Religione e etica nella costruzione europea

Religione e etica nella
costruzione europea
UFME- Lourdes, 18-19. novembre. 2003
Introduzione
Quale posto, quale responsabilità della religione o delle religioni nella costruzione europea? E più in
generale: i valori morali hanno realmente un posto nello sviluppo dell’Unione europea?
Le Chiese e le religioni possono intervenire? Dove e come? E noi, come religiosi, siamo coinvolti? Quale responsabilità?
Per incontrare queste domande, procederò in tre tempi:
Uno sguardo prevalentemente storico: i valori morali nella storia dell’Unione europea.
Il posto della questione etica nel progetto europeo e la responsabilità delle religioni e delle comunità di
convinzione.
Un’analisi della posta in gioco politico-istituzionale intorno al progetto di Costituzione europea e della
Conferenza intergovernativa attualmente in corso.
1. Le motivazioni etiche nella costruzione europea
Il punto di partenza che conduce all’Unione europea, come la conosciamo oggi, è fondamentalmente
morale: la ricerca della pace.
1.1 Una volontà di pace
La prima istituzione europea, la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio), che ha portato
oggi all’Unione europea,- è nata da un progetto di riconciliazione e di pace: riconciliazione e creazione delle
condizioni di una pace durature tra i due nemici storici che erano la Francia e la Germania che, in meno di un
secolo, erano state all’origine di tre guerre micidiali.
Tre figure storiche, principalmente, sono all’origine di un progetto politico completamente nuovo. Da
parte tedesca, vi era il desiderio di legare fortemente la Germania occidentale all’Europa occidentale, in seguito
alla frattura del paese dovuta all’occupazione della sua parte orientale da parte dell’Unione sovietica. Si trattava
di passare dal confronto tradizionale con la Francia ad un’alleanza di pace, facendo uscire il paese dalla sua
posizione d’inferiorità politica. Già dal gennaio 1950, Konrad Adenauer, eletto cancelliere il 15 settembre 1949,
suggerisce di internazionalizzare con la Francia la produzione dell’acciaio. Il 9 marzo, durante una conferenza
stampa, suggerisce persino una unione politica completa tra la Francia e la Germania. La sua proposta è ricevuta
molto freddamente in Francia…
E’ in quel momento che Robert Schuman, ministro degli affari esteri francese, appoggiandosi ad una
proposta concreta ispirata da Jean Monnet, pronuncia il 9 maggio 1950 un discorso in nome del suo governo. Con
questa dichiarazione, propone alla Germania di mettere in comune le industrie del carbone e dell’acciaio, andando incontro alla preoccupazione di Adenauer.
Che cosa ricordare di questo primo atto? Le strade della riconciliazione e della pace passano per l’impulso di personalità con convinzioni che osano credere che malgrado gli odi o i risentimenti, malgrado le ferite non
rimarginate, è possibile incontrare l’altro, trovare delle strade che conducono alla pace, e attuare dei metodi che
creano dei nuovi legami. Queste personalità erano dei credenti, degli uomini di fede, di fede cristiana, come
Schuman e Adenauer o l’Italiano De Gasperi, o di fede umanistica, come Monnet o il Belga Spaak, che sono stati
i primi artefici dell’avventura europea.
Per molti Francesi e Tedeschi, l’idea stessa di una riconciliazione era all’epoca impensabile. Bisogna
valutare tutto il cammino percorso. Il 17 ottobre scorso, il cancelliere Schroeder, trattenuto da un’urgenza al
Bundestag, ha chiesto al presidente Chirac di rappresentarlo alla riunione dei capi di stato dell’Unione europea a
Bruxelles. Chi oserebbe sperare oggi che a una riunione di capi di stato, il presidente della Serbia rappresenti il
presidente della Croazia, o che il presidente della Bosnia rappresenti quello della Serbia? Un tale simbolo è
senz’altro una delle mete maggiori dell’avvenire dell’Unione. Ma per questo ci vuole la pazienza del tempo.
1.2 La pace oggi
Religione ed Etica nella Costruzione europea
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