Istituto d'Istruzione Superiore "M. Paglietti" Porto Torres Relazione Materia:____Italiano_________ Lavoro in: GRUPPO di n°: 3 Cognome degli allievi: Urgeghe, Giovanetti, Carta SINGOLO nome e cognome dell' allievo: titolo della relazione: ''Cocaina Colombiana nel mondo'' . La cocaina è una sostanza prodotta nel sud America più precisamente in Bolivia Colombia e Messico da boss e da capi di associazioni malavitose internazionali ovvero collegati ad altre associazioni malavitose di altre nazioni che possiedo vaste terreni. La cocaina prodotta dalle foglie della pianta omonima dopo essere prodotta in enormi piantagioni composte da svariati ettari viene poi raccolta da lavoratori sotto pagati facenti parte delle popolazioni locali, costretti e sottomessi da questi boss. La foglia della pianta dopo essere stata raccolta in grandi quantità,di cm 5 all’1% di cocaina, vengono buttate in barili o in buche nel terreno a macerare, mescolate al cherosene o altri solventi, per farne una specie di pasta polposa che viene trattata con acido cloridrico per eliminare le impurità ed altre sostanze chimiche superflue. Quando il processo è finito si ha il cloridrato di cocaina sotto forma di polvere cristallina, bianca ed inodora che raggiunge un grado di purezza fino al 90-100%; un altro solvente usato il benzene, il ricavato di questo processo viene poi portato in laboratori illegali ed abusivi chiamati “cristalizaderos” dove viene tritata e macinata per estrarre la sostanza liquida principale che compone lo stupefacente, successivamente questa sostanza viene mischiata, impastata con un materiale polveroso per rendere più densa creare il cloridrato e facilmente solidificabile l'amalgama dopo essere messa in stampi per creare le così dette “panette”. Le panette, poi vengono vendute ai narco-trafficanti che poi la rivendono dopo averla mischiata a sua volta con altri materiali nocivi al corpo umano come:lattosio, mannite, procaina, lidocaina, glucosio, caffeina, talco, chinino e la morfina stessa ( Questo processo viene chiamato “steccatura”) ai corrieri che la spediscono utilizzando talvolta tecnologie poco avanzate e molto coraggio in altre nazioni dove, altri capi malavitosi di altre nazioni, comprano la cocaina pura con una percentuale che va dal 90% al 60% mischiandola con altre sostanze chimiche e nocive per rendere l'effetto dopo l'assunzione della sostanza stupefacente più forte e per aumentare la quantità delle dosi.. I boss poi la rivendono agli spacciatori che la portano e la smistano nelle città dove altri piccoli spacciatori l'acquistano e la rivendono i piccole quantità chiamate dosi sino ad arrivare al consumatore, che acquista la sostanza e la assume per inalazione o endovena con un' effetto devastante nella persona che somministra questa sostanza creando un flash di piacere intenso in tutto il corpo. In che mani passa la cocaina: Produttore (colombiani e messicani) Narcotrafficanti Corriere Spacciatori (Grandi Boss malavitosi) Piccoli spacciatori Piccoli spacciatori Per la lotta contro la produzione l'esportazione e lo spaccio di droga i governi mondiali spendono molti soldi. Per esempio il governo americano con il sostegno dell'associazione Plan Colombia dispone di più di quattro miliardi forniti da contribuenti e da altre associazioni come la Plan Colombia che contribuisce con il governo di Washington. Questi fondi vengono utilizzati dal governo per missioni militari segrete della CIA del dipartimento dei narcotraffici(salari dei militari, armi, veicoli e carburanti), la distruzione delle piantagioni e per il servizio governativo per la protezione dei testimoni. Molto spesso però i servizi militari mondiali non riescono ad eseguire le operazioni nei migliori dei modi così i soldi messi a disposizione dai contribuenti vanno persi. 1200 1000 800 2007 600 2006 400 2005 200 2004 2003 0 2005 2005 2006 2007 2008 2006 2003 674 784 859 859 2007 2004 687 937 1008 1008 2008 2005 910 980 980 2006 984 984 2007 994 2003 2004 2005 2006 2007 Annualmente L'ONU pubblica rapporti con dati forniti dagli stati del mondo che partecipano e quindi stanziano fondi per la lotta contro la produzione e lo spaccio di droga. Però esaminando anno per anno i rapporti stillati dall'ONU si notano delle anomalie nelle statistiche. Esaminando i rapporti dal 2005 al 2008 che rappresentano i sequestri di coca dal 2003 al 2007 possiamo vedere che variano di anno in anno. Prendiamo come esempio il rapporto fatto nel 2005 della produzione del 2003 e subito vediamo che dal 2005 al 2006 i grafici sono differenti perché i numeri variano e di molto; nel 2005 i numeri sono 674 nel rapporto del 2006 sono 784; nel 2007 e 2008 i numeri nei rapporti salgono ancora sino a 859. Aumentando le stime della produzione di coca per avvicinarle ai dati reali significherebbe il fallimento del Plan Colombia e dei Lo schema sotto illustrano mostra la produzione di coca nel 2007, 994 778 216 78,26% 21,74% sequestri di cocaina nel 2008 QUANTITA SUPERIORI A 10 Kg quantità per il consumo mondiale In Chimica: Cocaina Formula bruta C H NO 17 21 4 o molecolare Massa 303,353 g/mol molecolare (u) Aspetto cristalli bianchi, inodori e amari Solubilità in acqua 1800 mg/mL (20 °C) Temperatura di fusione (K) 371,15 Indicazioni di sicurezza La cocaina (benzilmetilecgonina) è uno stupefacente che agisce sul sistema nervoso. Modello 3D della molecola di Cocaina È un alcaloide che si ottiene dalle foglie della coca (Erythroxylum coca), pianta originaria del E non è finita QUI!!! e lo Stato che dice?? Colombia, fallito il piano di estirpazione. Coltivazioni aumentate del 27% in un anno . Immaginiamo una campagna di guerra, che costa tempo, denaro e vite umane. Che dopo dieci anni lascia il nemico forte quanto prima. E provoca danni collaterali difficili da calcolare, in economia, in politica, nell’opinione pubblica. Insomma un fallimento, che invita al ritiro unilaterale. Come se non avesse già abbastanza problemi e fronti aperti, Barack Obama si troverà nei prossimi mesi davanti al dilemma coca. Che senso ha per Washington continuare a spendere miliardi di dollari per distruggere le piantagioni in Sudamerica, quando negli Stati Uniti, ma anche in Europa, è ormai evidente che la politica non funziona? Che mentre gli aerei sorvolano le Ande spargendo veleni sui campi e i soldati scendono dagli elicotteri con i machete, il mondo non ha mai avuto a disposizione tanta cocaina e a prezzi sempre più accessibili? E intanto l’industria del narcotraffico se la passa piuttosto bene, tiene sotto scacco intere popolazioni e qualche governo, uccide e sequestra, sfugge alle polizie e si rigenera con grande creatività. Nel 1999 fu l’amministrazione Clinton a lanciare il cosiddetto Plan Colombia, un pacchetto di aiuti economici e militari per distruggere la piantagioni di foglie di coca e intanto combattere la guerriglia marxista. Il paradigma arrivava dagli anni Ottanta, con la stretta dell’era Reagan sulla droga: linea dura sui consumatori e riduzione dell’offerta come soluzione. Siccome la piantina della coca cresce solo in tre Paesi al mondo (Perù, Bolivia e Colombia) e i governanti locali erano ben disposti a collaborare in cambio di dollari, si immaginava che una guerra chimica di qualche anno, più una serie di incentivi ai campesinos per produrre qualcos’altro, avrebbe risolto, o almeno ridotto, il problema. Le cifre invece sono sconfortanti. La Unodc, l’agenzia delle Nazioni Unite contro droga e criminalità, ha in carico da anni un dettagliato lavoro di monitoraggio. Calcola gli ettari coltivati, quelli distrutti, i sequestri delle varie polizie e l’andamento del mercato al dettaglio della cocaina, il prodotto finale delle foglie di coca. I risultati non sono soltanto lontani dalla meta fissata (riduzione del 50 per cento dell’offerta), ma indicano addirittura che da qualche anno le coltivazioni sono tornate ad aumentare. Il +27 per cento in Colombia tra il 2006 e il 2007, l’ultimo ufficiale, è il peggior dato di sempre. Siccome nel mondo crescono anche i sequestri, e i mercati finali restano ben riforniti per qualità e prezzo, la conclusione è una sola: coltivatori e narcos sostituiscono i campi distrutti con grande facilità e la riconversione delle colture è un’utopia. Un ettaro a coca rende 10-15 volte più di un ettaro a caffè: difficile sensibilizzare alla causa dell’Occidente ricco un povero contadino che porta a casa un dollaro al giorno. Uno studio della Universidad de los Andes di Bogotà ha calcolato che per diminuire di un solo chilo l’offerta di cocaina negli Stati Uniti, gli americani spendono 15.000 dollari e i colombiani altri 6.000. Senza considerare che un’altra decina di chili passa comunque e la droga arriva a chi la vuole. Per finire con la lista dei danni, l’Onu stima che da qualche anno la Colombia ha anche conquistato il mercato americano dell’eroina, oppiaceo che un tempo arrivava solamente dall’Asia. Contro gli aerei spruzzatori e i satelliti monitor ci si mette la velocità di adattamento dei coltivatori e anche madre natura fa la sua parte. Nel suo habitat naturale, dove le Ande scendono verso la foresta amazzonica, la piantina di coca cresce ovunque. Non ha bisogno di cure, basta la pioggia e si ottengono fino a quattro raccolti l’anno. Cresce al sole e anche sotto la vegetazione fitta, invisibile dall’alto. Può essere nascosta tra i fagioli e la yucca. Nuove qualità possono adattarsi anche in Amazzonia e sono più resistenti agli spray. Alcuni esperti sostengono che le colture di coca sono assai più vaste di quelle stimate ufficialmente, perché l’occhio del satellite non riesce ad arrivare ovunque né può vedere le piantine appena nate. firma studente/i