Storia e descrizione del significato dell’icona della Madonna del Perpetuo Soccorso Pag 1 La tipologia di questa icona ha origini antiche e risale almeno al XII secolo, infatti, la raffigurazione più antica è del 1192 e si trova in un affresco del monastero Arakos, nell’isola di Cipro, ed è del genere dell’Odigitria (Colei che indica la via). L’Icona della Madonna del Perpetuo Soccorso, opera di un pittore cretese, sarebbe pervenuta a Roma nel 1480 grazie ad un mercante che, per sottrarla alla profanazione, l’avrebbe asportata dalla chiesa dove era venerata per i suoi molti prodigi. All’inizio venne custodita in una casa privata, ma nel corso di molte apparizioni la Vergine manifestava il desiderio di vedere la sua immagine esposta in un santuario situato tra la basilica di Santa Maria Maggiore e quella di San Giovanni in Laterano. Il 27 Marzo 1499 l’icona fu portata in solenne processione nella chiesa di San Matteo in Via Merulana e fu in tale chiesa che il card. F. Nerli, verso il 1708, la proclamava «Milaculorum Gloria Insignis». Durante l’occupazione francese del 1798, l’immagine fu salvata dalla distruzione della chiesa e traslata in un oratorio privato del monastero di “S. Maria in Posterula”. L’11 Dicembre 1865, Pio IX dichiarava che la santa immagine doveva essere esposta al culto e collocata nella chiesa ancora in costruzione di S. Alfonso, situata precisamente tra le basiliche S. Maria Maggiore e di S. Giovanni in Laterano, così come la Vergine Maria aveva richiesto. Il 26 Aprile 1866 la Madonna fu condotta processionalmente nel nuovo santuario e al suo passaggio si verificarono due guarigioni di ammalati. Il 23 Giugno 1867, il Papa affidò l’incoronazione solenne della santa immagine al patriarca latino di Costantinopoli, Mons. Antici-Mattei. Al 1871 risale l’istituzione della confraternita di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso e l’affidamento ai Redentoristi. Infine ricordiamo che la festa della Madonna del Perpetuo Soccorso si celebra il 27 Giugno. Preghiera dell’iconografo Padre Santo, creatore e Signore di tutte le cose, ti rendiamo grazie per l’infinita misericordia che hai voluto riversare su di noi per mezzo di Gesù Cristo, redentore e salvatore delle nostre anime. A te Padre buono con tutto l’amore che il nostro cuore e capace di darti offriamo le nostre mani per servirti con gratitudine, sollecitudine e perseveranza per il dono sublime che ci hai dato di poter esprimere attraverso la scrittura e la pittura delle Sante Icone, i tratti del Tuo dolcissimo Figlio Gesù. Effondi su di noi, o Dio, il tuo Santo Spirito, affinché il dono che ci hai affidato noi possiamo viverlo con esultante lode, gioiosa umiltà ed eseguirlo con abilità e competenza, consapevoli che ogni cosa ci viene da Te e che il frutto del nostro lavoro Ti renda gloria ed onore. Santissimo Signore nostro ti preghiamo ora per noi e per tutti coloro che contempleranno queste Sante Icone, affinché possiamo essere condotti attraverso la meditazione dei Santi Misteri qui rappresentati a desiderare di amare Te prima e al di sopra di ogni altra creatura o cosa; a gustare la gioia del tuo perdono, la liberazione da ogni male, la guarigione del corpo e dello spirito, l’esperienza della totale fiducia nell’abbandono in te e il gusto dell’amicizia con Te. Si realizzi in noi e tra di noi, o Signore, la Comunione dei Santi in cielo e sulla terra. Cada dal nostro cuore ogni superbia, incredulità, idolatria, vanagloria, ogni gelosia, odio, invidia, risentimento, ogni diffidenza, tristezza, tiepidezza, ogni avidità, egoismo, soggettivismo, ogni calcolo, stanchezza, incostanza, scoraggiamento, insofferenza, ogni antipatia, indifferenza, impazienza, pigrizia, ogni paura, violenza, impurità, spirito di contesa, ogni giudizio e critica malevola. Per questi peccati ti chiediamo umilmente perdono e guarigione. Rendici, o Signore, sempre più simili al modello che abbiamo davanti ai nostri occhi. Te lo chiediamo per l’intercessione della Beata e Tutta Santa Vergine Maria, di S. Luca, di S. Andreij Rublëv, del Beato Angelico, di Tutti i Santi iconografi che ci hanno preceduto nella fede e di tutti gli Angeli benedetti che ti servono con fedeltà. Ti preghiamo, o Padre, di riunire sotto l’unico Pastore la Chiesa del tuo Figlio, nella quale e per la quale vogliamo vivere e morire. Togli ogni divisione, orgoglio, fraintendimento, ostinazione, presunzione, ipocrisia, insipienza, che sono causa di lacerazione e dolori per Te e per tutti i Tuoi figli. Venga il Tuo Regno, Signore! Amen Pag 2 DESCRIZIONE Un’icona di nuova concezione, nasce nella Chiesa, quando si realizza una particolare necessità della Comunità Cristiana. È un dono prezioso dello Spirito Santo e rimane nel tesoro della Chiesa per sempre. Ognuno di noi può attingere a questo tesoro come si fa con i beni di famiglia, creando in questo modo un’unità nel tempo e nello spazio del lungo cammino della Chiesa. Lo stesso Spirito che ha ispirato tanti secoli fa a scrivere questa icona, ora ce la ripropone, viste le particolari difficoltà del tempo presente e i molti pericoli che sovrastano il mondo. Per questo motivo abbiamo voluto rafforzare il messaggio di aiuto del quale è portatrice, aggiungendo le dodici stelle intorno al volto della Vergine. Il 12, che nella simbologia iconica dei numeri significa l’autorità responsabile (i 12 apostoli, le 12 Tribù d’Israele), ci ricorda anche che il Credo, o “Simbolo Apostolico”, è composto da 12 articoli. Il Credo è il fondamento della nostra fede, dell’appartenenza alla Chiesa Cattolica, è la luce che illumina il nostro cammino. La Madre di Dio è dipinta in posizione frontale a mezzo busto e regge il Bambino con la mano sinistra, mentre la destra Lo indica e Gli porge l’aiuto. Infatti Egli, prendendo consapevolezza del Suo destino di dolore, passione e morte, attraverso la visione degli strumenti mostratigli dagli Arcangeli Michele e Gabriele, si aggrappa con entrambe le mani alla Madre, con un gesto umanissimo, nel quale ci mostra la sua totale immersione nella nostra umanità, debolezza e paura. Il simbolo della paura viene rappresentato dal sandaletto sfilato dal piede sinistro. Ricordiamo che nelle raffigurazioni di scuola greca è spesso riportata la seguente dicitura in versi: « Colui che per primo fece l’annuncio alla Vergine ora indica i simboli della Passione; Cristo vestito di corpo mortale, intimorito dal destino teme, vedendo queste cose. » Il Bambino è avvolto da un manto rosso coperto da raggi d’oro per indicare che Egli è l’eterna (oro) Sapienza (colore rosso). Porta la tunica color verde-acqua che allude allo Spirito Santo che avrebbe donato a coloro che si sarebbero salvati al prezzo della sua passione, significata dal colore della fascia che Gli cinge il petto. Sul nimbo (aureola) crucifero sono scritte le iniziali in greco del nome che Dio si è dato sull’Oreb: « Io Sono Colui che Sono ». Nelle icone mariane non vengono mai mostrati i capelli, simbolo delle virtù e delle bellezze della donna, e sono velati per indicare la totale appartenenza a Dio. La Vergine porta un velo-cuffia di colore verde-azzurro, che simboleggia l’umanità divinizzata, così come la tunica. Il colore del manto è ottenuto dalla mescolanza del colore bruno, che significa umiltà ed nascondimento, e il rosso, che simboleggia l’amore. Il capo molto coperto allude alla sua totale sottomissione alla volontà del Padre. Il bordo d’oro che le orna il manto sta a significare la sua dignità regale alla quale Dio L’ha innalzata rendedola Madre del suo unico Figlio. Il manto con l’interno foderato di rosso acceso indica che Pag 3 Lei è la sede della Sapienza, ma ricorda anche il martirio del Suo cuore e la Sua passione. L’arco formato dalle pieghe del manto quando è disegnato sotto la figura del Bambino stà ad indicare il cielo che si dona alla terra. Le tre stelle disegnate sul capo e sulle spalle della Madre di Dio simboleggiano la Sua verginità prima (in alto), durante (spalla destra) e dopo il parto (spalla sinistra). In questo caso il Bambino è sulla stella dopo il parto per indicare che è già fanciullo. Il bordo rosso dell’icona rappresenta il Sangue di Cristo versato per tutti gli uomini. Segnaliamo anche che questo tipo di raffigurazione è designata dai russi con il nome di “Madonna della Passione”, il tema è ispirato dalla profezia di Simeone, secondo la quale la spada del dolore trafiggerà il cuore della Madre. Nell’icona di Santa Maria del Perpetuo Soccorso, possiamo contemplare come in uno specchio il modello perfetto dello sguardo misericordioso del Padre Celeste sul Figlio, consapevole del pericolo e del male che avrebbe dovuto affrontare e della incapacità di superarlo da solo. Certamente ognuno di noi, in alcuni momenti della vita, dovrà affrontare situazioni difficili nelle quali si troverà ad aver paura per il timore di non farcela, queste occasioni potrebbero essere molte: una calamità, un incidente, una malattia, un cattivo incontro, un fallimento. È il momento del Buio, della Prova, del Dolore! Se cedessimo alla tentazione di cercare aiuto in noi stessi cadremmo nella disperazione! Dio, nostro Padre, nella Sua provvidente bontà, sapeva benissimo tutto questo ed ha voluto offrirci un appoggio sicuro nel quale possiamo confidare. Ce lo mostra in questa icona: la mano della Madre! E’ una mano forte e sicura, sapiente e potente, che ci condurrà al “PORTO SENZA TEMPESTE”, dove troveremo riparo e consolazione, una risposta pronta ad ogni nostra speranza. Lia Galdiolo ICONOGRAFA Preghiamo: Maria! Nostra madre e sorella; Ti sei fidata di Dio, anche quando non capivi, per questo Egli si è fidato di Te! Ti ha resa forte e capace di aiutare tutti noi che vogliamo credere in Te. Insegnaci a pregare anche con le lacrime, noi come Tuo Figlio ci aggrappiamo a Te, aiutaci a credere in Lui come hai fatto Tu e saremo salvi. Amen. Pater, Ave, Gloria Pag 4