corrente nell’induttanza i(t 0) 0. Nel dominio s, di Laplace, l’Eq. (B.46) diventa VS LsI(s) RI(s) s che, risolta in I(s), fornisce VS VS VS 1 1 I(s) s(sL R) R s (s 1 ⁄ ) Ls(s 1 ⁄ ) (B.47) Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 21 Paragrafo B.9 21 Circuiti risonanti Figura B.30 VS R 0.632 VS R Risposta al gradino di un circuito RL serie i Pendenza VS/t 0 R VS t t vO vR i VS t L/R vL L vO vL Pendenza VS/t 0.368VS 0 (a) Circuito RL t t (b) Risposta al gradino in cui L ⁄ R è la costante di tempo del circuito RL. Antitrasformando l’Eq. (B.47) si ottiene l’andamento nel tempo della corrente VS i(t) (1 et ⁄ ) R (B.48) L’Eq. (B.48) può essere utilizzata per valutare la tensione d’uscita vO(t) ai capi dell’induttanza L: di vO(t) vL(t) L VSet ⁄ dt (B.49) A regime (t ), vO(t) 0 i(t) VS ⁄ R dall’Eq. (B.49) dall’Eq. (B.48) Se l’uscita è presa sulla resistenza R, la tensione vO(t) diventa vO(t) vR(t) Ri(t) VS(1 et ⁄ ) (B.50) A regime (t ), vR(t) VS e i(t) VS ⁄ R. A regime la corrente attraverso l’induttanza è VS ⁄ R. Se la tensione d’ingresso viene bruscamente annullata, sull’induttanza si produce una tensione negativa, che si oppone alla variazione di corrente, che può danneggiare l’induttore. Per questa ragione un circuito RL serie non viene pilotato con un segnale a gradino (o impulsivo), a meno che non sia prevista una protezione contro gli inconvenienti che potrebbero derivare dal transitorio di tensione prodotto dall’induttanza. NOTA: B.9 Circuiti risonanti L’impedenza effettiva di un circuito RLC è funzione della frequenza e la tensione o la corrente sono massime per una determinata frequenza fn, detta frequenza di risonanza o frequenza naturale. Alla risonanza, l’energia assorbita in ogni istante da uno degli elementi reattivi (per esempio l’induttanza L) è esattamente uguale a quella ceduta dall’altro elemento reattivo (la capacità C). L’energia pulsa da un elemento reattivo all’altro e un circuito senza elementi dissipativi (resistenza) non assorbe altra energia reattiva dalla sorgente. La potenza media in ingresso, che è la potenza dissipata nell’elemento resistivo, è massima alla risonanza. Esistono due tipi di circuiti risonanti: circuiti risonanti serie e circuiti risonanti parallelo. Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 22 Pagina 22 Appendice B Figura B.31 Sommario di teoria dei circuiti C RS Circuito RLC risonante serie I jXC RCl Vs ~ L jXL Avvolgimento Circuito risonante serie In Fig. B.31 è rappresentato un circuito risonante serie RLC; RCl rappresenta la resistenza dell’avvolgimento e RS quella della sorgente. Detta R RCl RS, l’impedenza serie complessiva Z del circuito è data da Z R j(XL XC) (B.51) La risonanza serie si ha quando XL XC (B.52) L’Eq. (B.52) può essere riscritta L 1 ⁄ C cioè 2fnL 1 ⁄ (2fnC ) dalla quale si ricava la frequenza di risonanza serie fn 1 fn 2L C (B.53) In condizioni di risonanza, l’impedenza Zn vale Zn Z R (B.54) Un circuito risonante serie è caratterizzato generalmente mediante un fattore di qualità QS, definito come il rapporto tra la potenza reattiva immagazzinata nell’induttanza o nella capacità e la potenza media dissipata nella resistenza in condizioni di risonanza. Dunque Potenza reattiva Qs Potenza media 2fnL XL I2XL 2 R R I R per una reattanza induttiva (B.55) XC I2XC 1 2 R 2fnCR I R per una reattanza capacitiva (B.56) Il fattore di qualità QCl di un induttore è invece il rapporto tra la potenza reattiva immagazzinata nell’induttore stesso e la potenza dissipata nella resistenza RCl, dell’avvolgimento che lo costituisce. Allora Potenza reattiva XL QCl Potenza dissipata RCl Il valore efficace della tensione VL sull’induttanza L in condizioni di risonanza può essere ricavato dalla XLVs XLVs VL QsVs R Zn (B.57) Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 Pagina 23 Paragrafo B.9 23 Circuiti risonanti Il valore efficace della tensione VC sulla capacità C in condizioni di risonanza può essere ricavato dalla XLVs XC V s VC QsVs R Zn (B.58) In molti circuito elettronici, il fattore di qualità Qs è alto, di valore compreso tra 80 e 400. Per esempio, se Vs 30 V e Qs 80, allora VC VL 80 30 2400 V e tutti i componenti del circuito sono sottoposti a questa tensione. Così un progettista deve prestare attenzione per proteggere il circuito da questi valori elevati di tensione sui condensatori o sugli induttori. Circuiti risonanti parallelo In Fig. B.32(a) è rappresentato un circuito RLC risonante parallelo. Il segnale in ingresso è generalmente fornito da un generatore di corrente. Questo tipo di circuito è usato frequentemente nei circuiti con elementi attivi come i transistori, che si comportano in modo abbastanza simile a generatori di corrente. Sostituendo l’impedenza RL serie con un parallelo equivalente, si ottiene il circuito in Fig. B.32(b), nel quale l’ammettenza YRL equivalente alla resistenza RC1 in serie con la reattanza jXL, è data da RCl XL 1 1 1 YRL j j 2 2 2 2 RCl jXL Rp Xp RCl XL RCl XL R2Cl X2L Rp RCl con (B.59) R2Cl X2L Xp XL (B.60) In condizioni di risonanza, X p XC Sostituendo in quest’ultima l’espressione di Xp ricavata dall’Eq. (B.60) si ottiene R2Cl X2L XC XL R2Cl X2L XCXL X2L XCXL R2Cl L X2L R2Cl 1 ⁄ 2 CL XL R2Cl C cioè Figura B.32 (B.61) a Circuito RLC risonante parallelo a Ip Is Ip RCl Is C RS L jXC Is RS jXp jXC Vp jXL b Sorgente Rp b ZTh (a) Circuito parallelo Sorgente ZTh (b) Circuito equivalente Rashid_AppB1 4-10-2002 12:21 24 Pagina 24 Appendice B Sommario di teoria dei circuiti dalla quale si ottiene la frequenza di risonanza parallelo fp, che è 1⁄2 L 1 fp R2Cl 2 L C CR2Cl 1 ⁄ 2 1 1 L 2L C CR2Cl 1 ⁄ 2 fn 1 L (B.62) (B.63) Così la frequenza di risonanza parallelo fp, che dipende dalla resistenza dell’avvolgimento RCl, è inferiore alla frequenza di risonanza serie fn. Nell’ipotesi (CR2Cl ⁄ L) 1 cioè C RCl L ⁄ e RCl 0, dall’Eq. (B.63) si ottiene fp fn Il fattore di qualità Qp del circuito risonante parallelo RLC può essere valutato come il rapporto tra la potenza reattiva e la potenza reale alla risonanza. Cioè V 2p ⁄ Xp (RS Rp) Qp Xp V 2p ⁄ (RS Rp) (B.64) in cui Vp è la tensione sui rami del parallelo. ESEMPIO B.13 SOLUZIONE Calcolo della frequenza risonante parallelo Nel circuito risonante parallelo in Fig. B32(a) si ha RCl 47 , L 5 mH, C 50 pF, RS 20 k e la corrente del generatore è Is 6 mA. Calcolare (a) la frequenza di risonanza parallelo fp, (b) la tensione Vp sul circuito risonante alla risonanza, (c) il fattore di qualità QCl della bobina e (d) il fattore di qualità Qp del circuito risonante. RCl 47 , L 5 mH, C 50 pF, RS 20 k e Is 6 mA. (a) Dall’Eq. (B.53) si ricava 10 3 50 10 12 ] 318.3 kHz fn 1 ⁄ [2 5 Dall’Eq. (B.63): fp 318.3 103 [1 50 1012 472 ⁄ (5 103)]1 ⁄ 2 318.3 kHz (b) È noto che XL 2 fpL 2 318.3 103 5 103 9999.7 Dall’Eq. (B.59) si ottiene la resistenza effettiva Rp del circuito risonante Rp [472 9999.72] ⁄ 47 2127.6 k Il valore efficace Ip della corrente nel circuito parallelo è RS 20 k 6 mA Ip Is 55.876 A RS Rp 20 k 2127.6 k e Vp IpRp 55.876 A 2127.6 k 118.88 V (c) Si ottiene semplicemente QCl XL ⁄ R 9999.7 ⁄ 47 212.8 (d) Dall’Eq. (B.60), la reattanza induttiva totale Xp del circuito parallelo è Xp [472 9999.72] ⁄ 9999.7 9999.92 e RS Rp 20 2127.6 ⁄ (20 2127.6) 19.81 k Dall’Eq. (B.64) si ricava Qp 19 810 ⁄ 9999.92 1.98. Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 Pagina 25 Paragrafo B.10 B.10 Risposta in frequenza dei circuiti del primo e del secondo ordine Risposta in frequenza dei circuiti del primo… 25 Per caratterizzare circuiti quali amplificatori e filtri si utilizzano generalmente segnali sinusoidali. La risposta in frequenza si riferisce all’uscita di un sistema lineare sollecitato con una sinusoide. Se una tensione sinusoidale vs(t) Vm sin t (B.65) di valore di picco Vm e pulsazione viene applicata a un circuito lineare, la tensione in uscita vo(t) anch’essa sinusoidale, ha in generale ampiezza differente da quella di vs(t) e risulta sfasata rispetto a questa. Essa avrà espressione vo(t) Vp sin (t ) (B.66) in cui Vp è il valore di picco della tensione d’uscita. Se f è la frequenza, allora 2 f In Fig. B.33 è rappresentato un esempio della relazione tra ingresso e uscita in un amplificatore. vs FIGURa B.33 Esempio di tensioni d’ingresso e di uscita sinusoidali vs Vm sin vt Vm vo Vp sin (v t f) Vp 0 p 2p u vt f Se si indicano con Vs( j) e Vo( j) i valori efficaci delle tensioni d’ingresso e di uscita, rispettivamente, in funzione della frequenza, il guadagno in tensione è definito Vo( j) G( j) Vs( j) (adimensionale) (B.67) G( j) è una funzione complessa, caratterizzata quindi da un modulo e una fase. Il modulo G( j) fornisce il rapporto tra le ampiezze dell’uscita e dell’ingresso, mentre la fase di G( j) indica la relazione di fase tra vs e vo. Il modulo e la fase vengono generalmente rappresentati su un diagramma in funzione della frequenza, con quest’ultima grandezza riportata in scala logaritmica. Il modulo è normalmente espresso in decibel (dB): Ampiezza in dB 20 log10G( j) Prenderemo in considerazione le risposte in frequenza di circuiti RC passa basso e passa alto del primo ordine e di circuiti del secondo ordine RLC serie e parallelo. Circuiti RC passa basso del primo ordine In Fig. B.34(a) è rappresentato un tipico circuito RC passa basso. La tensione d’uscita vo è prelevata sul condensatore C. Ricordando che l’impedenza di quest’ultimo, nel dominio di Laplace, è 1 ⁄ Cs. e utilizzando la legge del partitore di impedenze, il guadagno in tensione G(s) può essere scritto nella forma Vo(s) 1 1 ⁄ Cs G(s) Vs(s) 1 sRC R 1 ⁄ Cs Nel dominio della frequenza, s j e 1 1 G( j) 1 jRC 1 j (adimensionale) Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 26 Pagina 26 Appendice B Sommario di teoria dei Circuiti Figura B.34 20 log Circuito RC passa basso del primo ordine 0 G( jv) (dB) K 3 dB 0.1 10 R vs ~ C 30 vo 20 dB/decade o 6 dB/ottava 20 i v (scala log) vo 10 5.7 0 f 1 (a) Circuito passa basso 10 v (scala log) vo 45 5.7 90 (b) Risposta in frequenza con RC. Così è possibile valutare il modulo G(j) del guadagno in tensione 1 1 G( j) 2 1⁄2 [1 () ] [1 ( ⁄ o)2]1 ⁄ 2 (B.68) tan1 () tan1 ( ⁄ o) (B.69) e la fase con o 1 ⁄ RC 1 ⁄ . Per o, G( j) 1 20 log10G( j) 0 0 e Perciò, a basse frequenze, il diagramma del modulo è una retta orizzontale a 0 dB. Per o, invece, G( j) o ⁄ 20 log10G( j) 20 log10 (o ⁄ ) ⁄ 2 e Per o, G( j) 1 ⁄ 2 20 log10G( j) 20 log10 (1 ⁄ 2) 3 dB e ⁄ 4 Consideriamo valori di frequenze per cui 1 o. Per 1, il modulo è 20 log10 (o ⁄ 1), mentre per 101 esso è 20 log10 (o ⁄ 101). La variazione del modulo tra 1 e 101 è allora 20 log10 (o ⁄ 101) 20 log10 (o ⁄ 1) 20 log10 (1 ⁄ 10) 20 dB Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 Pagina 27 Paragrafo B.10 27 Risposta in frequenza dei circuiti del primo… Se invece la frequenza raddoppia 21, la variazione del modulo è 20 log10 (o ⁄ 21) 20 log10 (o ⁄ 1) 20 log10 (1 ⁄ 2) 6 dB I diagrammi della risposta in frequenza sono riportati in Fig. B.34(b). L’intervallo tra due frequenze che siano una doppia dell’altra è detto ottava; se invece le due frequenze differiscono per un fattore 10, l’intervallo corrispondente è detto decade. Così per un aumento di frequenza pari a una decade, il modulo della risposta diminuisce di 20 dB. Il diagramma del modulo (o dell’ampiezza) è pertanto una linea retta con pendenza di 20 dB/decade o di 6 dB/ottava. Il diagramma del modulo è allora caratterizzato da due asintoti che si incontrano in corrispondenza della pulsazione d’angolo (o di taglio) o. La differenza tra l’ampiezza reale e il valore asintotico (letto cioè sul diagramma costituito dai due asintoti e detto perciò diagramma asintotico) è massima in corrispondenza della pulsazione d’angolo. L’errore può essere valutato calcolando il guadagno per o. Si ottiene, ) 3 dB. L’errore ha andamento simmetrico riG( j) 1 ⁄ 2 e 20 log10 (1 ⁄ 2 spetto alla pulsazione di taglio. Quest’ultima è anche nota come pulsazione a –3 dB. Il circuito in Fig. B.34(a) lascia passare solo le componenti frequenziali a più bassa frequenza e la risposta diminuisce alle alte frequenze. Un circuito con una risposta di questo tipo è detto circuito passa basso. La funzione guadagno (anche detta funzione di trasferimento) di un circuito passa basso ha espressione generale K G(s) 1 s ⁄ o (B.70) in cui K è il valore del guadagno per 0 (o guadagno in corrente continua). Un circuito passa basso ha (a) un guadagno finito a frequenze molto basse, tendenti a zero e (b) uscita nulla per frequenze molto alte, tendenti all’infinito. ESEMPIO B.14 SOLUZIONE Impiego di PSpice/SPICE per tracciare il diagramma della risposta in frequenza di un circuito RC passa basso Ricavare con PSpice/SPICE il diagramma della risposta in frequenza del circuito RC passa basso rappresentato in Fig. B.34(a). Assumere Vm 1 V (di picco, in alternata), R 10 k e C 0.1 F. La frequenza f varia da 1 Hz a 100 kHz. Il circuito da simulare è riportato in Fig. B.35. Segue la sua descrizione. Esempio B.14 Risposta in frequenza del circuito RC passa basso VM 1 0 AC 1V ; ingresso in c.a., valore di picco 1 V R 1 2 10k C 2 0 0.1UF .AC DEC 100 1HZ 100kHz ; analisi in c.a. da f = 1 Hz a 100 kHz ; con scansione lineare e 100 punti per decade .PROBE .END I diagrammi dell’ampiezza e della fase della risposta sono riportati in Fig. B.36; da queste si ottiene, per la frequenza a 3 dB, fo 161 Hz. Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 28 Pagina 28 Appendice B Sommario di teoria dei Circuiti Figura B.36 Diagrammi della risposta in frequenza (Esempio B.14) Figura B.35 Circuito RC passa basso per la simulazione con PSpice VS 1V ~ R 10 k C 0.1 F Circuiti CR passa alto del primo ordine In Fig. B.37(a) è rappresentato un circuito CR passa alto. La tensione d’uscita vo è prelevata sulla resistenza R. Utilizzando la legge del partitore di tensione, si può scrivere l’espressione del guadagno in tensione G(s) nel dominio di Laplace nella forma Vo(s) R sRC G(s) R 1 ⁄ Cs Vs(s) 1 sRC (adimensionale) Nel dominio della frequenza, s j e jRC j G( j) 1 jRC 1 j con RC. Così il modulo della risposta in frequenza G( j) può essere scritto ⁄ o G( j) 2 1⁄2 [1 ( ⁄ o)2]1 ⁄ 2 [1 () ] Figura B.37 (B.71) G( jv) (dB) K 3 dB 20 log Circuito CR passa alto del primo ordine v (scala log) vo 0 10 10 vs ~ C i R vo vR 20 dB/decade o 6 dB/ottava 20 30 5.7 f 90 (a) Circuito passa alto 45 5.7 0 0.1 1 10 (b) Risposta in frequenza v (scala log) vo Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 Pagina 29 Paragrafo B.10 Risposta in frequenza dei circuiti del primo… 29 mentre la fase di G( j) è ⁄ 2 tan1 ( ⁄ o) (B.72) con o 1 ⁄ RC 1 ⁄ . Per o, G( j) o 20 log10 G( j) 20 log10 (o) e /2 Perciò se la frequenza aumenta di una decade, l’ampiezza varia di 20 dB. Il diagramma dell’ampiezza è dunque una linea retta con la pendenza di 20 dB/decade o 6 dB/ottava. Per o, G( j) 1 20 log10 G( j) 0 e 0 Perciò alle frequenze più alte, il diagramma del modulo è una linea orizzontale a 0 dB. Per o, G( j) 1 ⁄ 2 20 log10 (1 ⁄ 2) 3 dB e ⁄4 I diagrammi della risposta in frequenza sono riportati in Fig. B.37(b).Questo circuito lascia passare solo le componenti frequenziali a più alta frequenza e la risposta diminuisce alle basse frequenze. Un circuito con una risposta di questo tipo è detto circuito passa alto. La funzione guadagno di un circuito passa alto ha espressione generale sK G(s) 1 s ⁄ o (B.73) in cui il termine Ko rappresenta il guadagno per pulsazione (o frequenza) infinita. Un circuito passa alto ha (a) uscita nulla per frequenze molto basse, tendenti a zero e (b) un guadagno finito a frequenze molto alte, tendenti a infinito. ESEMPIO B.15 SOLUZIONE Impiego di PSpice/SPICE per tracciare il diagramma della risposta in frequenza di un circuito CR passa alto Ricavare con PSpice/SPICE il diagramma della risposta in frequenza del circuito CR passa alto rappresentato in Fig. B.37(a). Assumere Vm 1 V (di picco, in c.a.), R 10 k e C 0.1 F. La frequenza f varia da 1 Hz a 100 kHz. Il circuito da simulare è riportato in Fig. B.38. Segue la sua descrizione. Esempio B.15 Risposta in frequenza del circuito CR passa alto VM 1 0 AC 1V ; ingresso in c.a., valore di picco 1 V C 1 2 0.1UF R 2 0 10k .AC DEC 100 1HZ 100kHz ; analisi in c.a. da f = 1 Hz a 100 kHz ; con scansione logaritmica e 100 punti per decade .PROBE .END I diagrammi dell’ampiezza e della fase della risposta sono riportati in Fig. B.39; da queste si ottiene, per la frequenza a 3 dB, fo 157 Hz. Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 30 Pagina 30 Appendice B Sommario di teoria dei Circuiti Figura B.38 Circuito CR passa alto per la simulazione con PSpice Figura B.39 Diagrammi della risposta in frequenza (Esempio B.15) C 0.1 F VS 1V ~ R 10 k Circuiti RLC serie del secondo ordine In Fig. B.40 è rappresentato un circuito RLC serie. La tensione d’uscita vo è prelevata sulla resistenza R. Mediante la legge del partitore di tensione si può calcolare il guadagno in tensione (o la funzione di trasferimento) nel dominio s (di Laplace): Vo(s) sR ⁄ L R G(s) R sL 1 ⁄ Cs Vs(s) s2 sR ⁄ L 1 ⁄ LC (adimensionale) (B.74) Detti n 1 ⁄ L C la pulsazione naturale (in rad/s) e R ⁄ (2L) il fattore di smorzamento, l’Eq. (B.74) può essere riscritta 2 s G(s) s2 2s 2n (B.75) Definiamo R R L C 2L n 2 C L il rapporto di smorzamento. L’Eq. (B.75) diventa allora 2ns G(s) 2 s 2ns 2n (adimensionale) (B.76) in cui assumeremo che sia 1. (Si noti che non è necessariamente minore di 1, ma è stato considerato minore di 1 in questo caso). Nel dominio della frequenza (ponendo cioè s j) j2 ⁄ n 2n j G( j) 2 2 ( )2 j2 1 ( j) 2n( j) n ⁄ n ⁄ n j2 ⁄ n 1 j2 ⁄ n ( ⁄ n)2 Figura B.40 Circuito RLC serie L C I Vs ~ R Vo VR (B.77) Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 Pagina 31 Paragrafo B.10 31 Risposta in frequenza dei circuiti del primo… Definiamo la pulsazione normalizzata u ⁄ n. L’Eq. (B.77) può essere semplificata j2u G( j) 1 j2u u2 Il modulo G( j) può essere espresso 2u G( j) [(1 u2)2 (2u)2]1 ⁄ 2 (B.78) e la fase di G(j) è 2u ⁄ 2 tan1 1 u2 (B.79) A basse frequenze u 1, G( j) 2u 20 log10 G( j) 20 log10 (2u) ⁄2 e Perciò a basse frequenze il diagramma del modulo è una linea retta con la pendenza di 20 dB/decade o 6 dB/ottava. Per u 1, G( j) 1 solo se e 1 20 log10 G( j) 0 dB 0 Per u 1, 2 G( j) 2u ⁄ u 2 ⁄ u 20 log10 G( j) 20 log10 (2) 20 log10 (u) 20 log10 (u) e ⁄ 2 Perciò alle alte frequenze il diagramma dell’ampiezza è una linea retta con la pendenza di 20 dB/decade o 6 dB/ottava. Il diagramma reale potrà essere anche molto diverso da quello asintotico e l’errore dipenderà dal fattore di smorzamento . I diagrammi del modulo e della fase della risposta in frequenza del circuito RLC serie sono rappresentati in Fig. B.41. Se la tensione d’uscita del circuito RLC serie scende sotto il 70 % del suo valore massimo, l’uscita può essere considerata trascurabile. La frequenza di taglio è quella frequenza per la quale il modulo del guadagno scende sotto il 70.7% del suo valore massimo G( j)max 1. Così in corrispondenza delle pulsazioni di taglio di taglio dall’Eq. (B.78) si ottiene: 2u 1 0.707 G( j) 2 2 2 1⁄2 2 [(1 u ) (2u) ] cioè ⁄ 2(2u) [(1 u2)2 (2u)2]1 2 Elevando al quadrato primo e secondo membro si ricava 2(2u)2 (1 u2)2 (2u)2 cioè (2u)2 (1 u2)2 (B.80) Rashid_AppB2 32 4-10-2002 12:33 Pagina 32 Appendice B Figura B.41 Sommario di teoria dei Circuiti Risposta in frequenza di un circuito RLC serie G( jv) d 0.1 0.4 1.0 0 f 1 v u vn 1 v u vn d 0.1 0.4 q 1.0 0 q Le possibili soluzioni dell’Eq. (B.80) sono 2u1 1 u21 u21 e 2u1 1 0 2u2 (1 u22 u22) u22 (B.81) 1 2u2 1 0 (B.82) Risolvendo quest’ultima si ottiene 2 u2 1 Poiché la frequenza non può essere negativa, la pulsazione superiore di taglio normalizzata u2 è data da 2 u2 1 (B.83) e la pulsazione di taglio superiore 2 è 2 u 2 n (B.84) Risolvendo invece l’Eq. (B.81) si ottiene 2 u1 1 dalla quale si otterrebbero un valore positivo e uno negativo per u1. Scartando ancora una volta il valore negativo, la pulsazione inferiore di taglio normalizzata u1 è data da 2 u1 1 (B.85) e la pulsazione di taglio inferiore 1 è 1 u 1 n (B.86) La banda passante BW di un amplificatore, definita come l’intervallo di frequenze su cui il guadagno rimane costante entro un margine di 3 dB (29.3%) del suo valore massimo, è data allora dalla differenza tra le frequenze di taglio superiore e inferiore. Perciò la banda passante BWs di un circuito RLC serie può essere ricavata da BWs 2 1 n(u2 u1) 2n R ⁄ L (in rad/s) (B.87) Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 Pagina 33 Paragrafo B.10 Risposta in frequenza dei circuiti del primo… 33 da cui 1 R BWs f2 f1 2 L (in Hz) (B.88) Dall’Eq. (B.55), R ⁄ L 2fn ⁄ Qs. Così l’Eq. (B.88) può essere riscritta fn 1 R 1 2fn BWs (B.89) Qs 2 L 2 Qs dalla quale è evidente che maggiore è il valore Qs, più stretta è la banda passante BWs e viceversa. È possibile dimostrare che l’Eq. (B.89) può essere anche applicata per calcolare l’ampiezza della banda passante BWp di un circuito risonante parallelo. Dunque fp BWp Qp (B.90) in cui fp è la frequenza di risonanza parallelo nell’Eq. (B.63) e Qp è il fattore di qualità di un circuito risonante parallelo, definito nell’Eq. (B.64). ESEMPIO B.16 SOLUZIONE Calcolo della risposta in frequenza di un circuito RLC serie Nel circuito RLC serie riportato in Fig. B.40 si ha R 50 , L 4 mH e C 0.15 F. (a) Determinare la frequenza risonante serie fn, il fattore di smorzamento , il fattore di qualità Qs, le frequenze di taglio e la banda passante BWs. (b) Utilizzare PSpice/SPICE per tracciare i diagrammi dell’ampiezza e della fase della tensione d’uscita per R 50 , 100 e 200 . e per frequenze tra 100 Hz e 1 MHz. Assumere Vm 1 V di picco (in alternata). (a) R 50 , L 4 mH e C 0.15 F, per cui n 1 ⁄ L C 105 ⁄ 4 .5 1 40 825 rad/s La frequenza risonante serie è fn n ⁄ 2 40 825 ⁄ 2 6497.5 Hz Poiché R ⁄ (2L) 50 ⁄ (2 4 103) 6250, il rapporto di smorzamento è ⁄ n 6250 ⁄ 40 825 0.1531 Dall’Eq. (B.55) si ricava Qs nL ⁄ R 40 825 4 103 ⁄ 50 3.266 Per la frequenza di taglio inferiore, le Eq. (B.85) e (B.86) forniscono u1 1 2 0.1531 1 0.1 5312 0.85855 1 u1n 0.85855 40 825 35 050.4 rad/s Così f1 35050.4 ⁄ 2 5578 Hz Per la frequenza di taglio superiore, dall’Eq. (B.83) e dall’Eq. (B.84) si ottiene u2 1 2 0.1531 1 0.1 5312 1.16475 2 u2n 1.16475 40 825 47 551 rad/s Così f2 47551 ⁄ 2 7568 Hz Dall’Eq. (B.89), si ricava la banda passante BWs f2 f1 fn ⁄ Qs 6497.5 ⁄ 3.266 1989.4 Hz Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 34 Pagina 34 Appendice B Sommario di teoria dei Circuiti (b) In Fig. B.42 è riportato il circuito RLC serie per la simulazione con PSpice. Segue la descrizione del circuito. Esempio B.16 Risposta in Vm1 1 0 AC 1V L1 1 2 4MH C1 2 3 0.15UF R1 3 0 50 Vm2 4 0 AC 1V L2 4 5 4MH C2 5 6 0.15UF R2 6 0 100 Vm3 7 0 AC 1V L3 7 8 4MH C3 8 9 0.15UF R3 9 0 200 .AC DEC 100 100HZ 1MEGHz frequenza di un circuito RLC serie ; ingresso in c.a., valore di picco 1 V ; ingresso in c.a., valore di picco 1 V ; ingresso in c.a., valore di picco 1 V ; analisi in c.a. da 100 Hz a 1 MHz ; con scansione logaritmica e 100 punti per decade .PROBE .END Figura B.42 Circuito RLC serie per la simulazione con PSpice C 0.15 F Parametri: RVAL 50 VS 1V ~ L 4 mH R {RVAL} I diagrammi PSpice del modulo e della fase (dal file EXB-16.SCH) sono riportati in Fig. B.43. Dal diagramma ottenuto con R 50 si ricava f1 5578 Hz, f2 7568 Hz, fn 6457 Hz e BWs f2 f1 1990 Hz. Figura B.43 Diagrammi della risposta in frequenza (Esempio B.16) Circuiti RLC parallelo del secondo ordine In Fig. B.44 è rappresentato un circuito RLC parallelo. La tensione d’uscita vo è prelevata sul parallelo delle tre impedenze. La funzione di trasferimento G(s) Vo(s) ⁄ Is(s) nel dominio s di Laplace è l’impedenza equivalente Z(s). Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 Pagina 35 Paragrafo B.10 Risposta in frequenza dei circuiti del primo… 35 Figura B.44 Circuito RLC parallelo L Is C R Vo RCl 0 La funzione 1 1 1 sL R s2LCR sC Z(s) R sL sRL s2 s ⁄ RC 1 ⁄ LC s⁄C (in siemens, o mho) permette di ricavare la funzione di trasferimento G(s) Vo(s) s⁄C G(s) Z(s) 2 Is(s) s s ⁄ RC 1 ⁄ LC s ⁄ RC R 2 s s ⁄ RC 1 ⁄ LC (ohm) (B.91) Detti n 1 ⁄ L C la pulsazione di risonanza (rad/s) e 1 ⁄ (2RC) il fattore di smorzamento, l’Eq. (B.91) può essere riscritta 2 s G(s) R s2 2s 2n (ohm) (B.92) Detto 1 1 L C n 2RC 2R L C (B.93) il rapporto di smorzamento, l’Eq. (B.92) diventa ns G(s) R 2 s 2ns 2n (ohm) (B.94) in cui assumeremo ancora una volta che si abbia 1. (Si noti che non è necessariamente minore di 1, ma è stato considerato minore di 1 in questo caso). Il secondo membro dell’Eq. (B.94) è R ⁄ 2 moltiplicato per l’Eq. (B.76). Seguendo il procedimento già esposto per le (B.78) e (B.79), è possibile ricavare l’espressione dell’ampiezza G( j) 2uR G( j) 2 2 [(1 u ) (2u)2]1 ⁄ 2 (ohm) (B.95) e della fase di G( j) 2u ⁄ 2 tan1 1 u2 (B.96) I diagrammi del modulo e della fase per il circuito RLC parallelo sono riportati in Fig. B.45. Si ha, per il valore massimo del modulo di G( j)max Z( j)max 1. In Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 Pagina 36 36 Appendice B Sommario di teoria dei Circuiti 20 log G( jv) (dB) FIGURa B.45 Risposta in frequenza di un circuito RLC parallelo d 0.1 0.4 0 1 0.1 v u 10 vn 1.0 10 20 30 f d 0.1 0.4 q 1.0 0 0.1 v u 10 vn 1 q corrispondenza delle frequenze di taglio il modulo del guadagno si riduce al 70.7 % del suo valore massimo R. Così l’Eq. (B.95) fornisce R 2uR 0.707R G( j) 2 2 2 1⁄2 2 [(1 u ) (2u) ] da cui segue 2(2u) [(1 u2)2 (2u)2]1 ⁄ 2 Elevando al quadrato entrambi i membri si ottiene 2(2u)2 (1 u2)2 (2u)2 e quindi (2u)2 (1 u2)2 (B.97) che è uguale all’Eq. (B.80). Per determinare 1 e 2, è possibile utilizzare le relazioni dall’Eq. (B.81) all’Eq. (B.86). Quindi la banda passante di un circuito RLC risonante parallelo è BWp 2 1 n(u2 u1) 2n 1 2 2R NOTA: ESEMPIO B.17 C RC L C L 1 1 (in rad/s) (B.98) In un circuito parallelo si ha, BWp 1 ⁄ RC; per un circuito serie, BWs R ⁄ L. Calcolo della risposta in frequenza di un circuito RLC parallelo Per il circuito in Fig. B.44 si ha R 50 , L 4 mH e C 0.15 F. (a) Valutare la frequenza di risonanza fp, il rapporto di smorzamento , le frequenze di taglio, l’ampiezza di banda BWp e il fattore di qualità Qp del circuito. (b) Utilizzare PSpice/SPICE per tracciare i diagrammi dell’ampiezza e della fase della tensione d’uscita per R 50 , 100 e 200 . La frequenza f varia da 100 Hz a 100 kHz. Assumere Im 1 A di picco (in alternata). Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 Pagina 37 Paragrafo B.10 SOLUZIONE Risposta in frequenza dei circuiti del primo… 37 (a) R 50 , L 4 mH, C 0.15 F e Im 1 A di picco; dunque n 1 ⁄ L C 105 ⁄ 4 .5 1 40 825 rad/s La frequenza di risonanza parallelo è fp n ⁄ 2 40 825 ⁄ 2 6497.5 Hz Essendo 1 ⁄ (2RC) 1 ⁄ (2 50 0.15 106) 66.667 103, il rapporto di smorzamento è ⁄ n 66.667 103 ⁄ 40 825 1.633 Per la pulsazione di taglio inferiore, le Eq. (B.85) e (B.86) forniscono u1 1 2 1.633 1 1.6 332 0.28186 1 u1n 0.28186 40 825 11 507 rad/s Così f1 11 507 ⁄ 2 1831 Hz Per la pulsazione di taglio superiore, dalle Eq. (B.85) e (B.86) si ottiene 2 1.633 1 1.6 332 3.54786 u2 1 2 u2n 3.54786 40 825 144 841 rad/s Così f2 144 841 ⁄ 2 23 052 Hz Dall’Eq. (B.98), per la banda passante si ottiene BWp f2 f1 1 ⁄ 2nRC 21 220 Hz Mediante l’Eq. (B.90) si ottiene infine il fattore di qualità Qp fp ⁄ BWp 6497.5 ⁄ 21 220 0.3062 (b) In Fig. B.46 è riportato il circuito per la simulazione con PSpice. Segue la descrizione del circuito. Esempio B.17 Risposta in frequenza di un circuito RLC parallelo IM1 0 1 AC 1A ; ingresso in c.a., valore di picco 1 A L1 1 0 4MH C1 1 0 0.15UF R1 1 0 50 IM2 0 2 AC 1A ; ingresso in c.a., valore di picco 1 A L2 2 0 4MH C2 2 0 0.15UF R2 2 0 100 IM3 0 3 AC 1A ; ingresso in c.a., valore di picco 1 A L3 3 0 4MH C3 3 0 0.15UF R3 3 0 200 .AC DEC 100 100HZ 1MEGHZ .PROBE .END Figura B.46 Circuito RLC parallelo per la simulazione con PSpice Parametri: RVAL 50 Im 1A ~ IAC R {RVAL} L 4 mH C 0.15 F Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 38 Pagina 38 Appendice B Sommario di teoria dei Circuiti I diagrammi PSpice del modulo e della fase (dal file EXB-17.SCH) sono riportati in Fig. B.47. Dal diagramma ottenuto con R 50 si ricava f1 1834 Hz, f2 22.56 kHz, fp 6457 Hz e BWp f2 f1 20 726 Hz. Figura B.47 B.11 Costanti di tempo dei circuiti del primo ordine Diagrammi della risposta in frequenza (Esempio B.17) Abbiamo visto che il transitorio e la risposta in frequenza dei circuiti del primo ordine dipendono dalla loro costante di tempo. La costante di tempo di un circuito RC è RC, mentre quella di un circuito RL è L ⁄ R. Molti circuiti hanno tuttavia più di due componenti; in questo caso la costante di tempo può essere determinata valutando la resistenza e la capacità effettiva del circuito. La procedura da seguire è la seguente: Passo 1. Cortocircuitare i generatori di tensione e aprire quelli di corrente. Passo 2. Se nel circuito sono presenti più condensatori (o induttori), ma un solo resistore, determinare la capacità (o l’induttanza) vista dal resistore. Passo 3. Se nel circuito sono presenti più resistori, ma un solo elemento capacitivo (o induttivo), determinare la resistenza vista dalla capacità (o dall’induttanza). ESEMPIO B.18 Calcolo della costante di tempo Nel circuito riportato in Fig. B.48 si ha R1 R2 R3 6 k e C 0.1 F. Determinare (a) la costante di tempo , (b) la pulsazione di taglio o e (c) l’ampiezza della panda passante BW. Figura B.48 Circuito per l’Esempio B.18 R1 vs ~ SOLUZIONE R2 C R3 vo Con il generatore cortocircuitato, la resistenza vista dal condensatore C è il parallelo di R1 R2 ed R3. La resistenza equivalente R è data da 1 1 1 1 R R1 R2 R3 da cui R R1 ⁄ 3 6 k ⁄ 3 2 k Rashid_AppB2 4-10-2002 12:33 Pagina 39 Paragrafo B.11 Costanti di tempo dei circuiti del primo ordine 39 (a) La costante di tempo è CR 2 k 0.1 F 0.2 ms (b) La pulsazione di taglio è o 1 ⁄ 1 ⁄ 0.2 ms 5000 rad ⁄ s da cui segue fo 795.8 Hz (c) Per 0, il condensatore è un ramo aperto e la tensione d’uscita ha valore finito. A frequenza molto alta, tendente all’infinito ( ), il condensatore è cortocircuitato e la tensione d’uscita diventa nulla. Questo è allora un circuito passa basso con f1 0 ed f2 fo 795.8 Hz. Così la banda passante è BW f2 f1 795.8 Hz ESEMPIO B.19 SOLUZIONE Calcolo della costante di tempo Nel circuito riportato in Fig. B.49 si ha R1 R2 R3 10 k e C1 0.1 F. Determinare (a) la costante di tempo e (b) la pulsazione di taglio o. Con il generatore cortocircuitato, la resistenza vista dal condensatore è la somma di R1 e (R2 R3). Dunque, R R1 (R2 R3) 10 k 10 k 10 k 15 k Figura B.49 Circuito per l’Esempio B.19 R1 C1 vs ~ R3 R2 vo (a) La costante di tempo è CR 15 k 0.1 F 1.5 ms (b) La pulsazione di taglio è o 1 ⁄ 1 ⁄ 1.5 ms 667 rad/s da cui segue fo 106 Hz