ABSTRACT "La politica industriale comunitaria nel settore

ABSTRACT
"La politica industriale comunitaria nel settore siderurgico. Il caso di
Terni"
Dopo la IIa guerra mondiale l’Europa doveva pensare a ricostruire e a consolidare la propria
economia raggiungendo un progressivo distacco dalla dipendenza dall’economia dei paesi
d’oltre oceano.
Da non dimenticare inoltre il desiderio di prevenire l’insorgere di un eventuale conflitto francotedesco e di evitare di porre l’economia tedesca in posizione di inferiorità.
La Francia, potenza vincitrice, aveva una forte industria siderurgica mentre la Germania,
potenza sconfitta, possedeva la materia prima necessaria alla produzione dell’acciaio, il carbon
coke.
L’intuizione del “tecnico” Monnet fu quella di proporre una unificazione della produzione francotedesca dell’acciaio e del carbone, gestendola in condizioni di parità tra i produttori tramite il
controllo di una Autorità sovranazionale e aperta alla partecipazione di altri stati europei.
La CECA, Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, fu istituita con il Trattato di Parigi del
18 Aprile 1951 grazie all’iniziativa diplomatica francese.
L’obiettivo che si era posto Monnet con l’istituzione della CECA era quello della liberalizzazione
degli scambi nell’ambito più ampio di un mercato comune ove si sarebbero realizzati
l’abbattimento delle restrizioni quantitative e l’automatismo di tariffe doganali per regolare il
maggiore o minore afflusso delle merci tra i vari paesi, l’espansione delle produzioni
fondamentali, che ne sarebbe conseguita, avrebbe contribuito sia al miglioramento del tenore
di vita della popolazione sia al progresso delle opere di pace.
Il progetto Monnet risentì di tali intuizioni ma, indubbiamente, la spinta fondamentale
pervenne dall’aspirazione di regolamentare e gestire le produzioni del carbone e dell’acciaio al
di sopra delle parti eliminando quel prestigio di potenza e sopraffazione che le aveva
contraddistinte in passato.
Inizialmente vi aderirono, oltre a Francia e Germania, il Belgio, l’Olanda, il Lussemburgo e
l’Italia.
La CECA appare concepita per assolvere a precise funzioni ed assolvere a determinati obiettivi.
In particolare si ricerca la progressiva abolizione dei dazi, delle misure di contingentamento,
delle restrizioni quantitative, delle politiche dei doppi prezzi per i mercati interni e per le
esportazioni. Un mercato dove, in pratica, sarebbero state proibite politiche di discriminazione
tra produttori, consumatori od acquirenti in ordine alla formazione dei prezzi, alle condizioni di
consegna, alle tariffe di trasporto. Sarebbero state proibite le sovvenzioni e gli aiuti concessi
alle imprese dai singoli governi nazionali e non sarebbero state consentite le pratiche dirette al
soffocamento della concorrenza, alla ripartizione e allo sfruttamento dei mercati. A questi fini
l’assunzione, da parte della CECA, della sua più caratteristica e specifica funzione: quella di
organismo sopranazionale.