ARTICOLO DI MASSIMO BONINI – Segretario Generale Camera del Lavoro di Milano Uscito sul IL GIORNO ECONONIA 11 MAGGIO 2016 Banconista per salumeria, programmatore informatico, addetti alla vendita, addetti al check-in/out in hotel, addetti all'assistenza domiciliare. Questi sono solo alcuni esempi di offerte lavorative che si possono trovare tranquillamente all’interno dei portali che offrono lavoro. Fin qui nulla di male, se non fosse che ad oggi sempre più spesso queste figure professionali vengono retribuite con buoni Voucher. E’ evidente che l'uso è ben lontano dallo spirito con il quale il legislatore nel 2003 cercava di portare alla regolarità piccole fette di attività occasionali come: baby sitter, giardiniere, piccoli lavori domestici o lavoretti per studenti nel periodo di vacanza. Il valore attuale di questi “buoni” è di 10 euro lordi, con una piccola copertura infortunistica e previdenziale. A Milano nel 2016 sono stati acquistati il corrispondente di 8 milioni di euro. Un dato più che preoccupante. Il fatto che i nostri uffici legali ne intercettino l’uso nei negozi, nei ristoranti, negli hotel, negli uffici, nei laboratori artigianali, nei cantieri edili, rende oggettiva una modalità che sta diventando sostitutiva rispetto al “normale” contratto di settore. Qui nasce la nostra preoccupazione. Un modo per non rispettare i contratti, approfittandosi dello stato di fragilità di coloro i quali sono alla ricerca di un lavoro, creando non solo di nuovo lavoratori di serie a e di serie b, ma paradossalmente aumentando quello che si vorrebbe combattere, ossia il lavoro nero. Anche per questo la Cgil ha deciso di rimettere al centro della propria iniziativa il rispetto della dignità di chi lavora promuovendo una legge di iniziativa popolare a sostegno di una carta universale dei diritti di chi lavora e in modo particolare proponendone la cancellazione visto le storture prodotte. Il Governo faccia realmente qualcosa di “BUONO” sì, ma per chi lavora o per chi è alla ricerca di un BUONA occupazione.