frontespizio-indice-ABSTRACT della tesi di Claudio Farneti…

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE
FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA
CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNICHE DELL’INTERCULTURALITÀ
TESI DI LAUREA IN PEDAGOGIA INTERCULTURALE
L’INTEGRAZIONE DEI MINORI STRANIERI IN ITALIA:
IL CASO DELL’ EMILIA-ROMAGNA
Laureando:
Relatore:
Claudio Farneti
Prof. Aldo Becce
Correlatore:
Prof.ssa Letizia Bindi
Anno Accademico 2005/2006
Premessa ............................................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Indice
Introduzione ..................................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
PARTE PRIMA: INTERCULTURA, IDENTITÀ, INTEGRAZIONEErrore.
Il
segnalibro non è definito.
Capitolo primo - Intercultura: orizzonti e prospettive Errore. Il segnalibro non è definito.
1.1 Uno sguardo al panorama italiano ...................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
1.2 Multiculturalismo ed interculturalità.................................. Errore. Il segnalibro non è definito.
1.3 Simpatia ed empatia nell’approccio con la diversità ........ Errore. Il segnalibro non è definito.
Capitolo secondo - Il concetto d’identità: elementi teoriciErrore. Il segnalibro non è
definito.
2.1 L’identità tra purezza e contaminazione ............................ Errore. Il segnalibro non è definito.
2.2 L’identità nel dibattito odierno ............................................ Errore. Il segnalibro non è definito.
2.3 Il superamento necessario .................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Capitolo terzo - Le nuove frontiere dell’integrazione Errore. Il segnalibro non è definito.
3.1 Modelli d’integrazione a confronto ..................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
3.2 Le problematiche dell’adesione culturale........................... Errore. Il segnalibro non è definito.
3.3 La sfida della “doppia etnicità” ........................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
PARTE SECONDA: LA CONDIZIONE DEI MINORI STRANIERI IN EMILIAROMAGNA ...................................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Capitolo quarto - I minori stranieri: le risposte dell’Emilia-RomagnaErrore.
Il
segnalibro non è definito.
4.1 La presenza dei minori stranieri in Emilia-Romagna ....... Errore. Il segnalibro non è definito.
4.2 Linee guida e programmi d’intervento............................... Errore. Il segnalibro non è definito.
4.3 Le politiche di inserimento: piani generali ......................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Capitolo quinto - Progetti d’integrazione dei minori stranieriErrore. Il segnalibro non
è definito.
5.1 Aree d’intervento ................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
5.2 Un’analisi critica..................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
PARTE TERZA: AGGREGAZIONE ED INTEGRAZIONE: ESPERIENZE A
CONFRONTO ................................................................................. Errore. Il segnalibro non è definito.
Capitolo sesto - Aggregazione ed intercultura in Emilia-RomagnaErrore. Il segnalibro
non è definito.
6.1 Linee d’indirizzo .................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
6.2 Quadro normativo in materia .............................................. Errore. Il segnalibro non è definito.
6.3 Verso una progettazione partecipata .................................. Errore. Il segnalibro non è definito.
Capitolo settimo - I centri interculturali in Emilia-RomagnaErrore. Il segnalibro non è
definito.
7.1 Genesi e diffusione dei centri interculturali ....................... Errore. Il segnalibro non è definito.
7.2 Dinamiche di funzionamento............................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
7.3 Per una territorialità attiva: esperienze a confronto.......... Errore. Il segnalibro non è definito.
7.4 Riflessioni critiche .................................................................. Errore. Il segnalibro non è definito.
Capitolo ottavo - L’aggregazione giovanile: quadro di riferimentoErrore. Il segnalibro
non è definito.
8.1 Nascita e sviluppo dei Centri di Aggregazione Giovanile (C.A.G.): dalla prevenzione alla
promozione............................................................................ Errore. Il segnalibro non è definito.
8.2 Il modello educativo: animazione e pedagogia attiva ...... Errore. Il segnalibro non è definito.
8.3 Protagonismo e tempo libero ............................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
8.4 Aggregare ed integrare ......................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Conclusioni....................................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Indice
APPENDICE ..................................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
BIBLIOGRAFIA ............................................................................. Errore. Il segnalibro non è definito.
L’INTEGRAZIONE DEI MINORI STRANIERI IN ITALIA: IL CASO DELL’EMILIA-ROMAGNA
ABSTRACT DELLA TESI
Lo studio qui condotto nasce dal Progetto di Ricerca intitolato “L’integrazione dei
minori stranieri in Italia”, patrocinato da Unicef e Caritas e affidato al coordinamento
scientifico della Cattedra di Antropologia Culturale del Corso di Laurea in Scienze e
Tecniche dell’Interculturalità dell’Università di Trieste. Si tratta di un lavoro di ricerca, condotto su scala nazionale, concretizzato nella raccolta di azioni promosse da istituzioni, amministrazioni locali e privato sociale, volte ad attuare e migliorare
l’inserimento dei minori stranieri nella società d’arrivo.
La ricerca si è basata dunque sul monitoraggio delle dinamiche politico-sociali a
tutti i livelli , in termini di “buone pratiche” inerenti l’integrazione delle seconde generazioni nella realtà d’accoglienza.
La rilevazione è stata condotta da un gruppo di lavoro composto da tredici studenti, ognuno dei quali è stato incaricato di monitorare la realtà in questione in una o
più Regioni d’Italia, in modo da poter raccogliere approfonditamente dati relativi alle
specificità degli Enti Locali, nell’ordine sequenziale di Regione, Province e Comuni
capoluogo.
Il lavoro è stato suddiviso in tre fasi principali:
- la prima, effettuata tramite ricerca sul Web, ha focalizzato la rilevazione di progetti e servizi rivolti ai minori stranieri attivati a partire dal 2000;
- la seconda si è svolta attraverso il contatto diretto con responsabili e referenti
delle istituzioni o associazioni promotrici, finalizzato all’attestazione delle qualità dei
progetti presi in esame;
- l’ultima ha visto la stesura di un breve report, riportante in forma scritta i dati
raccolti nelle fasi precedenti.
Il materiale frutto della ricerca comprende sia la normativa in materia di minori
stranieri, dunque pubblicazioni diffuse in rete, rassegna stampa, studi e ricerche, sia
le pagine dei siti Internet che offrono servizi e progetti alle cosiddette “seconde generazioni” di immigrati.
ABSTRACT
L’integrazione dei minori stranieri in Italia: il caso dell’Emilia Romagna
L’obiettivo di tale progetto è quello di realizzare annualmente un report che descriva la situazione delle seconde generazioni in Italia. Una prima pubblicazione a
cura di Caritas italiana e Comitato Italiano per l’Unicef, recante il titolo “Uscire
dall’invisibilità. Bambini e adolescenti di origine straniera in Italia”, è uscita proprio
nel 2005, e rappresenta una prima testimonianza dell’impegno volto a concretizzare
l’interesse verso i nuovi orizzonti e le nuove prospettive che le seconde generazioni
portano nel campo delle politiche dell’ immigrazione.
L’ambito territoriale di ricerca che qui si analizza è quello della Regione EmiliaRomagna, e, in qualità di referente di tale realtà, ho raccolto materiale relativo al periodo 2000-2005 di progettualità poste in essere dagli enti pubblici e dal privato sociale su due particolari ambiti di azione: da una parte l’intercultura, e dall’altra le politiche giovanili, così da coniugare due ambiti fondamentali per cogliere compiutamente
le iniziative volte all’inserimento dei minori stranieri.
Venendo ora allo studio in oggetto, il lavoro qui presentato è suddiviso in tre diverse sezioni, che corrispondono ad altrettante prospettive di analisi della questione
dell’integrazione degli immigrati nel panorama della società contemporanea, segnatamente rispetto alla situazione presente all’interno della Regione Emilia Romagna.
La prima parte si concentra su tre dei concetti principali che attengono alla sfera
dell’immigrazione, ravvisabili nel quadro delle tre “I”, ovvero intercultura, identità
ed integrazione.
La parte in questione propone una disamina, centrata sui tre concetti succitati (cui
corrispondono altrettanti capitoli), muovendo da spunti teorici offerti dal panorama
del dibattito odierno sul tema e dagli studi contemporanei in materia.
La seconda parte riguarda invece più da vicino la condizione dei minori stranieri,
originando dai risultati della ricerca compiuta sulle buone prassi di integrazione degli stessi, promosse ed attuate da Ente pubblico e privato sociale nella Regione Emilia
Romagna. In questo caso l’analisi è suddivisa in due capitoli, in cui il primo offre un
quadro generale dell’immigrazione in Emilia Romagna in termini di consistenza numerica, politiche generali di inserimento e linee guida dei programmi d’intervento,
mentre il secondo riserva ad ogni settore d’intervento - Sanità, Formazione ed Educazione, Giustizia e Assistenza Sociale - uno specifico paragrafo, concludendo con
un’analisi critica dei risultati raccolti.
ABSTRACT
L’integrazione dei minori stranieri in Italia: il caso dell’Emilia Romagna
La terza parte rappresenta invece una sorta di restringimento dell’ottica sulla situazione sino a quel punto presentata, una specie di focalizzazione su due aspetti di
grande interesse in tema di rapporto di relazione e socializzazione fra soggetti di diversa estrazione culturale ed etnica. Si tratta della realtà dei Centri Interculturali e di
quella dei Centri di Aggregazione Giovanile dislocati sul territorio della Regione Emilia Romagna.
I tre capitoli che sviluppano la consistenza delle due realtà, si occupano rispettivamente delle linee d’indirizzo che informano quegli interventi, di genesi, contenuti
e dinamiche di funzionamento dei Centri Interculturali, e di nascita, sviluppo, modello educativo ed integrazione propri della realtà dei Centri di Aggregazione Giovanile in Emilia Romagna.
Il motivo che ha orientato questo tipo di scelta, è ravvisabile nella convinzione
dello scrivente per cui proprio realtà come quelle succitate, per il fatto di coinvolgere
in prima persona figure professionali quali quelle di educatori, animatori, psicologi e
mediatori culturali, offrono elementi di enorme interesse sotto i profili di studio propri della pedagogia interculturale e dell’antropologia culturale.
A questo proposito, ciò che lega educazione interculturale ed antropologia è
l’incontro con l’alterità, intesa come lo studio della filiazione, della somiglianza e della differenza costitutiva di ogni individualità. L’alterità, in questo senso, diviene una
nozione relativa e congiunturale per il fatto che essa emerge solo in presenza di un
interlocutore, dunque di una relazione.
Sempre a proposito di spazi di continuità fra materie distinte, anche le nozioni di
cultura, di etnia e di processo educativo, sono concetti comuni tanto alla pedagogia
interculturale quanto all’antropologia, pur avendo essi assunto nel tempo significati
diversi. Cultura ed etnia, infatti, non indicano realtà statiche, ma rappresentano costrutti culturali tramite i quali i gruppi producono definizioni del sé e dell’altro collettive e distintive.
A questo riguardo, lo sguardo antropologico è importante per aprire una riflessione rinnovata sull’alterità, sguardo che va ad intrecciarsi con quello della pedagogia interculturale, in forza della familiarità che le due discipline hanno con la diversità.
ABSTRACT
L’integrazione dei minori stranieri in Italia: il caso dell’Emilia Romagna
dott. Claudio Farneti