Approfondimento - Santo Stefano Riabilitazione

Cos’è la Realtà Virtuale. Per
Realtà Virtuale (RV) si intende
una simulazione mediata da
computer, che offre la possibilità di vedere, sentire, manipolare e interagire con un ambiente
artificiale. A partire dagli anni
novanta lo sviluppo tecnologico ha portato alla diffusione di
programmi in grado di offrire
scenari artificiali che riproducono contesti di vita reale. La versione più nota di realtà virtuale
sono i videogiochi che hanno un
alto potere di attrazione. Ma andando fuori dal campo ludico,
sono molti gli esempi applicativi
di realtà virtuale: ambito militare, pilotaggio di aerei, strumenti
ad uso diagnostico e chirurgico,
percorsi di cura in psicologia clinica, manipolazioni robotiche in
Aprile 2013
ambienti pericolosi. Nei modelli
di realtà virtuale più sofisticati e
“immersivi”, l’apparecchiatura è
accompagnata da strumenti che
consentono di “ingannare” i sensi, fino a portare l’utente a considerare in modo preponderante
la realtà virtuale in cui si viene a
trovare. Una simulazione tecnologica di effetto, in grado di minimizzare il mondo reale in cui
di fatto sta vivendo. Tra gli strumenti tecnici per raggiungere
questo obiettivo si annoverano:
schermi grandi, visione a 3d, stereofonia, percezioni di vibrazione e movimento.
Le basi teoriche. L’esperienza
post-lesionale del paziente è in
grado di indurre un certo grado di ri-arrangiamento funzionale della corteccia motoria e
delle reti neuronali danneggiate
dall’evento patologico. Ciò attraverso la mediazione dei neuroni
mirror (secondo la nota teoria
dello scienziato parmigiano Rizzolatti) durante l’osservazione
dell’esecuzione del movimento
e con la pratica della immaginazione della sua esecuzione
da parte del soggetto. La realtà
virtuale consente, tramite sensori applicati a parti del corpo, di
visualizzare sullo schermo un
semplice movimento compiuto
dal paziente come un gesto finalizzato a prendere o spostare un
oggetto (ad esempio immettere
la palla in un cestino).
Si tratta di uno strumento di
“gioco” che, grazie a feedback
visivi ed uditivi immediati, permette di migliorare il controllo
del movimento con un ritorno
preciso della correttezza o meno
dell’esercizio.
Approfondimento
graduando il livello di difficoltà
degli esercizi e andando incontro
ai limiti motori o cognitivi della
persona. “La Realtà virtuale non
sostituisce la palestra, è qualcosa
in più che si aggiunge e migliora
il percorso terapeutico – afferma Eiass Younis, fisioterapista
del team del CCF – sono sedute
molto motivanti, c’è un punteggio, si ha riscontro immediato
sui movimenti, se fatti in modo
corretto – continua – inoltre, la
personalizzazione dei protocolli
che gestiamo direttamente come
fisioterapisti, dopo essere stati
formati sul funzionamento del
software, ci consente di modulare gli obiettivi riabilitativi, ogni
paziente ha una sua scheda dove
vengono archiviati i risultati ottenuti e quelli da raggiungere,
sono già più di 50 i pazienti che
hanno testato la realtà virtuale,
abbiamo anche di recente contribuito alla stesura di una tesi universitaria, costruita proprio sui
dati e risultati ottenuti durante il
nostro lavoro”.
Vantaggi applicativi. Fra i vantaggi della realtà virtuale rientra
la possibilità di disegnare scenari di esercizio ricreando contesti
ecologici.
Quindi, la trasferibilità alla vita
reale di tutti i giorni delle competenze riapprese dopo il training eseguito in realtà virtuale.
Le aree applicative della realtà
virtuale in riabilitazione sono:
ortopedica e neuromotoria; delle
competenze visuo-spaziali; delle
attività complesse di vita quotidiana; riabilitazione cognitiva.
Quest’ultima è un campo ancora poco esplorato con la realtà
virtuale, ma per il quale si sono
riscontrati effetti positivi, ad
esempio nella valutazione dei
tempi di reazione, nella riabilitazione dei disturbi attentivi, della
memoria e del problem solving
e della negligenza spaziale unilaterale.
In cammino
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