ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE E CONSEGNA DEL PDP BES TERZA AREA
PREMESSA E INDICAZIONI GENERALI:
Il consiglio di classe è autonomo nello stabilire se adottare o non adottare un Piano Didattico
Personalizzato per studenti con bisogni educativi speciali appartenenti alla terza area(non DVA,
non DSA).
Il coordinatore di classe organizza autonomamente le modalita’ di lavoro del gruppo e verbalizza
l’adozione con le relative motivazioni, già prevista nelle ultime pagine del modello con le firme di
tutti i docenti,nel primo consiglio di classe utile, indicando la data di stesura del PDP.
Il PDP viene archiviato e incluso, a cura della segreteria e del GLI, nella sezione riservata del
fascicolo dello studente.
Il PDP va consegnato dal coordinatore di classe, in formato digitale, a:
[email protected]
Nome del file: la denominazione del file deve corrispondere al codice dello studente assegnato
dal GLI
Termini consegna: non viene fissato, in generale, un termine di consegna,dal momento che i
PDP BES III area possono essere adottati in qualunque momento dell’anno scolastico, anche
temporaneamente. I coordinatori di classe si adopereranno per una tempestiva stesura del PDP
dopo che il CdC, anche con il supporto del GLI, ne abbia rilevato il bisogno.
Stampa: il GLI invierà il PDP in segreteria per la stampa in duplice originale, sarà data
comunicazione al coordinatore di classe della possibilità di ritirarle per farli firmare ai colleghi e ai
genitori.
Consegna al genitore: il termine dopo il quale il genitore potrà ritirare il PDP formalmente
perfezionato, firmato dal DS e protocollato, sarà comunicato dalla funzione strumentale.
Sono di seguito riportate le indicazioni per la compilazione, sono:
sottolineate le voci presenti nel modello;
in corsivo le indicazioni/istruzioni ;
nei riquadri sono evidenziate le sezioni del modello e, carattere 8, i riferimenti normativi .
Alla fine della compilazione, cancellare le istruzioni presenti nel modello.
Carattere: nella compilazione usare il carattere arial, preferibilmente “11”
Istruzioni Pagina 1 del modello:
Sezione: dati dello studente
Studente/essa: (Utilizzare il codice dello studente, il nome e cognome sarà inserito dalGLI)
 è presente in classe dall’inizio dell’anno scolastico (se sì, lasciare la voce)
 proveniente dalla stessa scuola/da altra scuola (scegliere la voce corrispondente al caso,
cancellare l’altra)
 inserito in classe in data: (è alternativa alla prima voce, cancellare quella che non interessa)
 in Italia da (compilare per gli studenti che non sono nati e/o cresciuti in Italia, soprattutto se
il PDP è predisposto per motivi legati, direttamente o indirettamente, a questa condizione)
Classe: a.s (inserire la classe frequentata dall’alunno e l’anno scolastico)
Coordinatore di classe: (nome e cognome del coordinatore di classe)
1
Istruzioni pag 1 del modello
Sezione: individuazione del bisogno educativo speciale da parte del consiglio di classe
In questa sezione vanno riportati gli elementi oggettivi ostativi all’apprendimento, indipendenti dalla
volonta’ dello studente, dovuti a svantaggio socio economico, linguistico, culturale. come:
 FATTORI CONTESTUALI AMBIENTALI:
o neo immigrati / di recente immigrazione
o scarsa serenità, anche temporanea, dell’ambiente familiare dovuta a:
difficoltà socioeconomiche, eventi traumatici,ambienti
deprivati/devianti,pregiudizi e ostilità culturali,…
o allontanamento dall’ambiente familiare (presa in carico dei servizi sociali o
altre cause)
 CONDIZIONI FISICHE: patologie gravi, malattie acute/croniche, studenti
ospedalizzati, disturbi del comportamento alimentare, altre fragilità
 FATTORI CONTESTUALI PERSONALI: bisogni psicologici, disturbi del
comportamento, difficoltà relazionali, funzionamento cognitivo limite(o borderline o
disturbo evolutivo specifico misto o diagnosi che non rientra nella legge 104 o 170)
Elementi di base di tipo oggettivo:
A. documentazione medica relativa allo studente:
o Diagnosi : (inserire il testo della diagnosi con i relativi codici, se riportati)
o Rilasciata da: firmata da:
in data: (l’ente/soggetto che ha rilasciato la diagnosi,il nome
e la qualifica dell’operatore sanitario che ha firmato, la data;)
(E’ da riportare qualunque documentazione medica che attesti motivi fisici, biologici, fisiologici
o psicologici che, a giudizio del CDC giustifichino il bisogno educativo speciale)
Da CM del 22/11/13:”La Direttiva ha voluto in primo luogo fornire tutela a tutte quelle situazioni in cui è presente un disturbo
clinicamente fondato, diagnosticabile ma non ricadente nelle previsioni della Legge 104/92 né in quelle della Legge 170/2010.
In secondo luogo si sono volute ricomprendere altre situazioni che si pongono comunque oltre l’ordinaria difficoltà di apprendimento, per
le quali dagli stessi insegnanti sono stati richiesti strumenti di flessibilità da impiegare nell’azione educativo-didattica.”
Direttiva BES dicembre 2012:”alcune tipologie di disturbi, non esplicitati nella legge 170/2010, danno diritto ad usufruire delle
stesse misure ivi previste in quanto presentano problematiche specifiche in presenza di competenze intellettive nella norma.
Si tratta, in particolare, dei disturbi con specifiche problematiche nell’area del linguaggio (disturbi specifici del linguaggio o – più in
generale- presenza di bassa intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale)o, al contrario, nelle aree non verbali (come
nel caso del disturbo della coordinazione motoria, della disprassia, del disturbo non-verbale o – più in generale -di bassa intelligenza
non verbale associata ad alta intelligenza verbale, qualora però queste condizioni compromettano sostanzialmente la realizzazione
delle potenzialità dell’alunno o di altre problematiche severe che possono compromettere il percorso scolastico (come per es. un
disturbo dello spettro autistico lieve, qualora non rientri nelle casistiche previste dalla legge 104).”
Un approccio educativo, non meramente clinico – secondo quanto si è accennato in premessa – dovrebbe dar modo di individuare
strategie e metodologie di intervento correlate alle esigenze educative speciali, nella prospettiva di una scuola sempre più inclusiva e
accogliente, senza bisogno di ulteriori precisazioni di carattere normativo.
Da CM del 22/11/13:”Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non
hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA1, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non
formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione.
nota1:.Per “certificazione” si intende un documento, con valore legale, che attesta il diritto dell’interessato ad avvalersi delle
misure previste da precise disposizioni di legge – nei casi che qui interessano: dalla Legge 104/92 o dalla Legge 170/2010 - le
cui procedure di rilascio ed i conseguenti diritti che ne derivano sono disciplinati dalle suddette leggi e dalla normativa di riferimento. Per
“diagnosi” si intende invece un giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo, che può essere
rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi delle professioni sanitarie.
Pertanto, le strutture pubbliche ( e quelle accreditate nel caso della Legge 170), rilasciano “certificazioni” per alunni con disabilità e con
DSA. Per disturbi ed altre patologie non certificabili (disturbi del linguaggio, ritardo maturativo, ecc.), ma che hanno un
fondamento clinico, si parla di “diagnosi”.
Direttiva BES dicembre 2012 “In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di
ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non
conoscenza della cultura e della lingua italiana”
2
Altri tipi di documentazione:
(ad esempio: documentazione rilasciata dai servizi sociali; qualunque documentazione,
rilasciata da terzi, attestante una particolare situazione familiare o personale determinante
nel riconoscimento del bisogno)
Attestazione di: (indicare il contenuto dell’attestazione)
Rilasciata da: in data: (indicare la tipologia di servizi, enti o altro che rilascia la
documentazione, la data di rilascio)
Pag 2 del modello Continua sezione individuazione BES da parte del CdC
Considerazioni psicopedagogiche e didattiche:
E’ riconosciuta al consiglio di classe la possibilità di deliberare un PDP anche in assenza di
elementi oggettivi, come risulta dall’utilizzo del termine “ovvero = oppure” nella C.M. n 8 del 2013.
In questo caso è obbligatorio formulare le considerazioni psicopedagogiche e didattiche e
riportarle, come motivazione, nel verbale di delibera del PDP.
Il fondamento normativo di tutte le personalizzazioni dei piani didattici è la legge sull’autonomia
scolastica DPR 275/99
CM n.8 del 6 marzo 2013 :“Si vuole inoltre richiamare ulteriormente l’attenzione su quell’area dei BES che interessa lo svantaggio
socioeconomico, linguistico, culturale ………. Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi(come ad
es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche.
Direttiva BES dicembre 2012: La Direttiva, a tale proposito, ricorda che “ogni alunno, con continuità o per determinati periodi,
può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai
quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”
Linee guida febbraio 2006
Attualmente il quadro normativo, imperniato sull’autonomia delle istituzioni scolastiche, con D.P.R. n. 275/99, rappresenta lo strumento
principale per affrontare tutti gli aspetti, come quello dell’integrazione degli stranieri, che richiedono la costruzione di
appropriate e specifiche soluzioni.
La legge di riforma dell’ordinamento scolastico, n. 53/2003, contiene elementi idonei allo sviluppo delle potenzialità di tutti gli allievi
attraverso lapersonalizzazione dei piani di studio per la costruzione di percorsi educativi e didattici appropriati a ciascuno studente.
Livello di alfabetizzazione (in relazione al Framework Europeo): …
Nel caso il PDP sia predisposto per uno studente straniero a causa dell’inadeguata conoscenza
della lingua italiana, deve essere riportato il livello rilevato da docenti della classe o dal docente del
corso L2. Il livello è fondamentale per stabilire la necessità di un PDP.
D.P.R. 31 agosto 1999, n. 394, art. 45 La scuola deve tener conto degli studi documentati seguiti dal nuovo alunno nel Paese di origine
ed è tenuta ad accertare le competenze, i livelli di abilità e le conoscenze dell’iscritto, per l’assegnazione alla classe opportuna,
nell’interesse dell’allievo.
Nota del Ministro sull'integrazione dei minori stranieri- 8 gennaio 2010 L’assegnazione degli alunni non italiani nelle classi è
autonomamente decisa dalle scuole che dovranno, comunque, procedere ad un accertamento delle competenze e dei livelli di
preparazione dell’alunno per assegnarlo, di conseguenza, alla classe definitiva
Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione dei minori stranieri, febbraio 2014
Per la definizione dei livelli, degli obiettivi e della programmazione, è importante fare riferimento al Quadro comune europeo di
riferimento per le lingue.
MIUR Linee guida accoglienza alunni stranieri febbraio 2006
“Gli alunni stranieri, al momento del loro arrivo, si devono confrontare con due diverse strumentalità linguistiche:
-la lingua italiana del contesto concreto, indispensabile per comunicare nella vita quotidiana (la lingua per comunicare)
-la lingua italiana specifica, necessaria per comprendere ed esprimere concetti, sviluppare l’apprendimento delle diverse discipline e
una riflessione sulla lingua stessa(la lingua dello studio).
La lingua per comunicare può essere appresa in un arco di tempo che può oscillare da un mese a un anno, in relazione all’età, alla
lingua d’origine, all’utilizzo in ambiente extrascolastico. Per apprendere la lingua dello studio, invece, possono essere necessari
alcuni anni, considerato che si tratta di competenze specifiche. Lo studio della lingua italiana deve essere inserito nella quotidianità
dell’apprendimento e della vita scolastica degli alunni stranieri, con attività di laboratorio linguistico e con percorsi e strumenti per
l’insegnamento intensivo dell’italiano.”
3
Livello di alfabetizzazione (in relazione al Framework Europeo): (vedi tabella sotto riportata)
Tabella. «Livelli comuni di riferimento: scala globale» (Consiglio d’Europa [2001] 2002 p. 32)


C2
LIVELLO
COMPETENTE


C1




B2


LIVELLO
INDIPENDENTE


B1




A2

LIVELLO
BASICO

A1

È in grado di comprendere senza sforzo praticamente tutto ciò che ascolta o legge.
Sa riassumere, informazioni tratte da diverse fonti, orali e scritte, ristrutturando in un testo coerente è
argomentazioni e le informative.
Si esprime spontaneamente, in modo molto scorrevole e preciso e rende distintamente sottili sfumature di
significato anche in situazioni piuttosto complesse
È in grado di comprendere un’ampia gamma di testi complessi e piuttosto lunghi e ne sa ricavare anche il
significato implicito.
Si esprime in modo scorrevole e spontaneo, senza un eccessivo sforzo per cercare le parole.
Usa la lingua in modo flessibile ed efficace per scopi sociali, accademici e professionali.
Sa produrre testi chiari, ben strutturati e articolati su argomenti complessi, mostrando di saper controllare le
strutture discorsive, i connettivi e i meccanismi di coesione.
È in grado di comprendere le idee fondamentali di testi complessi su argomenti sia concreti sia astratti,
comprese le discussioni tecniche nel proprio settore di specializzazione.
È in grado di interagire con relativa scioltezza e spontaneità, tanto che l’interazione con un parlante nativo si è
sviluppa senza eccessiva fatica e tensione.
Sa produrre testi chiari e articolati su un’ampia gamma di argomenti ed esprimere una opinione su un argomento
d’attualità, esponendo i pro e i contro delle diverse opzioni.
È in grado di comprendere i punti essenziali di messaggi chiari in lingua standard su argomenti familiari che
affronta normalmente al lavoro, a scuola, nel tempo libera ecc.
Se la cava in molte situazioni che si possono presentare viaggiando in una regione dove si parla la lingua in
questione.
Sa produrre testi semplici e coerenti su argomenti che gli siano familiari o siano di suo interesse.
È in grado di descrivere esperienze e avvenimenti, sogni, speranze, ambizioni, di esporre brevemente ragioni e
dare spiegazioni su opinioni e progetti
Riesce a comprendere frasi isolate ed espressioni di uso frequente relative ad ambienti di immediata rilevanza
(ad es. informazioni di base sulla persona e sulla famiglia, acquisti, geografia locale, lavoro).
Riesce a comunicare in attività semplici e di routine che richiedono solo uno scambio di informazioni semplice e
diretto su argomenti familiari e abituali.
Riesce a descrivere in termini semplici aspetti del proprio vissuto e del proprio ambiente ed elementi che si
riferiscono a bisogni immediati.
Riesce a comprendere e utilizzare espressioni familiari di uso quotidiano e formule molto comuni per soddisfare
bisogni di tipo concreto.
Sa presentare se stesso/a e altri ed è in grado di porre domande su dati
personali e rispondere a domande analoghe (il luogo dove abita, le persone che conosce, le cose che possiede).
È in grado di interagire in
modo semplice purché l’interlocutore parli lentamente e chiaramente e sia disposto a collaborare.
Descrizione delle abilità e dei comportamenti osservabili a scuola da parte dei docenti
Per gli allievi con svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale, senza diagnosi
specialistica, si riportino le osservazioni dei docenti.
Per gli allievi con Disturbi Evolutivi Specifici si suggerisce l’osservazione e la descrizione del
comportamento e degli apprendimenti sulla base delle priorità di ciascuna disciplina, anche
utilizzando gli indicatori predisposti per gli allievi con DSA .
Le osservazioni dei docenti sono particolarmente importanti nel caso manchino elementi
oggettivi e costituiscono la base delle motivazioni che il CdC deve formulare.
Descrizione dei livelli di apprendimento nelle discipline in cui si riscontrino maggiori difficoltà
E’ utile rilevare le abilità, le conoscenze e le competenze dell’allievo al momento
dell’adozione del PDP in queste materie al fine di orientare la programmazione delle
singole discipline nella direzione degli esiti attesi per ciascuno; possono essere utilizzate
voci contenute nel modello PDP DSA ritenute idonee.
B. Individuazione dei punti di forza (ambiti di interesse scolastici ed extra scolastici su cui far
leva per innestare un ciclo virtuoso, si possono porre obiettivi di livello elevato nelle
discipline favorite per stimolare e accrescere l’autostima );
C. Difficoltà nell’ambito relazionale e comportamentale che possono essere segnali di
disagio.
A.
4
possibili segnali di disagio psicologico in ambito comportamentale e relazionale:








Risulta particolarmente introverso
Appare generalmente triste
E’ soggetto ad evidenti sbalzi d’umore
Dimostra opposizione ai richiami
Dimostra difficoltà nelle relazione con i compagni
Dimostra difficoltà nella relazione con i docenti
E’ poco integrato nel gruppo classe
Si estranea dal contesto








Dimostra difficoltà di autocontrollo
Chiede spesso di uscire dall’aula
Dimostra atteggiamenti rinunciatari
Ha propensione a biasimare se stesso ed a colpevolizzarsi
Compie gesti di autolesionismo
Presenta qualche tic
Ha poca cura della propria igiene personale
Ha comportamenti inusuali, quali……
Pagina 3 del modello
SEZIONE : INTERVENTI EDUCATIVI E DIDATTICI
In questa sezione vengono riportate le risposte concrete della scuola ai bisogni rilevati, che vanno
pensate rispetto alla specificità di ciascun studente.
Strategie metodologiche e didattiche:
 Dare priorità alle strategie educative e didattiche più frequenti (far riferimento anche
all’elenco
presente
nel
PDP
DSA),
anziché
alle
modalità
di
dispensazione/compensazione.
 Fornire materiali di supporto didattico (indicazioni di testi e documenti digitali
semplificati, link a siti divulgativi,dispense e appunti)realizzati anche valorizzando il
gruppo classe;

Valorizzare i punti di forza e utilizzarli per accrescere l’autostima dello studente;

rendere accogliente il clima della classe;

Offrire occasioni di lavoro per gruppi con bisogni omogenei

Proporre un periodo di moratoria della valutazione sommativa;
Obiettivi disciplinari personalizzati (conoscenze/abilità/competenze):
 Predisporre un programma parallelo a quello comune,non ridotto, diminuito, dequalificato,
ma un programma personalizzato al fine di raggiungere livelli equivalenti di
apprendimento.
 Individuare le priorità di apprendimento;
 In caso di diagnosi di Funzionamento Intellettivo Limite, può essere necessario calibrare il
Percorso Personalizzato sui livelli essenziali attesi per le competenze in uscita.
 Per gli studenti stranieri(di cittadinanza non italiana,con ambiente familiare non
italofono,minori non accompagnati, minori figli di coppie miste,alunni arrivati per adozione
internazionale) considerare prioritaria l’acquisizione di una buona competenza nell’italiano
scritto e parlato, nelle forme ricettive e produttive, per assicurare uno dei principali fattori di
successo scolastico e di inclusione sociale. Porre quindi l’apprendimento e lo sviluppo della
lingua italiana come seconda lingua al centro dell’azione didattica coinvolgendo tutti gli
insegnanti della classe, di qualsivoglia disciplina. Proporre la partecipazione al corso L2.
Valutazione:
 La valutazione formativa deve essere privilegiata rispetto a quella certificativa;
 Nella valutazione si devono inoltre prendere in considerazione il percorso dell'alunno, i
passi realizzati, gli obiettivi possibili, la motivazione e l'impegno e soprattutto le potenzialità
di apprendimento dimostrate;
 Tener conto degli esiti comunicati dal docente L2 anche ai fini della valutazione
5
Eventuali strumenti compensativi, misure dispensative:

Far riferimento all’elenco di quelli proposti per DSA
(CM 22/11/13)“Giova forse ricordare che la personalizzazione degli apprendimenti, la valorizzazione delle diversità, nella prospettiva
dello sviluppo delle potenzialità di ciascuno sono principi costituzionali del nostro ordinamento scolastico recepiti nel DPR 275/99,
laddove è detto che «Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche... possono adottare tutte le forme di
flessibilità che ritengono opportune e tra l'altro: l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio
generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo...» (art.4). “
CM 22/11/13: E’ opportuno ribadire che, in ogni caso, tutte queste iniziative hanno lo scopo di offrire maggiori opportunità formative
attraverso la flessibilità dei percorsi, non certo di abbassare i livelli di apprendimento. Il Piano Didattico Personalizzato va quindi
inteso come uno strumento in più per curvare la metodologia alle esigenze dell’alunno, o meglio alla sua persona, rimettendo alla
esclusiva discrezionalità dei docenti la decisione in ordine alle scelte didattiche, ai percorsi da seguire ed alle modalità di valutazione. In
definitiva, la personalizzazione non è mera questione procedurale, che riduce la relazione educativa a formule, acronimi, adempimenti
burocratici; un corretto approccio, pertanto, si salda con quanto deliberato in termini generali nel Piano dell’offerta formativa rispetto alle
tematiche dell’inclusione e del riconoscimento delle diversità, alla valorizzazione di ogni individuo nella comunità educante, alla
capacità della scuola stessa di “individuare” soluzioni adeguate ai diversi problemi.
CM MIUR n° 8 del 6/3/2013:” Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano
Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare – secondo un’elaborazione collegiale,
corresponsabile e partecipata - le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti. In questa nuova e più
ampia ottica, il Piano Didattico Personalizzato non può più essere inteso come mera esplicitazione di strumenti compensativi e
dispensativi per gli alunni con DSA; esso è bensì lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazioni didatticoeducative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia
certificazione diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense,a
carattere squisitamente didattico-strumentale”
CM MIUR n° 8 del 6/3/2013 “Si avrà cura di monitorare l’efficacia degli interventi affinchè siano messi in atto per il tempo strettamente
necessario. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi, le misure dispensative (…) avranno carattere
transitorio ed attinente aspetti didattici, privilegiando dunque le strategie educative e didattiche (…) più che strumenti
compensativi e misure dispensative”
Linee guida per l’accoglienza degli stranieri
Linee guida febbraio 2006
La lingua per comunicare può essere appresa in un arco di tempo che può oscillare da un mese a un anno, in relazione all’età, alla
lingua d’origine, all’utilizzo in ambiente extrascolastico. Per apprenderela lingua dello studio, invece, possono essere necessari alcuni
anni, considerato che si tratta di competenze specifiche. Lostudio della lingua italiana deve essere inserito nella quotidianità
dell’apprendimento e della vita scolastica degli alunni stranieri, con attività di laboratorio linguistico e con percorsi e strumenti per
l’insegnamento intensivo dell’italiano.
Programmazione personalizzata ed uso di materiali specifici
CM 22/11/13 applicativa direttiva BES dicembre 2012
“In particolare, per quanto concerne gli alunni con cittadinanza non italiana, è stato già chiarito nella C.M. n. 8/2013 che essi
necessitano anzitutto di interventi didattici relativi all’apprendimento della lingua e solo in via eccezionale della
formalizzazione tramite un Piano Didattico Personalizzato. Si tratta soprattutto – ma non solo – di quegli alunni neo arrivati in Italia,
ultratredicenni, provenienti da Paesi di lingua non latina (stimati nel numero di circa 5.000, a fronte di oltre 750.000 alunni di
cittadinanza non italiana) ovvero ove siano chiamate in causa altre problematiche. Non deve tuttavia costituire elemento discriminante
(o addirittura discriminatorio) la provenienza da altro Paese e la mancanza della cittadinanza italiana. Come detto, tali interventi
dovrebbero avere comunque natura transitoria. “
Decreto Legislativo n 52/2003 ripreso ed ampliato nel Decreto Legislativo n. 76/ 2005, comma 6 art.1
L'alunno straniero, ha diritto al pari di tutti gli alunni ad una programmazione personalizzata.
Decreto del Presidente della Repubblica, 31 agosto 1999, n.394
È compito del collegio dei docenti definire, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei
programmi d'insegnamento.
Linee guida per l'accoglienza degli alunni stranieri, febbraio 2006 ; La via italiana per l'intercultura, ottobre 2007.
I piani personalizzati devono prevedere interventi di educazione linguistica in italiano L2 e di messa a punto curricolare stesi tenendo
conto del percorso scolastico precente e degli elementi emersi durante l'accertamento culturale (saperi, competenze, mancanze ecc...)
Per la realizzazione di percorsi specifici per gli alunni stranieri possono essere usati libri in lingua originale, bilingui o plurilingui, i testi
facilitati, gli stumenti per l'avviamento ai testi e i dizionari nelle diverse lingue, i video e i cd rom multimediali.
Decreto Legislativo, 25 luglio 1998, n. 286, art. 38
La scuola deve garantire percorsi integrativi degli studi sostenuti al paese d'origine al fine di garantire il conseguimento del titolo
dell'obbligo o del diploma di scuola secondaria superiore.
The Common European Framework of Reference for Languages, Council of Europe 2001:
All'interno del contesto scolastico possono essere utilizzate lingue diverse al fine di ottimizzare la comunicazione.
Linee guida per l'accoglienza degli alunni stranieri, febbraio 2006 ; La via italiana per l'intercultura, ottobre 2007; Nota del
Ministro sull'integrazione dei minori stranieri- 8 gennaio 2010
Elemento fondamentale per l’integrazione degli alunni stranieri è il potenziamento della lingua italiana. Uno degli obiettivi prioritari per
l'integrazione degli alunni stranieri è dunque quello di promuovere una buona competenza nell'italiano scritto e parlato, nelle forme
ricettive e produttive, per assicurare uno dei principali fattori di successo scolastico ed inclusione sociale.
Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione dei minori stranieri, febbraio 2014:
6
Ogni docente deve assumere il ruolo di “facilitatore di apprendimento” per il proprio ambito disciplinare e prevedere per un tempo lungo
attenzioni mirate e forme molteplici di facilitazione che sostengano l’apprendimento dell’italiano settoriale, astratto, riferito a saperi e
concetti disciplinari.
Decreto Legislativo, 25 luglio 1998, n. 286, art. 38; Decreto del Presidente della Repubblica, 31 agosto 1999, n.394; Linee guida
per l'accoglienza degli alunni stranieri, febbraio 2006 ; La via italiana per l'intercultura, ottobre 2007:
All'interno dell'offerta formativa, l'adattamento dei programmi deve prevedere specifici percorsi che facilitino l'acquisizione della lingua
italiana come L2, individualizzati o in piccolo gruppo, utilizzando ove possibile il personale della scuola. Tali percorsi possono essere
organizzati nel quadro di una programmazione territoriale degli interventi anche sulla base degli interventi con le regioni e gli enti locali
The Common European Framework of Reference for Languages, Council of Europe 2001:
Lo scopo di facilitare la lingua seconda deve essere soprattutto di natura pragmatica, cioè deve sviluppare la capacità di partecipare ad
atti comunicativi utilizzando le risorse disponibili. A questo scopo sono necessarie azioni didattiche specifiche e diversificate.
Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione dei minori stranieri, febbraio 2014:
I percorsi di facilitazione linguistica non devono limitarsi allo sviluppo della lingua della sopravvivenza, ma devono accompagnare il non
madrelingua fino allo sviluppo della “lingua dello studio”. Infatti le esperienze di cura attenta e protratta dell’italiano nel corso degli anni
di scuola mostrano una maggiore capacità di contrastare i ritardi scolastici dei minori stranieri.
Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione dei minori stranieri, febbraio 2014:
Per poter valutare in modo corretto gli alunni con origine straniera è necessario riflettere sulla complessa esperienza umana di
apprendere in un contesto culturale e linguistico nuovo e sulla necessità di dover adattare gli strumenti e le modalità con cui valutare. (
Linee guida per l'accoglienza degli alunni stranieri, febbraio 2006 ; La via italiana per l'intercultura, ottobre 2007:
L'adattamento dei programmi per i singoli alunni comporta un adattamento della valutazione. La valutazione formativa deve essere
privilegiata rispetto a quella certificativa; si devono inoltre prendere in considerazione il percorso dell'alunno, i passi realizzati, gli
obiettivi possibili, la motivazione e l'impegno e soprattutto le potenzialità di apprendimento dimostrate.
Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione dei minori stranieri, febbraio 2014:
È prioritario valutare gli alunni stranieri tenendo conto, per quanto possibile, della storia scolastica precedente, degli esiti raggiunti, delle
caratteristiche delle scuole frequentate, delle abilità e competenze essenziali acquisite, nonché della cultura della storia e delle
competenze in italiano.
I minori con cittadinanza non italiana, presenti sul territorio nazionale, in quanto soggetti all'obbligo d'istruzione vanno valutati nelle
forme e nei nei modi previsti per i cittadini italiani, ossia: è possibile sospendere la valutazione nel primo quadrimestre, ma solo nel caso
in cui l'alunno si sia inserito da poco nella scuola o per un numero alto di assenze; devono essere previste verifiche intermedie,
valutazioni periodiche e finali coerenti con gli obiettivi di apprendimento previsti; deve essere utilizzata la scala di valutazione numerica.
Linee guida per l'accoglienza degli alunni stranieri, febbraio 2006; Norme per la valutazione, 30 ottobre 2008:
Il personale docente esterno e gli esperti di cui si avvale la scuola, che svolgono attività o insegnamenti per l'ampliamento e il
potenziamento dell'offerta formativa, forniscono preventivamente ai docenti della classe elementi conoscitivi sull'interesse manifestato e
il profitto raggiunto da ciascun alunno .
Pagina 4 del modello
IN DATA :(indicare la data in cui viene firmato il PDP dal CDC e poi riportare la stessa data nel
verbale del CdC in cui si trascrive la delibera di adozione e la motivazione)
IL CONSIGLIO DELLA CLASSE: (indicare, classe, sezione, anno scolastico)
DELIBERA
ALL’UNANIMITA’ / A MAGGIORANZA:
(eliminare la voce che non interessa, per evitare contenziosi è da preferire l’unanimità, che però
non è obbligatoria. Nel caso la delibera sia a maggioranza, verbalizzare i nomi dei contrari e le
relative motivazioni)
CM 22/11/13: In ultima analisi, al di là delle distinzioni sopra esposte, nel caso di difficoltà non meglio specificate, soltanto qualora
nell’ambito del Consiglio di classe (nelle scuole secondarie) … si concordi di valutare l’efficacia di strumenti specifici questo
potrà comportare l’adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato, con eventuali strumenti compensativi
e/o misure dispensative.
C.M.del 22/11/2013, n°2363 ..il Consiglio di Classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico
Personalizzato con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della
decisione”
L’ADOZIONE DEL PRESENTE PDP PER IL PERIODO ( è previsto che l’adozione del PDP BES
terza area, possa essere anche temporaneo. La durata è legata alla sussistenza delle
motivazioni)
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FINO AL TERMINE DELL’ ANNO SCOLASTICO……
FINO A ….. (indicare il termine o la condizione che si deve verificare, in quest’ultimo caso
prevedere le modalità di comunicazione formale della data di termine)
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(scegliere la tabella corrispondente alle materie d’indirizzo nell’apposito file)
Verificare la presenza finale, nel documento, della tabella per la firma dei genitori( è previsto che
un genitore deleghi l’altro, chiedere il modulo se necessario) e dello studente, della riga con la
data e la firma del DS inserita nel modello dopo tutte le tabelle.
Al momento del ritiro delle stampe in segreteria il coordinatore verifica che il documento
corrisponda alla versione digitale inviata e provvede a far firmare il documento a docenti, genitori e
studente e a restituirlo in segreteria.
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