VELIATEATRO 2013 – L’intervista all’autore
Area archeologica di Elea-Velia – Ascea (Sa)
Mercoledì 28 agosto ore 21
«Menzogna, arte e verità»
Franca D’Agostini, autrice del libro «Menzogna», discute di alcuni temi del dibattito filosofico
Sul palco ai piedi della Torre medievale sull’acropoli dell’antica Elea-Velia, Franca D’Agostini, filosofa del
Politecnico di Torino e dell’Università di Milano, introduce l’ultima serata di VeliaTeatro 2013, mercoledì 28
agosto (ore 21), parlando di «Menzogna, arte e verità». A lei, autrice del libro dal titolo «Menzogna»
(Bollati Boringhieri), sono state rivolte alcune domande.
Professoressa D’Agostini, che significato ha per un filosofo discutere nell’antica patria di Parmenide e
Zenone?
Non è difficile rispondere: se c’è un luogo in cui la filosofia dovrebbe trovarsi «a casa sua» è precisamente
Elea. Non è necessario aderire completamente alle tesi di Martin Heidegger, o Emanuele Severino, teorici
del «ritorno a Parmenide», per riconoscere che con gli eleati inizia il lungo dialogo che oggi chiamiamo
«storia della filosofia». In particolare, per quel che mi riguarda, inizia con Zenone, che Aristotele
considerava «l’inventore della dialettica».
Il titolo dell’incontro «Menzogna, arte e verità» racchiude l’arte tra verità e menzogna: quale è il ruolo
dell’arte nel rapporto tra i due concetti?
L’arte sembra essere nemica del dire il vero, cioè «le cose come stanno». La prima mossa dell’arte è
distogliersi dal mondo così come è e appare, e creare possibilità divergenti, distorcere, trasformare. A volte
questa procedura è stata assimilata alla menzogna, anzitutto da Nietzsche, nello scritto «Su verità e
menzogna in senso extramorale», ma è un errore. Mentire significa voler far credere vero quel che si sa o si
crede essere falso; l’arte invece è un modo di far parlare la verità, in particolare la verità sul mondo come
potrebbe essere e non è.
La nostra società sembra celebrare il trionfo della menzogna: come spiega questo fatto, alla luce
dell’analisi compiuta nel suo libro («Menzogna», Bollati Boringhieri)?
È piuttosto semplice: in democrazia il potere è nelle mani del demos, e delle scelte che gli individui fanno,
sulla base di quel che credono e sperano, ed è estremamente facile – come già si vide all’epoca dei greci –
manipolare le credenze, falsificando la realtà. In particolare l’Italia degli ultimi anni è stata inchiodata a una
situazione che Hannah Arendt avrebbe chiamato di «menzogna organizzata»: i giornali di destra sono stati
impegnati a diffondere una versione dei fatti tendenziosa, composta di mezze verità e totali falsità, che
dovrebbe servire a difendere il leader della destra incriminato in vari processi. Lasciamo da parte quanto ciò
sia giusto o ingiusto. Resta che l’organizzazione del non vero (quasi inevitabile quando un avvocato vuol
difendere un presunto colpevole) ha fatto grande danno alla vita pubblica italiana, creando conflitti
insensati, sulla base di ragioni false o assurde. Difficile pensare che un filosofo possa restare insensibile di
fronte a una situazione di questo tipo.
L’appuntamento. Nella settima e ultima serata di VeliaTeatro 2013, mercoledì 28 agosto alle ore 21
sull’acropoli dell’area archeologica di Elea-Velia, ad Ascea (SA), è in programma «Menzogna, arte e verità»,
incontro con la filosofa Franca D’Agostini che discute delle tematiche evidenziate dalla sua più recente
pubblicazione, «Menzogna» (Bollati Boringhieri). A seguire, la rappresentazione di «Le Rane», commedia di
Aristofane messa in scena dalla compagnia «La Bottega del Pane».
Ufficio Stampa VeliaTeatro Bartolomeo Ruggiero: [email protected][email protected] – 329 3267300