BIOLOGIA Gli organi di senso I nostri organi di senso ci servono per relazionarci con il mondo esterno e fornirci le informazioni necessarie attraverso i nervi che le inviano al cervello. Naso – Olfatto L’organo di senso dell’olfatto è il naso il quale ha funzioni respiratorie, fonatorie e olfattive per odorare, fiutare, annusare, sentire e percepire attraverso l’aiuto delle cellule olfattive. Il muco protegge e tiene umide le cavità del naso, ma quando siamo troppo raffreddati… le cellule non riconoscono più gli odori. Si tratta di un senso molto legato al gusto, poco esplorato, del quale si ha poca “resistenza”, ma del quale ci si abitua. Si tende a distinguere l’odore buono da quello cattivo senza cogliere le varie sfumature (gradevole, tenue, delicato, acuto, disgustoso, fetido …). Lingua – Gusto La lingua è un muscolo che ci permette di parlare e di riconoscere i sapori (dolce, amaro, salato e acido) attraverso le papille gustative. Tutti i sapori sono una miscela di questi quattro qualità elementari. Le gemme gustative, riunite in gruppi da 1 a 5, formano le papille. Le gemme hanno la capacità di trasmettere il segnale chimico in impulso nervoso che viene inviato al cervello. Pelle – Tatto L’organo più esteso del nostro corpo è la pelle che contiene diversi ricettori che “sentono” il caldo, il freddo, il soffice, il ruvido, il duro, il morbido, la pressione, la superficie o la forma degli oggetti. La pelle inoltre protegge i muscoli e i vasi sanguigni, mantiene costante la temperatura interna del corpo ed elimina alcune sostanze di rifiuto attraverso il sudore. Essa è composta da due strati: l’epidermide - più esterna - e il derma che si trova sotto. Dalla pelle le fibre nervose dei ricettori giungono al midollo spinale: da qui alcuni neuroni specializzati una volta raccolti gli stimoli li inviano al cervello. Occhio – Vista L’organo a cui è affidata la vista è l’occhio che ci consente di vedere recependo gli stimoli luminosi e di trasmetterli al cervello che li trasforma in immagini. Secondo il filosofo greco Aristotele la vista è il più importante dei cinque sensi e comunque è fondamentale per l’autonomia e le relazioni con gli altri. Occhio e cervello lavorano insieme in modo armonico e coordinato per procurarci le informazioni visive. Le parti esterne dell’occhio sono: le palpebre (3) che aprendosi e chiudendosi lubrificano e puliscono l’occhio; le ciglia (2) che impediscono al pulviscolo di entrare nell’occhio; le sopracciglia (1) che servono a deviare il sudore; la congiuntiva riveste la parte anteriore del bulbo oculare; i condotti lacrimali convogliano le lacrime che a loro volta aiutano a tenere l’occhio pulito. La membrana trasparente e sottile che copre l’occhio e permette il passaggio della luce è la cornea (4) dietro la quale c’è l’iride (5), che è l’anello colorato che dà il colore dei nostri occhi, al centro della quale c’è la pupilla (6) che è un foro che allargandosi e stringendosi regola la quantità di luce che entra nell’occhio. La luce a questo punto raggiunge il cristallino che mette a fuoco le immagini e le proietta alla retina che è collegata al cervello attraverso il nervo ottico. Se volessimo fare un paragone e per semplificare l’occhio è simile ad una macchina fotografica che registra le immagini: l’obiettivo è la cornea, l’iride ed il cristallino sono la messa a fuoco, la pellicola è la retina. Le immagini vengono trasferite attraverso il nervo ottico al cervello che ha il compito di elaborarle. I non vedenti acutizzano gli altri sensi, soprattutto l’udito e il tatto per compensare le informazioni esterne che si ricevono. Orecchio – Udito Ascoltare la musica, sentire la voce di una persona cara, il rumore del mare… l’orecchio è l’organo dell’udito che ci consente di percepire suoni e rumori e di mantenerci in equilibrio. Esso raccoglie le numerose vibrazioni che si propagano nell’aria e che, rielaborate dal cervello, producono un determinato suono. Il percorso del suono nell’orecchio parte dal padiglione auricolare che raccoglie le vibrazioni che poi si immettono nel canale uditivo e colpiscono una membrana sottilissima in continuo movimento chiamata timpano. Questa è una membrana, molto tesa, che vibra come farebbe un tamburo percosso. La vibrazione si propaga a tre ossicini a catena (martello, incudine e staffa) e passa attraverso l’interno dell’orecchio facendo muovere il liquido presente (endolinfa). A questo punto vengono coinvolte alcune cellule che producono segnali percepiti dal nervo acustico che li trasmette al cervello per essere interpretati come suoni e quindi distinti.