evaletter
01/2010
Diventare imprenditrici:
un sogno che diventa realtà
Molte donne coltivano il sogno di
realizzare le proprie idee fondando
una nuova impresa. Tuttavia, la
passione e lo slancio da soli non
bastano. Di seguito vi presentiamo i principali aspetti finanziari
da tenere in considerazione al
momento di costituire un’azienda.
Bea, esperta consulente PR, si
appresta ad avviare un’attività
indipendente, ma non ha alcuna
intenzione di compiere un salto nel
buio. Per questo motivo pianifica
la costituzione della sua impresa
individuale con grande attenzione,
consapevole del fatto che, oltre alle
competenze tecniche, è necessario
possedere un ampio know-how supplementare per garantire una solida
gestione finanziaria dell’attività.
Fabbisogno di capitale e
definizione del budget
Per iniziare, Bea allestisce un prospetto relativo agli investimenti
iniziali necessari. Fra essi rientrano,
oltre agli acquisti, anche i costi relativi alla consulenza e all’elaborazione del logo aziendale, del sito, della
carta intestata, del materiale pubblicitario e molto altro ancora. Bea
è stupita dall’enorme quantità di
spese da affrontare e decide di fissare chiaramente le sue priorità, pur
lasciandosi un margine adeguato.
Se non si possiede un’adeguata
esperienza, non è affatto semplice
allestire un budget realistico per
un’attività commerciale. Proprio per
questo è fondamentale che Bea stili
un preventivo il più possibile affidabile, senza tralasciare alcuna voce.
Inoltre è necessario un budget privato per determinare il fabbisogno
di reddito. Del resto, prima o poi Bea
vorrebbe riuscire a mantenersi con
la propria attività. Ciò implica altresì
una netta distinzione tra le finanze
private e quelle commerciali.
Una volta definite le spese, occorre eseguire il calcolo altrettanto
complesso della cifra d’affari. Nel
costituire la propria azienda, Bea
deve mettere in conto anzitutto un
certo numero di ore improduttive,
ossia non imputabili ai clienti. Anche
quando in futuro l’impresa dovesse funzionare a pieno regime, la
titolare farebbe comunque bene a
calcolare un tempo sufficiente per
l’acquisizione di nuovi clienti, l’amministrazione e il perfezionamento.
Fabbisogno finanziario di Bea per l’avvio della propria attività
indipendente
Budget commerciale 1° anno
Tot. annuo
Infrastrutture
Affitto locali ad uso ufficio
9 600
Elettricità, riscaldamento, pulizie
1 200
Affitto parcheggio
1 800
Telefono fisso/cellulare/fax/Internet 3 600
Assicurazioni
Contributi personali AVS
6 000
Ass. per perdita di guadagno
2 500
Ass. di responsabilità civile
professionale/ass. commerciale.
1 000
Spese di viaggio
Assicurazione/tasse auto
2 000
Benzina/manutenzione/riparazioni
6 000
Treno/bus/pernottamenti fuori sede
1 500
Beni di consumo
Materiale di cancelleria/fotocopie
3 000
Porti
1 000
Lavoro di terzi
Fiduciario
4 000
Hosting/aggiornamenti sito web
1 500
Assistenza/riparazioni di apparecchi
1 200
Pubblicità
Spese clienti (pranzi di lavoro, ecc.)
4 000
Mailing, annunci ecc.
5 000
Perfezionamento
Letteratura specializzata/abbonamenti 2 500
Seminari/corsi
2 500
Tasse
Contributi ad associazioni/donazioni
1 600
Tasse ufficiali
500
Accantonamenti
Per auto/EDP/mobilia, ecc.
6 000
Totale costi di gestione
68 000
Reddito minimo auspicato
72 000
Cifra d’affari annua necessaria
140 000
Investimenti iniziali
Una tantum
Mobili per l’ufficio
Apparecchi:
EDP/telefono/fotocopiatrice
Impianti tecnici
Consulenza (fiduciaria, finanziaria)
Elaborazioni grafiche
Carta intestata, opuscolo, ecc.
Creazione sito web
Tasse/licenze software
Aperitivo inaugurale/
pubblicità per la nuova apertura
Fabbisogno di capitale 1
10 000
12 000
2 000
6 000
6 000
8 000
8 000
3 000
5 000
60 000
Calcolo cifra d’affari
Ore di lavoro settimanali
50 ore
Settimane di lavoro annue
48 sett.
Tot. ore annue
2 400 ore
40% per amministrazione/acquisizione
clienti/ perfezionamento
– 960 ore
Ore di lavoro produttive
1 440 ore
Possibile tariffa oraria CH F180 x 1 440 ore =
Cifra d’affari massima
259 200
Cifra
Utilizzazione
d’affari
1° anno 40 %
103 680
2° anno 50 %
129 600
3° anno 60 %
155 520
Fabbisogno di capitale 2
Disavanzo
del budget
– 36 320
– 10 400
46 720
Capitale di fondazione necessario
Fabbisogno di capitale 1 per investimenti 60 000
Fabbisogno di capitale 2 per la fase iniziale 46 720
Riserva di fluttuazione (1/2 cifra d’affari) 70 000
Totale fabbisogno di capitale
176 720
della cassa malati, poiché, a differenza di quanto accadeva presso
il suo datore di lavoro precedente,
non è più coperta dall’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni
LAINF.
Investire il capitale di previdenza
nell’impresa conviene?
Chi desidera fondare un’impresa
può finanziare tale progetto con il
capitale proprio o con quello di terzi.
Bea desidera evitare il più possibile
di ricorrere al capitale di terzi, il che
presuppone la disponibilità di una
base finanziaria adeguata. La donna
può contare su un importo complessivo di 80 000 franchi, 50 000
dei quali vengono utilizzati per la
fondazione dell’impresa e 30 000
per la costituzione di una riserva
d’emergenza.
A questo punto Bea deve stabilire
se, per finanziare il suo progetto, è
opportuno prelevare anche fondi
previdenziali del secondo o del terzo
pilastro. Quale titolare di una ditta
individuale, ha la facoltà di prelevare tali fondi non appena la cassa di
compensazione AVS di competenza
riconoscerà il suo status di lavoratrice indipendente. A questo punto Bea
deve valutare con estrema attenzione se è davvero disposta a mettere
in gioco l’avere di vecchiaia risparmiato. Ella decide di non attingere
alla propria cassa pensioni e di versare il capitale su un conto di libero
passaggio. Preleva invece i fondi
depositati sul conto del pilastro 3a
e, una volta pagate le imposte sul
capitale, può contare su ulteriori
70 000 franchi.
Per l’importo rimanente, pari a circa
57 000 franchi, Bea chiede ai genitori un prestito a richiesta a basso
interesse, che le consente di prelevare i fondi solo nel momento in cui
ne ha una reale necessità. Per Bea
si tratta della soluzione più flessibile
tra cui scegliere.
Bea sa di non essere tenuta a
occuparsi della previdenza per la
vecchiaia. All’inizio della sua attività indipendente, peraltro, questo
aspetto non è fondamentale. Tuttavia, preferisce non rimandare troppo a lungo, poiché occorre diverso
tempo per accumulare un risparmio
adeguato. A differenza di molti altri
lavoratori indipendenti, Bea può
anche decidere di affiliarsi alla cassa
pensioni della sua associazione professionale e di apportarvi il capitale
di libero passaggio LPP a sua disposizione.
Assicurazioni e previdenza su
misura
L’azienda nasce e tramonta insieme
al suo responsabile. Cosa accadrebbe se Bea dovesse assentarsi a breve
o lungo termine, ad es. in seguito a
una malattia o a un infortunio? La
titolare non può prescindere dalle
seguenti assicurazioni, che devono
essere verificate e adeguate regolarmente:
• indennità giornaliera in caso di
malattia o infortunio
• rendite per incapacità di guadagno (invalidità) dovuta a malattia
o infortunio
• capitale o rendite in caso di decesso (ad es. per coprire il prestito
concesso dai genitori).
Avendo deciso di fondare una ditta
individuale, Bea deve includere l’infortunio nell’assicurazione di base
Bea considera il terzo pilastro una
soluzione un po’ più flessibile per la
sua impresa start-up. Apre quindi un
conto 3a presso la propria banca, sul
quale può versare ogni anno fino al
20% dell’utile conseguito, deducendolo dalle imposte. Nel primo anno
di attività, Bea prevede di realizzare
un utile pari a circa 60 000 franchi,
che le consentirebbe di effettuare
un versamento già di tutto rispetto, pari a 12 000 franchi. Passo
dopo passo, l’imprenditrice potrà
poi accrescere e consolidare il suo
avere di previdenza.
«Si tratta di una pianificazione
finanziaria decisamente complessa», ammette Bea al termine di
questa prima fase preparatoria. «Ma
sono convinta che valga la pena
di non lasciare al caso aspetti così
importanti».
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