1 PROGETTO DI UN AMPLIFICATORE BILANCIATO ED UNO DIFFERENZIALE E CONFRONTO DELLE LORO PRESTAZIONI IN APPLICAZIONI DI TIPO RADIOASTRONOMICO M. Poloni, F. Perini, C. Carlotti Rapporto Interno IRA N° 363/04 Revisori: S. Montebugnoli, G. Bianchi, F. Ghelfi 2 Indice: Introduzione Capitolo 1: L’amplificatore Bilanciato 1.1 Generalità. 1.2 Caratteristiche dell’Amplificatore Bilanciato. Capitolo 2: L’amplificatore Differenziale 2.1 Generalità. 2.2 Caratteristiche dell’Amplificatore Differenziale. 2.3 La configurazione Cascole. Capitolo 3: Ipotesi e considerazioni di Progetto. 3.1 Considerazioni di progetto dell’Amplificatore Bilanciato. 3.2 Considerazioni di progetto dell’Amplificatore Differenziale. Capitolo 4: Progetti e Realizzazioni 4.1 Progetto e realizzazione dell’Amplificatore Bilanciato. 4.2 Progetto e realizzazione dell’Amplificatore Differenziale. Capitolo 5: Presentazione dei Risultati ottenuti 5.1 Amplificatore Bilanciato. 5.2 Amplificatore Differenziale. Confronto di prestazioni tra le due architetture. Capitolo 6: Conclusioni 6.1 L’amplificatore Bilanciato 6.2 L’amplificatore Differenziale References. 3 INTRODUZIONE Questo rapporto interno risulta essere un estratto di una tesi sviluppata presso la Stazione Radioastronomia di Medicina (IRA – INAF). Il presente lavoro è dedicato in particolar modo alla trasformazione del radiotelescopio Croce del Nord in un “dimostratore italiano” da presentare nell’ambito del Progetto SKA. A questo proposito, è stato pianificato un upgrade sostanziale della Croce al fine di trasformarla in uno strumento più sensibile e più flessibile. L’idea dello SKA Engineering Group prevede il progetto e lo sviluppo di nuovi front-end a basso rumore ed elevata dinamica, vector modulator, mixer e link ottici analogici a basso costo. Inoltre, il nuovo hardware installato permetterà di studiare e applicare gli algoritmi digitali di beamforming (formazione del fascio) e reiezione delle interferenze, necessari ad un radiotelescopio di nuova generazione com’è lo SKA. Con questa tesi ci si propone di sviluppare front-end a basso rumore ed ad alta dinamica il cui scopo è quello di portare ad una riduzione della temperatura di rumore di sistema e aprire così la strada a nuove applicazioni. Nonostante il progetto dei nuovi amplificatori ad architettura bilanciata e differenziale, oggetto di questa tesi, sia ottimizzato alla frequenza di 408MHz, le considerazioni svolte possono essere prese come punto di partenza per lo sviluppo di dispositivi attivi in grado di funzionare a frequenze più elevate. In questo rapporto viene presentata una descrizione generale delle due architetture considerate e dei risultati ottenuti. Il lavoro completo è disponibile presso la biblioteca della Stazione Radioastronomia di Medicina come tesi della Dott.sa Cinzia Carlotti. Nel Capitolo 1 e nel Capitolo 2 verranno riassunti alcuni degli aspetti fondamentali rispettivamente dell’architettura dell’amplificatore bilanciato e dell’architettura differenziale. Nel Capitolo 3 si introdurranno le considerazioni di base utilizzate nel progetto dei due dispositivi. Nel Capitolo 4 si presenteranno le osservazioni svolte nella fase di progetto mentre, nel Capitolo 5 verranno mostrati i risultati sperimentali ottenuti ed un primo confronto tra le due tipologie di LNA. Infine, nel Capitolo 6, le conclusioni relative al lavoro svolto. 4 Capitolo 1 L’AMPLIFICATORE BILANCIATO 1.1 Generalità. L’amplificatore bilanciato è una configurazione molto utilizzata negli amplificatori che funzionano nel range di frequenze delle microonde. Il suo schema generale è mostrato in Fig.1.1 .(Ref[1],Ref.[2]). Figura 1.1 Esso è un dispositivo in cui il segnale di ingresso viene diviso in due segnali, attraverso un 3dB Hybrid Coupler a 90° 1. Il segnale in uscita dalla porta 3 del primo accoppiatore è sfasato di 90° rispetto a quello in uscita dalla porta 4. I due segnali ottenuti vengono poi amplificati dai due amplificatori A e B e quindi ricombinati dal secondo 3dB Hybrid Coupler a 90°. L’amplificatore bilanciato gode delle seguenti proprietà: 1. L’adattamento in ingresso e in uscita (a 50Ω) risulta realizzato sempre, anche se i singoli amplificatori non sono adattati. Questo significa che, per la struttura, sarà sempre S 1 1 = S 2 2 = 0, purché gli amplificatori A e B siano uguali. 2. Il guadagno complessivo della struttura coincide con il guadagno di ciascuno dei due amplificatori A e B, e, di conseguenza, la stessa cosa vale per la sua figura di rumore. 3. La potenza di uscita della struttura complessiva è doppia rispetto alla potenza che si potrebbe, teoricamente, avere all’uscita di ciascuno dei due amplificatori A e B. Un accoppiatore ibrido a 90 gradi è un 4 porte passivo, reciproco e privo di perdite, che risulta essere sempre adattato. La proprietà caratteristica dell’accoppiatore è che, per ogni porta che viene alimentata, la potenza si suddivide equamente fra le due porte laterali rispetto alla porta eccitata. La porta rimanente viene caricata con 50Ω. In particolare, alimentando la porta 1, metà della potenza finisce sulla porta 4 con uno sfasamento ideale di zero gradi, mentre, l’altra metà finisce sulla porta 3 con uno sfasamento di 90 gradi. Alla porta 2 non ci sarà segnale. 1 5 Tali proprietà possono essere verificate svolgendo le seguenti considerazioni. La prima proprietà enunciata risulta verificata proprio in virtù delle caratteristiche della matrice S del dispositivo. Infanti, l’adattamento di ingresso e di uscita sono determinati, rispettivamente, dalle relazioni: b1I 1 S11 = = (S11A − S11B ) a IN 2 S22 = e 1 (S22B − S22A ) 2 Da queste, risulta evidente che, per avere adattamento in ingresso e in uscita dal dispositivo complessivo, non è necessario che i singoli amplificatori siano adattati, cioè non è necessario avere S 1 1 A = S 2 2 A = S 1 1 B = S 2 2 B = 0. Per avere l’adattamento, basta, infatti, che i due amplificatori siano uguali e cioè che S11A = S11B e S22A = S22B. Si passi adesso al calcolo di S 2 1 , che può essere espresso come: −j π b e 2 (S21A + S21B ) S21 = OUT = a IN 2 Con calcoli del tutto analoghi si arriva all’espressione: S12 = e −j π 2 2 (S12A + S12B ) Il guadagno dell’amplificatore bilanciato, risulterà, quindi, pari a: Gtot = 1 s 21 A + s 21B 4 2 In particolare, se i due amplificatori sono uguali, risulterà: Gtot = s 21A 2 Se gli amplificatori sono uguali, quindi, si vede che il guadagno complessivo coincide con quello di ciascun amplificatore e risulta, quindi, verificata la seconda proprietà enunciata all’inizio della trattazione. Per quanto riguarda la potenza, si verifica, la seguente relazione: POUTA = 1 O2 1 2 2 a 3 = S 21A a IN = POUTB 2 4 La P O U T complessiva del sistema risulta: 6 POUT = 1 1 2 2 2 b OUT = S21 a IN = 2POUTA = 2POUTB 2 2 La potenza in uscita al dispositivo complessivo, risulta, quindi, il doppio di quella disponibile all’uscita dei singoli amplificatori. 1.2 Caratteristiche dell’amplificatore bilanciato. Come abbiamo visto in precedenza, gli obbiettivi principali, di cui si deve tenere conto nella progettazione di un amplificatore a basso rumore, sono: • • • Una bassa figura di rumore Un guadagno adeguato La stabilità Per raggiungere questi obbiettivi, negli amplificatori a basso rumore, che lavorano nello spettro delle microonde, è molto utilizzato l’amplificatore bilanciato, grazie al suo basso rumore, alle basse perdite e ad una stabilità migliore, se paragonato ad un generico amplificatore a singolo stadio. I vantaggi e gli svantaggi nell’utilizzo di una configurazione bilanciata rispetto ad una configurazione a stadio singolo sono riassunti in Tabella 1 (Ref. [3]). Input/output Return Loss Single ended Balanced amplifier Fair or poor Excellent Optimum noise figure Source Matching With Better Input Return Loss Performance Stability In Temperature Difficult Very easy and excellent Poor and depend on the selected components Excellent Unconditional Stable Difficult Easier Performance Stability With Component Variation Poor Excellent IP3 -- 3 dB better P1db -- 3 dB better Total Power Consumption 3 dB less -- Reliability -- 2 time higher Cost 2 time less Cost 2 time less Integration Excellent Difficult Size Small Larger Tabella 1. Confronto tra amplificatore bilanciato e singolo stadio. 7 Altri vantaggi dell’amplificatore possono essere (Ref.[4]): 1 possibilità di connettere più amplificatori bilanciati in cascata, in virtù del fatto che ciascuno di essi è isolato dai 3dB Hybrid Coupler. 2 qualora uno dei due amplificatori interni all’amplificatore bilanciato si rompesse, il dispositivo continua a lavorare anche se con guadagno 4 volte inferiore. 3 laddove siano richiesti guadagni molto alti (superiori anche a 30dB) un amplificatore bilanciato è da preferire ai single ended poiché, a causa di mismatches, sia il guadagno complessivo che la fase possono subire variazioni. Si potrebbe ovviare a queste variazioni mettendo degli isolatori tra i vari stadi: ciò però aumenta la noise figure complessiva. 4 sono dispositivi molto più stabili dei single ended. Ciò è dovuto al fatto che gli stadi intermedi di amplificazione vedono al loro ingresso ed alla loro uscita dei carichi da 50 Ω . 5 sono amplificatori in genere di tipo broadband. Presentano una buona “piattezza in banda” del guadagno ed hanno VSWR, sia in ingresso sia in uscita, molto buoni. La banda è limitata dai 3dB Hybrid Coupler (in genere 2 ottave). 6 la potenza in uscita dall’amplificatore bilanciato è doppia rispetto al caso single ended. Ciò avviene proprio grazie alla divisione del segnale in due parti. I dispositivi possono essere quindi “spinti” di più prima che vadano in saturazione. 7 cancellazione nel carico, dei prodotti e delle armoniche del tipo 2F1+F2, 2F2+F1, 3F1, 3F2, e attenuazione di 3dB dei prodotti del tipo F1-F2, F1+F2, 2F1, 2F2. Ciò permette di avere un punto di intercetta di 3dB più alto, rispetto allo stadio singolo. Svantaggi: 1 – Doppio numero di dispositivi attivi e quindi doppio consumo di potenza. 2 – Dimensioni del circuito doppie rispetto al caso single ended. 3 – Sono dispositivi più complessi da realizzare. Fatte queste considerazioni, è comunque necessario tenere conto del fatto che le proprietà dell’amplificatore bilanciato risultano valide, solo in relazione a quanto i due amplificatori a singolo stadio utilizzati sono uguali. Nella realtà, avere due amplificatori identici risulta impossibile e quindi, anche le proprietà dell’amplificatore non sono verificate con precisione. Questo significa, per esempio, che non si ha un adattamento perfetto e nemmeno un perfetto raddoppio di potenza. In più, nel caso reale, le imperfezioni negli accoppiatori e le discontinuità nei circuiti, impedendo un perfetto adattamento, limitano il return loss di ingresso da 15dB fino ad un massimo di 20dB. Infine, dal punto di vista del rumore, si ha una certa degradazione, rispetto al caso dei singoli amplificatori, a causa del rumore aggiunto dalle terminazioni adattate. Inoltre, la figura di rumore risulta collegata al return loss; In particolare, se si vuole una figura di rumore piccola, il return loss deve essere il più basso possibile. 8 Capitolo 2 L’AMPLIFICATORE DIFFERENZIALE 2.1 Generalità (Ref.[5]) La struttura differenziale è utilizzata, principalmente, in quelle applicazioni in cui è necessario amplificare la differenza di due segnali, eliminando le componenti indesiderate comuni ai due ingressi. In questo modo, in uscita vengono eliminate eventuali componenti continue sovrapposte al segnale di ingresso come, per esempio, i drift termici. Come schema a blocchi dell’amplificatore differenziale, viene utilizzato quello mostrato in Fig.2.1. Figura 2.2. Schema a blocchi di un amplificatore differenziale I due ingressi sono definiti, rispettivamente, non invertente e invertente. La differenza tra i due risiede nel fatto che, nel caso invertente, il segnale di uscita è sfasato di 180° rispetto al segnale applicato a quell’ingresso mentre, nel caso non invertente, il segnale di uscita risulta in fase con esso. Ipotizzando che il guadagno dell’amplificatore sia Ad, in virtù del fatto che la caratteristica di questa configurazione è quella di amplificare la differenza tra i due segnali di ingresso, nel caso ideale si ha che: VOUT = (V1 − V2 )A d Ciò significa che, se V1 = V2 , la tensione di uscita, VOUT , è nulla. Nel caso reale, però, V1 e V2 possono subire amplificazioni leggermente diverse. La relazione precedente diviene, quindi: VOUT = (A 1 V1 − A2 V2 ) Detto questo, è possibile definire: • • A d = (A1 − A 2 ) (A + A 2 ) Ac = 1 2 Guadagno Differenziale Guadagno di Modo Comune 9 Qualsiasi combinazione di due generici segnali, V 1 e V 2 , sugli ingressi dell’amplificatore, può, inoltre, essere scomposta in: • Tensione di ingresso di modo differenziale: Vid = (V1 − V2 ) • Tensione di ingresso di modo comune: Vic = (V1 + V2 ) 2 In Fig.2.3, è rappresentato il segnale di ingresso di un amplificatore differenziale, attraverso le sue componenti di modo comune e differenziale. Figura 2.3: Tensioni di Modo Differenziale ed di Modo Comune Come si può notare, è possibile esprimere V 1 e V 2 come: V1 = Vic − (Vid ) 2 (V ) V2 = Vic + id 2 La tensione di uscita può essere espressa in termini di V i d e V i c secondo la relazione: VOUT = A d Vid + A c Vic = A d (V1 − V2 ) + A c (V1 + V2 ) 2 Il guadagno di modo comune e differenziale, sono dati, in questo caso da: • • Voc guadagno di modo comune Vic V A d = od guadagno di modo differenziale Vid Ac = 10 2.2 Caratteristiche dell’Amplificatore Differenziale (Ref. [6],[7]). Nel calcolo del guadagno di modo differenziale, si ipotizzi nulla la componente di modo comune. Il segnale di uscita dell’amplificatore differenziale può essere preso sia in modo differenziale, cioè tra i due collettori, sia in modo sbilanciato (singleended), cioè tra un collettore e massa. Si possono definire tre guadagni: • Il guadagno di uscita differenziale: A d = −g m R C • Il guadagno di uscita a single-ended di Q1: A d1 = − Il guadagno di uscita a single-ended di Q2: A d1 = − gmR C 2 gmR C 2 Per valutare il guadagno di modo comune, invece, si ipotizzano nulle le componenti differenziali della tensione di segnale. In questo caso si possono definire due guadagni: • Guadagno di uscita differenziale di modo comune: Ac=0 • Guadagno di uscita a single-ended di modo comune di Q1 e Q2: A c = dove R è la resistenza caratteristica del generatore di corrente. αR C , 2R In conclusione: • Il guadagno differenziale deve essere grande, mentre, il guadagno di modo comune deve essere il più piccolo possibile. • L’amplificatore differenziale amplifica, effettivamente, solo la differenza tra due segnali • Il guadagno differenziale appare molto simile a quello della configurazione ad emettitore comune Altra grandezza caratteristica è il CMRR(Common Mode Rejection Ratio) cioè il rapporto di reiezione di modo-comune. Tale parametro consente di misurare le performance dell’amplificatore differenziale. Il CMRR, definito come il rapporto tra il guadagno di tensione di modo differenziale e il guadagno di tensione di modo comune: CMRR = Ad Ac Tale parametro indica l’attitudine a non amplificare segnali comuni ai due ingressi. E’ possibile, infatti, esprimere la tensione di uscita in funzione del CMRR: Vc VOUT = A c Vc + A d Vd = A d Vd + CMRR Il termine V c /CMRR rappresenta quello che rimane del segnale di modo comune; esso indica, cioè, quanto i segnali di modo comune vengono reiettati. 11 2.3 La configurazione CASCODE (Ref. [8],[9]). La sua forma differenziale e il relativo “elemento base” sono mostrati in Fig.2.3. Figura 2.3. Forma differenziale dell’amplificatore cascode e relativo mezzo circuito differenziale. La ricerca bibliografica in materia di realizzazione di Low Noise Amplifier ad architettura differenziale, ha messo in luce che la configurazione più spesso utilizzata, alle alte frequenze, è la configurazione cascode. Nella sua forma più generica, l’architettura cascode è costituita da uno stadio ad emettitore comune, seguito da uno stadio a base comune. La coppia, formata da Q1 e Q2, costituisce il differenziale di base che, per segnali di ingresso differenziali, funziona come un amplificatore ad emettitore comune. La coppia Q3 e Q4 rappresenta un amplificatore differenziale a base comune. La resistenza di carico, vista dal transistor Q1, non è più R c , ma diventa la resistenza di ingresso, r e , del transistore Q3, collegato a base comune. Tale resistenza di carico è molto più bassa di quella che si avrebbe in un normale differenziale e ciò comporta un drastico miglioramento della risposta in frequenza dell’amplificatore. Una particolare configurazione di amplificatore differenziale è quella definita Folded Cascole (Fig.2.4). Il vantaggio di questo circuito, rispetto alla tradizionale configurazione cascode, sta nel fatto che il campo di variazione della tensione di modo comune in ingresso risulta maggiore. 12 Figura 2.4. Schema circuitale di un amplificatore Folded Cascode ad uscita singola. Un altro vantaggio del Folded Cascode è la sua minore sensibilità all’effetto del rumore ad alta frequenza, sull’alimentazione negativa. Tale configurazione è molto utilizzata in alta frequenza anche per ovviare al problema del prodotto guadagno-larghezza di banda. A tale proposito, è opportuno osservare che nella configurazione Folded Cascode ad uscita differenziale, il prodotto guadagno-larghezza di banda è un’ottava più elevato rispetto alla configurazione con uscita singola. Nello sviluppo del progetto dell’LNA ad architettura differenziale, si farà riferimento a questo tipo di schema. 13 Capitolo 3 IPOTESI E CONSIDERAZIONI DI PROGETTO 3.1 Considerazioni di progetto dell’amplificatore bilanciato. Affrontare un progetto in cui si ottimizzano contemporaneamente adattamento e NF risulta alquanto difficoltoso. Nasce così l’idea di sviluppare una architettura di tipo bilanciato. Grazie alle proprietà relative all’adattamento di tale architettura, è infatti possibile progettare gli amplificatori a singolo stadio tenendo conto solo del rumore, senza avere specifiche sull’adattamento. Quello che si vuole verificare è la possibilità di diminuire la noise figure a tal punto, da compensare l’insertion loss e le perdite introdotte dagli splitter. In tal modo si avrebbe un LNA caratterizzato da un adattamento molto buono e da una noise figure paragonabile a quella di un amplificatore a stadio singolo. Al fine di verificare questa possibilità, si è partiti dal progetto di un LNA, sviluppato e realizzato all’interno della Stazione Radioastronomica di Medicina, nell’ambito del progetto SKA. Tale amplificatore verrà illustrato nel dettaglio nei paragrafi successivi. Le specifiche richieste per il progetto del bilanciato sono: • • • Un guadagno il più elevato possibile. In particolare l’S 2 1 deve essere almeno di 18dB. Una noise figure, al contrario, la più bassa possibile. Sarebbe preferibile rimanere attorno a 0.5dB. Tuttavia un sensibile miglioramento del guadagno o della dinamica dell’amplificatore giustificano almeno in parte un aumento di tale valore. Un adattamento piuttosto buono. In generale si possono considerare accettabili anche -10dB, sempre che ciò favorisca l’aumento del guadagno o la diminuzione della noise figure. Per quanto riguarda la frequenza di funzionamento, si richiede una larghezza di banda di almeno 16MHz, centrata sui 408MHz. In realtà, nella prospettiva di sostituire gli attuali dipoli con antenne a banda più larga, sarebbe consigliabile progettare l’amplificatore in modo che la banda di funzionamento vada da 300MHz a 700MHz. Nel caso particolare dell’amplificatore bilanciato, si presenta però il problema degli splitter a 90°. Tali dispositivi sono infatti caratterizzati da una banda piuttosto stretta. La larghezza di banda del progetto risulterà quindi limitata dalla larghezza di banda dei componenti commerciali che si deciderà di utilizzare. In Fig.3.1 viene presentato lo schema circuitale dell’LNA a singolo stadio, progettato e realizzato nell’ambito del progetto IRA-SKA, da cui si è partiti per lo sviluppo dell’amplificatore bilanciato. 14 Essendo esso un HEMT di tipo enhancement ha il vantaggio, rispetto agli HEMT tradizionali, di avere bisogno della sola alimentazione positiva. Nello schema vengono riportati anche i valori degli elementi circuitali che sono stati utilizzati. Figura 3.1 Il dispositivo attivo utilizzato in questo progetto è l’E-PHEMT ATF-54143 dell’Agilent Technologies (Ref.[9]). Tale dispositivo è stato scelto per il progetto in quanto presenta una bassa cifra di rumore (NFmin<0.2dB a 408MHz), un’alta dinamica (OIP3>32dBm) e un basso costo. Il punto di lavoro stabilito nell’ambito di questo progetto è di 3V e 60mA. La scelta di reti di adattamento di tipo passa alto è stata determinata dal fatto che, come suggerito dal costruttore, si integrano facilmente con la rete di polarizzazione e favoriscono la stabilità in bassa frequenza del circuito (dato che ne diminuiscono il guadagno). La scelta di una rete di polarizzazione attiva consente, infine, di garantire una minore sensibilità del punto di lavoro del dispositivo, alle variazioni di temperatura. Un discorso a parte meritano le piste di source, indicate in figura con Ls1 e Ls2. Tali induttanze agiscono infatti come retroazioni serie per il dispositivo. Il loro valore è molto critico e una sua variazione anche minima ha un forte impatto sull’adattamento e sulla stabilità. La determinazione delle loro dimensioni e anche del numero di via hole, ad esse collegati, è stata oggetto di studi particolarmente approfonditi. Una volta individuata la struttura di partenza per il dispositivo a singolo stadio, è necessario realizzare l’architettura bilanciata. A tal fine, un passo indispensabile nel 15 progetto dell’amplificatore è la scelta dello splitter a 90°. Innanzitutto, si deve ricordare che la noise figure complessiva risulta data dalla somma tra la noise figure dell’amplificatore e l’insertion loss dell’accoppiatore. Dalla ricerca di mercato effettuata nel presente lavoro sono emersi diversi componenti le cui caratteristiche sono riassunte in Tabella 2. Marca MiniCircuits MiTeq Synergy Modello HPQ-05W M-251-5292W102 SLQ-K08 Inser tion Loss(Typ) [dB] Phase Unbalanced (Typ) (degrees) Amplitude Unbalanced (Typ) [dB] 380-490 0.20 0.7 1.1 250-500 0.25 2 - 250-500 0.5 2 0.6 Frequenza [MHz] Tabella 2. Splitter a 90° Per il progetto dell’amplificatore sono stati infine scelti gli accoppiatori della Minicircuits, in quanto presentano l’insertion loss inferiore. Se si fosse voluto implementare il progetto dell’amplificatore a banda più larga, sarebbe invece stato opportuno scegliere gli splitter della Miteq i quali, pur non presentando una banda di 400MHz (richiesta eventualmente dalle specifiche), hanno comunque delle buone caratteristiche su 250MHz. 3.2 Considerazioni di progetto dell’Amplificatore Differenziale. Il progetto dell’amplificatore differenziale è stato sviluppato secondo i seguenti passi: • • • • • Individuazione delle specifiche del progetto Scelta del dispositivo attivo Individuazione del punto di lavoro Individuazione di una architettura per le reti di adattamento di ingresso e di uscita del dispositivo attivo Indicazione dell’architettura dello schema complessivo Nell’ambito del progetto dell’amplificatore differenziale saranno tenute in considerazione le specifiche già descritte in occasione del progetto dell’amplificatore bilanciato. Anche in questo caso, infatti, il dispositivo trova collocazione subito al di sotto dei dipoli ed è, quindi, il primo elemento della catena di ricezione. Per questo motivo, esso deve presentare un elevato guadagno e una NF la più bassa possibile. Nel caso specifico dell’amplificatore differenziale, contrariamente a quello che accadeva per l’amplificatore bilanciato, l’adattamento non è automaticamente garantito. Questo comporta che, nel progetto del dispositivo bisognerà prestare attenzione anche ai valori dell’adattamento di ingresso e di uscita. Infine, per quanto riguarda la frequenza, lo scopo è quello di allargare la banda il più possibile. L’obbiettivo sarebbe quello di arrivare alla realizzazione di amplificatori con banda compresa tra i 300MHz e i 700MHz. 16 E’ stata eseguita una opportuna ricerca di mercato al fine di individuare il miglior componente possibile. Sono state analizzate le caratteristiche di dispositivi sia ad architettura differenziale classica sia ad architettura cascole. I parametri principali vengono riassunti in Tabella 3. MARCA Dispositivo Tecnologia Tipo di Dispositivo NF Guadagno Motorola MBC13916 BiCMOS Philips BFE520 BJT Sanyo FH103 BJT 19dB a 900MHz 16dB a 900MHz 13dB a 900MHz Philips BFC505 BJT Philips BFC520 BJT CASCODE 0.9dB a 900MhZ DIFFERENZIALE 1.1dB a 900MHz PER 1.2dB a APPLICAZIONI 900MHz DIFFERENZIALI CASCODE 1.1dB a 500MHz CASCODE 1.3dB a 900MHz 22dB a 900MHz 31dB a 900MHz Tabella 3 Come dispositivo da utilizzare nel progetto si è scelto l’amplificatore con architettura cascode MBC13916 della Motorola. Esso presenta, infatti, la figura di rumore più piccola tra tutti i dispositivi considerati e il suo guadagno è abbastanza elevato. Inoltre, come si è detto in precedenza, l’architettura cascode presenta, alle alte frequenze, delle caratteristiche molto migliori rispetto a quella differenziale tradizionale. una volta scelto il dispositivo attivo, il secondo passo del progetto riguarda l’individuazione del punto di lavoro. la tensione di alimentazione può avere un valore compreso tra i 2.7V e i 5V. innanzitutto, analizzando le caratteristiche del componente, si può notare che avendo la polarizzazione on-chip, qualunque tipo di alimentazione si scelga, la corrente di assorbimento, I c c , ha comunque un valore molto basso. la scelta della tensione non sarà condizionata da questo parametro. per quanto riguarda il guadagno, attorno ai 500MHz, per qualunque tipo di alimentazione, non ci sono differenze sensibili. l’alimentazione a 5V è, comunque, quella che porta ad un guadagno superiore. ovviamente, sarà questo il valore scelto. come architettura di base per le reti di adattamento e di polarizzazione del singolo dispositivo attivo, si fa riferimento a quella proposta nel data sheet del dispositivo. tuttavia, questo schema viene consigliato per applicazioni a 900mhz pertanto, nel progetto in esame, occorrerà apportare le opportune modifiche. In Fig.3.2 viene riportato lo schema a blocchi dell’LNA differenziale. È fondamentale, per l’ottimizzazione delle performance del sistema, che le reti di adattamento di ingresso e di uscita dei singoli dispositivi attivi siano assolutamente identiche. 17 Figura 3.2 Nel progetto del differenziale, però, non è possibile ottimizzare le reti dei dispositivi a singolo stadio, per poi formare la struttura complessiva solo in un secondo momento. Il guadagno e la NF del dispositivo a singolo stadio e del dispositivo complessivo, infatti, sono diversi, al contrario di quanto accadeva nell’amplificatore bilanciato. Il progetto dell’LNA differenziale prevedrà quindi che le simulazioni e le ottimizzazioni vengano fatte direttamente sulla struttura complessiva. 18 Capitolo 4 PROGETTO E REALIZZAZIONE 4.1 Progetto e realizzazione dell’Amplificatore Bilanciato Terminata la fase di progetto del dispositivo, si è passati alla fase realizzativa. Il procedimento si è articolato nelle seguenti 3 fasi: • • • Progettazione del layout del circuito Realizzazione del layout Montaggio dei componenti La progettazione del circuito in esame, così come ogni circuito a microonde, richiede l’identificazione e la valutazione di diversi elementi quali: • • • • Individuazione dei componenti da utilizzare nel prototipo Determinazione della larghezza delle piste e della loro lunghezza Individuazione del layout più adatto alla struttura complessiva in esame Valutazione dell’ingombro del circuito Nella fase di realizzazione del layout, è indispensabile conoscere le caratteristiche elettriche e fisiche del substrato dove verranno realizzate le piste. Il dielettrico scelto è vetronite (costante dielettrica pari a 4.7 e loss tangent di 0.02) nel quale sono depositati due strati di rame (spessore di 17.5 µ m). Lo spessore complessivo è di 1.6mm. Note queste caratteristiche ed il footprint dei componenti utilizzati, è possibile determinare la larghezza delle piste utilizzando il programma TXLine, uno strumento fornito dal software di simulazione MW Office 2002. Quello che risulta è che le piste di segnale, alla frequenza di 408MHz e per una impedenza caratteristica di 50Ω, devono essere larghe 2.9mm. A questo punto bisogna determinare la lunghezza delle piste che caratterizzano il circuito. Anche questa infatti è piuttosto critica per il mantenimento delle performance del sistema. Si è infatti verificato che una variazione di 1mm nella lunghezza di una pista provoca, alla frequenza di 408MHz, una variazione di 1 grado sulla lunghezza elettrica. Purtroppo però la lunghezza delle piste sarà legata al posizionamento dello splitter. La presenza di quest’ultimo porta infatti all’inevitabile conseguenza di avere delle piste di ingresso e di uscita piuttosto lunghe. Infine, per quanto riguarda le piste della rete di polarizzazione, la loro larghezza non deve sottostare ad alcun vincolo, dato che questa per la continua non rappresenta un valore critico. Una volta individuata la lunghezza delle piste del dispositivo a singolo stadio, si pone il problema di determinare la struttura complessiva del layout dell’amplificatore bilanciato. È infatti indispensabile, per il mantenimento delle performance dell’amplificatore stesso, che i due dispositivi a stadio singolo siano il più possibile simmetrici. 19 L’ostacolo che appare subito evidente è che il dispositivo attivo non è simmetrico. Questo significa che non sarà possibile mantenere la sua orientazione uguale in entrambi i rami, a meno di aumentare l’ingombro complessivo del circuito. Dopo avere valutato diverse soluzioni di layout, quella migliore e più semplice da un punto di vista pratico e funzionale è sembrata quella di portare la continua a uno dei due amplificatori attraverso un bridge, realizzato con un filo fatto passare sotto al bottom layer. Per maggiore chiarezza, in Fig.4.1 viene riportato lo schematico con le piste. Una volta progettato il layout, con la specifica di delimitare il più possibile l’ingombro complessivo del circuito, è necessario stabilirne con precisione le dimensioni. A tal fine è opportuno osservare che, per fare delle misure attendibili di NF, il circuito deve essere racchiuso in un box di metallo. In questo modo vengono escluse dalla misura tutte le interferenze dovute all’ambiente circostante. La soluzione più adatta è quella di un box di dimensioni 80mmx65mm. Le dimensioni complessive della basetta devono quindi essere inferiori a questo valore e coincidere con le dimensioni interne (79mmx64mm). Si è quindi definito un bordo della basetta di 77.9mmx63.9mm. Il layout complessivo della parte superiore della basetta è mostrato in Fig.4.2. Figura 4.2 20 Figura 4.1 21 La realizzazione del circuito è stata effettuata utilizzando una fresa per PCB (Printed Circuit Board), a disposizione dei laboratori della Stazione Radioastronomica di Medicina. Tale strumento (LPKF Protomat C30s) è in grado di lavorare con i files di tipo GERBER precedentemente esportati da Microwave Office. Attraverso l’uso di un particolare software, “CircuitCam 3.2”, è stato creato un file interpretabile dalla macchina. La fase finale della realizzazione del circuito è il montaggio dei componenti. In Fig.4.3 viene riportata la faccia inferiore del circuito, in cui è possibile vedere il filo utilizzato per portare l’alimentazione ad entrambi i dispositivi. In Fig.4.4 viene invece riportato il circuito completo di scatola. È stato inoltre realizzato anche il prototipo dell’amplificatore a stadio singolo. Una sua foto è riportata in Fig.4.5. Figura 4.3 22 Figura 4.4 Figura 4.5 23 4.2 Progetto e realizzazione dell’Amplificatore Differenziale Anche in questo caso, il procedimento si è articolato secondo le seguenti tre fasi: • • • Progettazione del layout del circuito Realizzazione del layout Montaggio dei componenti Per quanto riguarda le considerazioni relative al layout, le considerazioni svolte sono del tutto analoghe a quelle sviluppate per l’amplificatore bilanciato. Il primo passo per la realizzazione del layout è ancora quello di individuare tutti i componenti che verranno poi utilizzati nel montaggio del circuito e di considerare i loro footprint. Inoltre, nel progetto del layout del circuito è importante svolgere alcune osservazioni sulla determinazione della larghezza delle piste. In questo caso particolare, bisogna però fare una distinzione tra le piste di ingresso e quelle di uscita. Infatti, essendo le piste di uscita riferite ad una impedenza di 50Ohm, la loro larghezza è ancora di 2.9mm, come già stabilito nel progetto dell’amplificatore bilanciato. Ciò in virtù del fatto che viene utilizzato lo stesso tipo di substrato e le stesse tipologie di piste (microstriscia). Per quanto riguarda le piste di ingresso, invece, è necessario fare delle considerazioni più complesse. Una delle specifiche di progetto è quella di mantenere una Zodd di circa 42Ohm. Inoltre, è necessario che i due ingressi si trovino sullo stesso lato, in quanto i conduttori della linea bilanciata di alimentazione dei dipoli sono l’uno accanto all’altro e ad una distanza di circa 10mm. Per determinare la larghezza delle piste, bisognerà utilizzare il modello delle linee accoppiate presente nel programma TXLine. Selezionando il modo dispari e un gap tra le due piste di 10mm, per la frequenza di 408MHz, la larghezza delle piste risultante è di 3.7mm. Tale dovrà quindi essere la larghezza delle piste di ingresso utilizzata per il progetto. Per quanto riguarda invece la lunghezza delle piste, la regola che si è seguita è stata quella di limitarla il più possibile. Seguendo il procedimento appena illustrato, l’effetto dell’introduzione delle piste sul dispositivo complessivo, per quanto riguarda guadagno, NF e adattamento, è molto ridotto. L’unica grandezza che appare risentirne è la Zodd. Purtroppo, però, nel caso specifico di questo progetto, la necessità di avere i due ingressi sullo stesso lato e l’asimmetria del dispositivo attivo hanno come conseguenza quella di dovere posizionare la rete di uscita, chiusa sui 50Ohm, tra i due ingressi. Ciò inevitabilmente impedisce di avvicinare oltre un certo limite i due dispositivi; la lunghezza minima delle due piste di emettitore è di 3.5mm. Con riferimento a questo valore, la larghezza fissata per le piste è di 1.1mm. Anche con questi valori, guadagno e adattamento, pur mantenendo un andamento piuttosto conforme a quello delle simulazioni senza piste, subiscono comunque un peggioramento. Le grandezze che presentano i maggiori cambiamenti sono, in ogni caso, la Zodd e la S 3 3 . 24 Si è inoltre verificato che, per alcuni componenti circuitali , il valore di tale cambiamento è notevole. Il fatto che ci sia una differenza così marcata è sicuramente un risultato inaspettato. Durante lo sviluppo del layout si è inoltre verificato che la Zodd subisce una variazione anche con l’introduzione delle piste. Alla luce di queste considerazioni e anche del fatto che la presenza delle piste di collegamento tra i due dispositivi è particolarmente critica, quello che si suggerisce, come indicazione per i progetti futuri, è di individuare il layout del circuito, prima di passare alla sua ottimizzazione. Inoltre, si suggerisce di ottimizzare il circuito direttamente facendo uso dei file di parametri S, che sono comunque più precisi. Una volta realizzato il circuito, diventa quindi necessario provvedere a sostituzioni progressive dei suoi componenti, fino a tornare a valori delle simulazioni compatibili con quelli che si avevano prima dell’introduzione delle piste. Come nel caso dell’amplificatore bilanciato, anche in questo caso si è rivelata l’impossibilità di portare la continua ad entrambi gli amplificatori senza attraversare le piste RF di ingresso o di uscita. Si è così deciso di utilizzare anche in questo caso un filo passante sotto il circuito creando due piazzole per saldare il filo nella faccia inferiore della basetta. Una volta sistemate le piste e le piazzole nel modo più opportuno, è necessario delimitare il bordo della basetta. In questo caso, il circuito è stato adattato per un box di dimensioni 50mmx25mm. Queste dimensioni le permettono di essere inserita dentro ad una linea cava per la connessione diretta alla linea bilanciata di alimentazione dei dipoli. Le dimensioni complessive della basetta sono quindi state fissate sui 49mmx24mm. Il layout complessivo della parte superiore della basetta è mostrato in Fig.4.6. Figura 4.6 25 Il prototipo ottenuto viene riportato in Fig.4.7. Figura 4.7 26 Capitolo 5 PRESENTAZIONI DEI RISULTATI OTTENUTI 5.1 Amplificatore Bilanciato La misura dei Parameri S dei dispositivi è stata fatta attraverso l’analizzatore di rete vettoriale HP 8722D (50MHz-40GHz). Dai risultati sperimentali è possibile osservare come la costruzione di una struttura bilanciata abbia permesso di migliorare in modo notevole l’adattamento sia di ingresso sia di uscita, confermando la teoria. Il guadagno invece subisce, come ci si aspettava, una leggera diminuzione a causa delle perdite dovute all’introduzione degli splitter. Per la misura della temperatura di rumore dell’amplificatore bilanciato e del suo corrispondente a singolo stadio è stato utilizzato M.A.M.BO. (Microwave Amplifier Measurement Board). M.A.M.BO. è uno strumento di misura del rumore progettato e realizzato nel Laboratorio di Microonde della Stazione Radioastronomica di Medicina, Istituto di Radioastronomia. Nelle misure è stato utilizzato il generatore di rumore HP346C. Questo dispositivo è stato ricalibrato all’interno della Stazione Radioastronomica e si è riusciti a far sì che esso fornisca un errore di soli 0.06dB sulla Noise Figure. La noise figure complessiva dell’amplificatore bilanciato si mantiene su 0.8dB. Nella prospettiva di utilizzare uno splitter con caratteristiche migliori in termini di Insertion Loss e di Return Loss, sembra quindi che possa essere verificata l’ipotesi che era stata fatta inizialmente. La costituzione della struttura bilanciata complessiva conduce infatti a valori di adattamento molto buoni, mentre la diminuzione della noise figure del singolo stadio compensa l’aumento di quest’ultima dovuto all’introduzione degli splitter. Ciò significa che con l’amplificatore bilanciato si è in grado di mantenere una NF paragonabile a quella del singolo stadio e di ottenere un deciso miglioramento dell’adattamento. Infine, le misure di IP3 sono state fatte utilizzando, oltre al vettoriale, l’analizzatore di spettro HP 8564E (9kHz-40GHz). Nelle misure del punto di compressione a 1dB si è utilizzato l’analizzatore di reti HP 8751 (5Hz-500MHz). Nella successiva tabella vengono riassunti i risultati ottenuti. |S11| [dB] |S22| [dB] |S21| [dB] NF [dB] OIP3 [dBm] Singolo Stadio IRA-SKA MISURE -10 -17 22.6 0.4 +29.2 Singolo Stadio Realizzato -7 -10 19.8 0.18 +32 Singolo Stadio Realizzato MISURE -6 -16.6 24.6 0.25 +34 Bilanciato Bilanciato MISURE -14.4 -14.4 21.6 0.65 +35 -14.6 -17.5 23.85 0.8 +36 27 5.2 Amplificatore differenziale Rispetto ad un dispositivo a due porte, la caratterizzazione di un dispositivo di tipo differenziale è più complessa. La maggior parte degli analizzatori vettoriali di rete, infatti, non sono adatti allo scopo, dal momento che le loro porte, essendo singleended, non sono in grado di supportare segnali differenziali e di modo comune. Questi ultimi, sono caratterizzati da impedenze di 50 Ω e di 75 Ω mentre i dispositivi differenziali non hanno valori di impedenza standard. Sono state individuate diverse metodologie per la caratterizzazione di dispositivi di tipo differenziale. Alcune di esse vengono brevemente descritte qui di seguito. Viene innanzitutto contemplata la possibilità di effettuare delle misure single-ended sul dispositivo con l’ausilio di un balun. Questo è utilizzato per connettere la porta single-ened dell’analizzatore di rete alla porta differenziale del dispositivo. Tale soluzione, anche se è la più semplice ed immediata, porta con sé alcuni svantaggi dovuti alla non-idealità del balun stesso. Innanzitutto, la banda in cui è possibile effettuare le misure dipende dalla banda del balun (che notoriamente è piuttosto stretta). Il balun, inoltre, introduce delle perdite dovute alla propria return loss, insertion loss, amplitude unbalance e phase unbalance. Infine, non permettendo il passaggio di segnali di modo comune, è possibile ricavare informazioni solamente sulle misure che riguardano il modo differenziale. Un altro metodo contempla l’uso di una trasformazione matematica per convertire i dati single-ended in parametri differenziali. Tale metodo è chiamato tecnica mixedmode S-parameter. Il differenziale progettato in questa tesi è un dispositivo a tre porte (ingresso differenziale ed uscita single-ended). Caratterizzare un 3 porte comporta eseguire 3 misure “a due porte”, ottenendo un totale di 12 parametri S. Mediante una elaborazione software, basata su particolari algoritmi (Ref.[5]), è possibile convertire i 12 parametri S nei 9 parametri S necessari alla caratterizzazione di un dispositivo a 3 porte. Questa tecnica cerca di determinare le risposte corrispondenti ai segnali di modo comune e differenziale su tutte le porte del dispositivo. La matrice mixed-mode è organizzata in modo del tutto simile ad una matrice di parametri S, solo che, in questo caso, ogni colonna rappresenta una condizione di stimolo differenziale e ogni riga rappresenta una differente risposta allo stimolo, come riportato in Fig.5.1. Vi è inoltre un’altra soluzione che prevede l’utilizzo di un Test System, apposito per dispositivi differenziali. Tale soluzione, almeno in questa fase iniziale, non è stata contemplata in quanto è molto dispendiosa. Per quanto riguarda la misura della NF, anche in questo caso non è possibile utilizzare le tradizionali tecniche di misura. Ricerche bibliografiche hanno messo in luce la possibilità di caratterizzare la NF di un dispositivo a tre porte in termini di matrice di rumore, parametri di scattering e coefficienti di riflessione sulle terminazioni del DUT. (Ref.[6]) 28 Figura 5.1 5.3 Confronto di prestazioni tra le due architetture Vengono qui di seguito confrontate le due tipologie in particolare per quello che riguarda le caratteristiche principali tendo conto del fatto che, per il dispositivo differenziale, esistono delle problematiche di misura che dovranno in qualche modo essere in seguito affrontate. Amplificatore Bilanciato |S21| [dB] NF [dB] |S22| [dB] 23.88 0.8 -17.5 23 1.6 -11 (MISURATO) Amplificatore Differenziale (SIMULATO) 29 Capitolo 6 CONCLUSIONI Nell’ambito della partecipazione dell’Istituto di Radioastronomia al consorzio internazionale SKA, per la progettazione e realizzazione di un radiotelescopio di nuova generazione, il radiotelescopio “Croce del Nord”, sarà utilizzato per acquisire know how da riversare in questo ambizioso progetto. Con il seguente lavoro di tesi sono state investigate due tipologie di amplificatori a basso rumore (LNA), da applicare al radiotelescopio “Croce del Nord”. In particolare, sono state studiate e progettate una architettura di tipo bilanciato ed una di tipo differenziale. I risultati ottenuti vengono riassunti qui di seguito. 6.1 L’Amplificatore Bilanciato L’LNA a singolo stadio, da cui si è partiti per la realizzazione del progetto di questa tesi, presenta i seguenti valori misurati: • • • • • S11=-10dB S22=-17dB S21=22.6dB NF=0.4dB OIP3=+29.2dBm Il prototipo dell’amplificatore bilanciato che è stato realizzato, presenta, invece, i seguenti valori misurati: • • • • • • S11=-14dB S22=-17.5dB S21=23.88dB NF=0.8dB P1dBout=+20dBm OIP3=+36dBm É evidente che, l’introduzione di una architettura di tipo bilanciato ha portato ad un buon miglioramento dell’adattamento (soprattutto dell’S11) e anche del guadagno. Per quanto riguarda la dinamica, bisogna notare che, un aumento così evidente dell’OIP3 dipende anche dal fatto che l’amplificatore a singolo stadio, qui progettato, ha esso stesso un punto di intercetta del terzo ordine di +34dBm. La NF ha subito comunque un aumento abbastanza consistente. Si ricordi che, nella realizzazione del prototipo, è stato comunque utilizzato uno splitter con caratteristiche peggiori rispetto a quello che si era inizialmente scelto. È quindi presumibile che, utilizzando il dispositivo migliore, si sia in grado di mantenere un valore di NF paragonabile a quello dell’amplificatore a singolo stadio inizialmente progettato. Gli svantaggi dell’utilizzo della configurazione bilanciata, come ci si aspettava, sono il consumo di potenza raddoppiato, la maggiore complessità circuitale, il maggiore 30 ingombro e il costo che, seppur basso, è sempre 4 volte superiore a quello di uno stadio singolo. Uno sviluppo futuro di tale progetto sarà quello di realizzare un nuovo prototipo dell’amplificatore bilanciato, facendo uso degli splitter che si erano scelti inizialmente. 6.2 L’Amplificatore Differenziale I risultati delle simulazioni circuitali dello splitter sono riassunti di seguito: • • • • S33=-10dB S21=23dB Zodd=36 Ω NF=1.7dB Lo scopo di questo progetto era quello di valutare le problematiche relative all’applicazione di una struttura differenziale ai front-end della Croce del Nord. Sono stati quindi individuati diversi problemi quali la progettazione tenendo conto della impedenza differenziale, la criticità dell’introduzione delle piste nel layout del dispositivo e la forte variazione della Zodd simulando facendo uso di modelli e parametri S. Il progetto presentato non fornisce comunque valori accettabili in termini di NF e adattamento, a causa delle caratteristiche presentate dal dispositivo MBC13916. Sono quindi possibili tre sviluppi futuri nell’ambito di questo progetto. Il primo contempla la verifica dell’effetto dell’introduzione di un doppio stadio, facendo sempre uso del dispositivo MBC13916. Il secondo prevede l’abbandono della tecnologia BiCMOS per passare all’utilizzo di HEMT. Il terzo prevede la realizzazione dell’amplificatore differenziale in tecnologia MMIC. Una strada di questo tipo è comunque quella più complicata considerando tutte le implicazioni associate. 31 References: [1]: Appunti tratti dalle lezioni del corso di “Microonde” – Prof. A.Costanzo [2]: Appunti tratti dalle lezioni di “Elettronica delle Telecomunicazioni” – Prof.ri V.A.Monaco, F.Filicori, A.Santarelli [3]: “Merits of Balanced Amplifier”, Application Note 101 – WAN7com [4]: “High Power GaAs FET Amplifier: Push-pull versus Balanced Configurations”, Application Note 014 – Fujitsu - w w w . f c s i . f u j i t s u . c o m [5]: “Differential Amplifiers”, A.Ghosh - Advanced VLSI Design Laboratory, IIT Khargpur [6]: “Differential Amplifiers”, A.Doolittle – Notes – Univ. of Georgia Tech [7]: “Amplificatore Differenziale”, F.Fiori - Corso di Elettronica Applicata, Politecnico di Torino [8]: “Circuiti per la Microelettronica”, Sedra, Smith [9]: “Capitolo 11- Amplificatori ad alta frequenza”, Palmisano, Giustolisi, Dispense di Elettronica, Università di Catania http://graymalkin.dees.unict.it/courses/micro/C-11.pdf