Alla ZONA SACRA del MONTE PASUBIO Cima Palòn

Alla ZONA SACRA del MONTE PASUBIO Cima Palòn mlm 2232
DESCRIZIONE- NOTE STORICHE E GEOLOGICHE
- L’itinerario si svolge su strade, mulattiere e sentieri che permettevano il rifornimento delle truppe
di difesa italiane alla zona sommitale del Pasubio. Il Monte era considerato dagli austriaci di
notevole importanza strategica perché il suo superamento permetteva una facile invasione della
Pianura Veneta per sorprendere alle spalle il nemico sul fronte dell’Isonzo. Nonostante dure
battaglie anche corpo a corpo e la guerra di mine sotterranea sui due Denti del Pasubio gli austriaci
non riuscirono mai a sfondare.
…..La particolare importanza attribuita alla zona sommatale del Pasubio nel quadro della nuova
linea di resistenza sulle Prealpi Venete Occidentali, indusse il comando della II° Armata austriaca
a tentare l’intera conquista………
Malgrado gli italiani avessero subito dure perdite in conseguenza dell’attacco del 30 giugno 1916
(il terreno antistante q. 2100, presso le Sette Croci, era ancora cosparso di cadaveri), non
mostravano di desistere al loro atteggiamento offensivo,……..
…..Pilastro dell’intera sistema era cima Palon, mentre il Dente era considerato quale sua
posizione avanzata. Tanto l’una che l’altro erano muniti di molte postazioni in caverna per cannoni
e mitragliatrici, nonchè di un grande numero di caverne ricovero….
….All’alba del 20 ottobre 1916, le valorose truppe della 44° divisione si lanciarono a un nuovo
attacco contro il Dente austriaco e la fronte antistante verso il Ròite. Ma, a malgrado della loro
pertinacia, non poterono conseguirsi che scarsi progressi di fronte all’improvviso e violento fuoco
di fucileria e mitragliatrice ed ai ripetuti contrattacchi nemici……..
(fonte Viktor Schemfil “1916-1918 La Grande Guerra sul Pasubio”)
….Durante l’estate del 1917 anche le truppe italiane iniziarono a fortificare il loro “Dente” con un
vasto complesso di opere sotterranee. Attorno alla loro sommità scavarono una galleria, lunga m
110 e con un’apertura di cm 220x240, che con diverse diramazioni raggiungeva le caverne delle
mitragliatrici, dei cannoni e dei lanciamine….Il 3.3.1918 gli Austriaci iniziarono il caricamento
dell’esplosivo nelle due camere di scoppio….Per accelerare i tempi d’esplosione furono collocati
ben 200 ineschi; per maggior garanzia si aggiunsero due cavi per accensione elettrica (500 volt) e
8 micce con detonatore per un complessivo diametro di cm 80….. Ma anche i lavori nella camera
di scoppio italiana erano ultimati,… l’ora fissata … era in lieve ritardo su quella decisa dagli
Austriaci…Subito dopo la detonazione, dal Dente italiano di elevano fiamme fino a m 30 di altezza.
Per una buona mezz’ora le fiamme divampano dalle uscite delle gallerie “Belluno”, “Zero” e
“Parma”….Ma l’ondata di esplosivi si estende fino al Dente Austriaco….Tutte le condutture
elettriche della sommità austriaca vengono fuse dal calore…….Secondo Amedeo Tosti le vittime
accertate furono: 1 ufficiale e 485 soldati della brigata Piceno, e 1 ufficiale e 4 soldati del reparto
Genieri.
Così terminarono le operazioni belliche sotterranee del Pasubio …..
(fonte Schaumann La Grande Guerra 15/18)
- Su basamento di rocce metamorfiche e successive stratificazioni sedimentarie troviamo la
Dolomia Principale, formazione di roccia costituita da sedimenti carbonatici depositatisi alla fine
del periodo Triassico (carnico-norico-retico 210-231 Milioni di anni), che costituisce l’ossatura di
tutta la zona con i suoi precipiti fianchi. Al di sopra di questa troviamo: Calcari grigi di Noriglio di
età giurassica (giurassico inferiore 190-210/M) ricchi di fossili tra cui il foraminifero Orbitopsella
praecursor; Calcari oolitici di S. Vigilio, calcari bronzei a crinoidi e calcari rosati ricchi di
molluschi (giurassico medio 160-190/M); Rosso ammonitico veronese, calcari nodulari rossi con
interstrati di selce che contiene ammoniti (giurassico superiore 131-160/M), questi ultimi si
rintracciano sulla sommità dei rilievi compresi fra Col santo e il Monte Pazùl; le rocce dei periodi
successivi sono pressoché assenti: comunque vi si sono depositate, ma sono state smantellate in
tempi relativamente recenti per opera dell’erosione.
(fonte Berti).