L’Immacolata Concezione di Maria
in
san Tommaso D’Aquino
Carissimi confratelli,
dal tema vi sarete chiesti come farà o chissà quale “tunnel” percorrerà o chissà quale
pensiero vi starà passando per la testa, per arrivare a trovare un legame tra
l’Immacolata Concezione e san Tommaso D’Aquino, poiché come abbiamo visto ieri
con sant’Alberto Magno, lo stesso Tommaso per certi versi ne era contro!
Certamente non possiamo capire san Tommaso se non percorriamo il contesto storico
in cui visse. Infatti dall’XI al XII secolo, tutti lodavano Maria: abbazie, monasteri,
conventi, frati, preti e laici, scultori e artisti, teologi e intellettuali, poeti e scrittori;
per la caratteristica di unione delle realtà religiosa con la realtà sociale e politica,
tipica di questo periodo della storia umana.
Anche gli imperi, i regni e i comuni medioevali erano stati impegnati in questo
grande e universale omaggio alla Madre di Dio. Tutti infatti, facevano a gara per
esaltare il ruolo di Maria nella storia della redenzione, o averla come modello,
esempio e protettrice, esprimendo nei suoi confronti venerazione e devozione: sia
privata che pubblica.
Tommaso invece, concentrò la figura e il ruolo di Maria all’interno di temi teologici
molto importanti, già formulati come verità cristologiche nei secoli precedenti dalla
patristica, anche in maniera definitiva; sottoponendoli invece Tommaso ad una nuova
indagine e sviluppo teologico. Tali temi come sappiamo sono la Maternità di Maria
(che è anche la questione cristologica della filiazione umana del Verbo di Dio) e la
Verginità e Santità di Maria (legati alla cristologia dell’Incarnazione del Verbo, oltre
a fare riferimento a Dio Padre). La scelta metodologica che spinse san Tommaso, fu
probabilmente il fatto che non esisteva ancora una suddivisione della teologia in
trattazioni autonome, così come la intendiamo adesso con il trattato di Mariologia.
Certamente dopo questa premessa, non posso che porre l’attenzione a un testo molto
importante di san Tommaso, quale la Summa Teologia, quando nella pars III delle
questioni 27-39 pone l’interesse alla storia di Maria come inserita nel mistero di Gesù
Cristo, il Salvatore.
Infatti, in queste questioni san Tommaso prende in considerazioni tutto il mistero
della vita di Gesù, riproponendo fedelmente la sequenza storica in cui vengono
trattate, alla luce proprio del NT.. Possiamo dunque dire, che nella sapiente economia
disposta da Dio, secondo l’aquinate, Maria si presenta agli occhi nostri come uno dei
personaggi “necessari” perché si attui l’opera cristologica. Dove quel necessario non
ci deve sviare dal fatto che Dio, nella sua onnipotenza poteva fare diversamente.
Straordinaria è dunque l’idea di Tommaso di collocare la storia di Maria all’interno
della storia di Gesù, poggiandola sulla solida base neotestamentaria, perché tutto ciò
che riguarda Maria, derivi dal suo rapporto con Cristo e sia ad esso correlato e
subordinato. Questo metodo attuato da san Tommaso non è però un “Unicum” o
qualcosa di nuovo, poiché altri prima di lui e dopo di lui, proporranno e proposero la
stessa questione. Questione che riprenderà lo stesso Paolo VI nella Marialis Cultus,
quando dice: “nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende: in
vista di lui Dio Padre, da tutta l’eternità, la eccelse Madre tutta santa e la ornò di
doni dello Spirito, a nessun altro concessi”.
Ritornando a san Tommaso, dobbiamo dire che procede all’esame delle tappe
principali dell’Incarnazione, che vanno dal concepimento di Gesù nel seno di Maria,
alla nascita e alla circoncisione di Gesù; sino a sottolineare e a porre Maria come: “al
di sopra di tutti gli altri”1, come anche il sottolineare che “abbia ricevuto maggiori
privilegi di grazia colei che ha generato l’Unigenito del Padre”2. Per san Tommaso
però, questo essere Maria “al di sopra di tutti gli altri“ non vuole dire in maniera
degna e necessaria, che sia stata concepita senza l’eredità comune di tutti gli uomini,
cioè senza il peccato originale. Infatti non era d’altra parte possibile, ai tempi di
Tommaso parlare della santità di Maria in maniera assoluta, come se potesse sfuggire
al primato di Cristo redentore. La conseguenza sul piano dogmatico, come possiamo
immaginare, avrebbe portato a compromettere la verità di fede secondo la quale
1
2
q. 27 a. 1 Respondeo.
Idem.
Cristo è salvatore di tutti. Dunque il rischio di porre Maria, per così dire su un
“piedistallo” escludendola dalla redenzione.
Ecco che allora arrivando al punto centrale del pensiero di san Tommaso possiamo
dire: che Maria è un essere umano, poiché è un membro di una etnia e di un popolo
concreto. Ma Maria è stata redente, al dire di Tommaso, dopo la sua animazione o
concepimento come essere umano; dove quell’animazione al tempo di Tommaso si
intendeva il momento di circa 40 o più giorni dopo la fecondazione, in cui l’embrione
poteva ricevere l’infusione dell’anima per creazione di Dio, diventando così persona
umana.
Dunque con questa esplicita espressione “al di sopra di tutti gli altri”, san Tommaso
vuole dire il massimo possibile di Maria, sottolineandone l’unicità e l’irripetibilità del
personaggio storico di Maria.
Quanto alla presenza in Maria dell’inclinazione al male o fome, così come lo chiama
san Tommaso è reso del tutto inoperante a causa del suo essere ”la piena di grazia”, e
che successivamente a causa del concepimento di Cristo nel suo seno, l’inclinazione
del male fu completamente estinta, proprio per la santità del Figlio, che investì Maria
in maniera completa, santificandola in pienezza. Dunque Maria è santa a causa di
Cristo non per altri meriti, ecco perché san Tommaso può dire: “la Beata Vergine
meritò di portare il Signore di tutti non perché meritò che egli si incarnasse, ma
perché per la grazia accordatale meritò grado di purezza e di santità, in forza del
quale poté essere in modo congruo madre di Dio”3.
Ma ancora afferma che: “se l’anima della Beata Vergine non fosse stata mai
contagiata dal peccato originale. Cristo perderebbe la dignità di essere Salvatore
universale di tutti. Perciò la purezza della Beata Vergine fu la più grande, ma al di
sotto di quella di Gesù che in qualità di Salvatore universale, non aveva bisogno di
essere salvato”4.
Dal’atra parte, la verità dell’Immacolata Concezione promulgata nel 1854 da Pio IX,
sosterrà un certo primato della dimensione cristologica rispetto al mistero di Maria.
3
4
STh. III, q. 2 a.11
STh. III, q. 27 a. 2
Primato che si può ben dire in sintonia con il pensiero cristologico di san Tommaso
D’Aquino. Ma questa forte sottolineatura oltre ad essere stato ripreso da Pio IX per il
dogma; è stato ripreso dallo stesso Concilio Vaticano II quando nella Lumen
Gentium dice: “La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo
oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia”5.
Dunque ne mostra l’efficacia della mediazione di Cristo e non oscura il primato dello
stesso Cristo.
Eppure avviandomi ormai alla conclusione tale rischio è ancora presente, e questo lo
possiamo notare quando vediamo nelle nostre chiese o nei nostri santuari, un culto
maggiore a Maria rispetto alla stessa Eucarestia: fonte e culmine della nostra vita
cristiana, dimenticando quindi, gli insegnamenti della stessa Chiesa, quando a
proposito di Maria dice: che rispecchia essa stessa non di luce propria …, poiché
anch’essa come dicevamo prima è un personaggio storico che appartiene al piano
della redenzione.
Ecco che allora, possiamo dire contrariamente a quanto si pensa, che san Tommaso
ha un legame con l’Immacolata Vergine Maria, perché anticipò con il suo pensiero,
anche se in un diverso modo, ciò che la Chiesa farà secoli più tardi con Pio IX.
Ed allora, insieme ai nostri santi e in particolar modo con san Tommaso D’Aquino
chiediamo e diciamo all’Immacolata Vergine Maria:
Sii tu o Madre:
la Stella che ci guida!
il Manto che ci protegge!
la Musa che ci ispira alle opere buone!
la Mano che ci accompagna verso la Patria beata del cielo,
dove: quella stella, quel manto, quella musa, quella mano; sono espressioni
dell’Amore di Dio che regna glorioso nel Cristo Tuo Figlio e nostro Signore.
Amen.
5
LG. 60