I regni medievali, secc. XII - XIV I normanni in Italia meridionale (XI secolo) I Normanni giunsero in Italia meridionale all’inizio Roberto il Guiscardo dell’XI secolo, come mercenari al servizio dei signori bizantini e longobardi che erano in lotta tra loro. I signori territoriali concessero ai capi normanni una contea,Aversa, e un ducato, Melfi, come ricompensa dei servigi prestati a loro Alla metà dell’XI secolo, si affermò un condottiero normanno, Roberto il Guiscardo, signore di Altavilla. che sconfisse l’esercito mandato dal papa Leone IX per fermare i soldati normanni ritenuti pericolosi per gli interessi papali. Il papa Niccolò II preferì una politica di accordi con i normanni, anziché ricorrere ad azioni di forza, e Roberto ricevette i ducati di Puglia, Calabria e Sicilia, in cambio della sottomissione al papa Il riconoscimento ufficiale del potere di Roberto Probabilmente Roberto era stato Roberto il Guiscardo incoronatodal papa Niccolò II duca di Puglia Calabria e Sicilia acclamato come duca dai suoi soldati. Tuttavia il papa, che voleva ostacolare l’imperatore, i bizantini e i musulmani, consacrando Roberto, riconosceva ufficialmente come legittimo il potere che i normanni avevano stabilito sull’Italia meridionale con la forza delle armi. Ruggero di Altavilla conquista la Sicilia La Sicilia, di cui gli Altavilla erano stati Ruggero di Altavilla fu nominato dal papa suo legato in Sicilia. Questo gli permise di scegliere uomini di sua fiducia come vescovi riconosciuti duchi, era ancora nelle mani dei musulmani Ruggero di Altavilla, fratello di Roberto, guidò la conquista dell’isola nel corso della seconda metà dell’XI secolo La popolazione siciliana non amava i normanni per la loro eccessiva violenza, e faceva resistenza, ma Ruggero sfruttò le lotte interne ai dominatori musulmani, per giungere alla conquista definitiva (fine dell’XI secolo) La struttura amministrativa dei musulmani fu mantenuta, compresi i Ruggero II di Altavilla unifica l’Italia meridionale Nei decenni successivi la Sicilia si divise dal Ruggero II di Altavilla resto del Mezzogiorno d’Italia. Gli Altavilla controllavano la Sicilia, mentre in Italia meridionale ripresero le lotte di potere tra i signori territoriali A esse pose fine Ruggero II Altavilla, che riuscì per la prima volta a unificare il potere dei normanni su Sicilia, Puglia e Calabria e fu riconosciuto come duca dal papa (1128), e poi come re L’unzione regale che egli ricevette significava che il suo potere ducale era assolutamente superiore a ogni altro nel regno. Di fatto gli altri signori del regno dovevano il loro potere solo al re L’espansione normanna in Italia meridionale Costanza, ultima erede di Ruggero II Il re riuscì a mettere sotto Costanza di Altavilla “dal secondo vento di Soave generò il terzo, e l’ultima possanza” (Dante, Paradiso, III) controllo i signori feudali:divise gli incarichi a corte tra esperti (armi,finanza,ecc.) e realizzò un censimento dei feudatari e dei loro obblighi verso di lui. Quando morì Ruggero II (1154), la sua eredità politica fu ben gestita dai suoi successori, fino all’ultima di essi, la regina Costanza, che giunse sul trono in assenza di eredi maschi Federico, erede delle corone imperiale e siciliana Costanza sposò Enrico VI, figlio di Enrico VI Papa Innocenzo III Federico Federico I Barbarossa (1186) Federico contava così di unire le corone imperiali e dell’Italia meridionale nelle mani della dinastia Sveva Il progetto si realizzò nel 1194.quando Enrico VI, già imperatore, fu incoronato re di Sicilia dopo una lotta difficile con altri pretendenti Enrico e Costanza ebbero un figlio, Federico, erede designato al trono Entrambi morirono prematuramente, e Federico, che aveva quattro anni, per volontà di Costanza, fu affidato alla tutela del papa Innocenzo III Il papa rispettò gli impegni, e nel 1208 Federico diventò re di Sicilia L’impero di Federico II La lotta per l’impero: Ottone di Brunswick Innocenzo III era implicato nelle lotte Federico diventò re di Germania nel 1212, a patto che non riunisse mai i suoi due regni, che poteva mantenere solo a titolo personale e senza poter designare un unico erede per entrambi. Il papa Innocenzo III voleva così evitare che il dominio politico della Chiesa fosse schiacciato da un altro potere forte in Italia tra Svevi e duchi di Baviera per la corona imperiale. Dopo avere favorito il guelfo Ottone di Brunswick, che divenne imperatore, Innocenzo lo combattè quando Ottone rivendicò a sé il possesso dei territori che il papa intendeva controllare, cioè l’Italia meridionale Innocenzo III decise allora di spingere sul trono il giovane Federico, che diventò re di Germania nel 1212 impegnandosi a rispettare alcuni patti con il pontefice Battaglia di Bouvines (1214) Il potere di Federico diventò effettivo John Lackland Ottone di Brunswick Filippo Augusto solo due anni dopo, quando riuscì a sconfiggere in battaglia Ottone di Brunswick a Bouvines (in Francia) Ottone aveva dalla sua parte il re d’Inghilterra John Lackland, suo zio. Federico era supportato dal re francese Filippo Augusto Dal 1220 Federico diventò imperatore con il nome di Federico II Federico e i principi tedeschi Per otto anni, 1212 – 1220, Federico rimase lontano dall’Italia per rafforzare il suo dominio sui territori germanici. Nel 1220, Federico raggiunse un accordo con i signori feudali tedeschi: essi gli avrebbero giurato fedeltà in cambio dell’esercizio delle prerogative regie: battere moneta, riscuotere dazi, costruire fortezze Federico incoronato imperatore Federico II fu incoronato come imperatore solennemente a Roma nel 1220, quindi si diresse in Sicilia per riappropriarsi del suo regno, che in otto anni di assenza era stato frazionato in molti potentati locali controllati da coloro che erano stati soldati di suo padre In Sicilia, Federico decise di porre direttamente sotto il suo controllo i territori del regno Federico II si riappropria dell’Italia meridionale Rivendicò a sé tutti i diritti regi Federico II sul trono imperiale circondato dai suoi cortigiani usurpati dagli ex ufficiali di suo padre fece distruggere i castelli costruiti dai signori sulle loro terre e si appropriò di quelli edificati sul suolo pubblico volle mettere sotto controllo le città che avevano costituito domini urbani autonomi Negli anni 1222-1224, Federico condusse campagne militari vittoriose contro i musulmani, che furono sconfitti e deportati a Lucera (Puglia), dove vissero secondo la propria fede in una comunità separata Il governo di Federico II in Italia meridionale L’imperatore fece sviluppare il Castel del Monte, in Puglia, la residenza più famosa di Federico II commercio ponendolo sotto il controllo della monarchia, per rimpinguare le casse del regno Controllò il territorio attraverso una rete di castelli presidiati da guarnigioni armate Costituì un’amministrazione pubblica efficiente, separata dall’esercito Fondò a Napoli uno studium (università) per formare giuristi, che avrebbero lavorato alle dipendenze dirette del re Le Constitutiones Melfitane, 1231 Nel 1231, Federico II emanò le Constitutiones Melfitane (o Liber Augustalis), [dal nome della città di Melfi, in Basilicata] che riunivano tutti i provvedimenti da lui decisi nei primi dieci anni di governo l’imperatore con le Constitutiones affermava di volersi riprendere le regalìe; di voler riorganizzare l’esercizio della giustizia in circoscrizioni presieduti da funzionari regi di costituire un apparato finanziario per gestire le terre del re (demanio) e riscuotere dazi e pedaggi Federico II, scrittore e patrono della cultura Federico II era un uomo di grande Due pagine del De arte venandi cum avibus cultura e amante della cultura: scrisse un famoso trattato di caccia (De arte venandi cum avibus), e a corte si circondò di uomini colti, di provenienza e religione diversa, musulmani,ebrei, cristiani, latini,greci Questo atteggiamento era già stato proprio dei normanni, di cui lui aveva ripreso la mentalità sincretistica Durante il suo regno e alla sua corte si sviluppò la “scuola siciliana”, primo movimento poetico in volgare italiano Federico contro il figlio Enrico Negli anni dal 1237 al 1250, Federico fu impegnato in conflitti duri In Germania dovette fronteggiare la ribellione del figlio Enrico, che voleva usurpare il trono e aveva costruito un’alleanza con i principi tedeschi Enrico fu fermato dal padre e condotto prigioniero in Italia (si suicidò nel 1242) Con i principi tedeschi, Federico II continuò nella politica rivolta alla ricerca della convivenza sulla base di patti feudali di fedeltà La lotta di Federico II contro la nuova “lega lombarda” In Italia, Federico volle imporre la sua Luoghi e fatti della battaglia di Cortenuova autorità anche sui comuni dell’Italia settentrionale, ormai autonomi dal tempo della pace di Costanza Essi si ricostituirono in una nuova “lega lombarda” a Milano L’esercito imperiale, sostenuto da alcuni signori feudali come Ezzelino da Romano, signore di Treviso, affrontò in una battaglia campale la nuova lega a Cortenuova, nella bassa pianura bergamasca, vincendo lo scontro (1238) Lega lombarda e papa contro Federico II Federico riuscì a imporre la sua autorità sui comuni Re Enzo, figlio di Federico II, catturato a Fossalta di Toscana, Marche e Romagna, ma non a sfruttare del tutto il successo militare di Cortenuova Dovette fronteggiare un’alleanza imprevista tra i comuni della lega lombarda e il papa Gregorio IX, che scomunicò l’imperatore e lo accusò di essere miscredente e di dedicarsi a pratiche occulte e demoniache Indebolito dalla situazione politica, Federico II fu sconfitto anche sul campo di battaglia per due volte, a Parma nel 1248 e a Fossalta (Mo) nel 1249 dalla lega, che ormai era guelfa. Qui i bolognesi riuscirono a catturare suo figlio Enzo, che era rettore della Romagna La morte di Federico II e la sua difficile eredità Federico morì nel 1250, presso Lucera Dal 1250 al 1273, nessun principe divenne imperatore, e in sostanza terminò con lui l’idea di un impero che si estendesse dal Nord al Sud dell’Europa Continuò invece la lotta tra comuni guelfi, guidati da Milano, e città ghibelline, capitanate da Cremona Federico volle che gli succedesse in Germania e Italia il figlio Corrado, contravvenendo all’impegno assunto con papa Innocenzo III Corrado morì però molto presto (1254), e questo scatenò ulteriori lotte per il trono Fine della dinastia Sveva L’erede di Corrado, il figlio Corradino,aveva Manfredi Carlo d’Angiò Battaglia di Benevento, 1266 solo dieci anni, e di questa situazione approfittò Manfredi, figlio di Federico, per usurpare il trono Il papa approfittò di questi conflitti tra gli Svevi per chiamare in Italia Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia, e offrirgli la corona del regno meridionale. Il papa voleva avere il sostegno di un sovrano guelfo per controllare l’Italia centro – meridionale Nel 1266, Carlo d’ Angiò a Benevento sconfisse Manfredi, che morì durante la battaglia Infine anche Corradino, ultimo degli Svevi, fu sconfitto in battaglia a Tagliacozzo, e questo fu l’epilogo della dinastia sveva in Italia Luigi IX, “il Santo”, parte per la crociata La monarchia francese, XI – XIII secolo Capetingi e Plantageneti I Capetingi, prima dinastia reale francese (dalla fine del X secolo), ebbero un dominio territoriale limitato tra i fiumi Loira e Senna I loro territori erano circondati dai domini di altri signori territoriali dai quali i Capetingi non erano sostanzialmente differenti (XI secolo) Luigi VI fu il primo sovrano capetingio a lottare contro i signori di banno che tentarono di usurpare le terre del dominio regio (XII secolo) Nei territori confinanti con quelli dei Capetingi, si affermarono come grandi signori feudali i Plantageneti, che controllavano Maine e Normandia, e la cui famiglia fu anche dinastia regnante in Inghilterra dal 1154 La lotta tra Capetingi e Plantageneti Le lotte tra Capetingi e Plantageneti Luigi VII Eleonora d’Aquitania Enrico, re d’Inghilterra cominciarono quando il duca Goffredo Plantageneto investì il figlio Enrico della sua carica senza il consenso del sovrano capetingio Luigi VII (1150) Il conflitto tra le due dinastie si fermò momentaneamente perché Enrico prestò omaggio feudale a Luigi VII Tuttavia la moglie di Luigi VII Eleonora, duchessa di Aquitania, divorziò dal sovrano e sposò proprio Enrico, a cui portò in dote il suo ducato (1152) Enrico diventò nel 1154 re d’Inghilterra e in tal modo era un sovrano decisamente più potente di Luigi VII, in quanto dominava un regno e anche una parte ampia della Francia Capetingi e Plantageneti nel 1880 L’opera di Luigi VII e Filippo Augusto Luigi VII riuscì a imporre ai diversi signori La corona francese La corona inglese territoriali la prestazione d’omaggio, grazie al quale il sovrano era riconosciuto come il signore superiore, al quale era dovuta una totale fedeltà Il re riuscì anche a affermare la sua superiorità giudiziaria, diventando il giudice supremo per le controversie tra signori Il suo successore fu Filippo Augusto (1180) che ampliò il regno e portò avanti un processo di centralizzazione politica e amministrativa Dopo la morte di Enrico II (1189), Filippo A. conquistò anche i domini dei Plantageneti in Francia, togliendoli ai re inglesi Richard Lionheart e John Lackland: Berry, Maine, Anjou e Normandia Vincendo a Bouvines, Filippo A. vincolò più strettamente questi territori alla corona francese La riforma amministrativa di Filippo Augusto Filippo Augusto creò nuovi funzionari “balivi”, controllavano i beni della corona “prevosti”, funzionari itineranti che si occupavano della riscossione delle imposte, degli omaggi vassallatici dovuti da signori e comunità, dell’amministrazione della giustizia Soprattutto con i “prevosti”, la monarchia francese cominciò a mutare il suo carattere di signoria feudale Dopo la morte di Filippo Augusto, i suoi successori, Luigi VIII, suo figlio, e Luigi IX “il Santo”, suo nipote, continuarono la sua opera di rafforzamento del potere pubblico L’opera di Luigi VIII Luigi VIII ampliò il regno partecipando Incoronazione di Luigi VIII e della moglie alla crociata contro i càtari, che gli permise di estendere il suo potere fino alla Linguadoca (Provenza), nella parte meridionale del territorio francese, destinata a diventare la base per ulteriori conquiste Luigi cercò con successo di proporre ufficialmente i Capetingi come eredi e continuatori dei Carolingi (anche se storicamente tra le due dinastie non esisteva nessun rapporto) Tale operazione permise ai Capetingi di dare ai propri domini solide basi di legittimità dinastica Luigi IX, “il Santo” Il figlio Luigi IX fu ancora più popolare del Incoronazione di Luigi IX padre, grazie alla fama di santità che lo accompagnò per tutta la vita Promosse due crociate, entrambe poco fortunate, durante la seconda delle quali perse la vita (1270) Durante il suo regno, la monarchia si rafforzò dal punto di vista dei domini territoriali La pace di Parigi (1259), voluta da lui, sanciva il controllo dei territori che i Capetingi strapparono ai Plantageneti Carlo d’Angiò,fratello di Luigi, conquistò il regno di Sicilia, con l’aiuto decisivo del papa Luigi IX: le “inchieste” e le riforme feudali La grande popolarità di cui godette Luigi IX fu dovuta Luigi IX lava i piedi a un povero Luigi IX amministra la giustizia anche alle “inchieste” Erano vere e proprie indagini condotte da funzionari inquirenti che verificavano gli abusi compiuti da altri funzionari pubblici e risarcivano le vittime di questi abusi per i danni subiti Esse assumevano il significato di “purificazione” dai peccati compiuti dal re attraverso i suoi funzionari, anche se lui in persona non li aveva voluti Il carattere religioso di queste “inchieste” e il significato di ristabilimento della giustizia che esse ebbero, contribuì a dare grande prestigio alla monarchia Luigi IX abolì anche il duello giudiziario e impose ai vassalli di giurare fedeltà al re, e non solo al loro signore territoriale La corte regia diventò il centro vero dell’amministrazione statale Monarchia vs. Chiesa, la Chiesa “gallicana” Tutti i re francesi del XIII secolo condussero una politica di Filippo IV, “il Bello” Papa Bonifacio VIII arrestato dai soldati di Filippo IV a Anagni (Rm) rafforzamento della monarchia, cercando di limitare l’autonomia del potere della Chiesa,anche entrando il conflitto con i papi Luigi IX, per quanto molto religioso e proclamato santo nel 1290, contrastò i papi e i vescovi quando non rispettavano la giustizia e la sovranità regia Si formò in questo modo in Francia una chiesa nazionale francese, che fu poi chiamata “chiesa gallicana” Essa rispettava il primato del papa e il suo magistero sul piano della fede e della teologia, ma era considerata dai re uno dei “corpi” dello stato Filippo IV “il Bello” , re dal 1285 al 1314, ebbe un duro scontro con il papa Bonifacio VIII e, dopo la morte di questi, spostò la corte papale da Roma a Avignone (1305) LL’Inghilterra da Hastings alle Provisions of Oxford L’Inghilterra dagli anglossassoni ai normanni La battaglia di Hastings William “the Conqueror” L’Inghilterra anglosassone era organizzata in tun (da cui la parola town), villaggi rurali gli abitanti dei villaggi partecipavano alle hundreds, corti giudiziarie locali in cui veniva amministrata la giustizia le hundreds erano radunate in shires (contee), circoscrizioni regionali comandate militarmente da un earl, lo sherif era incaricato di riscuotere le imposte nelle shires Nel 1066, il duca di Normandia William “the Conqueror “alla guida del proprio esercito conquistò l’Inghilterra vincendo la battaglia di Hastings contro gli anglosassoni Dopo questa vittoria, il sistema di governo anglosassone fu in parte riformato:gli earl furono rimossi Domesday book e sheriff I Normanni costituirono unità fondiarie i manors Frontespizio del Domesday book protetti da una rete di castelli, affidati a funzionari che governavano in cambio di un omaggio feudale Un inventario che registrava tutte le proprietà fondiarie del regno (con estensione, nome dei vassalli possessori dei beni regi e i capofamiglia residenti) fu realizzato nel 1086, con il nome di Domesday Book Grazie al Domesday Book era possibile al re imporre i tributi I Normanni conservarono hundreds, shires e sherifs Gli sherifs dovevano custodire i castelli del re e i manors e riscuotere le tasse, e erano assimilati ai visconti normanni Enrico II contro baroni e Chiesa Enrico II, primo re di stirpe plantageneta, (1154) L’uccisione di Thomas Beckett, arcivescovo di Canterbury, decisa da re Enrico II, provocò un’ondata di sdegno in tutta l’Inghilterra Il re fu costretto a fare penitenza sulla tomba di Beckett per placare le tensioni contro di sè agì per recuperare i diritti regi usurpati dalla grande nobiltà, che deteneva soprattutto le cariche di sherif e fece distruggere molti castelli I grandi signori territoriali, i baroni, potevano pagare una somma di denaro e essere così esentati dall’obbligo di combattere in guerra a fianco del re I baroni persero in parte il loro ruolo militare, e parteciparono con maggiore frequenza ai tribunali locali e al tribunale regio, che giudicava i crimini più gravi: omicidi, delitti contro il sovrano e lesione di diritti feudali Enrico II aprì anche un grosso contenzioso con la Chiesa cattolica per ridurre le immunità di cui essa godeva e ampliare l’autorità della corona Ne nacque un conflitto con l’arcivescovo Thomas Beckett, che il re fece giustiziare Un sistema di potere ben organizzato Il conflitto che portò alla morte di Becket diede Richard “Lionheart” più forza alla monarchia inglese Essa divenne il centro di tutte le giurisdizioni particolari (locali, ecclesiastiche, speciali), che dovevano trasferire le cause più importanti alla corte del re Enrico II aveva creato un sistema di potere forte e organizzato guidato dal re, a cui obbedivano sia l’ambito feudale, sia quello amministrativo. Da ognuno dei due ambiti, il re otteneva grossi ricavi La macchina amministrativa ben costruita da Enrico II entrò in crisi dopo la morte del suo erede Richard Lionheart (1199) Baroni, Chiesa, città contro John Lackland: la Magna Charta Libertatum, 1215 Durante il regno di John Lackland (1199-1216), Pagina della Magna Charta la corona inglese perse gran parte dei territori francesi in conseguenza specialmente della battaglia di Bouvines John Lackland dovette anche subire l’azione di rafforzamento della Chiesa e dei baroni, che volevano riappropriarsi dei diritti che Enrico II aveva loro sottratto Avversarie del re furono anche le città mercantili, tra cui Londra Per limitare l’autorità del re, baroni, Chiesa e città mercantili imposero a John di accettare un documento la Magna Charta libertatum (1215), con il quale il re doveva tornare a riconoscere le prerogative di nobili, chiese e città Provisions of Oxford I sovrani inglesi dovettero affrontare conflitti Enrico III La contestazione da parte dei baroni della presenza di troppi “stranieri” legati alla regina Eleonora di Provenza in posti chiave della corte, fu una delle cause delle Provisions of Oxford sia con l’alta nobiltà,i baroni, sia con la nobiltà dei proprietari terrieri minori (poi chiamata gentry), sia con la borghesia cittadina Enrico III dovette concedere molto per tenere a bada questi conflitti, e in tal modo l’autorità regia subì decise diminuzioni In particolare furono importanti le Provisions of Oxford, nate da contestazione della politica fiscale regia e dell’entourage della regina. con esse i baroni potevano controllare l’azione politica del re La gentry, esclusa da queste concessioni, cominciò una lotta costante contro il re, fino alla battaglia di Eversham vinta dall’esercito regio (1265) La sottomissione di Galles e Scozia Le ottime entrate fiscali garantite dal sistema Edoardo I Il vero William Wallace (sopra) e quello di Mel Gibson nel film del 1995 amministrativo inglese diedero a Edoardo I, successore di Enrico III, la possibilità di condurre imprese militari decisive per sottomettere tutta l’isola britannica Il Galles fu annesso nel 1285 Il regno di Scozia fu conquistato intorno al 1290, quando il re inglese approfittò di contrasti dinastici in quel territorio per invaderlo Gli inglesi dovettero fronteggiare, prima della conquista definitiva, una resistenza dura da parte di alcuni aristocratici terrieri Successivamente, gli scozzesi elaborarono il mito di un eroe nazionale, William Wallace detto “Braveheart”, realmente esistito, che divenne simbolo della resistenza scozzese contro i nemici inglesi La Spagna dal dominio arabo alla «Reconquista» La penisola iberica tra VIII e IX secolo Nella prima metà dell’VIII secolo gli arabi controllavano gran parte della penisola iberica, a parte alcune zone impervie dell’estremo Nord (cordigliera cantabrica e Ande) Capi militari cristiani crearono delle dinastie che fondarono il regno delle Asturie (capitale Oviedo) A ovest l’etnìa basca formò un piccolo nucleo territoriale, con capitale Pamplona: diventerà il regno di Navarra Dopo la campagna militare di Carlomagno oltre i Pirenei, alcuni poli di insediamento franco crearono la Marca hispanica nel Nord Est (Barcellona fu sottratta agli arabi nell’801) Nel corso del IX secolo il regno delle Asturie si espanse in territori poco abitati e prese come capitale Leon (856) La Spagna nella seconda metà del IX secolo Oporto, Coimbra, la contea di Castiglia. Cristiani e musulmani nel IX secolo Nella parte occidentale della penisola iberica furono prese dai cristiani le città di Oporto e Coimbra: queste conquiste si possono considerare le premesse della Reconquista Un insieme di comandanti militari e grandi proprietari terrieri, che si denominarono «conti» diedero vita alla Contea di Castiglia: nel 931 esisteva un unico conte di Castiglia, che egemonizzava questo territorio, situato nella zona più orientale dell’area di espansione asturiana I rapporti tra cristiani e musulmani alternavano a scontri militari alleanze più o meno durature e rapporti economici e commerciali piuttosto intensi La progressiva debolezza degli arabi Il dominio arabo sulla penisola iberica cominciò a indebolirsi con la morte di al-Mansur, califfo omayyade (1002) Al-Andalus, denominazione della zona governata dagli arabi, si divise in diversi reinos de taifa a partire dal 1031 I regni cristiani: Navarra, Asturie, Marca hispanica approfittarono di questo indebolimento: militarmente forti e demograficamente in crescita, imposero ai reinos de taifa, che invece erano militarmente inferiori, di non combattere in cambio del versamento della parìa, un tributo molto pesante I re cristiani controllavano così ampi territori e possedevano ricchezze ingenti grazie alla parìa La situazione nell’XI secolo: regno di Castiglia, regno di Aragona, contea di Barcellona Nel medesimo periodo di tempo, prima metà dell’XI secolo, diventò sempre più importante la contea di Castiglia, che si costituì in regno con Ferdinando I Ferdinando I riuscì a annettere il regno di Leon (1037) e poi quello di Navarra. In quel periodo sorse un nuovo regno, quello di Aragona, intorno all’insediamento franco di Jaca, sui Pirenei Il regno di Castiglia-Leon e quello di Aragona guidarono il processo di reconquista Si rafforzò anche la contea di Barcellona, che conquistò i diversi principati franchi oltre i Pirenei. La contea di Barcellona elaborava al proprio interno l’identità catalana Almoravidi e almohadi (XII secolo) Verso la fine dell’XI secolo, i reinos de taifas cominciarono a resistere con maggiore successo all’espansione cristiana grazie agli aiuti che venivano dagli almoravidi, guerrieri eremiti della costa atlantica sahariana che avevano creato un regno in Marocco – capitale Marrakech – e in parte dell’Algeria Gli almoravidi conquistarono Al-Andalus e la resero una provincia del loro regno del Nord Africa Gli Almoravidi furono in seguito (dal 1146) sconfitti e sostituiti nel dominio sull’Africa nordoccidentale e su Al-Andalus dagli Almohadi, gruppo berbero proveniente dai monti dell’Atlante, in Marocco Nel 1095 la contea di Portogallo si staccò dal regno di Castiglia-Leon e condusse da sé il processo di reconquista nella penisola iberica occidentale Nel 1137 il conte di Barcellona divenne re di Aragona Las Navas de Tolosa, 1212, il culmine della reconquista Gli Almohadi erano poco tolleranti verso le popolazioni non islamiche che erano numerose all’interno di Al-Andalus Ciò determinò il deciso intervento di papa Innocenzo III che bandì una guerra santa per rafforzare il processo di reconquista della penisola iberica da parte dei re cristiani Questo esplicito appoggio papale rafforzò le iniziative militari portate avanti ormai dai grandi proprietari terrieri, ricos hombres, che disponevano di risorse per armare cospicue forze militari Nel 1212 un esercito comune di francesi, navarresi, castigliani e aragonesi affrontò e sconfisse gli eserciti almohadi a Las Navas de Tolosa Evoluzione geopolitica della penisola iberica 1157 - 1212 La penisola iberica al termine della Reconquista Bibliografia Alessandro Barbero – Chiara Frugoni, Dizionario del Medioevo, Roma – Bari, Laterza, 1994 Pietro Corrao, “Regni e principati feudali”, in Aa.Vv., Storia medievale, Roma, Donzelli, 1998 Massimo Montanari, Storia medievale, Roma – Bari, Laterza, 2002