urologia a cura del Prof. Virgilio Cicalese - Urologo Infertilità ed infezioni uro-genitali maschili Sono responsabili di una quota cospicua, pari a circa il 10-15%, dei casi di infertilità. L’infezione può interessare diverse sedi del tratto genitale maschile, come testicoli, epididimo, prostata e vescichette seminali e può contribuire all’infertilità attraverso diversi meccanismi: produzione di sostanze tossiche per gli spermatozoi*, riduzione della loro motilità e della capacità di penetrazione, alterazione della composizione del plasma seminale. Le infezioni del testicolo alterano profondamente la spermatogenesi*. La più importante infezione che coinvolge il testicolo in pazienti in età riproduttiva è la parotite, che può esitare frequentemente in sclerosi dei tubuli seminiferi ed atrofia del testicolo. Possono aversi conseguenze simili anche nel caso di epididimiti batteriche che vanno a coinvolgere il testicolo. Risultano però molto più frequentemente coinvolte nei casi di infertilità maschile le infezioni delle ghiandole sessuali accessorie, la prostata e le vescichette seminali. La prostata infatti è un organo di fondamentale importanza per la riproduzione, sia per la sua posizione, sia per il contributo che il suo secreto porta alla composizione del plasma seminale, di cui costituisce il 30% del volume. Il fluido prostatico inoltre svolge un importante compito nella induzione della motilità degli spermatozoi e contiene fattori che proteggono gli spermatozoi stessi dall’acidità del secreto vaginale. Pertanto è facilmente comprensibile come una disfunzione prostatica possa provocare turbe più o meno rilevanti della funzione sessuale e riproduttiva. Le prostatiti* croniche determinano modificazioni biochimiche del secreto prostatico come l’aumento del Ph, la riduzione del tasso di componenti importanti quali zinco, magnesio, acido citrico, fosfatasi acida. Queste alterazioni influenzano negativamente alcuni parametri del liquido seminale, quali la fluidificazione, la viscosità e la motilità degli spermatozoi. Si è visto, inoltre, che l’aumento delle cellule infiammatorie (leucociti) nel liquido prostatico comporta una progressiva diminuzione della motilità degli spermatozoi, con conseguente peggioramento della capacità fecondante del liquido seminale. Le modificazioni dello spermiogramma che più frequentemente si verificano in pazienti con prostatite cronica sono: • oligozoospermia (ridotto numero di spermatozoi) • astenospermia (ridotta motilità degli spermatozoi) • agglutinazione degli spermatozoi • necrozoospermia (tutti gli spermatozoi eiaculati sono morti) • teratozoospermia (aumento delle forme immature e di alterazioni morfologiche). Prostatiti e prostatovesciculiti croniche possono inoltre essere associate ad alterazioni ostruttive delle vie seminali, come la stenosi dei dotti seminali. I batteri gram negativi sono i principali responsabili delle infezioni del tratto genitale maschile Escherichia coli, ad esempio, è causa di circa il 20-30% dei casi di epididimite acuta e di molti casi di prostato-vesciculite cronica. Altri batteri, come Ureaplasma Urealiticum e Chlamydia Trachomatis, sono responsabili di infezioni croniche sintomatiche ed asintomatiche, associate ad infertilità. È dimostrato che l’Ureaplasma U., ad esempio, è in grado di legarsi agli spermatozoi, con conseguente riduzione della motilità, alterazione della morfologia e riduzione della capacità di penetrazione negli ovociti. Le infezioni da Chlamydia T. costituiscono la più frequente tra le Malattite Sessualmente Trasmesse (MST) nel mondo. Nell’uomo può essere causa di uretrite* ed epididimite* acuta, ed è stata riscontrata in circa il 30% dei casi di prostatite cronica ritenuta non batterica. A seconda della localizzazione, è in grado di causare stenosi parziale o completa dei deferenti ed oligospermia severa. Da quanto detto, risulta chiaro quanto sia importante ricercare le eventuali cause infettive nell’infertilità di coppia. In particolare nell’uomo, prostatiti croniche possono presentarsi con una sintomatologia lieve e batteri come Micoplasmi e Chlamydia sono difficili da isolare se non ricercati con metodiche specifiche. Nella nostra esperienza, in una buona percentuale di prostatiti croniche ritenute abatteriche, è possibile identificare un’agente infettivo con un protocollo diagnostico standardizzato. Per tali ragioni, nell’ambito del Day Hospital dedicato all’infertilità maschile praticato presso l’Unità di Urologia dell’A.O. S.G. Moscati, viene praticato a tutti i maschi con problemi di infertilità di coppia uno screening microbiologico completo, con risultati decisamente soddisfacenti. 22 www.salutare.info