Turni massacranti e stipendi in picchiata, l`odissea della guardia

Turni massacranti e stipendi in picchiata, l’odissea della guardia giurata
Subito la premessa: l'assalto odierno al furgone portavalori con tanto di far west nella semi-periferia romana
rientra nella casistica della pura e cruda cronaca nera. Che poi abbia perso la vita un ex brigatista di Prima
Linea nel vano tentativo di rubare la "mercanzia" a bordo aggiunge soltanto una nota di colore. Da qui
solleticare una stretta correlazione tra un episodio di mera criminalitcon le difficoltdel settore della vigilanza
privata esercizio di retorica.
Certo che per capire lo strano ripetersi di questi episodi forse conviene fare luce su un settore occupa oltre
40mila addetti in tutta Italia, polverizzato in migliaia di piccole imprese spesso non al di sopra di cinque
addetti. Qui - rileva Sabina Bigazzi, di Filcams Cgil - la maggiore criticitsi riscontra nella logica (infinita) di
appalti e subappalti costitutiva del comparto della vigilanza privata, in cui a trionfare sono le gare al massimo
ribasso bandite da enti pubblici e private che tendono ad ammortizzare i costi spingendo sulla leva del
prezzo.
Il corollario che gli istituti di vigilanza per sopravvivere accettano ricavi minimi perché giesposti terribilmente
sul fronte di fisco (da qui le molteplici pendenze con Equitalia) e su quello delle banche (il credito viene
erogato sempre con maggiore difficolt cosanche la scelta del personale riflette questo incredibile gioco al
ribasso, che si concretizza anche in turni massacranti e paghe ridotte al lumicino.
Il resto lo fa spesso una formazione approssimativa degli addetti (basta non avere pendenze penali per
riconvertirsi in guardia giurata e non ci sono corsi di formazione ad hoc, tanto che l'esperienza la si finisce
per fare sul campo) e una sorta di rimpallo delle responsabilittra le prefetture (assoggettate al controllo del
ministero degli Interni) e le imprese medesime tenute a osservare il Testo Unico per la Pubblica Sicurezza.
Qui il richiamo fondamentale la necessitdi un coordinamento da parte degli istituti di vigilanza con le centrali
operative delle forze dell'ordine, ma capita sovente che molte imprese licenziatarie siano sprovviste di tale
requisito. Di pi - dice la Bigazzi - al Sud il settore spesso oggetto di infiltrazioni mafiose, tanta la vischiositdi
un settore in cui l'arma di ordinanza, anche se utilizzata solo per legittima difesa.
Ecco perché la categoria ad hoc della Filcams Cgil lancia l'allarme per un costo del lavoro sacrificato
sull'altare della sopravvivenza, che finisce gioco-forza per favorire le intenzioni illecite e criminali. Del resto
anche le istituzioni sembrano latitare visto che sul fronte della formazione resta su carta un decreto
ministeriale che dovrebbe regolarizzare l'iter di accesso alla professione.