Il Cretacico nel Matese Orientale. Il Matese Il toponimo, si legge in Touring Club Italiano (1938, 1979), deriva dalla radice oronimica prelatina Mat, da cui Mathesis Mons, Matese, che significa meta, punto di arrivo, scopo . Delimitato nei suoi confini dai fiumi Biferno a nord-est, Tammaro a est, Calore a sud, Torano a sud-ovest e Volturno a nord-ovest sud-ovest che gli scorrono attorno ciascuno in parte, il Matese è caratterizzato da una morfologia massiccia con contrafforti talora imponenti; da una serie di cime sullo spartiacque delle quali le più alte sono Monte Miletto di m 2050, tra le maggiori vette dell’Appennino, La Gallinola di m 1923, Monte Mutria di m 1823; da una sequenza di giogaie e vallate in allineamenti a scalare sui due versanti, vergenti da sud-est verso nord-ovest, che dalle piane contigue si ergono improvvisamente. Su alcuni contrafforti, staccati dalla compattezza dei versanti, si diversificano tipici insediamenti umani dai grandi valori culturali che si perpetuano da migliaia di anni nel bene e nel male. Il Matese è compreso nella regione Campania nel suo versante sud-occidentale, nella regione Molise nel suo versante nord-orientale. Dal punto di vista della geologia il Matese è considerato tra i massicci carbonatici più interessanti dell’Appennino centro-meridionale sia per gli aspetti tettono-sedimentari che ne fanno un modello singolare di assemblaggio di porzioni di domini paleogeografici, sia per le successioni calcaree prevalentemente mesozoiche che descrivono tutte le zonazioni morfo-ecologiche di piattaforma carbonatica in facies neritica tropicale presentate nella introduzione. Nel Mesozoico e nel Cenozoico la paleogeografia dell’Appennino centro-meridionale era caratterizzata dalla esistenza di piattaforme carbonatiche intercalate da bacini, le quali, avendo subito nel tempo trascorrenze da Est verso Ovest e rotazioni antiorarie fino a 90°, si sono modificate nella loro originaria geometria e posizione. Considerazioni stratigrafiche, tettoniche, sedimentologiche, paleontologiche e paleoecologiche distinguono il massiccio in due aree, l’occidentale e l’orientale, separate da una linea tettonica di cui allo stato attuale delle conoscenze non si comprende ancora l’esatta ubicazione ma che pressappoco parte da Bojano, tocca Monte Miletto e si congiunge a Raviscavina (O.Amore et alii, 1988). L’area occidentale è denominata in letteratura “Unità stratigrafico-strutturale del Matese Occidentale” l’area orientale “Unità stratigrafico-strutturale del Matese Orientale” (O.Amore et alii,1988; I Sgrosso, 1996). Il Matese Occidentale ha la sua genesi nella Piattaforma Abruzzese, il Matese Orientale nella Piattaforma Laziale-Abruzzese-Campana. Il Massiccio del Matese nella sua attuale morfologia, pertanto, si ritiene costituito da due porzioni, ognuna derivante da un differente dominio paleogeografico. Il posizionamento attuale delle due unità si è attuato essenzialmente attraverso 41 due fasi deformative di cui la prima è del Messiniano inferiore, la seconda del Messiniano superiore-Pliocene inferiore. La ricostruzione della posizione paleogeografia originaria delle due unità è stata effettuata essenzialmente mediante l’analisi: - delle facies delle successioni mesozoiche che ricostruiscono gli accostamenti e le differenze paleoambientali; - della dislocazione geometrica delle unità mediante accertamenti paleomagnetici; - delle successioni mioceniche le quali provano principalmente l’età della sedimentazione terrigena. Letteratura essenziale: Ietto, 1970; D’Argenio et alii, 1973; Ciampo et alii, 1984; Sgrosso, 1979; 1988 a; 1988 b; Sgrosso et alii, 1988; Amore et alii, 1988; De Corso et alii,1998. Veduta del Matese con le cime più alte che si collocano lungo la linea dello spartiacque. Monte Miletto (m 2050) La Gallinola (m 1923) Monte Mutria (m 1823) Lago del Matese. Sullo sfondo Sbregavitelli, sito fossilifero del Cretacico inferiore L’immagine ritrae la parte più alta del versante Campano del massiccio dalle prime balze di Monte 42 Le due unità stratigrafico-strutturali del Matese Unità stratigrafico - strutturale del Matese Occidentale Unità stratigrafico - strutturale del Matese Orientale linea di sutura attendibile tra le due unità tettoniche L’Unità del Matese Occidentale fa parte della Piattaforma Carbonatica Abruzzese L’Unità del Matese Orientale fa parte della Piattaforma Carbonatica Laziale - Abruzzese - Campana Le due Unità si sono assemblate nello stato morfologico del Matese attuale attraverso rotazioni e scorrimenti durante le fasi tettoniche dal Miocene al Pliocene. 43 I TEMPI DELLA TERRA milioni anni riodi e r I TEMPI DEL MATESE e pe 0 0,01 2 OLOCENE NEOZOICO 5 PLIOCENE 24 36 PLEISTOCENE MIOCENE CENOZOICO OLIGOCENE 55 EOCENE 65 PALEO- CENE 140 210 CRETACICO MESOZOICO 248 44 GIURASSICO TRIASSICO 590 PALEOZOICO 3500 PRECAMBRIANO 4600 AZOICO Il Matese Occidentale. L’area è circoscritta nei suoi confini dal limite tettonico Bojano-Monte MilettoRaviscavina, a Pratella, Capriati al Volturno, Monteroduni, Isernia, Santuario di Castelpetroso, e quindi Bojano. L’“Unità stratigrafico-strutturale del Matese Occidentale” comprende successioni dall’attuale fino al Triassico distinte da molte lacune stratigrafiche; è costituita da una anticlinale a lievissima curvatura, intensamente fagliato e con notevoli variazioni di spessore, definito in letteratura Anticlinale del Matese (De Corso et alii, 1998). Alcune successioni presentano caratteri di margine di piattaforma carbonatica, altre di transizione tra una piattaforma carbonatica e un bacino. Il Cretacico in facies di scarpata poggia a luoghi direttamente sul Triassico; il Miocene poggia sul Cretacico. Le campionature delle successioni sono state rilevate in più zone. La ricomposizione dell’intera serie, dal Triassico a tutto il Miocene, è la seguente (Amore et alii, 1988): - dolomie grige e biancastre dello spessore di alcune centinaia di metri, con livelli stromatolitici di età Triassico per la presenza del genere Megalodon; - brecce di dolomie ricristallizzate in bancate dello spessore di m.60 circa, di età Giurassico inferiore; - calcari cristallini, calciruditi e calcareniti bioclastiche e non, con resti di Rudiste, dello spessore di m.300 circa, di età Cretacico superiore- Paleogene; - calcareniti e calciruditi, marne, in strati, con Nummuliti, Alveoline, Lepidocicline, dello spessore di m.70 circa, di età Paleogene; - conglomerati con ciottoli calcarei e matrice calcarenitica o argilloso-marnosa, con Lepidocicline, resti di Briozoi, Litotamni, echinodermi, bivalvi, dello spessore di m 30 circa, di età Miocene. Il cattivo stato di conservazione dei fossili, il loro rimaneggiamento e le molteplici lacune stratigrafiche hanno reso difficile la determinazione tassonomica e delle età delle successioni le quali, tra l’altro, variano da luogo a luogo in spessore. L’età Messiniana del materiale calcareo risedimentato, dei livelli conglomeratici con ciottoli anche di notevole grandezza indicano la vicinanza di una piattaforma carbonatica in fase emersiva. La piattaforma carbonatica da cui deriva il materiale di cui sopra non è certamente la Laziale-Abruzzese-Campana di cui l’Unità del Matese Orientale ne è una piccola parte, poichè in questa la sedimentazione terrigena inizia nel Tortoniano inferiore. La sua provenienza viene identificata nella Piattaforma Carbonatica Abruzzese per i motivi accennati. 45 Il Matese orientale. L’area del Matese Orientale è delimitata dalla linea tettonica Bojano-Monte Miletto-Raviscanina, e dalla linea di confine che passa per Piedimonte d’Alife, Cerreto Sannita, Morcone, S.Croce del Sannio, Sepino, Guardiaregia, Campochiaro S.Polo Matese, quindi Bojano; è indicata in letteratura “Unità stratigrafico-strutturale del Matese Orientale” . Letteratura essenziale: Catenacci et alii, 1963; Crescenti e Sartoni, 1963; D’Argenio, 1969; D’Argenio et alii, 1989 b; Sartoni e Crescenti, 1962; Ciampo et alii, 1983; D’Argenio et alii, 1973; Selli, 1957; Sgrosso, 1981; La successione stratigrafica che distingue l’unità, dal basso all’alto, è costituita in sintesi da: - - - dolomie di base biancastre e dolomie calcaree biancastre, calcari dolomitici ceroidi, calcari detritici e pseudoolitici biancastri, calcari compatti e calcari organogeni,biancastri, dello spessore complessivo di m 600 circa, di età Giurassico; calcari e calcari, biancastri, organogeni a Rudiste, Gasteropodi, Coralli, dello spessore complessivo di m 1300 circa, di età Cretacico inferiore-medio; lacuna quasi sempre presente, sostituita spesso da livelli di bauxite, livelli arrossati, conglomerati, dello spessore fino a 20 metri circa, di età variabile tra l’Albiano basale e il Cenomaniano superiore; calcari e calcari organogeni a Rudiste, Gasteropodi, Coralli, dello spessore di m 1000 circa, di età Cretacico superiore; lacuna, non sempre presente, tra il Cenomaniano superiore e il Turoniano superiore, evidente ma non sempre con livelli arrossati; calcari ceroidi a Nummuliti, raramente presenti, dello spessore di m 50 circa, di età Paleogene; lacuna, non sempre presente, tra il Cretacico superiore e il Miocene superiore; calcareniti biancastre, organogene a Pectinidi, Litotamni, marne e calcari marnosi, grigio-verdastri,argille marnose e marne argillose, grige, dello spessore complessivo di m 300 circa, di età Miocene. I lineamenti stratigrafici dell’unità suggeriscono la considerazione che la successione, di età Giurassico-Miocene, dello spessore complessivo di oltre 3000 metri, costituita prevalentemente da dolomie alla base, poi da calcari ed infine da calcareniti e marne, è caratterizzata da tre lacune stratigrafiche. La prima è presente tra l’Albiano basale e il Cenomaniano, la seconda tra il Cenomaniano superiore e il Turoniano superiore, la terza tra il Cretacico superiore e il Miocene superiore. La loro evidenza varia da zona a zona, sia nel tempo, sia nello spazio, sia nella presenza. La prima è sostituita, ma non sempre, da un orizzonte bauxitico. 46 Rocce sedimentarie Rocce sedimentarie = Prodotto (sedimento) della deposizione di materiali derivanti dalla alterazione e disgregazione di rocce preesistenti. Sedimento = Particelle solide deposte e interstizi che le separano. L’80 % della superficie terrestre è ricoperta da rocce sedimentarie le quali, pertanto, sono di grande importanza per l’uomo, sia per le naturali dipendenze economiche, sia perché sono oggetto di ricerca da parte delle scienze . I terreni sedimentari infatti - costituiscono le grandi aree agricole, - motivano i maggiori insediamenti umani, - possiedono gran parte dei giacimenti minerari, - custodiscono i documenti della storia della vita, - sono la sede di grandi eventi fisici della Terra. La Sedimentologia e la Stratigrafia sono le discipline specialistiche delle rocce sedimentarie, il cui studio, tuttavia, è strettamente correlato con altre discipline, tra le quali la Paleontologia, la Petrologia, la Geomorfologia, l’Oceanografia. Strato = Deposizione di sedimento, di spessore superiore al centimetro, limitato da un livello-inferiore, letto, e un livello-superiore, tetto. Altre definizioni: - corpo roccioso delimitato da superfici (letto e tetto); - unità di sedimentazione; - processo sedimentario delimitato; - episodio del processo sedimentario; - struttura base delle successioni sedimentarie. Le entità definite sono superiori al centimetro. Lamina = Deposizione di sedimento come sopra, di spessore inferiore al centimetro. Una o più lamine possono essere comprese nello strato. Serie stratigrafica = Successione di strati o di lamine o di stati-lamine . Successione stratigrafica = serie stratigrafica. La composizione, la struttura e la tessitura sono le proprietà fondamentali delle rocce sedimentarie. La composizione esamina la natura chimica e mineralogica dei materiali sedimentari strutturati in particelle le quali hanno una loro forma, dimensione, colore, etc. La tessitura indaga sull’origine e sulla impalcatura o ossatura del sedimento nei suoi materiali costitutivi, distinguendoli in rocce particellari, cristalline, biocostruite, residuali. La struttura si riferisce alle modalità di sedimentazione, le quali si traducono in differenti tipi di stratificazione. Le rocce carbonatiche sono rocce sedimentarie costituite essenzialmente da - carbonato di calcio, CaCO3, - dolomite, Ca Mg (CO3)2. Calcari sono rocce che contengono più del 50% di carbonato di calcio, derivante, la maggior parte, dalla decomposizione di alghe calcaree, foraminiferi, molluschi, coralli, echinodermi, brachiopodi, spongiari, crostacei, anellini, briozoi. 47 Matese Orientale siti delle lacune stratigrafiche considerate, descritte nella pagina a fronte 5 4 6 4 3 3 2 1 La lacuna ( dal latino lacuna, mancanza, vuoto) è uno spazio-tempo vuoto di sedimento La Lacuna stratigrafica identifica il tempo geologico non rappresentato da deposito sedimentario, ovvero è una interruzione anche prolungata nella sedimentazione Diastema = momentaneo arresto della sedimentazione 48 1A Civita di Pietraroja, in provincia di Benevento, le calcareniti organogene a Pectinidi e Lithotamni del Miocene superiore (Formazione Cusano del Langhiano, Selli 1957) trasgrediscono sui calcari a Requienia tortilis Mainelli dell’Albiano basale. Il contatto Miocene-Cretacico è netto, concordante e senza deposizione di bauxite. 2A Pesco Rosito, in territorio di Pietraroja (BN) la successione Albiano-Miocene presenta alla base i calcari a Requienia tortilis Mainelli dell’Albiano basale, segue una lacuna con bauxite su cui trasgrediscono i calcari a Distefanella sp. del Turoniano superiore. Su quest’ultimi trasgrediscono infine i calcari organogeni a Pectinidi e Lithotamni del Miocene (Langhiano) della Formazione Cusano (Selli,1957) . 3A Bocca della Selva, in territorio di Cusano Mutri (BN), e a Piscina Cul di Bove, in territorio di Campochiaro (CB), la lacuna è estesa dall’Albiano basale al Senoniano basale (Coniaciano) ed è sostituita da livelli bauxitici. 4Su Colle Salva Signore, in territorio di S.Polo Matese, una prima lacuna è rappresentata dal Cenomaniano medio che trasgredisce sull’Albiano. La lacuna è sostituita da calcari arrossati o lievi orizzonti bauxitici. La seconda lacuna pone il Turoniano sul Cenomaniano superiore. A Sella del Perrone, in territorio di Campochiaro (CB), le evidenze delle lacune sono quelle di Colle Salva Signore. 5Su Monte La Costa tra la fine dell’Aptiano e l’inizio dell’Albiano appaiono livelletti a mud-cracks arrossati che testimoniano una momentanea emersione dei fondali marini. La continuità stratigrafica in questa area tuttavia non sembra affatto compromessa. 6Al ponte Arcichiaro-costruenda diga del Quirino, in territorio di Guardiaregia (CB), le calcareniti organogene a Pectinidi e Lithotamni (Formazione Cusano del Langhiano, Selli 1957) trasgrediscono sui calcari a Rudiste del Senoniano (Santoniano-Campaniano). 49 Il Miocene nel Matese - Messiniano - Tortoniano Formazione Pietraroja (Selli, 1957) - Elveziano Formazione Longano (Selli, 1957) - Langhiano Formazione Cusano (Selli, 1957) - Burdigaliano - Equitaniano Il Miocene trasgressivo sui calcari organogeni del Cretacico nel Matese fu studiato da R.Selli nel 1957, con la istituzione delle seguenti tre nuove formazioni: - Formazione Cusano costituita da calcareniti biancastre, organogene a Pectinidi, Lithotamni e Coralli, di ambiente litorale, trasgressivo sul Cretacico superiore, di età fine Langhiano (Miocene medio-inferiore); - Formazione Longano costituita da marne e calcari marnosi grigio-verdastri, di ambiente dal littorale a quello batiale, di età Elveziano (Miocene medio); - Formazione Pietraroja costituita da marne e argille grige, di ambiente batiale, di età Tortoniano (Miocene superiore). 50 Il Cretacico nel Matese Orientale. L’argomento, che premette la descrizione dei bioermi a Rudiste nel Cretacico del Matese Orientale, finalità del libro, è stato sufficientemente delineato nei suoi caratteri generali in M.Mainelli 1999; 2000 cui si rimanda per le necessarie conoscenze. Esiste, inoltre, una vasta letteratura che riguarda gli aspetti sedimentologici, paleontologici e paleoecologici del Matese Orientale e che qui si riporta in breve per gli opportuni richiami bibliografici di fine volume. Accordi et alii, 1990 ; Accordi et alii, 1990 ; Bassani, 1885, 1892 ; Barbera e Maguglia, 1988 ; Bravi, 1988; Cassetti, 1893, 1894, 1895; Catenacci et alii, 1962; Catenacci e Manfredini, 1963; Cerchi et alii, 1992; Costa, 1851a, 1851b, 1865, 1866; Crescenti, 1966; Crescenti e Sartoni, 1978; Crescenti e Vighi, 1970; D’Erasmo, 1914-15; D’Argenio, 1963, 1988; D’Argenio et alii, 1973; D’Argenio et alii, 1987; Fittipaldi, 1900; Galdieri, 1913; Mainelli, 1975a, 1975b, 1983, 1985, 1986, 1990 a, 1990 b, 1992, 1993 a, 1993 b, 1993 c, 1999, 2000 a, 2000 b, 2001; Parona, 1901, 1911; Ruberti, 1992, 1994; Sirna, 1989. La parte “Introduzione”, ancora, espone tutta una serie di osservazioni sul Cretacico nella Tetide, sulle Piattaforme Carbonatiche e sulle relative Zonazioni Ecologiche, sui concetti di Biostroma e Bioerma, sui Calcari di biostroma e bioerma a Rudiste, le quali osservazioni descrivono compiutamente anche i lineamenti generali sedimentologici, paleontologici e paleoecologici del Cretacico nel Matese Orientale. Tuttavia, al fine di rendere completa la descrizione dell’argomento, se ne puntualizzano di seguito, sia pure brevemente, le note distintive essenziali. Il Matese Orientale, parte costituente della Piattaforma Carbonatica del Matese (Ietto, 1969), definito per i suoi elementi distintivi unità stratigrafico-struttutale, si caratterizza, tra l’altro, per un Cretacico dai lineamenti non comuni quali ad esempio la estensione verticale che occupa più del 90% del periodo, la completezza delle zonazioni ecologiche di piattaforma carbonatica neritica, la quantità notevole di colonizzazioni diversificate nelle quali le Rudiste sono rappresentate da 6 famiglie, le diffuse distribuzioni bioermali a Rudiste la cui descrizione è l’ intento del saggio. Dal punto di vista stratigrafico il Cretacico del Matese Orientale è costituito da una successione di calcari e calcari organogeni a Rudiste in facies neritica, di età Neocomiano-Campaniano, per uno spessore complessivo di circa 1730 metri. Lo spessore globale è stato ottenuto sommando gli spessori parziali senza uguali, rilevati nelle seguenti 4 serie stratigrafiche scelte tra le più significative del Cretacico del Matese Orientale per l’accumulo sedimentario: - serie stratigrafica di Civita di Pietraroja, “ “ “ Monte La Costa, “ “ “ Sbregavitelli, 51 “ “ “ Costa Chianetta-S.Angelo. Le successioni considerate e la successione globale sono rappresentate nel grafico di pagina 53 Il Cretacico, pertanto, risulta così costituito dal basso all’alto: - Calcari e calcari organogeni a resti di Requienidi, Gasteropodi, calcari dolomitici. Spessore: m.100 circa. Età: Neocomiano. Rilevamento : Civita di Pietraroja. - Calcari e calcari organogeni a Monopleure, Requienie, Gasteropodi, alghe calcaree. Spessore: m. 170 circa. Età: Barremiano. Rilevamento: Monte La Costa. - Calcari e calcari organogeni a Requienidi, Caprotinidi, Caprinidi, Radiolitidi, Ostreidi, altri Bivalvi, Gasteropodi, calcari stromatolitici. Spessore : m. 200 circa. Età: Aptiano. Rilevamento: Sbregavitelli. - Calcari e calcari organogeni a Requienie, Monopleure, Eoradiolites, Radiolites. Spessore : m. 360 circa. Età: Albiano. Rilevamento: Monte La Costa. - Calcari e calcari organogeni a Radiolitidi, Caprotinidi, Caprinidi, Requienidi, Monopleuridi, altri Bivalvi, Gasteropodi, Coralli, calcari stromatolitici. Spessore: m.500 circa. Età: Cenomaniano. Rilevamento: Monte La Costa. - Calcari e calcari organogeni a Radiolitidi, Hippuritidi, altri Bivalvi, Gasteropodi. Spessore: m.400 circa. Età: Turoniano-Senoniano. Rilevamento: Costa Chianetta-S.Angelo. I biota interessano essenzialmente colonizzazioni a Rudiste, bivalvi aberranti, sessili, vissuti tra il Giurassico superiore e la fine del Cretacico quando si estinsero unitamente ai grandi rettili mesozoici per mutate condizioni ambientali. Le Rudiste, identificabili in tante cronospecie di grande interesse sistematico, dominarono tutti i paleoambienti neritici nella Tetide tropicale, diversificandosi, nel Cretacico della piattaforma del Matese Orientale, in numerose specie con carattere di spiccato provincialismo. 52 53 Biota, da bios, vita, è un termine che, in uso nella letteratura paleontologica di lingua inglese, indica l’insieme delle cronospecie di una cronoregione. Cronospecie, da chronos, tempo, e species, specie, detta anche specie paleontologica, o filogenetica, o verticale, o successionale, politipica nello spazio e multidimensionale nel tempo, è una specie composta di popolazioni di diversa età geologica. Cronoregione è la continuità successionale evolutiva di un’area paleogeografica. Le colonizzazioni non interessarono solo le Rudiste, ma tutti i viventi del neritico tropicale tetideo. Nelle successioni carbonatiche cretaciche del Matese la fossilizzazione ha conservato resti dei seguenti taxa, la maggior parte marina, alcuni terrestri: Rettili, Anfibi, Ittioliti, Crostacei, Bivalvi, Gasteropodi, Brachiopodi, Coralli, Echinodermi, Poriferi, Anellidi, Foraminiferi, Alghe. Taxon (ordine), plurale taxa, è un termine oggi in uso nella sistematica col significato di categoria, entità sistematica. La sistematica è la scienza che studia e classifica i taxa. In M.Mainelli, 1999, sono elencate le specie rinvenute nei siti - Monte La Costa, - da Monte S.Polo a Aria dell’Orso, - Campo Puzzo-Costa Alta, - La Gallinola, - La Torretta-Colle Antona, - Costa Chianetta-S.Angelo, - Sbregavitelli, - Civita di Pietraroja, stimati tra i più rappresentativi di tutto il Cretacico del Matese Orientale. Il modello sedimentario è molto simile a quello generale delle Piattaforme Carbonatiche dell’Appennino centro-meridionale nel Cretacico Tetideo. Le zonazioni ecologiche infatti riguardano essenzialmente colonizzazioni a Rudiste e differiscono solo per alcune caratteristiche dalle stesse descritte nelle schematizzazioni riportate nell’introduzione. Nel Matese Orientale: 54 - Il Cretacico inferiore e medio (Barremiano-Cenomaniano) è caratterizzato dalle zonazioni di tipo Piattaforma aperta, Scogliera ecologica-Fondali mobili, Scarpata-Piede di scarpata. - Il Cretacico superiore (Turoniano-Senoniano) è distinto dalla Zonazione di tipo Neritico aperto-scarpata. In sintesi le Zonazioni e le Unità presenti nel Cretacico del Matese Orientale sono : - zonazione Neritico aperto nell’ unità - neritico aperto. - zonazione Piattaforma aperta nell’unità -laguna aperta. - zonazione Scogliera ecologica-Fondali Instabili nelle unità - bordo di piattaforma, - piana di scogliera-bordo interno - fondali mobili. - zonazione Scarpata-piede di scarpata nelle unità -scarpata, -piede di scarpata. Da quanto sopra si desume che l’evoluzione paleogeografica della Tetide, connessa a movimenti tettonici, determina anche nella Piattaforma Carbonatica del Matese orientale significative variazioni. Nel Cretacico inferiore si verifica la formazione di zonazioni con predominanza di lagune aperte colonizzate da organismi che prediligono ambienti ad energia moderata delle acque. Nel Cretacico medio la distribuzione delle zonazioni si rileva più marcata, con la formazione di unità morfo-ecologiche più differenziate, a partire dalla scarpata più inclinata verso il mare aperto, distinta dalla scogliera ecologica colonizzata da tipici organismi costruttori. La scogliera a sua volta si distingue nettamente dalla laguna aperta con fondali bene ossigenati con colonizzazioni anche in patckes reef. Nel Cretacico superiore, a causa di forti variazioni tettoniche, la caratteristica principale delle zonazioni è che queste, dalla laguna aperta, ai fondali mobili, alla scogliera ecologica, alla scarpata e al piede di scarpata, si raccordano progressivamente tra di loro ed infine con il bacino, formando il neritico aperto. Anche il neritico aperto viene colonizzato da organismi costruttori in estese formazioni. 55 Modelli ipotizzati di profili morfologici della Piattaforma Carbonatica del Matese Orientale in due momenti del Cretacico. neritico aperto laguna aperta scogliera ecologica rampa livello del mare piede di scarpata Cretacico superiore (Turoniano - Senoniano) Zonazioni di tipo Neritico aperto La morfologia dei fondali degrada dalla laguna aperta al piede di scarpata laguna aperta fondali mobili scogliera ecologica rampa piede di scarpata livello del mare Cretacio medio -inferiore Zonazioni di tipo Laguna aperta, Fondali mobili-Scogliera ecologica, Scarpata-Piede di scarpata Le zonazioni assumono caratteri morfologici più netti 56 Rocce carbonatiche. Proprietà fondamentali: Composizione, Tessitura, Struttura. Composizione : - carbonati (calcite, aragonite, dolomite), - minerali secondari (siderite, magnesite, rodocrosite), - costituenti minori (ossidi di ferro, pirite, selce, ecc.). Tessitura : - granuli e resti organogeni (impalcatura), - fango (matrice), - precipitati chimici (cemento). Struttura : - disposizione geometrica degli elementi tessiturali ad opera di processi fisici, chimici, biologici. Le strutture in particolari sono indicatrici di paleoambienti e quindi utili per la ricostruzione di questi. Alcune strutture primarie: strato, di corrente, di onda, prodotte dalla attività di organismi, chimiche. Neritico aperto. La zonazione si rileva, come già precisato, essenzialmente nel Cretacico superiore, quando si determina una evoluzione dei fondali con una nuova distribuzione delle comunità bentoniche; è evidente, tra l’altro: - nell’area, pro parte, che si estende da Bivio Bocca della Selva a Campitello Matese, nel Cretacico superiore, su Colle Salva Signore nel Santoniano-Campaniano, su Monte S.Polo, nel Turoniano e nel Santoniano-Campaniano. La piattaforma assume una nuova morfologia con il raccordo gradato dalla piattaforma aperta ai fondali mobili-scogliera ecologica, alla scarpata . Quest’ultima declina gradatamente verso il bacino. Il Neritico aperto pertanto può essere considerato come un unicum ecologico, nel quale le variazioni, ovvero le unità morfo-ecologiche, si rilevano in facies distintive ma graduali tra di loro. Alcune facies sono rappresentate nelle pagine seguenti. Taluni ambienti del Neritico aperto sono colonizzati da comunità a Rudiste che generano biostromi e bioermi. 57 mm tessitura granulare 4 fine 2 molto fine 1 molto grossolana 0,5 grossolana calcirudite 0,25 media 0,125 fine 0,062 molto fine 0,031 grossolana 0,016 media 0,008 fine 0,004 molto fine calcarenite calcilutite micrite Piattaforma aperta. La zonazione identifica essenzialmente l’ “Unità Laguna aperta”; si colloca dietro i fondali instabili; si rileva estesamente nel Matese Orientale ed in particolare: - su Monte La Costa, nel Barremiano-Aptiano medio, nell’Albiano; - a Campo Puzzo-Costa Alta, nel Cretacico medio-superiore; - nell’area dell’Arcichiaro, da Colle Antona, a Tre Torrette, a Costa Chianetta-S.Angelo, nel Cretacico superiore; - nell’area del Lago del Matese, da Sbregavitelli a Monte Miletto, a La Gallinola, nel Cretacico inferiore; - a Civita di Pietraroja, nel Barremiano-Albiano basale. La litologia è distinta da una grande varietà di carbonati, dai granulari alle micriti, con tessitura molto varia (peloidi, intraclasti, resti di fauna bentonica), dai grainstones ai mudstones, in dipendenza delle variazioni dei fattori ambientali con particolare riferimento alla energia dell’acqua da media a bassa con lieve incremento presso spiagge e bassofondali. La salinità è in genere normale, tendente verso l’ipersalino. La zonazione si colloca inoltre sopra il livello base delle onde e, pertanto, con circolazione moderata delle acque basse, a salinità normale. Il biota è costituito essenzialmente da colonizzazioni a Rudiste, Gasteropodi, Echinodermi, Spugne, Foraminiferi, organismi fissatori. Si rilevano formazioni biostromali e bioermali a Radiolitidi, Hippuritidi, Requienidi, 58 Clasificazione delle rocce carbonatiche secondo la tessitura (da Dunham, 1962) boundsone mudstone mudstone wackestone packstone grainstone packstone framestone wackestone grainstone matrice con granuli sparsi granuli più del 10% granuli con poco % di matrice granuli senza matrice framestone bindstone bafflestone bafflestone bindstone resti organici in rigida intelaiatura resti organici incrostati ed intrappolati resti organici come diaframma Scogliera ecologica-Fondali mobili. In Wilson, 1975, la zonazione è distinta nelle facies: - Organic reef of platform margin, - Winnowed platform edge sands. In questo contesto le due facies sono riunite in una unica denominazione essendo i “Fondali mobili” innanzitutto assai ristretti o addirittura non evidenti, poi influenzati fortemente dai caratteri morfologici sia della “Scogliera ecologica”, limitata in ampiezza, sia dalla “Scarpata” che, specialmente per il Cretacico superiore, si rileva a basso angolo di pendenza. La zonazione è evidente, tra l’altro: - su Monte La Costa, nell’Aptiano superiore e nel Cenomaniano, - a Guardiaregia (abitato nord-occidentale), nel Santoniano-Campaniano, - nell’area dell’Arcichiaro (presso il Ponte Arcichiaro), nel SantonianoCampaniano. La scogliera ecologica si colloca tra i fondali mobili e la rampa; è costituita da resti di organismi sessili e vagili in posizione di vita e non (bafflestone, framestone, bindstone); si rileva distinta nelle unità: - avanscogliera (margine esterno della scogliera e margine superiore della scarpata), con bioermi a Rudiste (Caprinidi e Radiolitidi) e accumulo di bioclasti, litoclasti, sabbie e fango carbonatico; - piana di scogliera e retroscogliera composta da bioermi a Rudiste (Caprinidi, Radiolitidi, Hippuritidi), bivalvi del tipo Chondrodonta, Nerineidi, rari coralli, bioclasti e sedimento di sabbie e fango carbonatico. Le comunità bentoniche sono diversificate secondo la morfologia dei fondali e l’energia del mare. I fondali mobili si pongono tra la scogliera ecologica e la piattaforma aperta e la loro morfologia varia continuamente a causa dell’elevata energia del mare. Gli ambienti sono caratterizzati da dune, spiagge, secche, barre, fondali bassi, costituiti dall’accumulo di resti molto elaborati di Rudiste, Coralli, Bivalvi, Gasteropodi ed altro in tritume e bioclasti. I fondali generalmente non sono colonizzati a causa della forte variazione 59 Neritico aperto Wackestone-packestone laminati Calcare bioclastico con cavità paleocarsiche, allungate, limitate da cementi radiassiali lungo i bordi e riempite di silt grigi. Le cavità non sono contemporanee alla deposizione dei sedimenti, ma sono dovute alla esposizione in ambienti subaerei. Età: Turoniano Provenienza: Quota 916 60 Neritico aperto Grainstone a bioclasti di Rudiste e coralli Sabbia grossolana costituita da tritume di Rudiste, coralli e gasteropodi, poco elaborati, senza classazione. L’ambiente sedimentario identifica fondali sopra il livello base delle onde, con correnti di acque in costante movimento. Età: Santoniano Provenienza: Colle Salva Signore 61 Neritico aperto Grainstone-packestone a Radiolitidi Bassofondo costituito da sabbia e fango con grani scarsamente elaborati, colonizzati da Radiolitidi. Gli individui, in sezioni trasversali della valva destra, sono in posizione di vita. La frazione scheletrica del sedimento è costituita da resti della stessa specie. Fondali a buon idrodinamismo. Età: Santoniano - Campaniano Provenienza: Colle Salva Signore 62 Neritico aperto Bancata a Rudiste Sabbia e fango costituiscono il substrato della colonizzazione a Radiolitide di tipo bioermale. Gli individui, in sezioni trasversali della valva destra, si presentano in posizione di vita. Età: Santoniano - Campaniano Provenienza: Colle Salva Signore 63 Scarpata - Neritico aperto Neritico aperto. 1 2 3 Wackestone a Conus sp. 1- spessore dello strato di calcare a Conus sp. 2- particolare del deposito 3- individui di Conus sp. isolati dalla matrice Età: Cretacico superiore Provenienza: La Gallinola. 64 Neritico aperto Sedimento a bauxite Il sedimento di bauxite contiene cavità paleocarsiche allungate più o meno planari. Le cavità paleocarsiche non sono contemporanee al sedimento di bauxite ma si sono costituite durante l’esposizione subarea di quest’ultimo nella sua deposizione. Età: Turoniano Provenienza: Colle delle Rose. 65 Scarpata- piede di scarpata. La zonazione si rileva tra la scogliera ecologica e il bacino. La Scarpata supera, si ipotizza, il 15% di inclinazione verso il bacino nel Cretacico medio-inferiore; è inferiore al 10% nel Cretacico superiore. La facies è costituita essenzialmente da sedimenti granulari e slumps; sottili strati di detrito, sabbia, fango e massi di fango. La litologia è variabile in dipendenza dell’energia del mezzo; è costituita in genere da brecce, sabbia e fango. La tessitura identifica wackestone-packstone a bioclasti e silt, litoclasti. Le strutture sono formate da slumps, strati, bioermi di scarpata, blocchi esotici. Il biota è a resti di organismi interi e in detrito. Il Piede di scarpata presenta: - litologie a sabbie calcaree scure, - tessiture a mudstones, - strutture a strati, lenti di sedimento gradato, litoclasti, blocchi esotici. Il biota è costituito da bioclasti e biodetrito derivanti dalla scarpata. Classi di spessore degli strati e delle lamine. Strati : - grossi banchi = più di cm 300, banchi = da cm 100 a cm 300, strati spessi = da cm 30 a cm 100, strati medi = da cm 10 a cm 30, strati sottili = da cm 3 a cm 10, strati sottilissimi = inferiore a cm 3. Lamine : - 66 lamine lamine lamine lamine spesse = da mm 30 a mm 100, medie = da mm 10 a mm 30, sottili = da mm 1 a mm 10, sottilissime = inferiore a mm 1. Piattaforma aperta Laguna aperta Wackestone - packstone a Radiolites sp. Calcare organogeno di biostroma Tra le due freccie: spessore della formazione biostromale Età: Cretacico superiore Provenienza: tra bivio Bocca della Selva - Campitello Matese Particolari del biostroma: - individui di Radiolites sp. - detrito di Radiolites sp. - matrice calcarea. Gli individui si rilevano, per la maggior parte, in sezione trasversale della valva destra. 67 Piattaforma aperta Laguna aperta Wackestone a Requienia pietrarojensis Mainelli. La litofacies è caratterizzata da resti della specie trasportati e da fango-calcareo. Ambiente lagunare sotto il livello base delle onde a bassa energia del mezzo. Età: Barremiano Provenienza: Monte La Costa 68 Piattaforma aperta Laguna aperta Wackestone a Monopleura varians Math. con pochi resti di gasteropodi. I resti, trasportati, sono immersi in un sedimento di fango calcareo. Età: Barremiano Provenienza: Monte La Costa 69 Scogliera ecologica Rudstone a Rudiste, coralli, gasteropodi, altri bivalvi. 1 Caprina distefanoi, valva sinistra 2 Bioerma a Durania montislacostae 1) La facies è costituita da: - resti di organismi costruttori di scogliera (Radiolitidi, Caprinidi, Coralli, Gasteropodi, Alghe, Orbitolinidi); - bioclasti, non elaborati, micritizzati, senza selezione; - sedimento sottoposto all’azione delle onde e delle correnti; - fondali poco profondi. 2) Bioerma (patch-reef) a resti di Durania montislacostae Mainelli colonizzati su un resto di valva sinistra di Caprina distefanoi Bohm. Età: Cenomaniano superiore Provenienza: Monte La Costa 70 Fondali mobili Rudstone bioclastico Calcare organogeno in deposito di barra a resti molto elaborati di Schiosia nicolinae Mainelli e rari resti di Monopleura sp. Sedimento costituito da bioclasti e sabbia soggetto a forte energia del mare. Età: Aptiano superiore Provenienza Monte La Costa 71 Piede di scarpata Resti di Rudiste (Caprinidi, Radiolitidi) fluitati, attraverso la scarpata, dalla scogliera ecologica e depositati in un sedimento fangoso-carbonatico scuro (Mudstone) formatosi ai piedi della scarpata. Età: Cenomaniano Provenienza: Campo Puzzo 72