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Il test RNA-HPV
Un nuovo approccio diagnostico-molecolare
nella prevenzione del carcinoma della cervice.
a cura della dott.ssa Paola Bruni
Biologia Molecolare del Laboratorio
di Biodiagnostica Montevergine-Malzoni
c/o DIAGNOSTICA MEDICA
Numerosi studi epidemiologici, clinici e di
biologia molecolare hanno evidenziato
che la maggior parte dei tumori della
cervice sono associati ad un’infezione
da Human Papilloma Virus (HPV). La
presenza dell’HPV è molto comune
sia negli uomini che nelle donne. Il virus si trasmette principalmente per via
sessuale e oltre l’80% delle donne sono
portatrici di uno o più genotipi di HPV nel
corso della loro vita. Nella maggior parte
dei casi il sistema immunitario elimina
direttamente il virus dal corpo.
Esistono molti genotipi HPV, ma solo
alcuni inducono una trasformazione
cellulare. É importante quindi identificare precocemente la trasformazione
cellulare indotta da questi HPV ad alto
rischio, in modo da prevenire lo sviluppo
del cancro della cervice.
I Papillomavirus umani appartengono
alla famiglia dei Papovavirus o Papovaviridae. Questa è una grande famiglia di
virus a DNA i cui geni sono parzialmente
sovrapposti e leggibili con diversi codici
di lettura. Il profilo dell’espressione genica
permette di evidenziare una regione
codificante proteine precoci-funzionali
(da Early come E2, E6, E7 etc.) e una
codificante proteine tardive-strutturali
(da Late come L1 etc.). Le proteine più
studiate sono E6 ed E7 che hanno un
potere oncogenico. (Foto1)
Sono stati ad oggi identificati più di 100
tipi di HPV sulla base dell’omologia tra
il genoma di un altro tipo già definito;
foto 1
di questi 35 sono stati identificati come
agenti eziologici implicati nello sviluppo
di lesioni ano-genitali.
L’infezione genitale da HPV, viene
considerata una malattia sessualmente
trasmessa. La sua maggiore incidenza è
compresa fra 20 e 40 anni, più frequente
in individui con promiscuità sessuale.
Grazie alla biologia molecolare è stato
possibile identificare diversi sottotipi in base
allo loro associazione con lesioni maligne.
I sottotipi a basso rischio oncogeno (6,
11, 41, 42, 43, 44) sono normalmente
associati a lesioni epidermoidali benigne
come verruche, papillomi e condilomi. I
sottotipi ad alto rischio (16, 18, 31, 33, 35,
39, 45, 46, 51, 52) si riscontrano in molte
Difesa del sistema immunitario
Portatrice
di
HPV
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Infezione
da
HPV
Infezione
da
HPV
oncogeno
Persistenza
Infezione
da
HPV
oncogeno
foto 2
Cancro
della
Cervice
patologie maligne del tratto genitale
inferiore femminile (carcinoma della
cervice) e in quello maschile anche
se con una frequenza minore.
Decorso dell’infezione da HPV
L’infezione da HPV del tratto genitale
nella maggior parte dei casi è condizionata dall’equilibrio fra ospite ed
agente infettante.
Dopo il contagio il virus può scomparire, vinto dalle difese dell’organismo,
o rimanere latente anche per lunghi
periodi di tempo. In molti casi, donne
positive per la presenza del DNA dell’HPV non manifestano sintomi clinici
caratteristici di un’infezione da HPV,
rimanendo portatrici del virus, o eliminandolo completamente.
Altre pazienti sviluppano lesioni citologiche di basso grado che possono
regredire, persistere inviariate o, più
raramente, progredire.
La permanenza dell’HPV allo stato
latente è un aspetto cruciale per la
biologia di questo virus, spiegando le
recidive ed anche la fluttuazione nel
tempo della presenza del DNA virale
nei tessuti. (foto 2)
La trasformazione in senso neoplastico delle cellule della cervice uterina
avviene in seguito all’integrazione del
DNA virale nel genoma dell’ospite ed alla
successiva produzione di due proteine
con attività oncogenica, E6 ed E7, che
sono necessarie sia per l’induzione che
per il mantenimento del tumore. Infatti,
numerosi studi hanno dimostrato che la
presenza di tali proteine è necessaria
per lo sviluppo delle lesioni di alto grado.
Il gene E6 del virus dell’HPV interferisce
con il normale processo di differenziamento delle cellule epiteliali, mentre il
gene E7 sembra avere un ruolo nell’immortalizzazione delle cellule. Infatti, E6
Foto 3
Il test è molto sensibile ed quindi in grado di rilevare le infezioni
allo stadio iniziale, molto prima che le modificazioni cellulari
siano visibili in un normale campione di
cellule studiato al microscopio.
Attraverso l’identificazione dell’RNA
messaggero che codifica per queste
due proteine questo test permette di
evidenziare la presenza di cellule trasformate e di seguire la progressione
del tumore, laddove i test tradizionali
(DNA-HPV o PCR) possono solo verificare
la presenza del virus.
Attraverso questa nuova generazione
di Test è quindi possibile avere 3 livelli
di informazione:
-Integrazione del Papillomavirus (necessaria all’espressione di E6 ed E7 e quindi
Foto 4
alla trasformazione cellulare)
Cosa fare?
Cercare l’mRNA con un
nuovo test che aiuta a
prendere una decisione.
Quando effettuare il
test?
1) Quando si esegue un
pap-test, con un unico
prelievo, il campione raccolto può essere utilizzato
per la ricerca dell’mRNA
delle proteine oncogeniche E6-E7.
2) Per determinare il vero
rischio di carcinoma della
cervice uterina.
3) Per permettere un
corretto follow-up post
operatorio
Come effettuare il test?
Per il test RNA-HPV vengono utilizzate le cellule
della cervice rimanenti nel
buffer di conservazione
utilizzato per il PAP-test.
L’RNA cellulare viene
estratto dalle cellule ed
utilizzato per una amplificazione mediante
metodica NASBA che
rileva l’espressione tipo
specifica dei 5 genotipi
di HPV presenti nel 98%
dei tumori della cervice
(16, 18, 31, 33, 45).
lega ed induce la degradazione di una
proteina cellulare, denominata TP53, che
normalmente regola la proliferazione e
la sopravvivenza cellulare, mentre E7
lega ed inattiva un’altra proteina cellulare, definita p105RB, che costituisce
un importante regolatore del processo
di divisione delle cellule della cervice
uterina. (foto 3)
Fino ad ora l’identificazione delle cellule tumorali (attraverso il pap-test) e la
determinazione della presenza del DNA
virale (DNA-HPV test o PCR) sono state le
tecniche più utilizzate nella prevenzione
del cancro della cervice.
L’alta prevalenza di soggetti positivi al
test DNA-HPV però non corrisponde alla
bassa incidenza di tumori della cervice.
Si è visto infatti che non è l’intero virus
ad avere un ruolo attivo nel processo di
carcinogenesi, ma la produzione delle
oncoproteine E6 ed E7.
Inoltre il test DNA-HPV fallisce quando il
DNA del virus si va ad integrare in quanto vengono distrutte alcune sequenze
del DNA.
-Presenza dell’espressione oncogenica dell’HPV (indicazione
della presenza di cellule trasformate)
-Presenza dell’mRNA specifico dell’HPV
(tipizzazione dei 5 genotipi più frequenti
nei tumori della cervice)
Il cancro della cervice uterina può essere
prevenuto attraverso la determinazione
ed il monitoraggio della trasformazione
cellulare in uno stadio precoce.
Dato che la maggior parte delle infezioni
da HPV è transiente, è importante determinare la persistenza di un infezione
da HPV che esprime E6 ed E7 e quindi
trasformante.
Il test RNA-HPV rileva il 96-98% delle
donne a rischio di sviluppare cancro
della cervice indotto da HPV.
Via Nazionale Torrette 146 - 83013 Mercogliano (Av)
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